Il 15 Ottobre "ORTO ORGANICO" in Valpolicella
“Conoscere e preparare la propoli” – corso di approfondimento alla BIOLCA
Domenica 27 novembre dalle 9 alle 17.00
Relatore: Gianni Stoppa, apicoltore biodinamico
Corso di una giornata sulla preparazione della propoli, dalla raccolta alla conservazione; con laboratorio pratico.
Argomenti trattati:
1. Origine della propoli.
2. Le gemme, funzioni e proprietà.
3. La propoli nell’alveare.
4. Le proprietà della propoli.
5. La raccolta e conservazione.
6. Laboratorio pratico per la preparazione.
7. Abbinamenti e varianti.
Relatore: Gianni Stoppa, apicoltore biodinamico ed esperto apistico regionale.
Quota di partecipazione per i soci Biolca € 60,00 (i non soci devono aggiungere la quota associativa di € 22 che dà diritto a ricevere tra l’altro il periodico Biolcalenda per un anno).
Previsti sconti per disoccupati. Possibilità di pranzare in sede durante la pausa pranzo, menù biologico-vegetariano E. 10
Dove e quando: Domenica 27 novembre dalle 9 alle 17.00 presso la sede Biolca a Battaglia Terme -Padova.
Per informazioni e adesioni: 049 9101155 (Biolca) o info@labiolca.it o 345 2758337 (Martina).
I pascoli di Asiago a un passo dalla prima certificazione bio di gruppo in Europa
È online il quarto webinar digitale della Città di Asiago, appuntamento che rientra nel progetto “Asiago Go Green” voluto dall’Amministrazione comunale per avviare nuove politiche di sviluppo e cura del territorio con il coinvolgimento responsabile di tutti coloro che vivono e visitano la montagna nella prospettiva di un futuro più sostenibile.
Principali temi dell’incontro sono stati l’iter per il riconoscimento della certificazione biologica dei pascoli. Prossimo passo: veder accolta la candidatura a patrimonio Unesco per 70 malghe dell’Altopiano di Asiago, dovrebbe trovare esito il prossimo anno.
Dalla creazione di un bio distretto con il coinvolgimento delle Amministrazioni pubbliche alla creazione del primo gruppo di certificazione bio in Europa, Sandra Furlan, responsabile ricerca e sviluppo – Certificazioni Sostenibilità Valoritalia Srl, ha spiegato l’importanza dell’ottenimento della certificazione dei pascoli: “Uno strumento che consentirebbe la preservazione di un patrimonio naturale unico come quello dell’Altopiano di Asiago e dei Sette Comuni, ma anche un primo passo verso la sostenibilità nelle produzioni zootecniche. I pascoli biologici rappresenterebbero il 70% della superficie agricola utile totale, – ha spiegato Furlan – ciò significa che andremmo verso un territorio quasi interamente biologico: un caso unico”. Tra le iniziative già avviate dall’Amministrazione, sempre nell’ambito del progetto “Asiago Go Green”, vanno ricordati la centrale a biomasse, così come i “crediti di carbonio”, che possono rappresentare una nuova opportunità di reddito per le aziende.
Fonte: 7 Comuni Online
L’UE vieterà l’import di alimenti con residui di pesticidi nocivi per le api
L’UE vieta le importazioni di alimenti con residui di due pesticidi nocivi per le api. È la prima volta che l’UE, e che un membro del WTO in generale, impone limitazioni all’import di alimenti sulla base di una questione ambientale e non per motivi di salute dei consumatori. L’uso all’aperto dei due insetticidi, appartenenti alla classe dei neonicotinoidi, è vietato nell’UE dal 2018.
“Dato il loro impatto negativo sugli impollinatori di tutto il mondo, comprese le api, l’uso di questi due neonicotinoidi è già stato vietato nell’UE – ha spiegato la commissaria competente Stella Kyriakides – oggi facciamo un ulteriore passo avanti, contribuendo alla transizione verso sistemi alimentari sostenibili anche a livello mondiale”. Secondo il regolamento proposto dalla Commissione europea e approvato nei giorno scorsi dagli Stati membri, per queste sostanze si applicheranno limiti massimi di residui al livello più basso misurabile, non solo sui prodotti alimentari made in UE ma anche su quelli importati.
La Commissione aveva notificato la misura al WTO nei mesi scorsi. Dieci grandi partner commerciali, dal Giappone agli USA, dal Brasile al Sudafrica, hanno pubblicamente bocciato l’iniziativa.
Il regolamento sarà sottoposto al Consiglio e al Parlamento, che hanno due mesi di tempo per reagire. Se le due Istituzioni non si opporranno, sarà adottato all’inizio del 2023.
Fonte: ANSA
PER UNA VERA TRANSIZIONE ECOLOGICA
La nuova versione del documento di programmazione della PAC post 2022 che il MIPAAF invierà alla Commissione UE continua a ignorare la necessità di contrastare i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità.
Ministero e Regioni rimandano al mittente le 40 pagine di osservazioni critiche inviate dalla Commissione UE senza introdurre modifiche sostanziali alla prima versione del PSP, ritenuto non soddisfacente e inadeguato.
Con l’ultima riunione del Tavolo di partenariato si è conclusa la commedia della falsa partecipazione degli attori economici e sociali alla redazione del PSP, 14 Associazioni si dissociano dal documento finale ritenuto deludente e inefficace per una vera transizione ecologica della nostra agricoltura.
