Qualche foto della manifestazione.

Ringraziamo gli autori delle belle immagini



Jonny, il nostro presidente, ci relaziona sulla giornata e i link del mitico Simone


Un GRAZIE
ai ragazzi della Pro loco di San Giorgio (una macchina da guerra)
a noi ragazzi volontari (simpatici e sorridenti eccetto il solito spacca ciuffoli)
ai vecieti della cucina (gnocchi di malga e risotto all'amarone super)
Che giornata!

Ricchissima di emozioni, di contenuti, di relazioni, di sostanza e qualità!
Quando le emozioni saranno sedimentate la capirò meglio, per ora mi godo la leggerezza e la gioa che mi fanno sentire ad un metro da terra.
Un grande applauso al collaudatissimo gruppo cucina, cibo buonissimo, di qualità, servito con tempi perfetti, senza confusione nè code, efficenza in spazi ristretti, in tempi contenuti, a prova di gran ristorante. Il luogo meraviglioso, non manchiamo di ringraziare la professionalità della pro loco, come i sacerdaoti di San Giorgio, il sindaco di Sant'Ambrogio, i frati che un migliaio di anni fa hanno costruito qualcosa per le generazioni future (loro sì, noi invece ?). Anche i tempi della intera giornata sono stati perfetti, finita una cosa subito un'altra, nel frattempo scambi e relazioni umane, informazioni, sogni e progetti, conoscenza, approfondimenti.
La musica non poteva essre migliore, si è sentito che ogni musicista e ogni gruppo hanno dato il meglio di sè, senza condizioni, e tutti lo abbiamo recepito e fatto nostro con gioia.
Il convegno è stato pieno di spunti di intensità, di profondità. Il collegamento al concetto dei cambiamenti climatici (prossima conferenza a Parigi) racchiude tutt le crisi dell' attuale modello di sviluppo, la crisi energetica, la crisi ecologica, la crisi economica. Sono interconnessi anche i problemi sociali, le guerre, le migrazioni, tutto l'attuale modello è profondamente sbilanciato, i cambiamenti climatici sono cause/effeto, se si vuole partire dall'origine  bisogna cambiare il modello. La legge del profitto che porta l'uno per cento della popolazione a possedere il 99% delle risorse non può più essere la regola. La cooperazione, la condivisione, le relazioni umane sono nuclei di cambiamento. Esso deve partire dal nostro personale cambiamento. La resilienza, la capacità di sopravvivere alla crisi, ridimensionando consumi, alimentazione e stili di vita sono fondamentali. L'enciclica di papa Francesco giunge come una attesa spiegazione e proposta su come e perchè affrontare Ie questioni ambientali, I bambini di Plants for Planet sono apparsi come una promessa e una iniezione di fiducia: vogliono piantare milioni di alberi ! Il ruolo delle associazioni, dei comitati, di chi critica e propone alternative è fondamentale, nell'immediato futuro cercheremo di  far nostro e mettere in pratica il concetto.
In conclusione. una storica giornata ! 
Ed è stata solo la prima edizione!


Il Nostro (di tutti noi) mitico Simone ci manda i link ai vari interventi del convegno
GRAZIE SIMONE a nome di tutti noi !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Apertura con Don Albino Bizzotto:

1° intervento:
https://youtu.be/tOV5Va71YSo?t=28m25s

2° intervento:

3° intervento michele Bottari Bellezza ed Economia:

4° intervento Antonio Tesini cooperativa Ca' Magre:

5° intervento Max Strata "Oltre il limite noi e la crisi ecologica":

6° intervento Gabriele Fedrigo:

7° intervento Vittorio Betteloni:

8° intervento Plants for the Planet:

9° intervento "el Gigi":

10° intervento agricoltore biologico:

11° intervento Giampietro centro culturale bioagriturismo Thirta:

Conclusioni con Don Albino Bizzotto:

Spezzoni della festa:

3) per quanto mi riguarda sono felice dell'entusiasmo di tutti i volontari delle associazioni e della partecipazione del pubblico stimata in circa 1.500 persone.

