Interessante articolo su LE FIGARO
http://www.lefigaro.fr/conso/2018/08/21/20010-20180821ARTFIG00062-l-agriculture-biologique-aussi-efficace-que-les-pesticides.php
Monsanto ha ascoltato solo la ‘scienza inquinata’ che sul glifosato rassicurava
(Michael Miller, difensore del ricorrente Dewayne Johnson’s)
La sentenza in questione è di natura sostanzialmente civile, anche se l’istituto del “risarcimento punitivo”, tipico dell’ordinamento statunitense, fa assumere a questi verdetti una valenza anche sanzionatoria (seppure con pene sempre e solo di natura pecuniaria). Ma non è affatto detto che queste vicende debbano restare appannaggio della giustizia a stelle e strisce.
Le Sezioni Unite della Cassazione italiana appena un anno fa hanno sancito un’epocale apertura al sistema dei danni punitivi anche nel nostro ordinamento. Ma soprattutto, indipendentemente dagli aspetti comparatistici, l’elemento più significativo è di sostanza: se in una Corte di un Paese come gli Usa si è giunti ad affermare il nesso causale(quantomeno nel senso della concausa) tra l’esposizione al glifosato e l’insorgenza di una patologia tumorale, e la conseguente responsabilità di un soggetto, seppur societario e con le peculiarità su accennate, non ci sono particolari ragioni perché queste acquisizioni scientifico-processuali debbano esser destinate a rimanere confinate nel recinto statunitense.
In Italia, una vicenda come quella di Dewayne Johnson non avrebbe potuto non avere una qualificante ricaduta anche di natura penale, e le regole di accertamento della responsabilità penale sono più rigorose di quelle relative alla responsabilità civile. Ma una strada è stata, per il momento, aperta. Dove possa portare non è prevedibile; questa, però, non è una buona ragione per cui nessuno, da questa parte dell’Atlantico, debba pensare di batterla.
In ogni caso, oggi, grazie alla tenacia di questo malato terminale e al suo collegio difensivo, abbiamo ulteriori conferme a qualcosa che già, per così dire, si era potuto intuire: Monsanto ha ripetutamente ignorato gli allarmi degli scienziati seri (quelli non a suo libro paga, nda) e ha “prestato ascolto” solo a quelli che assolvevano, comunque, il glifosato.
Ma ha fatto anche di peggio: si è scritta, con la collaborazione di prestanome bizzarramente qualificati come scienziati, “studi” ad hoc che “provassero” l’innocuità dei suoi prodotti, a partire dal tristemente famoso Roundup Ready. Ha “combattuto la scienza”, come ha detto l’avv. Miller. Dove, per scienza devono ovviamente intendersi i ricercatori indipendenti.
Questo è emerso da e-mail interne alla dirigenza Monsanto citate dai difensori dei ricorrenti ed evidentemente ritenute attendibili anche dalla giuria.
D’altronde, non è una novità una condotta di questo tipo ai vertici di una grande industria imputata di aver realizzato procedimenti produttivi e prodotti poi rivelatisi non propriamente benefici, per così dire, nei confronti di lavoratori e utenti; a tacer dell’ambiente. Per citarne solo una, è notissimo il “patto di segretezza” con cui le multinazionali della chimica, nel 1972, si impegnavano tra loro per occultare le scoperte sulla cancerogenicità di Cvm e Pvc; accordo scoperto grazie all’allora pm Casson nel processo di Venezia al petrolchimico di Marghera.
A questo punto, qualche domanda semplice semplice:
1) l’affaire dei Monsanto Papers, appena qualche mese fa, aveva già ingenerato dei “dubbi”; questa sentenza non può che alimentarli: quanto c’è di quella “scienza inquinata” e di quel “dolo” (malice) con cui Monsanto gestiva queste pratiche, a partire dai loro risvolti scientifici, a base della recente decisione della Commissione Europea, in concorso con il suo braccio scientifico di nome Efsa, di rinnovare per altri cinque anni l’autorizzazione all’uso nei Paesi Ue del glifosato, nonostante la classificazione Iarc di quest’ultimo come probabile cancerogeno?
2) se, come ha rivendicato Monsanto per autoassolversi, l’uso del glifosato è autorizzato in 130 paesi su più di 100 colture diverse, quanto ne ha “mangiato” finora ognuno di noi?
3) e se “i dubbi” di cancerogenicità di questa sostanza crescono e si moltiplicano, a che rischio ci siamo esposti o ci esponiamo ancora in maniera inconsapevole?
La Corte di Giustizia Ue: "La mutagnesi fa Ogm"
tratto da:
La†Corte†di†Giustizia†Ue∫†«La†mutagnesi†fa†Ogm»†¸†Sanità24†≠†Il†Sole†24†Ore
Le mutazioni provocate dalle tecniche o dai metodi di mutagenesi dirette a produrre
varietà di specie vegetali resistenti a un erbicida, costituiscano modifiche arrecate al
materiale genetico di un organismo, e quindi sono da considerarsi Ogm.