14 Associazioni ambientaliste e dei consumatori esprimono il loro dissenso per il documento di programmazione della PAC post 2022 che considerano deludente e inefficace per una vera transizione ecologica della nostra agricoltura. Queste osservazioni critiche riguardano tutti gli aspetti del PSP, sia riguardo al primo che al secondo pilastro. Le Regioni hanno infatti programmato i loro interventi per lo Sviluppo Rurale senza una vera strategia condivisa per la sostenibilità dell’agricoltura.
“Questo Piano strategico nazionale è una vera delusione che completa la pessima riforma della PAC voluta dal Parlamento e dal Consiglio UE, incapace di dare risposte concrete alle gravi crisi ambientali che colpiscono la stessa agricoltura e tutela solo gli interessi economici delle potenti corporazioni agricole”, dichiarano le Associazioni. L’unica novità positiva di questo PSP resta il maggiore investimento nell’agricoltura biologica con la volontà di anticipare al 2027 l’obiettivo del 25% della superficie agricola certificata rispetto all’obiettivo europeo al 2030. Ma, “il maggiore sostegno al biologico non è sufficiente per promuovere la transizione ecologica di tutto il settore primario”, concludono le 14 Associazioni.
Con la riunione di ieri pomeriggio del Tavolo di partenariato si è formalmente concluso l’iter per la redazione della versione finale del Piano Strategico Nazionale della PAC post 2022 (PSP), già in viaggio per Bruxelles per l’approvazione da parte della Commissione UE.
Nella revisione della prima bozza del PSP ha prevalso la difesa dell’impostazione e contenuti del documento di programmazione 2023-2027, nonostante le numerose e puntuali critiche evidenziate dalla Commissione UE nel suo documento di 40 pagine di osservazioni, articolate in 244 paragrafi, con cui veniva motivata una complessiva valutazione negativa del PSP italiano, ritenuto non soddisfacente e inadeguato per contribuire agli obiettivi del Green Deal europeo con una vera transizione ecologica della nostra agricoltura.
La nuova versione del PSP non ha introdotto modifiche migliorative sostanziali, i pochi cambiamenti al testo del 31 dicembre 2021 peggiorano ulteriormente la già scarsa sostenibilità ambientale e sociale del documento italiano di programmazione della PAC, mettendo in pericolo non solo l’ambiente, ma lo stesso futuro dell’agricoltura italiana, sempre meno resiliente e sempre più esposta a shock climatici e geopolitici.
Il PSP è stato redatto secondo il principio prevalente, se non esclusivo, della tutela del reddito delle aziende agricole di grandi dimensioni, perseguendo essenzialmente obiettivi di sostenibilità economica per neutralizzare le poche novità introdotte dalla riforma europea della PAC per la convergenza interna dei pagamenti del primo pilastro e la riforma dei titoli storici. Se da un lato la riforma della PAC avrebbe dovuto finalmente mettere fine al sistema fortemente iniquo dei cosiddetti ‘titoli storici’, concepiti oltre 20 anni fa per dare alle grandi aziende le risorse per adeguarsi agli effetti della trasformazione del mercato agricolo europeo, l’Italia ha pensato bene di cambiare l’abito ma non la sostanza degli aiuti alle grandi imprese, soprattutto zootecniche del Nord Italia, piegandosi a questa esigenza corporativa. Ciò consentirà alla fine di contenere le riduzioni del sostegno comunitario ad un livello ritenuto accettabile dalle Associazioni agricole e dalle Regioni, ma mantenendo un sistema iniquo che premia le aziende in funzione della loro dimensione, senza contrastare la drammatica emorragia di piccole aziende agricole sempre più in difficoltà nelle aree interne e senza affrontare in modo efficace i pesanti impatti del settore zootecnico su ambiente e salute.
L’Italia conferma così l’interpretazione della Politica comune dell’Unione Europea per l’agricoltura essenzialmente come una politica economica basata su sussidi a pioggia, ignorando l’enorme spazio di manovra con cui il settore primario potrebbe agire, se opportunamente incentivato, per ridurre il proprio impatto sul clima e sulla perdita della biodiversità. Gli impegni degli eco-schemi, la vera novità della nuova PAC, sono stati infatti individuati non sulla base della loro efficacia ambientale ma essenzialmente sulla facilità della loro adozione da parte degli agricoltori e sulla possibilità di applicarli su tutto il territorio nazionale, senza nessun reale interesse per il raggiungimento di risultati concreti in grado di dare risposte efficaci alle gravi crisi ambientali che in questi mesi hanno manifestato tutti i loro drammatici effetti sulle persone e sulla stessa agricoltura. La scelta degli impegni degli eco-schemi è stata fatta sulla logica della semplificazione anche con l’obiettivo di evitare controlli ritenuti troppo complessi, lasciando ampio spazio alle possibili inadempienze e alle truffe che negli ultimi anni hanno caratterizzato l’applicazione della PAC nel nostro Paese, come ha bene evidenziato un recente rapporto della Corte dei Conti europea.
Roma, 29 settembre 2022
Le 14 Associazioni ambientaliste,e dei consumatori che inviano questo comunicato rappresentano un’ampia alleanza che ha condiviso l’analisi ed i commenti delle oltre 1500 pagine del Piano Strategico Nazionale della PAC post 2022. Le 14 Associazioni (ACU, Animal Equality AIDA, AIAPP, CIWF Italia Onlus, Greenpeace, ISDE Medici per l’Ambiente, Legambiente, Lipu-BirdLife, Pro Natura, Rete Semi Rurali, Slow Food Italia, Terra! e WWF Italia) condividono la visione di una transizione ecologica dell’agricoltura italiana ed europea, che tuteli tutti gli agricoltori, i cittadini e l’ambiente.