Sabato 3 ottobre 2015 a Verona

Sabato 3 ottobre 2015 - Verona: giornata di studio, riflessione e dibattito "Laudato Si
 
Simposio intorno alla Lettera Enciclica di Papa Francesco sulla cura della Casa Comune, che interroga il mondo cattolico e il mondo laico sulla necessaria conversione ecologica per fare pace con la natura e tra gli uomini. 

Presso la Sala convegni della Gran Guardia, 
piazza Brà, ore 10.00-18.00. 

Promuovono: Missionari Comboniani e Movimento Nonviolento, con il patrocinio del Comune di Verona. 

Intervengono: Gianni Tamino, Lidia Menapace, Cristina Simonelli, Guidalberto Bormolini, Giannozzo Pucci, Gabriella Falcicchio

TUTTI ALLA FESTA a San Giorgio di Valpolicella, domenica 27 settembre

IL PROGRAMMA di domenica 27 settembre prevede:

09:30 Apertura convegno con Don Albino Bizzotto “Ma IO, nel mio piccolo, cosa posso fare?”
10:00 I ragazzi ambasciatori della giustizia climatica presentano “Plants for planet”
11:00 Inaugurazione Mostra “RipensArte” con Tinto, Mancino, Tarasco, Giampaolo Manega e Puccio Pucci
12:30 Pranziamo insieme con gli Gnocchi di Malga, minestrone di fagioli e altre leccornie
14:30 Luca Donini ed Ennio Righetti, Jazz e Bossanova
15:30 “Ciccio e il pinguino esploratore” – Teatro per i bambini a cura di Teatro del Fontego
16:30 “Artica N&N natural noise” Zeno Fatti tromba e Massimo Totola computersound e voce
17:00 Presentazione del libro “Oltre il Limite – noi e la Crisi Ecologica” con l’autore Max Strata
17:30 “Sporco Mondo – Canti d’amore alla terra” Grazia De Marchi e i fratelli Tombesi.T esti e musiche di Marco Ongaro e Roberto Tombesi
17:30 Proiezione film su tema ambientale a cura di MDF Verona
19:00 Risotto all’Amarone, cena su prenotazione
20:00 “Encuentros – Inno al Mediterraneo” – Jamal Ouassini Ensemble Me. Con Vaghelis Merkouris, Alberto Capelli e Yassin El Mahi

Ritirare la nuova delibera sull'uso dei pesticidi in Trentino. Vi invitiamo a firmare la petizione


Vi invitiamo a firmare la petizione collegata al link che qualcuno ha lanciato e che chiede di fermare la scellerata delibera in oggetto:


PERCORSO DI VITICOLTURA BIODINAMICA

GRUPPO DI LAVORO PER LA VITICOLTURA BIODINAMICA
PERCORSO DI VITICOLTURA BIODINAMICA
4 INCONTRI DI STUDIO E FORMAZIONE PER PRODURRE UVE
DI QUALITÀ

Azienda agricola Marco Sambin
via Fattorelle 20/A Valnogaredo
Padova - Colli Euganei

1 OTTOBRE - 5 NOVEMBRE 2015
12 GENNAIO – 28 GENNAIO 2016

Il gruppo di studio e di lavoro sulla viticoltura biodinamica si propone di apprendere le
tecniche per il miglioramento del suolo e della sua gestione nel ciclo dell’anno per
migliorare l’energia vitale delle viti e aumentare la qualità dell’uva.
Obiettivi: Dare al partecipante gli strumenti pratici per migliorare la qualità del suolo e la
qualità dell’uva attraverso le tecniche dell’agricoltura biodinamica adatte al proprio
contesto.
Le lezioni saranno pratiche e teoriche.
Saremo ospiti in un’azienda vitivinicola dei Colli Euganei dove potremo ammirare un
paesaggio rurale molto stimolante e ricco di spunti pratici.