L’affermazione è contenuta nella decisione della Corte di Giustizia Europea nella causa n.
C-528/16 depositata il 25 luglio.
Più in dettaglio:
L’articolo 2, punto 2, della direttiva 2001/18/CE del Parlamento europeo e
del Consiglio, del 12 marzo 2001 (emissione deliberata nell’ambiente di
organismi geneticamente modificati), sull’emissione deliberata
nell’ambiente di organismi geneticamente modificati e che abroga la
direttiva 90/220/CEE del Consiglio, deve essere interpretato nel senso che
gli organismi ottenuti mediante tecniche o metodi di mutagenesi
costituiscono organismi geneticamente modificati ai sensi di tale
disposizione.
L’articolo 3, paragrafo 1, della direttiva 2001/18, in combinato disposto con
l’allegato I B, punto 1, a tale direttiva e alla luce del considerando 17 di
quest’ultima, deve essere interpretato nel senso che sono esclusi dall’ambito
di applicazione della direttiva in parola solo gli organismi ottenuti con
tecniche o metodi di mutagenesi utilizzati convenzionalmente in varie
applicazioni con una lunga tradizione di sicurezza.
L’articolo 4, paragrafo 4, della direttiva 2002/53/CE del Consiglio, del 13
giugno 2002, relativa al catalogo comune delle varietà delle specie di piante
agricole, come modificata dal regolamento (CE) n. 1829/2003 del
Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 settembre 2003, deve essere
interpretato nel senso che sono esentate dagli obblighi previsti da tale
disposizione le varietà geneticamente modificate ottenute con tecniche o
metodi di mutagenesi utilizzati convenzionalmente in varie applicazioni con
una lunga tradizione di sicurezza.
L’articolo 3, paragrafo 1, della direttiva 2001/18, in combinato disposto con
l’allegato I B, punto 1, a quest’ultima, nei limiti in cui esclude dall’ambito di
applicazione di tale direttiva gli organismi ottenuti con tecniche o metodi di
mutagenesi utilizzati convenzionalmente in varie applicazioni con una
lunga tradizione di sicurezza, deve essere interpretato nel senso che esso
non ha come effetto quello di privare gli Stati membri della facoltà di
assoggettare siffatti organismi, nel rispetto del diritto dell’Unione, in
particolare delle norme relative alla libera circolazione delle merci sancite
dagli articoli da 34 TFUE a 36 TFUE, agli obblighi previsti dalla direttiva in
parola, o ad altri obblighi.
I fatti
Una serie di associazioni ambientaliste si opposero alla decisione del
ministero dell’Agricoltura francese che non considerava come Ogm gli
organismi ottenuti attraverso mutagenesi e, conseguentemente, ammise la
coltivazione e la commercializzazione di varietà di colza rese resistenti agli
erbicidi, ottenute attraverso mutagenesi.
Secondo le associazioni ambientaliste, gli organismi viventi immessi
nell’ambiente in grandi o piccole quantità per scopi sperimentali o come
prodotti commerciali possono riprodursi e diffondersi oltre le frontiere
nazionali, interessando così altri Stati membri; gli effetti di tali emissioni
[sull’ambiente] possono essere irreversibili. Conseguentemente la tutela
della salute umana e dell’ambiente richiede che venga prestata la debita
attenzione al controllo di rischi derivanti dall’immissione deliberata
nell’ambiente di organismi geneticamente modificati (Ogm).
In base al trattato, l’azione della Comunità per la tutela dell’ambiente
dovrebbe essere basata sul principio dell’azione preventiva,
conseguentemente il ministero francese sarebbe venuto meno al principio di
precauzione. Secondo il Governo francese, al contrario, i rischi asseriti deriverebbero non
dai proprietari della pianta ottenuta grazie alle modificazioni genetiche, ma
dalle pratiche di coltivazione degli agricoltori. Inoltre, le mutazioni ottenute
attraverso le nuove tecniche di mutagenesi sito-diretta sarebbero simili alle
mutazioni spontanee o indotte in modo casuale e le mutazioni involontarie
potrebbero essere eliminate al momento della selezione varietale, mediante
tecniche d’incrocio.
Gli Ogm, la sentenza della Corte Ue e la chiarezza necessaria
Nei giorni scorsi, la Corte di Giustizia Europea ha reso pubblica la sentenza in cui si afferma
che i sistemi biologici alterati mediante tecniche di mutagenesi sono da considerarsi
organismi geneticamente modificati (Ogm). In merito a ciò che dovremmo intendere per
Ogm esiste da sempre una certa confusione, al punto che, qualche tempo fa, persino in alcuni
ambienti scientifici è circolato l’erroneo messaggio che anche l’uomo sarebbe un Ogm,
per la semplice ragione che, nel corso dei processi evolutivi che hanno
portato un primate ancestrale a trasformarsi in Homo sapiens, il genoma ha
subito alcuni cambiamenti. Naturalmente, l’evoluzione biologica di qualsiasi
organismo ha sempre una base genetica, ma questo sano e fondato principio
della biologia non ha nulla a che fare con la manipolazione genetica mediata
da tecnologie ricombinanti o da altre procedure di laboratorio impiegate per
modificare “artificialmente” la struttura di geni e genomi.
