ABBIAMO BISOGNO DI POLLI, VENITE ALL'APERICENA IN VALPOLICELLA!


Siete TUTTI invitati all’APERICENA organizzata da Energia dalla Terra allo scopo di raccogliere fondi per la costruzione di un pollaio nel villaggio di Ballangar, Gambia!

L’apericena è costituita da aperitivo + primo + dessert + bibita, per cui viene richiesta una donazione di 10 euro.

Il ricavato verrà utilizzato per la costruzione di un POLLAIO nella scuola materna di Ballangar.

Durante la serata si esibiranno anche gli ZETA RETICOLI https://www.facebook.com/zetareticolivr/?fref=ts

Cos’è Energia dalla Terra?
Energia dalla Terra è un progetto dell’Associazione Energia per i Diritti Umani che ha lo scopo di garantire un pasto sano e nutriente al giorno ai bambini che frequentano le scuole dell’Associazione in Senegal e Gambia, attraverso la predisposizione di un orto e un frutteto nei pressi delle scuole, per fornire ai bambini non solo l'accesso a frutta e verdura a km0, ma anche come primo passo verso l'aggregazione della comunità per un bene comune. Lo scopo secondario, infatti, è quello di rendere la comunità del villaggio autosufficiente nella gestione dei servizi che noi forniamo loro. Il primo orto di Energia dalla Terra è sorto nel 2015 proprio nel villaggio di Ballangar, in Gambia, e svolge la sua funzione con ottimi risultati!

Perchè un pollaio?
- la carne di pollo fornisce ai bambini le proteine di cui sono carenti e che sono indispensabili per la loro crescita.

- una parte delle galline verrà invece venduta al mercato locale, ottenendo degli utili per pagare i lavoratori degli orti e raggiungere quindi l' autosufficienza economica

- Il pollaio ha sostenibilità garantita: da un lato gli scarti organici dell' orto saranno utilizzati come cibo per le galline, dall’altro gli scarti organici del pollaio saranno utilizzati come fertilizzante naturale per l’orto.

PER MOTIVI ORGANIZZATIVI, VI CHIEDO LA CORTESIA DI CONFERMARE LA VOSTRA PRESENZA QUI O AL NUMERO +393334433314

GRAZIE A TUTTI! MALVINA :)

Il metodo Pascal per far crescere le piante ricche di nutrienti senza annaffiarle

Pascal Poot, è un contadino francese che sta passando alla storia: fa germinare i semi e poi li pianta sul terreno (il suo è arido e pieno di sassi) e non se ne occupa più fino alla raccolta. Facendo così per anni ha attivato i geni inattivi nel DNA delle piante che li ha resi sempre più adattabili alle condizioni atmosferiche e ne ha concentrato i nutrienti oltre a rafforzarne il gusto. Questa è la prova di come la natura abbia un’intelligenza superiore a quella dell’uomo che invece ha selezionato e modificato sementi che oggi sono sempre più deboli.
Biologi, ricercatori e aziende agricole stanno andando alla fattoria di Pascal Poot sulle alture di Lodève (Hérault), una zona della regione francese Linguadoca-Rossiglione-Midi-Pirenei, perché il suo metodo lontano anni luce dall’agricoltura moderna, oltre ad essere iperproduttivo è anche naturale e poco costoso.
Senza irrigazione malgrado la siccità, senza canna (supporto verticali dove vengono fatti arrampicare), senza cure e alcun pesticida ne concimi, le sue migliaia di piante producono fino a 25 kg di pomodori ciascuna.
Pascal Poot, ha 52 anni, è figlio di agricoltori ed ha lasciato la scuola a 7 anni. Ha allevato pecore e coltivato castagneti prima di specializzarsi nelle sementi. Ecco in cosa consiste la sua tecnica che ha sviluppato e perfezionato negli anni.
Germinazione
Semina su del terriccio, dentro una serra, quindi mette i vasetti su un enorme mucchio di letame fresco, per cui la temperatura nei giorni successivi arriverà a 70 gradi, riscaldando la serra e permettendo la germinazione dei semi. La tecnica del letto caldo è molto antica. Questo permetteva agli orticoltori del XIX secolo di raccogliere meloni in città dalla fine della primavera.
Travaso su terreno e raccolta
E questo permette a Pascal Poot di far germinare ogni anno migliaia di piante di pomodori, zucchini, peperoni, poi li pianta in piena terra e non se ne occupa più fino alla raccolta.
Così infatti afferma Pascal:
“Pianto gli ortaggi così germinati in piena terra e non me ne occupo più fino alla raccolta, niente acqua, cure varie, ecc, dal momento che le piante sanno badare a sé stesse.”
E continua raccontando la sua storia:
“La maggior parte delle piante che oggi chiamiamo “erbacce” erano piante che si mangiavano nel Medio Evo, come l’amaranto o il dente di cane. Mi son sempre detto che se loro sono così resistenti è perché nessuno se ne è più occupato da generazioni .
Tutti cercano di coltivare gli ortaggi proteggendoli il più possibile, io invece cerco di incoraggiarli a difendersi da soli.