Mercato della Terra Slow Food di Sommacampagna
L’edizione di domenica 2 ottobre avrà anche due novità di stagione: la zucca mantovana che si potrà gustare anche fritta dell’azienda agricola Corte Lidia, e i funghi (Pleurotus, Shiitake, Champignon, Pioppini, Carboncello) coltivati in serra dall’azienda agricola veronese Daniela Castagna.
GIORNATA TURISMO, 6 ITALIANI SU 10 IN MALGHE E CANTINE
Quasi sei italiani su dieci (58%) in vacanza in Italia al mare, in montagna o nel verde scelgono di visitare frantoi, malghe, cantine, aziende, agriturismi o mercati degli agricoltori per acquistare prodotti locali a chilometri zero direttamente dai produttori, ottimizzare il rapporto prezzo/qualità e portarsi a casa un pezzo di storia della tradizione italiana a tavola. È quanto emerge da una analisi Coldiretti/Ixè diffusa in occasione della Giornata Mondiale del Turismo, istituita dall’Organizzazione Mondiale del Turismo (Unwto) che si celebra il 27 settembre, dalla quale si evidenzia che il cibo rappresenta addirittura per il 17% degli italiani la principale motivazione di scelta del luogo di villeggiatura, mentre per un altro 56% costituisce uno dei criteri su cui basare la propria preferenza. Solo un 4% dichiara di non prenderlo per niente in esame
Il cibo è diventato la voce principale del budget delle famiglie in vacanza in Italia con circa un terzo della spesa di italiani e stranieri destinato alla tavola per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per cibo di strada o specialità enogastronomiche.
L’alimentazione si conferma come il vero valore aggiunto della vacanza in Italia che leader mondiale del turismo enogastronomico potendo contare sull’agricoltura più green d’Europa di 5450 specialità sono ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni censite dalle Regioni, 316 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, la leadership nel biologico con circa 86mila aziende agricole biologiche, la decisione di non coltivare organismi geneticamente modificati (ogm), 25mila agriturismi che conservano da generazioni i segreti della cucina contadina, 10mila agricoltori in vendita diretta con Campagna Amica e le numerose iniziative di valorizzazione, dalle sagre alle strade del vino.
L’acquisto di un alimento direttamente dal produttore è anche una occasione per conoscere non solo il prodotto, ma anche la storia, la cultura e le tradizioni che racchiude dalle parole di chi ha contribuito a conservare un patrimonio che spesso non ha nulla da invidiare alle bellezze artistiche e naturali del territorio nazionale. In molti casi la vendita è accompagnata anche dalla possibilità di assaggi e degustazioni “guidate”, che consente di fare una scelta consapevole difficilmente possibile altrove, ma anche di verificare personalmente i processi produttivi in un ambiente naturale tipico della campagna.
L’Italia ha conquistato in pochi anni la leadership mondiale nei mercati contadini davanti agli Usa e Francia con la più vasta rete di vendita diretta degli agricoltori organizzata con propria insegna del mondo grazie alla Fondazione Campagna Amica. Nei mercati e nelle fattorie di Campagna Amica si trovano prodotti locali del territorio, messi in vendita direttamente dall’agricoltore nel rispetto di precise regole comportamentali e di un codice etico ambientale, sotto la verifica di un sistema di controllo di un ente terzo.
Si tratta anche di una azione di recupero importante della biodiversità con allevatori e coltivatori impegnati a salvare varietà e razze a rischio di estinzione che altrimenti non sarebbero mai sopravvissute alle regole delle moderne forme di distribuzione. Un’azione formalizzata con i prodotti presenti nell’elenco dei “Sigilli” di Campagna Amica che sono la più grande opera di valorizzazione della biodiversità contadina mai realizzata in Italia che può essere sostenuta direttamente dai cittadini nei mercati a chilometri zero degli agricoltori e nelle fattorie lungo tutta la Penisola, una mappa del tesoro che per la prima volta è alla portata di tutti.
Acquistare prodotti a chilometri zero direttamente dai produttori è un segnale di attenzione al territorio, alla tutela dell’ambiente e del paesaggio che ci circonda, ma anche un sostegno all’economia e all’occupazione locale.
Carlo Petrini: sistema alimentare e turistico da ripensare
L'intervento del fondatore di Slow Food alla Conferenza globale sull'enoturismo in corso ad Alba: "Non si può parametrare l’efficienza del sistema turistico solo con il numero di arrivi delle persone"
Di fronte ai 300 delegati giunti da tutto il mondo, Petrini ha posto l’accento sul fenomeno dell’impoverimento dei borghi: “La grande distribuzione ha fatto sparire le piccole botteghe, il profumo del pane che si sprigionava dal forno di paese, l’osteria dove si giocava a carte e si ritrovavano a socializzare gli anziani. Anche la comunità religiosa, la parrocchia, è ormai sparita. Ma se gli indigeni non ci sono più, se chiudono i negozi e si disperde il benessere sociale, allora occorre cambiare strada e pensare a un’altra forma di sviluppo. Io credo che sia realmente sostenibile un turismo che sa governare il proprio limite: vale per i produttori di vino e per gli operatori. Crescere è un’ottima cosa, ma non esiste in natura la crescita perenne. Occorre armonia, come ci ha insegnato la crisi pandemica. Non si può parametrare l’efficienza del sistema turistico solo con il numero di arrivi delle persone. Non è questo che dobbiamo monitorare, dobbiamo valutare la qualità del turismo e la sua capacità di essere in armonia con il territorio”.
Altra questione chiave, per il fondatore di Slow Food, è “la trasformazione del vino in una commodity. Si sta staccando dal mondo agricolo, ha legami sempre più flebili con l’altra agricoltura meno blasonata. Ma una campagna dove c’è solo la viticoltura, dove la monocultura che rende elimina quella che non rende, non va bene. La biodiversità del paesaggio non è data da una distensione monotona di vigneti, ma dalla varietà. Per questo il vino deve riconnettersi al mondo alimentare, deve avere più coscienza e rispetto per le altre colture”.