In senso scientifico, un organismo geneticamente modificato è un sistema
biologico in cui è stato inserito “per mano umana” del materiale genetico di
un altro organismo mediante un vettore. Nel caso delle piante, per ottenere
un Ogm si impiegano cellule staminali, protoplasti o cellule del callo.
Quando l’organismo da cui viene prelevato il Dna esogeno non è
evolutivamente affine all’organismo ricevente, si parla di transgenesi;
quando invece tra i due organismi viene riconosciuta una chiara vicinanza
evolutiva, si parla di cisgenesi: ovviamente, si è tentato di tracciare un solco
fra i due processi, ma molti problemi restano gli stessi e ogni
semplificazione appare alquanto sterile. In ogni caso, sia la transgenesi che
la cisgenesi sono mezzi di mutagenesi, nel senso che introducono mutazioni
nel genoma che è oggetto di manipolazione.
Tuttavia, oltre ai più tradizionali protocolli di mutagenesi biotech (o di altro
tipo) utilizzati nel miglioramento genetico delle piante, oggi si registrano
cambiamenti tecnici importanti. Da alcuni anni, infatti, i biotecnologi hanno
sviluppato metodi ancora più sofisticati per generare mutazioni genetiche,
come quelli basati sul cosiddetto “genome-editing”. L’uso mirato di alcuni
enzimi, per esempio, consente di arrivare a produrre veri e propri fenomeni
di mutazione genetica senza dover passare dal trasferimento genico tipico
della transgenesi (o cisgenesi) classica. La questione è di una certa rilevanza
ai fini della regolamentazione dei prodotti agricoli ottenuti attraverso queste
tecniche, ma anche per delineare i criteri da adottare per la separazione
delle filiere agricole modificate da quelle non modificate. Per quanto
riguarda il sistema agroalimentare, infatti, tale separazione appare
imprescindibile per la semplice ragione che le modifiche genetiche indotte
attraverso le tecniche più recenti possono esitare in danni molecolari di una
certa rilevanza e impossibili da prevedere.
Ciò, con tutta una serie di rischi a cascata per l’ambiente e per la salute
umana che, allo stato, non possono essere qualificabili e quantificabili con
precisione. Bene hanno fatto, dunque, le associazioni francesi che difendono
l’agricoltura di piccola scala, a presentare ricorso al Consiglio di Stato
francese per contestare le leggi nazionali che esentano gli organismi
ottenuti mediante le nuove tecniche di mutagenesi dagli obblighi imposti
dalla direttiva sugli organismi geneticamente modificati (Ogm). E bene ha
fatto la Corte Europea a imprimere alla sentenza un significato cautelativo.
* Isde Italia
tratto da:
Gli†Ogm¨†la†sentenza†della†Corte†Ue†e†la†chiarezza†necessaria†¸†Sanità24†≠†Il†Sole†24†Ore
I discount mettono all’asta l’agricoltura italiana
L’offerta è di quelle irrinunciabili: una bottiglia di passata di pomodoro a 39 centesimi di euro, un litro di latte a 59 centesimi, un barattolo da 370 grammi di confettura extragusti a 79 centesimi, un pacco di pasta trafilata al bronzo a 49 centesimi. Diffuso a tappeto nelle cassette delle lettere e su internet, il volantino promuove i saldi sul cibo per attrarre una clientela sempre più vasta. A firmarlo è il gruppo Eurospin, quello della “spesa intelligente” e del marchio blu con le stellette, discount italiano con una rete di oltre mille punti vendita in tutta la penisola e vertiginose crescite di fatturato annuali a due cifre .
Facendo un rapido calcolo, è possibile preparare una pasta al pomodoro per quattro persone spendendo quanto un caffè al bar. Ma come fa il gruppo veronese a proporre prezzi così stracciati? Dietro le offerte al consumatore, c’è un meccanismo perverso che finisce per schiacciare intere filiere e che ha conseguenze sulle dinamiche di produzione e sui rapporti di lavoro nelle campagne: l’asta elettronica al doppio ribasso.
Questa pratica commerciale, che somiglia più al gioco d’azzardo che a una transazione tra aziende, è sempre più diffusa nel settore della Grande distribuzione organizzata (Gdo), soprattutto tra i gruppi discount. Fa leva sul grande potere che hanno acquisito negli ultimi anni le insegne dei supermercati, diventate il principale canale degli acquisti alimentari, e sulla frammentazione e lo scarso potere contrattuale degli altri attori della filiera.