STUDIO USA: IL GLIFOSATO INCIDE SUL DNA E PORTA A DIABETE, ASMA, ALZHEIMER

Una revisione della letteratura scientifica collega il glifosato, uno dei più popolari diserbanti, classificato dall’Airc come probabile cancerogeno, ad una vasta gamma di malattie attraverso un meccanismo che modifica il funzionamento del Dna. A dirlo è lo studio “Glyphosate pathways to modern disease V” condotto dagli scienziati Anthony Samsel e Stephanie Seneff, del Massachusetts Institute of Technology (Mit). Secondo la ricerca, il glifosato agisce come un analogo della glicina in grado di alterare una serie di proteine. Questo processo anomalo è correlato a diverse malattie, compreso diabete, obesità, asma, morbo di Alzheimer, sclerosi laterale amiotrofica (Sla), e il morbo di Parkinson, tra le altre.  Il ricercatore Stephen Frantz, come riporta il sitoBeyondpesticides.org, spiega: “Quando una cellula sta cercando di formare le proteine, può afferrare il glifosato invece della glicina e formare una proteina  danneggiata. Dopo di che è il caos medico. Dove il glifosato sostituisce la glicina, la cellula non può più comportarsi come al solito, provocando conseguenze imprevedibili con molte malattie e disturbi conseguenti. ”

L’APPELLO: VIETARE IL ROUNDUP DELLA MONSANTO

Il rilascio di questo studio arriva sulla scia di diverse altre discussioni e azioni sul glifosato che hanno avuto luogo nel corso delle ultime settimane. Il mese scorso in un briefing del Congresso, una delegazione di scienziati indipendenti, tra cui gli autori di questo studio, hanno presentato i loro risultati, esortando i legislatori a chiedere all’Agenzia di protezione ambientale (Epa) di vietare il RoundUp, l’erbicida della Monsanto, fornendo testimonianza sull’impatto del glifosato sul suolo, così come il rischio irragionevole che essa rappresenta per gli esseri umani, gli animali e l’ambiente. L’Epa ha però risposto che gran parte delle informazioni fornite possono non avere un impatto sulla loro valutazione del rischio attuale del glifosato, che è previsto per il 2017.

tratto da:
https://www.testmagazine.it/2016/07/19/studio-usa-il-glifosato-incide-sul-dna-e-porta-a-diabete-asma-alzheimer/10873/?v=cd32106bcb6d

RISCIO' SOLIDALE IN VALPOLICELLA

Il Comune di San Pietro in Cariano stà sviluppando sul territorio un progetto legato alla mobilità sostenibile e al sociale.  Si tratta principalmente di un riscio' a pedalata assistita in grado di portare due persone, oltre al guidatore.

Verrà utilizzato a scopi sociali, trasporto di anziani, diversamente abili  e a scopi turistici. Troverete ogni dettaglio nell'allegato documento che ne spiega la filosofia del progetto.

Inoltre vi allego anche il volantino che vi chiederei di divulgare.