Tra i temi che il Forum mondiale ha messo al centro, c’è il coinvolgimento della Generazione Z. Ma anche qui Petrini ha messo in guardia verso presuntuose semplificazioni: “I giovani non si conquistano con grandi idee di promozione turistica. Li vediamo mobilitarsi per una situazione ambientale disastrata, dove il sistema alimentare è il primo responsabile, con un 30% del cibo sprecato, invasioni di monoculture, eccesso di chimica e fitofarmaci, sacche di caporalato e di sfruttamento dei lavoratori. Il turismo del vino può essere un’autostrada vincente, ma per nulla sostenibile e durabile”. Il cambiamento climatico a cui stiamo assistendo ne è la dimostrazione: “L’atlante delle grandi vigne di Langa che tanti anni fa ho contribuito a creare indicava le posizioni migliori, i cosiddetti cru. Oggi queste vigne danno vini cotti dal caldo e si favoriscono le zone meno esposte, più ombreggiate. Se il turismo del vino non ha coscienza di tutto questo, come può essere un elemento attivo? Questa per me è la vera sostenibilità”.
Fonte: La Repubblica
Presentazione del catalogo "Stone Light Streets - A Widespread Awareness of Nature" - venerdì 30 settembre 2022
Relatori: Marco Giaracuni | Francesco Ronzon | Elena Pedrotti | Karima Oustadi | Francesca Piccolino Boniforti | Andrea Lavezzi
L'Accademia di Belle Arti di Verona, in collaborazione con l'Associazione Culturale e Ambientalista NOUR, il Patrocinio della Regione Del Veneto, del Comune di Verona, Comune di Sant’Ambrogio di Valpolicella, e di Verona Stone District presentano il catalogo della mostra-evento "Stone Light Streets", quest'anno alla sua seconda edizione, svoltosi a fine aprile con due serate di sculture, performance e installazioni luminose lungo le rive del fiume Adige, nel contesto della bellissima ed incontaminata Oasi Naturalistica Ponton, Sant'Ambrogio di Valpolicella.: sullo sfondo dello scrosciare del Fiume, le opere di Luce degli studenti dell’Accademia delle Belle Arti di Verona hanno dialogato con opere di scultori affermati del marmo, gettando Luce sulla bellezza della Natura, in una mostra temporanea sensazionale e di grande impatto emotivo. Questa edizione ha voluto gettare luce sul valore del nostro ambiente e sulle eccellenze ancora presenti nei borghi storici come Ponton, ricchissimi di tradizione, cultura e professionalità da raccontare, culla di Marmomac e futuro per il settore, sia a livello artistico che tecnologico, sollevando un quesito importante e complesso: come conciliare la difesa del nostro ambiente con lo sviluppo economico del settore marmo?
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Innovazione e digitalizzazione alla Fieragricola Tech di Verona
Veronafiere presenta una nuova iniziativa nell’ambito dell’agricoltura: Fieragricola Tech, dedicata all’innovazione e alle tecnologie digitali, in programma i prossimi 1 e 2 febbraio 2023.
Negli anni pari, in particolare, Fieragricola Tech si inserirà all’interno di Fieragricola, rassegna biennale internazionale del settore primario, a Verona dal 1898 e da allora al servizio della crescita delle imprese e del settore agricolo.
“Fieragricola Tech nasce dall’esigenza dell’agricoltura di introdurre nuove tecnologie e innovazioni digitali con l’obiettivo di rispondere alle esigenze di qualità, sicurezza alimentare, ma anche sostenibilità economica, sociale e ambientale, di tutela dai rischi climatici e ambientali, di utilizzo razionale delle risorse idriche – ha spiegato il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo -. L’agricoltura è chiamata ad affrontare le sfide ambiziose della transizione ecologica, dell’intensificazione produttiva, della riduzione degli sprechi e le tecnologie, ancor più se condivise su piattaforme in grado di comunicare, possono essere una risposta efficace”.
Sono tre le aree chiave che caratterizzeranno Fieragricola Tech – evento “smart” della durata di due giorni – illustrate dalla responsabile dell’area Agritech, Sara Quotti Tubi: “Robotica e digitale, energie rinnovabili in agricoltura, soluzioni e tecnologie per la gestione e il risparmio idrico, macro temi che rivestono un interesse prioritario per le imprese agricole e le catene di approvvigionamento del comparto, alla luce degli eventi legati alla crisi climatica, alla siccità che ha colpito l’emisfero Nord nei mesi scorsi e alle speculazioni in atto sui prezzi dell’energia e sulle commodity agricole, in parte legate alla guerra in Ucraina”.
In base a un questionario elaborato dall’Osservatorio Smart AgriFood, “l’irrigazione di precisione è tra le priorità di investimento del prossimo futuro (28% degli imprenditori agricoli intervistati), alle spalle solamente degli investimenti dei sistemi di monitoraggio e controllo di macchine e attrezzature agricole (32%), e sistemi di monitoraggio di e terreni (29 per cento)”.