Come funziona un’asta online al doppio ribasso
Il meccanismo di base è lo stesso di un’asta: da una parte c’è la Gdo, che deve acquistare la merce, dall’altra le aziende fornitrici che fanno l’offerta. Con un’unica, non trascurabile, variante: vince il prezzo peggiore, non il migliore.
Il meccanismo di base è lo stesso di un’asta: da una parte c’è la Gdo, che deve acquistare la merce, dall’altra le aziende fornitrici che fanno l’offerta. Con un’unica, non trascurabile, variante: vince il prezzo peggiore, non il migliore.
È successo poche settimane fa, quando Eurospin ha chiesto alle aziende del pomodoro di presentare un’offerta di vendita per una partita di 20 milioni di bottiglie di passata da 700 grammi. Una volta raccolte le proposte, ha indetto una seconda gara, usando come base di partenza l’offerta più bassa.
Alcuni si sono ritirati già dopo la prima asta. “Non ci stiamo dentro con i costi”, ha detto con fare sconsolato uno di loro, che ha chiesto di rimanere anonimo. Gli altri L’offerta è di quelle irrinunciabili: una bottiglia di passata di pomodoro a 39 centesimi di euro, un litro di latte a 59 centesimi, un barattolo da 370 grammi di confettura extragusti a 79 centesimi, un pacco di pasta trafilata al bronzo a 49 centesimi. Diffuso a tappeto nelle cassette delle lettere e su internet, il volantino promuove i saldi sul cibo per attrarre una clientela sempre più vasta. A firmarlo è il gruppo Eurospin, quello della “spesa intelligente” e del marchio blu con le stellette, discount italiano con una rete di oltre mille punti vendita in tutta la penisola e vertiginose crescite di fatturato annuali a due cifre .
Facendo un rapido calcolo, è possibile preparare una pasta al pomodoro per quattro persone spendendo quanto un caffè al bar. Ma come fa il gruppo veronese a proporre prezzi così stracciati? Dietro le offerte al consumatore, c’è un meccanismo perverso che finisce per schiacciare intere filiere e che ha conseguenze sulle dinamiche di produzione e sui rapporti di lavoro nelle campagne: l’asta elettronica al doppio ribasso.
Questa pratica commerciale, che somiglia più al gioco d’azzardo che a una transazione tra aziende, è sempre più diffusa nel settore della Grande distribuzione organizzata (Gdo), soprattutto tra i gruppi discount. Fa leva sul grande potere che hanno acquisito negli ultimi anni le insegne dei supermercati, diventate il principale canale degli acquisti alimentari, e sulla frammentazione e lo scarso potere contrattuale degli altri attori della filiera.
Come funziona un’asta online al doppio ribasso
Il meccanismo di base è lo stesso di un’asta: da una parte c’è la Gdo, che deve acquistare la merce, dall’altra le aziende fornitrici che fanno l’offerta. Con un’unica, non trascurabile, variante: vince il prezzo peggiore, non il migliore.
Il meccanismo di base è lo stesso di un’asta: da una parte c’è la Gdo, che deve acquistare la merce, dall’altra le aziende fornitrici che fanno l’offerta. Con un’unica, non trascurabile, variante: vince il prezzo peggiore, non il migliore.
È successo poche settimane fa, quando Eurospin ha chiesto alle aziende del pomodoro di presentare un’offerta di vendita per una partita di 20 milioni di bottiglie di passata da 700 grammi. Una volta raccolte le proposte, ha indetto una seconda gara, usando come base di partenza l’offerta più bassa.
Alcuni si sono ritirati già dopo la prima asta. “Non ci stiamo dentro con i costi”, ha detto con fare sconsolato uno di loro, che ha chiesto di rimanere anonimo. Gli altri sono stati invitati a fare una nuova offerta, sempre al ribasso, su un sito internet. Si sono quindi trovati a dover proporre in pochi minuti ulteriori tagli al prezzo base, in modo da aggiudicarsi la partita.
Alla fine di questa gara online, la commessa è stata vinta da due grandi gruppi per un prezzo pari a 31,5 centesimi per bottiglia di passata. Altre tre aziende hanno invece vinto un’altra commessa per una fornitura di pelati da 400 grammi grazie a un’offerta di 21,5 centesimi per bottiglia.