PAVIA: buono, sano, biodinamico. Corso per una buona cucina casalinga



PAVIA: Corso di Agricoltura Biodinamica di primo livello








TRENTINO Fitofarmaci, la Lilt chiede uno studio sulla salute

TRENTO. «La cosa più importante è promuovere, finalmente, una ricerca seria e attendibile in provincia, per verificare se ci sono rischi per la salute correlati all’utilizzo dei fitofarmaci. Ad oggi, infatti, non esistono studi affidabili sul tema né in Italia né in Trentino. Ne esistono tanti, invece, fatti in Europa e negli Stati Uniti che dimostrano come le correlazioni tra patologie e pesticidi esiste. Però se l’Italia, da sola, consuma il 33% dei pesticidi di tutta Europa e se il Trentino è tra i territori che ne fa più uso nel Paese allora forse è il caso di approfondire la questione anche noi». E’ il presidente della Lilt (Lega italiana lotta ai tumori) del Trentino Mario Cristofolini a lanciare l’appello alla Provincia e in particolare all’Osservatorio epidemiologico del Trentino affinché si studi in maniera puntuale e precisa che rischi per la salute umana esistono utilizzando grandi quantità di fitofarmaci in agricoltura.

TRENTINO Diserbante cancerogeno M5S contro la Provincia

Ma il Trentino cosa aspetta a vietare l'uso del glifosate (o glifosato)? La questione del diserbante impiegato dagli agricoltori e dagli operai del Servizio gestione strade della Provincia torna in primo piano dopo che la anche la California ha confermato la pericolosità del glifosato: l'Agenzia per la protezione dell'ambiente dello stato Usa ha chiesto di inserire sull'etichetta dei prodotti (come il Roundup della Monsanto) che lo contengono la dicitura «prodotto cancerogeno». Nel marzo scorso, la Iarc (Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, ramo della Organizzazione mondiale della sanità) lo ha indicato come «probabile cancerogeno» rilevando una correlazione con la vulnerabilità al linfoma non Hokgkin di molti lavoratori esposti.
«E in Trentino cosa si fa per tutelare la salute di agricoltori e consumatori da questo pericoloso diserbante che viene utilizzato anche dalla Provincia lungo le nostre strade, finendo nei corsi d'acqua?» si chiede il deputato e portavoce M5S Riccardo Fraccaro «Assolutamente niente». Fraccaro ricorda che al consigliere provinciale M5S Filippo Degasperi, che con due interrogazioni e una mozione ha chiesto l'abolizione del glifosato, l'assessore all'ambiente e alle infrastrutture Mauro Gilmozzi ha risposto «che il diserbante viene utilizzato "perlopiù all'inizio della stagione", "soltanto in via residuale", solo quando non si prevede pioggia e lontano da specchi d'acqua e che gli operatori esposti al glifosato sarebbero adeguatamente preparati a gestirne l'utilizzo». Commenta Fraccaro: «Gilmozzi è troppo impegnato a parlare di Valdastico, di Tav e di Not, per interessarsi alla salute dei cittadini: risposte del genere non sono più accettabili e ledono il principio di precauzione. In provincia di Bolzano grazie all'intervento del MoVimento 5 Stelle il glifosato è stato bandito................

L’aratura profonda è da mettere in soffitta: finalmente lo dicono anche i nuovi PSR

Tutti i nuovi PSR approvati e in via di approvazione a Bruxelles contengono una misura di finanziamento indicata di solito con il numero 10.1, che riguarda i cosiddetti Pagamenti agroclimatici ambientali. Nell’ambito di questi sono previste misure specifiche di sostegno economico per gli agricoltori che si impegnano nei prossimi 5 o 6 anni ad abbandonare l’aratura profonda.