Anche agrisolare e agrivoltaico rappresentano un’opportunità per una diversificazione del reddito in agricoltura, in particolare in questa fase in cui i costi energetici sono aumentati sensibilmente (+164% l’energia elettrica rispetto a settembre 2021 e +535% il prezzo del gas naturale). “L’agrovoltaico è una grande opportunità per l’Italia di coniugare le esigenze di decarbonizzazione e la salvaguardia dell’attività agricola e pastorale», ha spiegato l’ingegnere Andrea Brumgnach, vicepresidente di Italia Solare, l’associazione di promozione sociale che sostiene la difesa dell’ambiente e della salute umana supportando modalità intelligenti e sostenibili di produzione, stoccaggio, gestione e distribuzione dell’energia attraverso la generazione distribuita da fonti rinnovabili, in particolare fotovoltaico. Sul piatto, per sostenere la diffusione degli impianti agrisolari e agrivoltaici, il Pnrr ha messo 1,5 miliardi per il Parco agrisolare e 1,10 miliardi per l’agrivoltaico.
Nel mondo delle bioenergie da fonti rinnovabili agricole spazi di crescita li mostra anche il biometano, illustrate nell’ambito della presentazione di Fieragricola Tech da Roberto Murano. “Con il decreto ministeriale firmato dal ministro Roberto Cingolani si introduce un nuovo meccanismo di incentivo alla produzione di biometano – ha ricordato Murano -. Un nuovo decreto è atteso per disciplinare l’erogazione di un contributo in conto capitale pari al 40%, sempre a valere sui fondi del Pnrr, per interventi complementari alla produzione di biometano, suddivisi tra pratiche agro-ecologiche, sostituzione di veicoli agricoli obsoleti con mezzi alimentati esclusivamente a biometano, efficientamento di impianti di biogas che non possono essere convertiti a biometano. A beneficiarne saranno esclusivamente le imprese agricole”.
ENEA, un nuovo biopesticida per la salvaguardia delle api
ENEA, in collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno, ha messo a punto un innovativo biopesticida che protegge le api, sfruttando molecole che esercitano un controllo naturale sugli organismi infestanti.
“Negli ultimi 10-15 anni, gli apicoltori europei hanno segnalato un’insolita diminuzione del numero di api e perdite di colonie, in particolare nei Paesi dell’Europa occidentale, tra cui l’Italia. Un fenomeno che ha diverse cause, come l’agricoltura intensiva, l’uso di pesticidi, la perdita di habitat, i virus ma anche gli attacchi di agenti patogeni e specie invasive come l’acaro Varroa destructor, da anni presente in tutta Italia”, ha spiegato Salvatore Arpaia, ricercatore della Divisione ENEA di Bioenergia, bioraffineria e chimica verde. “A quest’ultima specie – ha proseguito il ricercatore – si sono poi aggiunti di recente il calabrone asiatico Vespa velutina e il piccolo coleottero dell’alveare Aethina tumida che, al momento, ha una diffusione territoriale circoscritta alla parte più meridionale della Calabria. E abbiamo testato il nostro innovativo biopesticida proprio in questa regione, presso la sezione dell’Istituto Zooprofilattico di Reggio Calabria, dove il coleottero viene mantenuto in allevamento sottoposto a stringenti misure di contenimento”.
Alla base del nuovo “antiparassitario” ci sono le biotecnologie, o meglio la tecnica dell’RNA interferente, che sfrutta un meccanismo naturale presente in organismi vegetali e animali per portare alla perdita di funzionalità un gene bersaglio, fondamentale per la sopravvivenza o la fertilità dell’insetto. “I risultati ottenuti indicano chiaramente che la somministrazione per ingestione del nostro biopesticida, che si avvale dell’azione di molecole di RNA a doppio filamento specifiche contro due geni di 21, induce effetti anti-metabolici sullo sviluppo e sulla riproduzione del coleottero. Infatti, le larve alimentate con dieta contenente le molecole che abbiamo sintetizzato nei nostri laboratori ENEA di Trisaia, in Basilicata, soffrono di un decremento nel tasso di sviluppo, di un rallentamento nel ciclo biologico e, da adulti, di una sensibile riduzione della fertilità. La coesistenza di questi tre effetti in una popolazione in natura porta a un prevedibile rapido contenimento dei danni del coleottero a carico dell’alveare, della produzione apistica, senza alcun rischio per l’ambiente e per l’uomo”, ha sottolineato Arpaia.
“Per quanto riguarda la salvaguardia della salute delle api sottoposte a trattamento con un insetticida a base di dsRNA, è stata fatta una prima valutazione con un’analisi di similarità delle sequenze fra i due dsRNA utilizzati e il genoma di Apis mellifera, che risulta completamente sequenziato. La bassissima similarità rivelata dall’analisi BLAST[1] porta a escludere eventuali effetti dovuti alla sequenza utilizzata. Per valutare la possibilità di effetti off-target sulle api, sarà necessario procedere a una successiva prova in vivo, anche se le evidenze disponibili in letteratura riferite ad altri dsRNA indicano che l’ape è generalmente poco sensibile al silenziamento genico indotto dalle molecole che abbiamo utilizzato”, ha concluso il ricercatore ENEA.
Fonte: ENEA
Prima Giornata europea dedicata al biologico
Istituita per celebrare il settore e valutare i progressi della transizione agroecologica, la Giornata europea del biologico rappresenta l’occasione per valutare l’andamento della produzione, l’evoluzione della domanda dei consumatori e per continuare a sensibilizzare su un modello agricolo che tutela la salute dell’uomo e dell’ambiente, oltre a contribuire a mitigare i cambiamenti climatici. Il Comune di Bologna e le organizzazioni del bio festeggiano la prima Giornata europea dedicata al biologico, istituita dalla Commissione europea, presentando nuovi progetti e iniziative per favorire lo sviluppo del settore. Sarà anticipata la Festa del BIO, che farà tappa a Bologna in ottobre, e presentati nuovi dati di Nomisma sull’andamento dei consumi bio.