Per informazioni ulteriori potete contattare oltre che il numero che è presente sul volantino anche l'ufficio ecologia Maddalena Maistri 045 6832180 o mandare e mail madmai@comune.sanpietroincariano.vr.it





Giornata in campo 26 luglio 2016


Invito prova in campo macchine agricole




Piantagione di mais Ogm scoperta e distrutta dalla Forestale a Guarda

Dopo il sequestro, le analisi di laboratorio hanno verificato che in 6 ettari era stato piantato il Mon810 della Monsanto ed è scattata la trebbiatura forzata. Per Legambiente il tutto è “veramente assurdo” ed uno schiaffo a Polesine. L'agricoltore rischia una multa fino a 50mila euro, oltre alla perdita del raccolto, avviato al biodigestore di Crespino



GUARDA VENETA – Mais geneticamente modificato, il Mon810 della Monsanto, è stato scoperto e distrutto dal Corpo Forestale a Guarda Veneta, in via Zanon
Il rinvenimento, sulla base di un’attività investigativa che ha portato ad un primo test con l’apposito kit, è stato confermato dai risultati delle analisi dei laboratori dell’Istituto zooprofilattico dell’Umbria e delle Marche, accreditato per le analisi agrogenetiche. Il Mon810 è esplititamente vietato, perché l’Italia ne ha bandito la coltivazione. La violazione e’ punita con una multa da 25 a 50 mila euro. Il terreno di 6 ettari è stato, quindi, sottoposto a sequestro preventivo ed il mais trebbiato ed inviato ad un biodigestore a Crespino. Le piante erano ormai in fase di fioritura e la Forestale non esclude che attraverso il olline possa essere avvenuta la contaminazione delle confinanti colture. Saranno, comunque, effettuate delle analisi e, se la “contaminazione” dovesse essere verificate, anche il prodotto di quei campi dovrà essere avviato a distruzione.
L’idnagine che ha portato al sequestro della piantagione di mais in provincia di Rovigo, coordinata dalla Procura di Rovigo, rientra nell’ambito di un programma di controlli da parte del Corpo per verificare l’utilizzo di organismi geneticamente modificati in agricoltura, su tutto il territorio nazionale, anche mediante l’uso di test che rilevano la presenza dell’endotossina specifica per il Mon810, modificato per risultare resistente all’attacco della piralide. Dopo un lungo dibattito a livello nazionale e comunitario, l’Unione Europea ha introdotto la possibilità per ogni Stato membro, di vietare la coltivazione del Mon810 e l’Italia ha, pertanto, richiesto e ottenuto che fosse bandita sul proprio territorio come già previsto in due precedenti decreti interministeriali. Oggi in Italia la violazione del divieto di coltivazione di Ogm nel nostro Paese è punita con una multa da 25 a 50 mila euro.
Dopo il caso friulano e dell’agricoltore Fidenato che aveva piantato mais Ogm, la questione del mais transgenico arriva quindi anche nel vicino Veneto. “Quello che è accaduto – dichiara Rossella Muroni, presidente nazionale di Legambiente – è veramente assurdo, dato che l’Italia ha richiesto e ottenuto che fosse bandita sul proprio territorio la coltivazione del Mon810. La coesistenza tra produzioni transgeniche e convenzionali è rischiosa perché non si può escludere il rischio di inquinamento genetico e, quindi, il danno economico per i produttori non ogm e la perdita di biodiversità. Casi di contaminazione sono stati rintracciati anche nell’ultima indagine del Corpo Forestale dello Stato, in Friuli Venezia Giulia, dove è stato coltivato mais Ogm in barba ai divieti della legislazione. Una coltivazione ogm che fa male all’ambiente, all’agricoltura, alla legalità e alla salute dei cittadini e che rappresenta uno schiaffo al territorio Polesine dalla vocazione agricola che, negli ultimi anni, ha fatto sforzi ingenti per la conversione del proprio modello agricolo da intensivo a produzioni di alta qualità. Oggi, più che mai, l’agricoltura di qualità e sostenibile può essere il più importante alleato per le attuali sfide ambientali e per lo sviluppo dell’economia verde, che l’Italia non può e non deve perdere”.
Per l’associazione ambientalista è ora urgente e fondamentale che si facciano tutti i possibili accertamenti e controlli, per verificare che si tratti di un caso isolato e non il “nodo” di una rete di illegalità tra agricoltori e distributori di sementi. Il ruolo del Corpo Forestale dello Stato, con le sue enormi competenze, è indispensabile al contrasto dell’illegalità ambientale. Per questo Legambiente torna a ribadire che vengano forniti mezzi e risorse per svolgere al meglio il proprio compito.