“Se teniamo conto solo della materia prima, della bottiglia e del tappo, per la passata arriviamo a un costo di 32 centesimi”, dice un industriale del pomodoro,
Glifosato, una sentenza storica
Difesa dell'ambiente. Per la prima volta in un’aula di tribunale viene riconosciuto che la Monsanto era al corrente dei rischi per la salute umana del prodotto messo in commercio
La Corte della California che, in primo grado, ha
condannato la Monsanto, recentemente acquisita dalla multinazionale tedesca
Bayer, a risarcire con 289 milioni di dollari il giardiniere Johnson DeWayne,
per aver contratto un tumore utilizzando erbicidi a base di glifosato è, per
molti versi, storica. Per almeno due ordini di motivi: il primo è che per la
prima volta in un’aula di tribunale viene riconosciuto che la stessa Monsanto
era al corrente dei rischi per la salute umana del prodotto messo in commercio;
il secondo è che le cause contro la Monsanto sono diverse e riguardano
potenzialmente anche altri pesticidi a base di glifosato, accusati di
contribuire a provocare il linfoma non-Hodgkin. La bayer si difende e farà
appello, ma è chiaro che coloro i quali hanno sollevato le accuse di
pericolosità di questi fitofarmaci, e in Italia la coalizione StopGlifosato, di
cui Greenpeace fa parte, segnano un punto a loro favore.
È dunque da una Corte degli Stati Uniti che arriva questa
decisione, mentre alla fine del 2017, nonostante 1,3 milioni di firme raccolte,
la Commissione Europea aveva prorogato l’autorizzazione all’utilizzo del
glifosato per altri cinque anni. I Monsanto papers – ovvero
una serie di e-mail interne della Monsanto pubblicate sempre da un tribunale
della California – rivelarono alcune delle tattiche utilizzate da Monsanto per
ottenere valutazioni favorevoli dalle agenzie di regolamentazione.
Le email fanno intuire inoltre che Monsanto possa
addirittura avere scritto direttamente documenti di carattere scientifico e
pagato poi scienziati indipendenti per «editarli e firmarli col proprio nome».
Questo composto, un erbicida ampiamente utilizzato per la produzione di commodities di largo consumo come il grano, si trova, in tracce, in moltissimi prodotti. Lo Iarc – l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell’Oms – lo considera da tempo come probabilmente cancerogeno per l’uomo.
Questo composto, un erbicida ampiamente utilizzato per la produzione di commodities di largo consumo come il grano, si trova, in tracce, in moltissimi prodotti. Lo Iarc – l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell’Oms – lo considera da tempo come probabilmente cancerogeno per l’uomo.
Inoltre, nei fitofarmaci il glifosato – di cui esistono
750 formulazioni commerciali – è miscelato con altre sostanze (i cosiddetti
«coadiuvanti») che potrebbero amplificarne gli effetti tossici.
L’Efsa – l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare – e
l’Echa – l’Agenzia europea per le sostanze chimiche – lo ritengono, anche sulla
base di lavori non pubblicati, “probabilmente non cancerogeno”. In polemica con
questa affermazione, novantasei scienziati indipendenti, tra cui molti di
quelli coinvolti nel riesame dell’Oms. Uno di questi scienziati, il dottor
Christopher Portier, ha anche evidenziato che l’Efsa e l’Echa non hanno
rilevato numerosi collegamenti a tumori evidenti negli studi sugli animali
effettuati dalle aziende produttrici di glifosato e mai pubblicati. E tutto ciò
proprio mentre negli Usa la California aggiungeva il glifosato alla lista di
sostanze chimiche che possono causare il cancro.
Si può fare a meno i sostanze come il glifosato? Centinaia
di migliaia di agricoltori biologici mostrano ogni giorno che è possibile
controllare le erbe infestanti senza l’utilizzo di glifosato e di altri
erbicidi. Nei seminativi, ad esempio, una combinazione fra rotazione delle
colture e uso di colture di copertura può sopprimere la crescita delle erbacce.
Per combattere le infestanti rimanenti, possono essere utilizzati mezzi
meccanici (ad es. una lavorazione leggera del suolo prima della
semina). E’ essenziale, però, che gli agricoltori vengano sostenuti per
l’applicazione di queste misure.
Una considerazione finale riguarda poi il contesto in cui
tale sentenza arriva: l’Epa – Agenzia per l’Ambiente – di Donald Trump propone
di riaprire la porta a prodotti contenenti amianto (!), i cui effetti sulla
salute sono da tempo ben noti a tutti, trasformando il bando totale in una
valutazione caso per caso per 15 usi specifici. Il sovranismo di Trump è (anche)
la reazione di alcuni vecchi settori – carbone, petrolio, acciaio e ora anche
amianto – ai cambiamenti necessari per proteggere ambiente e salute.
A settembre, sempre in California, stato con la normativa
ambientale tra le più severe, si terrà il Summit globale di azione per il
Clima, anche per rispondere al Trump che definisce i cambiamenti climatici “una
truffa”. Speriamo di ricevere altre buone notizie dalla California, che sta già
pagando a caro prezzo le conseguenze dei cambiamenti climatici: l’impegno
americano – e anche solo di parte degli Usa – nella sfida globale è essenziale.
Gli allarmi sul clima diventano sempre più pressanti e gravi, ma non sembrano produrre alcun effetto
28° nel Mar Baltico, roghi inarrestabili in California, picchi di calore mai raggiunti in Giappone. Le gigantesche correnti di aria calda presenti nella troposfera ci prospettano estati sempre più torride e fenomeni meteorologici sempre più violenti.