Relazione finale sul viaggio ispettivo svolto in Italia dal 30 novembre al 13 dicembre 2021 che riguardano la produzione, il commercio, la diffusione e la pericolosità dei pesticidi.
Oggi, martedì 20 settembre 2022, il Relatore Speciale dell'Onu sulle implicazioni per i diritti umani della gestione e dello smaltimento ecocompatibile di sostanze e rifiuti pericolosi, Marcos Orellana, presenterà a Ginevra la relazione finale sul viaggio ispettivo svolto in Italia dal 30 novembre al 13 dicembre 2021. La visita si era concentrata su tre questioni chiave: siti contaminati, gestione dei rifiuti e pesticidi.
Il rapporto contiene le conclusioni e le raccomandazioni del Relatore Speciale al Governo italiano, tra cui la necessità di rivedere la regolamentazione e il monitoraggio delle operazioni industriali per garantire la trasformazione del Paese verso un'economia a inquinamento zero.
> PER LEGGERE E SCARICARE LA RELAZIONBE (PDF) > CLICCA QUI
Dal Rapporto abbiamo estratto e tradotto i punti che più riguardano la produzione, il commercio, la diffusione e la pericolosità dei pesticidi.
Implicazioni per i diritti umani della gestione di sostanze tossiche in Italia
15 - L'Italia ha ratificato o aderito ad otto trattati delle Nazioni Unite in materia di diritti umani [1] e pertanto ha numerosi obblighi in relazione all’impatto sui diritti umani diritti umani delle sostanze e dei rifiuti pericolosi.
In base a questi trattati, l'Italia ha l'obbligo di tutelare e rispettare i diritti umani alla vita, alla salute, all'integrità personale, all'alimentazione e all'acqua, ad un alloggio adeguato, a condizioni di lavoro sane e sicure e a un ambiente pulito, sano e sostenibile.
L'Italia ha anche obblighi relativi ai diritti di accesso all'informazione, alla partecipazione al processo decisionale e all'accesso alla giustizia e ai rimedi in materia ambientale.
16 - Inoltre, l'Italia ha ratificato la Convenzione di Basilea sul controllo dei movimenti transfrontalieri di rifiuti pericolosi e del loro smaltimento, la Convenzione di Rotterdam sulla Procedura del Consenso Informato a Priori per alcuni prodotti chimici e pesticidi pericolosi nel commercio internazionale, e la Convenzione di Minamata sul mercurio.
17 - L'Italia ha firmato la Convenzione di Stoccolma sugli inquinanti organici persistenti (Convenzione POP), ma non l'ha ratificata.
18 - L'insieme dei diritti e degli obblighi sanciti da questi strumenti internazionali crea per l'Italia un dovere di prevenire l'esposizione a sostanze e rifiuti pericolosi. L'unico modo per proteggersi dalla violazione dei diritti umani che l'Italia si è impegnata a sostenere è quello di prevenire l'esposizione [2] . Questo è un obbligo fondamentale che spetta allo Stato. [3] Tuttavia, anche le imprese hanno responsabilità cruciali per prevenire l’esposizione. [4]
Siti contaminati
19 - I siti contaminati costituiscono problemi molto seri in materia di diritti umani, a causa dell’esposizione a sostanze pericolose delle comunità che vivono nelle loro vicinanze. Questi siti non sono solo un'eredità dello sviluppo industriale del passato; le attività attuali stanno ancora generando una grave contaminazione tossica, con conseguente aumento delle malattie e dei decessi tra la popolazione.
20 - Il Relatore Speciale accoglie con favore l'istituzione e l'importante lavoro svolto dallo Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e degli Insediamenti Esposti a Rischio di Inquinamento, noto anche come Progetto SENTIERI, che ha l'obiettivo di analizzare il profilo sanitario delle popolazioni residenti nelle aree designate come "siti di interesse nazionale per la bonifica". Il progetto cerca di prestare attenzione ai gruppi vulnerabili e di offrire consulenza in materia di salute pubblica, e include elementi di giustizia ambientale. Il progetto ha dimostrato che le comunità che risiedono nelle immediate vicinanze di grandi siti inquinati sono generalmente caratterizzate da condizioni socioeconomiche svantaggiose e fragili [5].
21 - Il Progetto SENTIERI ha rilevato un eccesso di mesotelioma maligno, di cancro al polmone, al colon e allo stomaco e di malattie respiratorie non maligne, nelle popolazioni residenti nei SIN (Siti di Interesse Nazionale per le bonifiche). L'eccesso di incidenza del cancro riguarda principalmente le persone che vivono nelle vicinanze di impianti chimici e petrolchimici, raffinerie di petrolio e siti dove sono stati scaricati rifiuti pericolosi. È stato inoltre osservato che, mentre la presenza di amianto non è stata segnalata in molti decreti legislativi che designano i siti di interesse nazionale per la bonifica, è spesso presente negli impianti petrolchimici e nell'industria siderurgica.
Pesticidi
69 - Il Relatore Speciale è profondamente preoccupato per l'esportazione, da parte di aziende italiane, di pesticidi che non sono approvati nell'Unione Europea, perché pericolosi per la salute umana e per l'ambiente. Nel 2018, l'Italia è stata uno dei principali paesi esportatori dell'Unione Europea, per volume, di pesticidi pericolosi vietati. [6] Queste esportazioni includono principalmente il trifluralin, seguito dall'etalfluralin, entrambi vietati nell'Unione europea perché sospettati di essere cancerogeni. [7]
70 - Il Relatore Speciale nota con preoccupazione che il Piano d'Azione Nazionale (PAN) per i pesticidi è scaduto nel 2018 e non è stato ancora adottato un nuovo piano. Questa situazione e questo ritardo sono incompatibili con la Direttiva dell'Unione Europea 2009/128/CE sui pesticidi, che richiede che i piani d'azione nazionali siano rivisti almeno ogni cinque anni. Secondo le informazioni ricevute, la bozza del testo di un nuovo piano è stata presentata per la consultazione nel 2019. Il Relatore Speciale accoglie con favore la notizia che la nuova bozza di piano, secondo quanto riferito, proibirà le vendite online di pesticidi per garantire controlli più severi.