Le spiegazioni scientifiche di una scelta controcorrente

Perché l’Unione Europea e le Regioni spendono soldi per convincere gli agricoltori a evitare le arature? Ecco il testo ufficiale della misura 10.1.4 così come si legge nel PSR della Regione Emilia-Romagna:
Il contenuto di sostanza organica del suolo è il principale indicatore di qualità del suolo e la sostanza organica influenza la produzione, la regolazione del clima e la disponibilità idrica. La conservazione e il sequestro del carbonio nel settore agricolo rappresenta il fattore decisivo per la mitigazione dei cambiamenti climatici considerato che il suolo è il principale serbatoio di carbonio degli ecosistemi.
Le lavorazioni, in particolare quelle che determinano il rivoltamento degli strati di terreno come l’aratura, espongono la porzione sottosuperficiale del suolo agli agenti atmosferici favorendo la mineralizzazione della sostanza organica. Al contrario i suoli dell’Emilia Romagna, se opportunamente gestiti, hanno la possibilità di sequestrare in media fino a 14 t/ha di sostanza organica, riducendo così il carbonio emesso in atmosfera e contribuendo alla mitigazione dei cambiamenti climatici.
Il declino in atto della zootecnia determina un forte squilibrio nel bilancio della sostanza organica, per cui le aziende a indirizzo vegetale non sono in grado di reintegrare la materia organica consumata mediante le normali pratiche agricole.
L’agricoltura conservativa è una tecnica produttiva, già diffusa in alcune aree, di cui è scientificamente comprovata l’efficacia nel preservare il contenuto di sostanza organica del suolo, fino a poterne invertire la tendenza degradativa.
La riduzione o l’eliminazione delle lavorazioni e il mantenimento della copertura del terreno possono essere molto utili anche nelle aree acclivi della fascia collinare. In questi territori l’agricoltura conservativa è in grado di determinare una riduzione sino all’80% della perdita del suolo per erosione idrica superficiale.

Non crediamo in Altroconsumo

Altroconsumo spara a zero sul biologico. Dal Dipartimento di Scienze Agrarie dell'Università di Bologna Stefano Maini, Paolo Radeghieri e Claudio Porrini rispondono con una breve lettera, che pubblichiamo. Prosegue Renata Alleva, specialista in Scienza dell'Alimentazione e presidente ISDE di Ascoli Piceno.
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ALTROCONSUMO Settembre 2015  Non crediamo in BIO (pdf)
Caro “Altroconsumo”, troviamo curioso che una rivista come la vostra abbia voluto sparare a zero contro i prodotti ortofrutticoli ottenuti con metodi di agricoltura biologica mettendo a confronto solo le caratteristiche del prodotto finale. Basti solo citare un recente lavoro scientifico (Baranski et al., 2014) per capire che le cose non stanno esattamente come avete scritto nel vostro articolo.
In passato, dopo la Seconda Guerra Mondiale, con l’avvento delle molecole di sintesi, in agricoltura si è puntato principalmente sulla quantità, sull’imperativo del produrre sempre di più e su un certo tipo di qualità basato su prodotti perfetti: mele, per esempio, senza nemmeno una macchia o una minuscola erosione, tutte uguali come palle di biliardo; non prodotti biologici ma tecnologici (è su tali concetti che i consumatori dovrebbero essere educati con una vera campagna di informazione!).
Queste mele, fatte soprattutto per l’occhio, sono state definite tempo fa da Giorgio Celli “pornomele”, belle da guardare ma pericolose da consumare perché spesso intrise di residui tossici. Ora, dall’indagine di “Altroconsumo” sembrerebbe che questo problema sia stato superato. Sembrerebbe … perché 4 residui di pesticidi, anche se sotto il limite di legge (che scandalosamente non prevede ancora il cumulo), non sono, a nostro parere, da prendere a cuor leggero. La ricerca scientifica sta infatti indagando sugli effetti sinergici che queste sostanze possono avere sulla salute, anche se rinvenute nei vari alimenti “sotto il limite”............
il resto dell'articolo lo trovi su:


L’agricoltore francese avvelenato dall’erbicida vince la sua battaglia contro Monsanto