Comment l'Homme perturbe l'équilibre énergétique de la Terre (Come l'uomo modifica gli equilibri energetici della terra).
Les océans ont absorbé autant d'énergie en 18 ans que depuis 1860 (Gli oceani hanno assorbito negli ultimi 18 anni la stessa energia che avevano assorbito dal 1860 al 2000).
L'articolo di Le Monde pubblica alcuni grafici che indicano in maniera molto chiara gli effetti dei comportamenti umani sul clima.
https://www.lemonde.fr/les-decodeurs/visuel/2018/08/15/qu-est-ce-qui-rechauffe-reellement-la-terre_5342811_4355770.html
L'Artico si è scaldato più di tutto il resto dell'emisfero settentrionale, con conseguente riduzione delle differenze di temperatura tra il Polo Nord e l'Equatore. I ricercatori hanno studiato l'influenza del riscaldamento eccessivamente forte sull'Artico causato dai gas serra prodotti dai combustibili fossili. I dati mostrano che l'uomo sta modificando gli schemi di circolazione nel cielo, con effetti disastrosi, come dimostrano gli incendi del 2016 in Canada esaminati in uno dei due studi. "Delle gigantesche correnti d'aria avvolgono il pianeta nella parte alta della troposfera (la regione dell'atmosfera che dal suolo si estende fino a 10-15 chilometri), le cosiddette ondate planetarie - spiega Hans Joachim Schellnhuber, coautore di uno dei due studi - L'umanità sta creando il caos con questi enormi venti".
http://www.ansa.it/canale_scienza_tecnica/notizie/terra_poli/2018/08/20/lestate-classica-sparira-puo-diventare-sempre-piu-estrema-_fd9d11ee-9eea-4e9a-8d19-fa4fc823c06a.html
I dati pubblicati nelle ultime settimane mostrano come nel mar Baltico le acque superficiali abbiano raggiunto temperature oltre i 28°C, comparabili a quelle che vengono registrate nello stesso periodo nel Mediterraneo. Una conseguenza del lungo periodo caldo che ha interessato centro e nord Europa ormai da mesi e dal quale queste regioni non si sono ancora riprese.
https://www.meteoindiretta.it/giornale-meteo/24267/agosto-bollente-nel-mar-baltico-caldo-come-le-acque-del-mediterraneo/
California in fiamme. E' il peggiore incendio della storia dello stato quello cominciato il 27 luglio nella zona di Mendoncino, nel nord dello Stato sulla costa occidentale degli Stati Uniti. Nelle ultime ore, con la congiunzione di due fronti, il rogo si è trasformato in un inferno di fuoco: risultano inceneriti 114.850 ettari di terreno, una zona grande quanto l'intera Los Angeles.
Dei cinque incendi più devastanti della storia dello Stato, quattro sono avvenuti dopo il 2012.
http://www.repubblica.it/esteri/2018/08/07/news/california_devastata_dal_piu_vasto_incendio_della_sua_storia-203564669/
Non ha precedenti l'ondata di calore che da diversi giorni sta soffocando il Giappone, portando la colonnina di mercurio stabilmente vicino ai 40 gradi, tra i 4 e i 7 sopra la media stagionale. Il bilancio è pesante: 80 morti per infarto dall'inizio di luglio, 65 solo la scorsa settimana, tra cui un bambino di sei anni in gita con la scuola, con oltre 22.600 ricoveri in ospedale. Una emergenza tale che le autorità del Paese l'hanno classificata come "disastro naturale", e che preoccupa anche in vista delle Olimpiadi di Tokyo, che scatteranno fra due anni esatti, il 24 luglio 2020. Se la colonnina di mercurio dovesse toccare questi livelli il rischio per atleti e spettatori sarebbe altissimo.
http://www.repubblica.it/esteri/2018/07/24/news/giappone_ondata_di_calore_senza_precedenti_80_morti_oltre_22mila_ricoverati-202538010/
Les océans ont absorbé autant d'énergie en 18 ans que depuis 1860 (Gli oceani hanno assorbito negli ultimi 18 anni la stessa energia che avevano assorbito dal 1860 al 2000).
L'articolo di Le Monde pubblica alcuni grafici che indicano in maniera molto chiara gli effetti dei comportamenti umani sul clima.
https://www.lemonde.fr/les-decodeurs/visuel/2018/08/15/qu-est-ce-qui-rechauffe-reellement-la-terre_5342811_4355770.html
L'Artico si è scaldato più di tutto il resto dell'emisfero settentrionale, con conseguente riduzione delle differenze di temperatura tra il Polo Nord e l'Equatore. I ricercatori hanno studiato l'influenza del riscaldamento eccessivamente forte sull'Artico causato dai gas serra prodotti dai combustibili fossili. I dati mostrano che l'uomo sta modificando gli schemi di circolazione nel cielo, con effetti disastrosi, come dimostrano gli incendi del 2016 in Canada esaminati in uno dei due studi. "Delle gigantesche correnti d'aria avvolgono il pianeta nella parte alta della troposfera (la regione dell'atmosfera che dal suolo si estende fino a 10-15 chilometri), le cosiddette ondate planetarie - spiega Hans Joachim Schellnhuber, coautore di uno dei due studi - L'umanità sta creando il caos con questi enormi venti".
http://www.ansa.it/canale_scienza_tecnica/notizie/terra_poli/2018/08/20/lestate-classica-sparira-puo-diventare-sempre-piu-estrema-_fd9d11ee-9eea-4e9a-8d19-fa4fc823c06a.html
I dati pubblicati nelle ultime settimane mostrano come nel mar Baltico le acque superficiali abbiano raggiunto temperature oltre i 28°C, comparabili a quelle che vengono registrate nello stesso periodo nel Mediterraneo. Una conseguenza del lungo periodo caldo che ha interessato centro e nord Europa ormai da mesi e dal quale queste regioni non si sono ancora riprese.
https://www.meteoindiretta.it/giornale-meteo/24267/agosto-bollente-nel-mar-baltico-caldo-come-le-acque-del-mediterraneo/
California in fiamme. E' il peggiore incendio della storia dello stato quello cominciato il 27 luglio nella zona di Mendoncino, nel nord dello Stato sulla costa occidentale degli Stati Uniti. Nelle ultime ore, con la congiunzione di due fronti, il rogo si è trasformato in un inferno di fuoco: risultano inceneriti 114.850 ettari di terreno, una zona grande quanto l'intera Los Angeles.
Dei cinque incendi più devastanti della storia dello Stato, quattro sono avvenuti dopo il 2012.
http://www.repubblica.it/esteri/2018/08/07/news/california_devastata_dal_piu_vasto_incendio_della_sua_storia-203564669/
Non ha precedenti l'ondata di calore che da diversi giorni sta soffocando il Giappone, portando la colonnina di mercurio stabilmente vicino ai 40 gradi, tra i 4 e i 7 sopra la media stagionale. Il bilancio è pesante: 80 morti per infarto dall'inizio di luglio, 65 solo la scorsa settimana, tra cui un bambino di sei anni in gita con la scuola, con oltre 22.600 ricoveri in ospedale. Una emergenza tale che le autorità del Paese l'hanno classificata come "disastro naturale", e che preoccupa anche in vista delle Olimpiadi di Tokyo, che scatteranno fra due anni esatti, il 24 luglio 2020. Se la colonnina di mercurio dovesse toccare questi livelli il rischio per atleti e spettatori sarebbe altissimo.
http://www.repubblica.it/esteri/2018/07/24/news/giappone_ondata_di_calore_senza_precedenti_80_morti_oltre_22mila_ricoverati-202538010/
tratto da:
http://www.veramente.org/it/notizie/2018-ridi-ridi-coglione.html#
COLDIRETTI CONDANNA LE ASTE AL RIBASSO DI ALCUNE CATENE
Vanno bloccate con norme nazionali le aste online al doppio ribasso che strangolerebbero gli agricoltori con prezzi al di sotto dei costi di produzione. E’ quanto afferma la Coldiretti in merito alle pratiche commerciali sleali che danneggiano il settore produttivo nonostante il codice etico firmato l’anno scorso fra il ministero dell’Agricoltura e le principali catene della grande distribuzione che avrebbe dovuto evitare questo fenomeno ma che purtroppo non ci è riuscito. “Occorre intervenire al più presto – afferma in una nota Ettore Prandini (nella foto), vicepresidente nazionale di Coldiretti – con un quadro di regole condivise a livello italiano che blocchino questo meccanismo e favoriscano invece lo sforzo di una ridistribuzione di valore lungo la filiera”.
L’asta elettronica al doppio ribasso – precisa Coldiretti – prevede che i fornitori di un prodotto facciano una prima offerta di prezzo di vendita e che poi quel valore diventi la base per una seconda asta online dove i partecipanti devono scendere ancora per aggiudicarsi la commessa. In questo modo – rileva sempre Coldiretti nella sua nota – non si tiene conto in alcun modo della qualità e delle differenze produttive con il prezzo finale che arriva al di sotto dei costi di produzione mandando in perdita a cascata agricoltori e trasformatori.
Si aggravano così – sostiene la Coldiretti – i pesanti squilibri presenti nella filiera di distribuzione del valore. Per ogni euro di spesa in prodotti agroalimentari freschi come frutta e verdura solo 22 centesimi arrivano al produttore agricolo ma il valore scende addirittura a 2 centesimi nel caso di prodotti trasformati, dal pane ai salumi fino ai formaggi, secondo ISMEA.
Si aggravano così – sostiene la Coldiretti – i pesanti squilibri presenti nella filiera di distribuzione del valore. Per ogni euro di spesa in prodotti agroalimentari freschi come frutta e verdura solo 22 centesimi arrivano al produttore agricolo ma il valore scende addirittura a 2 centesimi nel caso di prodotti trasformati, dal pane ai salumi fino ai formaggi, secondo ISMEA.
“Le aste online al doppio ribasso – sottolinea Prandini – danneggiano tutte le filiere produttive. I meccanismi perversi delle doppie aste online al ribasso schiacciano le aziende agricole, devastano i bilanci, deprimono produzioni e lavoro, creano una giungla che dal campo alla tavola favorisce solo i guadagni della grande distribuzione, causando un calo della qualità che danneggia sia i consumatori per quello che portano in tavola sia i redditi di chi produce”.
“Con il coinvolgimento del Ministero delle Politiche Agricole e del Ministero dello Sviluppo economico – conclude Prandini – bisogna fermare queste speculazioni legalizzate che colpiscono produttori, trasformatori e consumatori”.
L’ORIGINE IN ETICHETTA. IMPEGNO ITALIANO A BRUXELLES
“Funzionale alla tutela dell’originalità e dell’origine dei nostri prodotti è un’adeguata regolamentazione dell’etichettatura che ne garantisca la reale provenienza. Ho incontrato pochi giorni fa il commissario europeo al quale ho ribadito che per l’Italia il regolamento delegato sull’origine in etichetta a livello dell’Unione Europea va migliorato. Non ci basta la volontarietà ma serve la tracciabilità obbligatoria e trasparente sui cibi”. Lo ha detto il ministro per le Politiche agricole e del turismo, Gianmarco Centinaio (nella foto), in audizione davanti alle commissioni Agricoltura di Camera e Senato sugli indirizzi programmatici del suo dicastero. “In Italia siamo in questo all’avanguardia, è una partita che dobbiamo giocare fino in fondo e a testa alta – ha aggiunto il ministro -. Il mio impegno è quello di promuovere in sede comunitaria l’estensione dell’origine della materia prima a tutti gli alimenti, non solo per una corretta informazione del consumatore, ma anche a tutela delle imprese più virtuose”.
AssoBio protagonista al SANA con due convegni
Anche quest’anno AssoBio sarà protagonista a SANA con importanti momenti di dibattito inseriti nel calendario della manifestazione, che si terrà a Bologna dal 7 al 10 settembre.
Il primo, in programma già venerdì 7 settembre fa parte dell’Osservatorio SANA che ogni anno propone approfondimenti sui temi più attuali per l’agroalimentare biologico italiano e internazionale, unitamente alla presentazione dei dati del SINAB e di ISMEA, fornendo agli operatori elementi aggiornati ed essenziali sulla filiera produttiva e distributiva. Titolo del convegno è ‘Tutti i numeri del BIO: i driver del consumatore e le novità del canale specializzato’, un focus sulle abitudini di acquisto dei consumatori di prodotti biologici, sulle ragioni alla base delle loro scelte e su come i canali di commercio dedicati stiano rispondendo alle nuove esigenze. Il convegno si svolgerà nella Sala Notturno del Centro Servizi 1° piano, blocco D.Patrocinato da FederBio e Assobio, l’Osservatorio SANA è realizzato da Nomisma, società specializzata nell’analisi dei dati sull’agroalimentare, che da anni affronta in modo approfondito i temi del biologico.
Il giorno seguente, sabato 8 settembre dalle ore 10, invece sarà protagonista l’ortofrutta bio: AssoBio, l’Alleanza delle Cooperative Agroalimentare e le principali piattaforme ortofrutticole hanno unito le forze, affidando a Nomisma la realizzazione di Monitor Ortofrutta Bio, la prima rilevazione completa e reale su frutta e verdura sfusa e confezionata per tutti i canali commerciali. Si tratta di dati di estrema importanza per il settore, che per la prima volta grazie a questo investimento, disporrà di indicazioni attendibili sul dettaglio della categoria, da cui poter avviare strategie di sviluppo e programmazioni colturali mirate. Interverranno Andrea Bertoldi, consigliere Assobio e coordinatore settore biologico dell’Alleanza delle Cooperative Agroalimentare, Silvia Zucconi, responsabile marketing intelligence Nomisma, che presenterà il Monitor, Tom Fusato di Brio Spa, Paolo Pari di Canova e Oscar Pizzi della Pizzi Osvaldo & C. Le conclusioni saranno affidate a Giorgio Mercuri, presidente Alleanza Cooperative Italiane, Settore agro-alimentare, e a Roberto Zanoni, presidente AssoBio.
Lo staff di AssoBio sarà a disposizione per tutta la durata della manifestazione allo stand C/9 nel padiglione 21 per fornire informazioni sulle attività associative e incontrare le aziende della trasformazione e e della distribuzione.
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