71 - Un'altra questione fondamentale per la bozza di piano è la dimensione delle zone cuscinetto (buffer zone). La bozza di piano stabilisce che l'uso dei pesticidi nelle aree agricole vicine a zone abitate o a popolazioni vulnerabili è vietato a una distanza inferiore a 50, 40, 20, 15 o 5 metri, a seconda della classificazione del pesticida. Queste misure di salvaguardia sono indispensabili per proteggere le persone e le aree vulnerabili, tra cui scuole, parchi giochi e ospedali, riserve naturali e siti archeologici. Le zone cuscinetto sono fondamentali anche per prevenire l'inquinamento delle acque di superficie e sotterranee.
72 - Secondo le informazioni ricevute, le vendite di pesticidi in Italia sono diminuite nell'ultimo decennio [8], il Relatore speciale è preoccupato per il significativo aumento del volume di pesticidi utilizzati in Veneto, in particolare nelle zone di coltivazione del vino prosecco. La zona è uno dei maggiori consumatori di pesticidi per ettaro del Paese, con un uso equivalente di un metro cubo di pesticidi per abitante all'anno. [9]
73 - Il Relatore Speciale è anche preoccupato per la situazione nell'area dell'Alto Adige. Secondo le informazioni ricevute, sono stati trovati pesticidi pericolosi nei parchi giochi dei bambini, vicino alle aree agricole. Questi pesticidi pericolosi includono il clorpirifos-metile e il clorpirifos-etile, che sono associati a disturbi dello sviluppo neurologico nei bambini. Questi pesticidi pericolosi sono vietati nell'Unione Europea, ma l'Italia ha richiesto e ottenuto una deroga per il suo utilizzo. [10] Il Governo italiano ha dichiarato che l'ultima deroga di 99 giorni è stata concessa nel 2021 e che non ne verrannoz concesse altre.
74 - Il Relatore Speciale accoglie con favore l'iniziativa presa da diversi Comuni italiani di aderire alla Rete Europea delle Città Libere da Pesticidi. La Rete mira a ridurre al minimo l'uso dei pesticidi e sostituirli con le alternative sostenibili esistenti, con l'obiettivo di salvaguardare la salute di tutti e l'ambiente, e di migliorare la qualità della vita. [11] A questo proposito, nel 2021, in una sentenza relativa alla città di Conegliano, situata nella zona di produzione del vino Prosecco, il Consiglio di Stato ha confermato che i comuni hanno il diritto di vietare l'uso dei pesticidi. [12]
Note:
[1] https://tbinternet.ohchr.org/_layouts/15/TreatyBodyExternal/Treaty.aspx?CountryID=85&Lang=EN.
[2] A/74/480, para. 80.
[3] Ibid., para. 82.
[4] Nella risoluzione 42/21, il Consiglio dei diritti umani riconosce il dovere degli Stati di prevenire l'esposizione professionale a sostanze pericolose e la corrispondente responsabilità delle imprese.
[5] https://www.iss.it/documents/20126/0/20-21+web.pdf/1dcc3560-b97d-9d75-5155-e0f0a79b6f1f?t=1605519156122.
[6] https://www.publiceye.ch/en/topics/pesticides/banned-in-europe.
[7] https://www.greenpeace.org/italy/storia/12352/scandalo-pesticidi-litalia-e-il-secondo-mggior-esportatore-di-pesticidi-gia-vietati-in-ue/.
[8] https://www.legambiente.it/wp-content/uploads/dossier_stop_pesticidi_2019.pdf and https://www.isprambiente.gov.it/files2020/pubblicazioni/rapporti/rapporto_334_2020.pdf.
[9] Ibid.
[10] https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/E-9-2020-000349_EN.html.
https://www.fitosanitario.mo.it/files/5816/2125/4707/DD11.05.21AUTOR.SUNDEK_CIMICE2021.pdf.
[11] https://www.pesticide-free-towns.info/towns-network.
[12] Pesticide Action Network Europe, “Italian Court Confirms Municipalities Are Entitled to Ban the Use of Pesticides” 26 May 2021.
Giardina (Coldiretti Bio): il biologico offre le giuste risposte alla crisi delle materie prime
Il biologico e le colture sostenibili stanno offrendo delle risposte all’agricoltura convenzionale in questo periodo di difficoltà di approvvigionamento di materie prime, fra cui anche i concimi azotati i cui principali fornitori mondiali sono proprio i due Paesi coinvolti nel conflitto russo-ucraino. Intanto Coldiretti Bio spinge per inserire i mercati di vendita diretta tra le categorie distributive monitorate dalle statistiche ISMEA.
Ne parliamo con Francesco Giardina, direttore Coldiretti Bio, che abbiamo incontrato al SANA, il Salone bolognese del biologico e del naturale, a margine del convegno organizzato da Coldiretti, dal titolo ‘Biologico italiano in Europa: risposte alle nuove sfide del mercato’.
– Quali sono i principali spunti in questo dibattito?