Davide contro Golia. Ossia il piccolo agricoltore francese che la spunta contro una multinazionale americana: la corte d’appello di Lione ha condannato il gruppo Monsanto, ritenuto responsabile dei gravi problemi di salute vissuti da Paul François (nella foto), coltivatore di cereali a Bernac, nella Charente, profondo Ovest agricolo della Francia.  L’uomo è stato intossicato da un erbicida utilizzato per il mais e prodotto dalla società americana. «È un grande sollievo per me. Mi metto alle spalle otto lunghi anni di lott », ha detto François, dopo aver ascoltato la sentenza, che condanna Monsanto a risarcire « totalmente » il contadino per i danni fisici subiti. È la prima vittoria di questo tipo da parte di un agricoltore francese contro la multinzionale. I fatti risalgono al 2004. François si ritrova a pulire un serbatoio contenente del Lusso, l’erbicida ora nell’occhio del ciclone. Sarebbero le inalazioni del gas tossico emanato da quel prodotto che avrebbero causato al contadino gravi problemi neurologici, classificati ormai dalle autorità francesi come malattia professionale dal 2010. «Vivo permanentemente sotto una spada di Damocle, ho delle lesioni che evolvono lentamente ». È classificato come handicappato parziale. Nel 2012 in primo grado la giustizia francese gli aveva già dato ragione. Adesso Monsanto potrebbe fare ricorso alla Cassazione ma per il momento l’eventualità appare improbabile. In realtà Monsanto ha ritirato il Lasso dalla vendita in Francia nel 2007. E lo aveva già fatto nel lontano 1985 in Canada e nel 1992 in Belgio e nel Regno Unito. Nonostante questo i rappresentanti dell’azienda hanno continuato a difendersi durante il processo affermando che « il prodotto non era pericoloso ». 

tratto da:

Pesticidi 'miccia' del diabete: sale del 60% il rischio di contrarre la malattia

Lo rivela uno studio presentato  al congresso europeo di diabetologia, in corso a Stoccolma. Nelle future mamme quadruplicano i pericoli della forma gestazionale. Gli autori: "Risultati devono essere interpretati con cautela". L'esperto:"Difficile stabilire nesso causa-effetto"

STOCCOLMA -  Sostanze ad alto impatto sulla salute, potenzialmente cancerogene e in grado di alterare il sistema endocrino e quello riproduttivo. Sostanze inquinanti, come benzene o idrocarburi, pesticidi o alcuni tipi di plastiche. Sono i cosiddetti interferenti endocrini, rischiosi perché - come dice il nome - riescono ad interferire con i nostri meccanismi ormonali modificandoli.  Adesso, come se non bastasse, arriva uno studio britannico appena presentato al congresso in corso a Stoccolma della società europea per lo studio del diabete, l'Easd, che dimostra come alcune classi di pesticidi aumentino di oltre il 60 per cento il rischio di ammalarsi di diabete.

Lo studio. Secondo lo studio, una meta analisi di 21 lavori differenti operata da studiosi dell'Imperial College di Londra e dell'università greca di Ioannina, l'esposizione ai pesticidi è in associazione con un aumentato rischio di sviluppare il diabete del 61 per cento, e ogni pesticida - o meglio ogni classe di fitofarmaci - varierebbe la percentuale di rischio di malattia. Questo tassello aggiungerebbe un pizzico di conoscenza in più nei confronti di una malattia - il diabete appunto - che è diventata incontrollabile e rischia di diventare quella che scardinerà, con i suoi costi in aumento vertiginoso, i sistemi sanitari di mezzo mondo. La genesi del diabete infatti non è così chiara ed è una patologia che sempre più mostra quanto la sua genesi sia a metà tra i fattori ambientali e genetici. Adesso l'evidenza mostra come anche i contaminanti ambientali, i pesticidi in particolare modo, abbiano un ruolo importante.

Roman Testoni, il nostro bravo "3D illustrator" ci ha preparato dei video utilissimi di TERRAVIVA





clicca su:
https://www.youtube.com/user/terravivaverona/videos

Glifosato, in California è cancerogeno. E in Italia? Il Governo risponda al M5S

Il glifosato, uno dei pesticidi introdotto dalla Monsanto, è cancerogeno. La conferma della minaccia che aleggia sulle nostre tavole ora arriva anche dagli Stati Uniti. L'Agenzia per la protezione dell'ambiente della California, infatti, vuole che sulle etichette dei prodotti contenenti l'erbicida sia inserita l'avvertenza che si tratta di un "prodotto cancerogeno". Una decisione derivante dal fatto che lo scorso marzo l'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (Iarc) dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha classificato il glifosato come"probabilmente cancerogeno". 
E in Italia? I deputati del M5S della Commissione Agricoltura hanno presentato al Governo già da diversi mesi un'interrogazione e una mozione ma l'Esecutivo non si è degnato di dare alcuna risposta. Evidentemente le priorità dell'agenda di Governo sono altre. Perché preoccuparsi dei veleni che finiscono nel nostro piatto se ci sono questioni di gran lunga più "vitali" come ad esempio la vetrina di Expo?... Tra le istanze avanzate dal M5S al Governo nei due provvedimenti, ci sono: la richiesta su quali iniziative l'Esecutivo intenda adottare per ridurre l'impatto degli erbicidi sull'ambiente e sulla salute; la necessità di sostenere e intensificare l'attività di ricerca scientifica sugli effetti che nel tempo possono provocare tali sostanze e garantire ai cittadini una corretta informazione, a partire dall'indicazione in etichetta dei prodotti alimentari. 
Una questione che in questi giorni in Italia ha determinato anche la mobilitazione di numerose associazioni ambientaliste e dell'agricoltura biologica che chiedono il bando della produzione, commercializzazione e uso del glifosato.
Perché il Governo non si degna di rispondere? A quali interessi in realtà sta dando ascolto? Se vuole sedare ogni dubbio, risponda all'interrogazione e alla mozione depositate dal M5S. O il suo silenzio lo renderà complice.
trato da: 
http://www.beppegrillo.it/movimento/parlamento/agricoltura/2015/09/glifosato-in-california-e-cancerogeno-e-in-italia-il-governo-risponda-al-m5s.html

Il glifosato è cancerogeno: la California vuole che sulle etichette dei prodotti ci sia questa avvertenza

L’Agenzia per la protezione dell’ambiente della California vuole che sulle etichette dei prodotti contenenti l’erbicida glifosato sia apposta l’avvertenza che si tratta di un prodotto cancerogeno. Prima della decisione finale, l’Agenzia californiana raccoglierà i commenti del pubblico sino al 4 ottobre. L’iniziativa californiana non deriva da propri studi ma dal fatto che in marzo l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (Iarc) dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha classificato il glifosato come “probabilmente cancerogeno”.
Il glifosato è l’erbicida più diffuso al mondoe sino al 2001 il suo brevetto è stato detenuto dalla Monsanto, che lo commercializza con il nome di Roundup e lo utilizza anche in combinazione con alcune sementi geneticamente modificate di mais, soia e cotone. Monsanto, dopo aver definito “scienza spazzatura” la valutazione dello Iarc, ha deciso di far fare un’altra valutazione a degli esperti indicati dalla società Intertek Scientific & Regulatory Consultancy, sulla base degli stessi studi utilizzati dallo Iarc. I commenti alla proposta dell’Agenzia per l’ambiente californiana, però, non potranno entrare nel merito della valutazione scientifica effettuata dallo Iarc. La proposta di etichettatura riguarda anche tre insetticidi: il malathion, anch’esso giudicato “probabilmente cancerogeno” dall’Agenzia dell’Oms, il  tetrachlorvinphos e il parathion, giudicati “potenzialmente cancerogeni”.

Pesticidi: la Corte di giustizia Ue dà torto all’Efsa. Occorre trasparenza sulle opinioni degli esperti esterni. Accolto il ricorso di Pesticide Action Network Europe e ClientEarth

L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) non può opporre il segreto, adducendo il diritto alla privacy, ai soggetti che  chiedono di conoscere i nomi degli esperti esterni coinvolti  in un procedimento di valutazione scientifica della stessa Efsa e quali sono le osservazioni da questi formulate. La Corte di Giustizia europea ha ribaltato la decisione del Tribunale dell’Unione europea, dando ragione all’ong Pesticide Action Network Europe (PAN Europe) e a ClientEarth (lo studio legale degli ambientalisti), che sostenevano il diritto di conoscere i nomi degli esperti esterni che avevano partecipato, nel 2010, alla formulazione del parere dell’Efsa su una proposta di regolamento della Commissione Ue in materia di pesticidi. Le osservazioni degli esterni avevano portato a modificare la bozza di parere preparata dagli esperti dell’Efsa, che, in un primo momento, si era rifiutata anche di divulgare il testo delle osservazioni. Una volta rivista la decisione, Efsa si era comunque opposta a indicare i nomi degli esperti esterni che avevano formulato le varie osservazioni. I ricorrenti  sottolineano che nozioni di “dati personali” e “dati relativi alla vita privata” non devono essere confuse e che le informazioni richieste non rientrano nella sfera della vita privata degli esperti. Inoltre, PAN Europe e ClientEarth  sostengono che la divulgazione dell’informazione era “necessaria per garantire la trasparenza del processo di adozione di un atto destinato ad avere ripercussioni sulle attività di operatori economici, segnatamente, per valutare in che modo ciascuno degli esperti intervenuti in tale processo avesse potuto, con il proprio parere scientifico, influire sul contenuto di tale atto”. Questa necessità di trasparenza, secondo i ricorrenti, derivava anche dall’esistenza di “un clima di sfiducia nei confronti dell’Efsa, spesso accusata di parzialità per via del suo ricorso a esperti collegati da interessi personali con gli ambienti industriali, nonché sulla necessità di garantire la trasparenza del processo decisionale di tale autorità”. La Corte di Giustizia europea ha dato loro ragione, affermando che “ottenere l’informazione controversa risultava necessario per consentire di verificare in concreto l’imparzialità di ciascun esperto nell’adempimento della sua missione scientifica a servizio dell’Efsa”.

Pesticidi, comitato contro Zeni «La riforma svende la salute»

L'assessore (trentino) accusato di ignorare le esigenze dei cittadini e di favorire l'industria.

Hanno fatto passare il documento come migliorativo e sostenibile, credendo che la gente non sia in grado di capire che ridurre le distanze equivale ad aumentare il rischio». Il Comitato per il diritto alla salute in Val di Non boccia il nuovo regolamento sui trattamenti fitosanitari proposto dalla Provincia: «È molto pericoloso per la salute in quanto riduce notevolmente le distanze di non uso di atomizzatori dalle case e dalle aree sensibili e renderà impossibili i controlli, poiché le distanze variano secondo il tipo di pesticida usato (tossico, nocivo, irritante, eccetera), i mezzi utilizzati e come sono usati (atomizzatore normale, munito di antideriva, tunnel, la pressione, il volume d'aria eccetera). Le forze dell'ordine preposte alla vigilanza come faranno a controllare che queste cervellotiche norme siano rispettate?».
Sotto accusa l'assessore alla salute Luca Zeni: «Con questo regolamento la Provincia ha svenduto la nostra salute, economia, ambiente e qualità della vita alle lobby dell'agricoltura industriale (in forte crisi economica) e alle multinazionali che producono e vendono pesticidi. Il nuovo assessore alla salute Luca Zeni ha anche demolito il faticoso cammino che noi come Cds Val di Non avevamo intrapreso con le istituzioni, grazie alla disponibilità del precedente assessore Donata Borgonovo Re, per riequilibrare il rapporto tra agricoltura e società.
Zeni non ha nemmeno tenuto minimamente conto che la misura più votata dai cittadini per migliorare la salute, nel recente e partecipato sondaggio previsto dal piano della salute provinciale, era quella di eliminare i pesticidi».
Il Comitato chiede ai sindaci di applicare «misure più restrittive e soprattutto efficaci». Ai residenti in Trentino, il Comitato chiede di manifestare la loro indignazione scrivendo a Luca Zeni, all'assessore all'agricoltura Michele Dallapiccola e a Paride Gianmoena , presidente del Consiglio delle autonomie, chiedendo il ritiro della proposta.

ARTICOLO TRATTO DA:

(grazie sempre al nostro bravo Simone Bernabè che ci scova queste prelibatezze di articoli)

Messaggio di solidarietà al presidio del 9 Settembre contro lo "sblocca Italia"

DA TERRAVIVA
ISDE (non fa parte della nostra rete ma è allineata con noi su tanti temi) mi chiede di mettervi al corrente della sua iniziativa di solidarietà contro lo "sblocca Italia".