“Il caso dell’imprenditore di Frassinelle Polesine che ha piantato mais geneticamente modificato in un campo di sei ettari nel comune di Guarda Veneta – aggiunge Giorgia Businaro, Direttore Regionale di Legambiente Veneto – è un esempio di quella mentalità italiana che porta a dire: io ci provo, in barba alle leggi, senza considerare le conseguenze che si avranno sulla biodiversità e sulla qualità delle produzioni locali, ci provo per avere guadagni facili con investimenti limitati. Alla Regione Veneto chiediamo di convocare il prima possibile un tavolo di lavoro con le forze dell’ordine e le associazioni interessate per affrontare subito la questione evitando il ripetersi di quanto già accaduto in Friuli Venezia Giulia. Infine un plauso e un sentito ringraziamento vanno agli uomini del Corpo Forestale dello Stato, senza il loro tempestivo intervento questa vicenda avrebbe potuto avere conseguenze gravissime”.

tratto da:
http://www.rovigoindiretta.it/rovigo-e-dintorni/2016/07/11/piantagione-di-mais-ogm-scoperta-e-distrutta-dalla-fortestale-a-guarda-veneta/

Glifosato: dal Paff restrizioni all’uso dell’erbicida

Dopo l'autorizzazione all'uso del glifosato per altri 18 mesi, il Comitato UE per la salute delle piante ha votato a favore di una restrizione dell'utilizzo dell'erbicida nei giardini e nei parchi pubblici nonché di un rafforzamento dell'esame minuzioso del suo uso pre-raccolto.
I Paesi membri dell'UE hanno approvato le raccomandazioni della Commissione europea per limitare l'impiego del glifosate. Le restrizioni alle condizioni di utilizzo della molecola erbicida, da mesi al centro di una polemica per il rinnovo dell'autorizzazione al commercio, includono:
- il divieto di prodotti a base di glifosate con il coformulante POE-tallowamine,
- l'obbligo di rinforzare il controllo sull'utilizzo in agricoltura come coadiuvante nella fase precedente alla raccolta,
- raccomandazioni per ridurne l'uso al minimo in aree specifiche, come parchi pubblici e campi da gioco.
La bozza che ha avuto il via libera oggi faceva parte del pacchetto che ha già visto adottata l'estensione dell'autorizzazione della sostanza attiva fino al 2017, in attesa del pronunciamento dell'Agenzia europea per le sostanze chimiche (Echa).
Il divieto d'uso con il POE-tallowamine a livello UE diventerà effettivo venti giorni dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale europea.

"Una conferma, se mai ce ne fosse bisogno – dice Maria Grazia Mammuccini, portavoce delle Coalizione italiana #StopGlifosato - della pericolosità della sostanza".
La Coalizione chiede al ministero per le Politiche Agricole l'attuazione di misure concrete per la difesa del principio di precauzione perlomeno fino alla pronuncia dell'Echa, l'Agenzia Ue per le sostanze chimiche .
"Il nostro Paese – dice Mammuccini - deve ora dare seguito all'annuncio del 'Piano Glifosato Zero'. Ci aspettiamo che il ministro Martina incontri presto la nostra Coalizione, che riunisce 46 associazioni e organizzazioni della società civile, per discutere nel merito delle azioni concrete da realizzare per vietare totalmente la pericolosa sostanza, a partire dai PSR".

Per essere sempre informato sulle attività della Campagna StopGlifosato seguici su Facebook (hashtag #StopGlifosato)
Per firmare la petizione Avaaz e dire StopGlifosato: https://secure.avaaz.org/it/monsanto_dont_silence_science_loc_it/?media
tratto da:
http://aiab.it/index.php?option=com_content&view=article&id=3526:glifosato-dal-paff-restrizioni-alluso-dellerbicida-coalizione-e-una-conferma-del-pericolo-per-la-salute-pubblica-ora-serve-il-via-al-piano-glifosato-zero&catid=75:comunicati-stampa&Itemid=33

VACANZE DELL'ANIMA - PROGRAMMA


I FATTORI DELLA TERRA VIVA. terza puntata


Glifosate autorizzato anche nel 2017


La Commissione europea prolungherà l'autorizzazione per il glifosate fino a tutto il 2017. La decisione verrà formalizzata entro il 30 giugno. Entro il 2017 l’Echa (Autorità per le sostanze chimiche UE) darà il parere definitivo che metterà la parola fine (si spera) alla vicenda.

tratto da: