Relatori:
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Un problema piuttosto comune in agricoltura è quello per cui i pomodori diventano neri sotto. Questa problematica viene volgarmente chiamata in diversi modi: botta nera, culo nero o, ancora, puntaneradei pomodori. Ma di cosa si tratta nello specifico? Perchè questo avviene?
In tecnica agraria questa fisiopatia è chiamata marciume apicale del pomodoro. Ed è importante capirne le cause, giacché il danno non è solo estetico, ma pregiudica le qualità organolettiche dei frutti. Vediamo quindi come intervenire per affrontare questo delicato problema che affligge gli appassionati contadini.
Una delle pratiche più diffuse dell’agricoltura italiana è coltivare pomodori. Questo frutto rosso, morbido e succoso è considerato dai più il re degli ortaggi ed è di sicuro quello più usato nella tradizione della cucina mediterranea. Coltivare questa pianta in modo biologico è una sfida senz’altro possibile. Con le giuste accortezze, infatti, il pomodoro è in grado di darci grosse soddisfazioni. E poi, parliamoci chiaro, il gusto di un pomodoro biologico coltivato nel nostro orto non ha paragoni con quello di uno trovato al supermercato, magari pagato anche a caro prezzo e prodotto usando i dannosi fitofarmaci.
In questo articolo indagheremo tutti gli aspetti tecnici che ci consentiranno di coltivare pomodori in modo biologico. Parleremo inoltre delle caratteristiche della pianta, della giusta scelta della varietà e del miglior periodo per dare inizio alla coltivazione. Infine, vedremo le cure necessarie e le tecniche per ladifesa biologica da parassiti e malattie.
I pomodori diventano neri sotto a causa di temporanee deficienze idriche. Queste provocano una reazione della pianta che sottrae velocemente acqua ai frutti, interferendo con il trasporto del calcio. I pomodori non hanno stomi e quindi attività traspiratoria, per cui hanno la peggio rispetto alla concorrenza degli altri organi vegetativi della pianta in cui avviene il ricambio idrico.
pomodori che diventano neri nella parte inferiore, inizialmente hanno un aspetto più opaco nella zona apicale. Con l’avanzare della fisiopatia, la zona colpita diventa bruna, per poi assumere il tipico colore nero scuro. Al tatto la parte inferiore del pomodoro è depressa e di consistenza coriacea. Il frutto, alla fine rinsecchisce e spesso marcisce all’interno, per cui è immangiabile.
La problematica del pomodoro nero nella parte posteriore, si presenta sui frutti che si trovano nella fase di accrescimento. Si tratta dunque del periodo di maggiore sviluppo vegetativo del pomodoro. Non è detto che tutti i pomodori della pianta vengano colpiti, ma quelli che lo sono maturano prima e in modo anomalo.
Ci sono alcune varietà di pomodori più suscettibili a diventare nere sotto. Si tratta di quelle di forma allungata, come ad esempio il classico pomodoro San Marzano da conserva.
Per fortuna non in tutti gli orti si verifica il problema del marciume apicale del pomodoro. Ci sono però condizioni di pratiche agronomiche e ambientali che rendono più probabile il verificarsi di questa fisiopatia. La parte inferiore del pomodoro può diventare nera per le seguentiragioni:
Una corretta gestione agronomica può tranquillamente evitare che i pomodori coltivati nel nostro orto diventino neri sotto. Innanzitutto è fondamentale irrigare i pomodori nel modo giusto, dando acqua in modo regolare, evitando quindi eccessi e carenze. In fase di preparazione del terreno è poi importante una buona concimazione di fondo, usando possibilmente del letame maturo. Bisogna inoltre rispettare le rotazioni colturali, quindi evitare di piantare i pomodori sempre nello stesso punto. Se in annate precedenti si è verificato questo problema, probabilmente il nostro terreno è povero di calcio. È dunque buona norma sopperire a questa carenza. In agricoltura biologica un ottimo prodotto è il litotamnio. Si tratta di un prodotto che risolve il problema in modo naturale, e che vi consigliamo. È in sostanza una semplice e naturale polvere di alghe (che potete trovare qui).
tratto da: https://www.coltivazionebiologica.it/perche-i-pomodori-diventano-neri-sotto/
Le lavoratrici saranno impiegate con un contratto di lavoro dignitoso, che prevede 6,5 ore al giorno nei campi e una paga giornaliera di 70 euro lordi. Non solo, perchè avranno a disposizione un alloggio e il trasporto gratuito verso il luogo di lavoro. Maggiori diritti per le persone e un’agricoltura sempre più rispettosa dell’ambiente e del territorio, biologica ed etica dunque, vanno di pari passo.
tratto da: https://www.cambialaterra.it/2020/08/una-filiera-bio-al-femminile-contro-il-caporalato/
I mercati della Terra Slow Food di Sommacampagna e Verona fanno parte di una rete internazionale di mercati, di produttori e di contadini, coerenti con la filosofia Slow Food. Luoghi dove fare la spesa, incontrarsi, conoscersi, mangiare in compagnia. Si vendono solo prodotti locali e di stagione, presentati solo da chi produce quello che vende a prezzi equi, per chi compra e chi produce.
l Mercato della Terra si tiene 2 volte al mese in due differenti Location. La prima domenica del mese a Sommacampagna, piazza della Repubblica, dalle 09.00 alle 13.00. La seconda domenica del mese a Verona, al Parco Ottocento, dalle 10.00 alle 14.00. Alcuni produttori effettuano il ritiro in azienda.
Il libro “Cibo e salute”, che vede tra gli autori anche Vandana Shiva e Franco Berrino, edito dalla casa editrice Terra Nuova, è un libro completo per quello che riguarda da
ti e possibili soluzioni circa l’impatto che ha l’agricoltura industriale sul pianeta e sulla salute delle persone.
Con documentazioni precise, studi e esperienze pratiche si dimostra l’assoluta insostenibilità e pericolosità di un sistema come quello dell’agrobusiness che non ha altro scopo che fare soldi attraverso il cibo, scopo da raggiungere con ogni mezzo. Da un simile obiettivo la qualità dello stesso cibo e le conseguenze sulla terra non possono che essere devastanti per persone e
ambiente. Ed in tempi di pandemie vere o presunte, è interessante notare come la stessa OMS definisce le malattie non trasmissibili come la nuova epidemia globale
Ma diamo alcuni dati ed esempi tratti dal libro che rendono bene la situazione.
Cibo, malattie e agroindustria
«Come dicevano gli antichi Veda: “In questa manciata di terra c’è il tuo futuro. Prenditene cura ed essa ti sosterrà e ti darà cibo, vesti, riparo e bellezza. Distruggila ed essa ti distruggerà”».
«L’industria agrochimica e l’agrobusiness, l’industria del cibo spazzatura e quella farmaceutica ottengono grandi profitti, mentre la natura, le nazioni e le popolazioni diventano sempre più deboli e malate».
«Quando tutto il sistema dell’agroindustria assume una posizione di dominio, cominciano a diffondersi su larga scala malattie croniche legate all’alimentazione. I nativi americani chiamano questo fenomeno powaqqatsi “un essere, uno stile di vita, che consuma le forze viventi a proprio vantaggio esclusivo”».
«Il cibo che si ottiene usando sostanze chimiche rovina la salute in tre modi. Prima di tutto, contribuisce alla fame e alla malnutrizione perché si concentra su poche materie prime, gran parte delle quali è destinata a diventare biocarburante e mangime per animali. E’ ciò che accade al 90% del mais e della soia, che non va ad alimentare gli esseri umani. Solo il 30% del cibo che mangiamo proviene dalle grandi aziende agricole industriali. Il 70% proviene da piccole fattorie che usano solo il 20% della terra agricola. In secondo luogo, poiché l’agricoltura industriale produce monoculture uniformi e omogenee, contribuisce alla diffusione delle malattie correlate alla carenza di nutrienti vitali e variati nella nostra dieta».
«Il terzo punto riguarda le sostanze chimiche usate in agricoltura, che penetrano nel nostro cibo e contribuiscono all’insorgere di malattie come il cancro. Sono state create per uccidere e continuano ad uccidere».
«Le malattie non trasmissibili causano il 70% dei decessi a livello mondiale, per un totale di 40 milioni di morti all’anno, di cui circa 15 milioni di età inferiore ai 70 anni. Le principali malattie non trasmissibili comprendono le malattie cardiovascolari, il diabete, i tumori e le malattie respiratorie croniche . Gran parte delle malattie non trasmissibili sono legate alla dieta e causate da fattori biologici di rischio quali:pressione sanguigna, zucchero nel sangue, lipidi nel sangue e grasso corporeo, ateroscleorosi dei vasi sanguigni, trombosi».
«In Italia ci sono 365 mila diagnosi di tumori in Italia in anno, esclusi quelli della pelle. 1000 al giorno».
«La stessa manciata di multinazionali vende sia le sostanze agrochimiche tossiche per l’agricoltura industriale, che compromettono la salute, sia i prodotti farmaceutici pensati con lo stesso paradigma per somministrarli alle persone che si ammalano».
Pesticidi
«Un cittadino medio ha in corpo dalle 300 alle 500 sostanze chimiche in più rispetto a 50 anni fa».
«In particolare, il cervello in via di sviluppo è estremamente sensibile e i pesticidi sono tra le cause più importanti di quella che si può definire una “pandemia silenziosa”».
«L’ammasso di animali, spesso provenienti da varie parti del mondo per ricostruire la scorta delle stalle, può creare una bomba ecologica considerando che i virus di cui sono portatori, modificati dalle molecole chimiche presenti nei vari medicinali, possono dar vita, attraverso ignote ricombinazioni, a imprevedibili e devastanti epidemie».
«Il paradigma industriale agricolo, ancora oggi dominante e radicato nell’ideologia meccanicistica e riduzionista, non è in grado di affrontare l’attuale crisi sanitaria che ha contribuito a creare, poiché occuparsi dei legami fra cibo e salute è inconciliabile con i suoi principi essenziali».
Agroindustria e ambiente
«Quasi il 50% dei gas di serra è prodotto dall’agricoltura industriale e globalizzata».
«Globalmente l’agricoltura industriale è responsabile per il 75% della distruzione ecologica della biodiversità, terra e acqua, e contribuisce al 50% delle emissioni di gas di serra che causano inquinamento atmosferico e caos climatico. Quasi il 75% delle malattie croniche non trasmissibili è correlato al cibo».
Distruzione di cultura e biodiversità
«La sostituzione e lo sterminio delle cultura va a braccetto con lo sterminio e l’estinzione della biodiversità delle piante. Le specie sono spinte all’estinzione una velocità 100 – 1000 volte superiore al normale».
«In agricoltura il 93% della biodiversità vegetale è scomparsa. Le piante come gli esserei umani, sono manipolate violentemente per il profitto dell’1% degli uomini».
«Il 75% della diversità genetica è scomparso in soli cento anni. Dalle diecimila specie originarie, oggi si è arrivati a coltivarne poco più di 150 e la stragrande maggioranza del genere umano si ciba di non più di dodici specie di piante».
«Nel 2016 il mercato mondiale di semi, con un giro di affari di miliardi di dollari, risultava per il 55% nelle mani di cinque grandi multinazionali, in confronto al 10% del 1985, alcune delle quali controllano contemporaneamente una altro mercato multimiliardario, cioè quello dei pesticidi (erbicidi, insetticidi e anticrittogamici)».
«A causa del sistema produttivo industriale, le colture dal dopoguerra ad oggi, hanno perso il 25/70% delle loro sostanze nutritive».
Chi sono i veri scienziati
«Un agricoltore conosce si suoi semi, la sua terra, i suoi prodotti, gli aniamli, gli alberi, le stagioni, la comunità. E’ quindi uno scienziato».
«In realtà, tutta l’agricoltura tradizionale e la selezione delle sementi poggiano sul sapere dei contadini. Il sistema industriale ha da offrire solo veleni all’agricoltura».
«Una nonna, una madre, una ragazza che sanno come trasformare il cibo proveniente dai nostri campi in un pasto delizioso e nutriente sono scienziate dell’alimentazione. Un medico ayurvedico è uno scienziato, così come lo sono i popoli indigeni e le donne. Incarnano il sapere interattivo e dinamico. Il loro sapere è la capacità di vivere nell’unità, sapendo che siamo uno. Gli insegnamenti di un universo interconnesso, vibrante e abbondante, si ritrovano nelle culture indigene, oltre che in tutti gli insegnamenti spirituali».
L'agricoltura biologica conviene a tutti
«I redditi netti degli agricoltori che praticano l’agricoltura biologica aumentano ulteriormente perché è eliminato, evitato e risparmiato l’uso di apporti esterni costosi, come semi , fertilizzanti, pesticidi e irrigazione intensiva. Se consideriamo il beneficio netto per la società, oltre al reddito degli agricoltori, l’agricoltura biologica si dimostra ancora di molto superiore all’agricoltura convenzionale».
Chi sfama davvero il mondo
«L’agricoltura industriale, nonostante l’ingente consumo di risorse, non è in grado di garantire la sicurezza alimentare dei popoli. Al contrario la maggior parte del cibo che mangiamo è ancora prodotta da piccoli e medi agricoltori, mentre la stragrande maggioranza delle colture provenienti dal settore industriale, come mais e soia, è utilizzata principalmente come mangime per gli animali o per produrre biocarburanti».
«La pretesa che l’agricoltura industriale sia necessaria a risolvere il problema della fame nel mondo è totalmente priva di fondamento, oltre che smentita nei fatti».
«I piccoli agricoltori sono in proporzione più produttivi delle grandi aziende industriali: pur avendo a disposizione solo il 25% della terra arabile, riescono a fornire il 70% del cibo a livello mondiale».
«La presunta maggiore produttività dell’agricoltura industriale richiede una quantità di input dieci volte superiori in termini di energia rispetto a quanto produca successivamente in termini di alimenti. Il sistema agricolo industriale ha dunque una produttività negativa, e non potrebbe sostenersi senza le enormi sovvenzioni pubbliche».
Il cibo chimico non conviene
«Si sostiene spesso che i prodotti alimentari abbiano il vantaggio di essere “economici”. I costi di produzione, trasformazione e distribuzione sono in realtà molto elevati e la convenienza è solo apparente. Questa impressione di convenienza è ottenuta artificialmente sopratutto grazie a ingenti sussidi pubblici, all’esternalizzazione dei costi sociali, ambientali e sanitari, e attraverso la manipolazione dei mercati».
«L’industria rifiuta sistematicamente di assumersi le responsabilità dei danni causati dalla malnutrizione, dai pesticidi e dalle malattie croniche».
Chi paga i danni
«I cittadini di tutto il mondo stanno pagando di tasca loro miliardi di sovvenzioni che si trasformano in profitti per le stesse società che causano l’aumento delle malattie attraverso la produzione di cibo tossico e vuoto dal punto di vista nutrizionale. Con questo sistema i redditi delle piccole e medie aziende agricole crollano, i profitti dell’industria aumentano e la qualità del cibo crolla. Lo scopo del sistema attuale non è quindi quello di garantire una adeguata nutrizione e il benessere umano, ma quello di massimizzare i profitti di Big Food».
La transizione necessaria
«Una transizione verso un sistema alimentare sano richiede un cambiamento di paradigma, da una scienza riduzionista a una scienza dei sistemi. Richiede un cambiamento dell’agricoltura industriale ad alta intensità chimica all’agricoltura biologica ad alta intensità ecologica. Necessitiamo tutti di un passaggio dalle economie estrattive a quelle circolari e di solidarietà, da un’economia riduzionista basata sui prezzi a una vera contabilità dei costi. Occorre abbandonare le regole inique del libero scambio, basate su rivendicazioni non scientifiche, per passare ad un commercio equo, basato su di una economia democratica. E’ necessario fermare e regolare la macchina del potere delle multinazionali dell’agroindustria che realizza i suoi straordinari profitti speculando sul bisogno essenziale dell’alimentazione per affermare invece il diritto ad un cibo per tutti gli abitanti del pianeta, che sia sano per le persone e la natura».
( fonte: www.ilcambiamento.it )
I dati che verranno raccolti dalla app beewild, scaricabile da play store o app store, serviranno per capire l’attuale distribuzione di questa fondamentale specie allo stato selvatico, dal momento che da alcuni decenni si riteneva fosse quasi estinta e che le uniche api da miele in Europa fossero quelle allevate dagli apicoltori.
tratto da: https://www.cambialaterra.it/2020/08/arriva-beewild-la-app-per-censire-le-api-da-miele-selvatiche/?utm_source=Newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=NewsletterCLT
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Tratto da: https://comune-info.net/dalla-decrescita-al-benvivere/?utm_source=mailpoet&utm_medium=email&utm_campaign=Caro+professor+Draghi
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