“Abbiamo verificato che da un punto di vista produttivo, il biologico in questo momento sta dando delle risposte alle sfide che abbiamo di fronte. Ad esempio, quelle di carattere energetico, prima di tutto, con la riduzione dell’utilizzo dei concimi chimici di sintesi che stanno diventando uno dei problemi principali perché creano dipendenza dalle aree della guerra e quindi speculazioni sui prezzi. Stiamo assistendo ad un aumento dei concimi azotati del 170%. Questo ha messo in ginocchio moltissime aziende convenzionali. Su questo punto, il biologico offre delle risposte con i propri concimi organici, con il ciclo chiuso delle aziende che fanno economia circolare, ecc”.
– La produzione italiana e/o europea di concimi organici, è in grado di soddisfare il fabbisogno della produzione nazionale biologica attuale e potenziale?
“I dati che abbiamo verificato dimostrano che c’è sicuramente un incremento notevolissimo della produzione di concimi organici. Rispetto agli ultimi dati ISTAT, siamo al 15% sul totale ma è un dato che sta aumentando moltissimo. È chiaro che cresce in parallelo alla crescita delle superfici biologiche. Il momento, però è critico. L’inflazione cresce, i consumatori hanno risorse sempre minori da spendere dacché è emerso un dato della domanda interna di bio che è praticamente in stagnazione”.
– Come va letto questo dato?
“Dopo gli anni della pandemia dove c’è stato un boom, soprattutto per il bio, in cui si cucinava di più in casa, ultimamente si registra un arresto della corsa al biologico. Questo dato è stato sottolineato con particolare criticità che corrisponde alla richiesta di ridurre il prezzo del prodotto certificato.
– Ci sono i margini per farlo?
“Questa è la vera sfida del futuro”.
– Ma i margini ci sono o non ci sono?
“Il problema è trovarli senza però perdere la qualità del prodotto. Perché se noi chiediamo agli agricoltori di ridurre ulteriormente i costi, si possono migliorare delle questioni, la logistica, l’economia di scala ecc. ma bisogna evitare che una riduzione di prezzo comporti una compressione della redditività dell’agricoltore. Il rischio è che l’Italia, che comunque ha una prodotto di qualità e di valore elevato, diventi fuori mercato perché si preferiscono prodotti meno costosi, sì, ma provenienti da mercati con regole più basse e qualità minore”.
– In questa fase di transizione ecologica, l’Italia si colloca, di default, come grande produttore, grande esportatore con crescita importante dell’export, oltre che grande produttore di know-how e di tecnologie. Il punto di debolezza che deve essere rafforzato, anche per rendere il bio autonomo dalle sovvenzioni, è la domanda interna. Su questo ci sono delle strategie specifiche individuate da Coldiretti Bio?
“Stiamo rafforzando il rapporto con Campagna Amica che è una realtà fortissima, che spesso non viene neanche considerata nelle statistiche ufficiali perché la vendita diretta è un canale poco monitorato ma che sta dando, anche dal punto di vista di fatturato complessivo, cifre importanti. Stiamo insistendo con ISMEA per potere avere una rilevazione specifica sulla vendita diretta e riuscire ad avere un dato specifico anche su questi dati”.
– Come Coldiretti, avete dei numeri interni anche in relazione al suo ruolo nella distribuzione del bio?
“Su questo, al convegno, Carmelo Troccoli, direttore di Campagna Amica, ha sottoposto delle riflessioni molto interessanti affermando che oggi il biologico nei mercati di Campagna Amica non viene particolarmente valorizzato”.
– In che senso?
“Nel senso che i consumatori che vanno in questi mercati hanno una grossissima fiducia soprattutto nel rapporto con il produttore. A loro basta la garanzia data dalla faccia del produttore che sta lì più che la certificazione biologica. Mentre per noi, da un punto di vista ambientale, è importantissimo sapere che quei produttori fanno agricoltura sostenibile”.
– La rete di Campagna Amica potrà mai evolvere verso una struttura più organizzata, ad esempio come quella della distribuzione moderna per supportare e valorizzare al meglio il bio e allo stesso tempo rispondere alle esigenze sia del mondo produttivo che della domanda del consumatore?
“Campagna Amica ha un ruolo che mette al centro gli agricoltori quindi non possiamo snaturare la sua mission che ha come protagonisti i produttori. Però ci si può ragionare”.
– Oggi fertilizzanti chimici mancano sul mercato e, se si trovano, hanno prezzi esagerati. Da quel che è emerso al SANA, questo aspetto sta avvicinando i produttori convenzionali ai trattamenti biologici proprio perché, riducendosi la forbice dei prezzi, conviene usare trattamenti non chimici e quindi più sostenibili. In che modo questo trend può tradursi nell’avvicinamento tra produzioni integrate e produzioni bio?
“Quello che a noi oggi interessa soprattutto, sono le tematiche ambientali e quindi la transizione ecologica e l’agricoltura. Se lo si fa con il bio, e quindi con una certificazione e con le garanzie date dal biologico, va bene ed è utile perché valorizza anche il prodotto. Per il resto, l’agricoltura in generale sta comunque facendo passi importanti verso la transizione con le rotazioni colturali o con l’uso di concimi organici e di sostanze organiche. Noi vogliamo che l’agricoltura faccia i suoi passi in questa direzione. Se lo si fa con il bio o altri tipi di coltivazioni sostenibili, va bene lo stesso”.
– Come ovviare al rallentamento alla transizione ecologica dato da Covid e guerra?
“In realtà sono stati due fattori che hanno riportato l’agricoltura al centro del dibattito politico anche perché nella pandemia, prima, e durante la fase bellica, poi, si è capito che questo settore è imprescindibilmente centrale per l’economia del Paese. Speriamo che con le nuove elezioni, il tema rimanga sempre al centro dell’agenda di governo e su questo si costruisca una politica nazionale adeguata”.