Intendiamo con questo messaggio esprimere la nostra condivisione e piena solidarietà al presidio indetto per il 9 Settembre davanti a Montecitorio per contrastare il Decreto Legge definito “Sblocca Italia”. Fin dal primo momento in cui esso è stato emanato abbiamo espresso la nostra più profonda preoccupazione riguardo al “fervore” legislativo del Governo in materia ambientale. In realtà le nostre perplessità riguardano l’intero percorso legislativo che con “Destinazione Italia”, “Ambiente Protetto” e “Sblocca Italia” ha visto uniti senza soluzione di continuità questo Governo e il precedente in unazione che ci fa retrocedere sul piano delle tutela dell’ambiente e della salute verso una condizione peggiorativa rispetto all’attuale quadro normativo Comunitario. Abbiamo espresso le nostre perplessità nel documento “Come ti smantello il passato e ti trivello il futuro” scaricabile dal sito; invitiamo tutti a leggerlo: http://www.isde.it/wp-content/uploads/2015/09/2014-10-Documento-ISDE-contro-Sblocca-Italia-Come-ti-sotterro-il-passato-ti-trivello-il-futuro.pdf 
La volontà del Governo centrale di effettuare una profonda revisione delle competenze Stato Regioni, assegnando allo Stato il ruolo di guida, imponendo soluzioni anacronistiche e insostenibili e riducendo di fatto l’autonomia dei vari territori anche nelle Regioni a Statuto Speciale, ci sembra spinta da logiche che vanno contro i principi e le azioni che la Comunità Europea e la stessa comunità scientifica internazionale chiedono che siano assunti da tutti i Governi nel prossimo incontro di Parigi: abbattimento delle emissioni di gas serra globali, adozione di misure per contrastare i cambiamenti climatici, difesa del suolo come elemento centrale degli equilibri della biosfera e come luogo di produzione salubre del cibo, difesa della qualità e dell’accesso alle risorse di acqua dolce sempre più scarse. 
Con questi provvedimenti il Governo invece riduce gli incentivi alle fonti rinnovabili vere confermandoli per le cosiddette assimiliate e mantenendo di fatto la distorsione del mercato a favore di queste ultime; apre la strada al “carbone pulito”, al settore geotermico ad alta entalpia (tutt’altro che scevro da pericolose ricadute ambientali!), alle trivellazioni per la ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi. 
Si ignora completamente l’appello di ricercatori e scienziati che dimostrano come la strada delle energie fossili sia del tutto perdente; nei SIN si permette di aggirare l’obbligo di bonifica secondo il principio comunitario del “chi inquina paga” anzi si concedono agevolazione economiche per riconversioni industriali che, senza alcuna garanzia per una vera bonifica, aggiungono nuovo inquinamento. 
Addirittura si è data la possibilità ai grandi poli produttivi di scaricare a mare e in corsi d’acqua secondo la loro capacita produttiva oltre i limiti finora consentiti, metalli pesanti pericolosi quali alluminio, arsenico, cromo, ferro, piombo, cadmio nichel, mercurio e solventi organici. Come dire che più si è grandi e più si è autorizzati ad inquinare! 
Con il decreto “Sblocca Italia” si è poi consentita tutta una serie di superamenti e semplificazioni di vincoli ambientali visti come ostacolo alla crescita economica e non come controllo e garanzia delle difesa di diritti collettivi a salvaguardia dell’ambiente e della salute. 

In particolare all’art.35 gli inceneritori di rifiuti, che per la normativa italiana rientrano fra le industrie insalubri di classe I, vengono definiti “infrastrutture e insediamenti strategici di preminente interesse nazionale, ai fini della tutela della salute e dell’ambiente” e, in base ad evidenti errori di valutazione e di calcolo, ne viene prevista la costruzione di nuovi e per quelli esistenti ne viene disposto l’utilizzo al massimo della loro potenzialità con superamento dei vincoli territoriali. In questo modo non vengono sanzionate le amministrazioni che non raggiungono neppure gli obiettivi minimi di raccolta differenziata, vengono penalizzate quelle che li hanno ampiamente superati, si pone un freno ad una vera gestione virtuosa dei rifiuti e si consente il peregrinare di ingentissime quantità di rifiuti attraverso tutto il Paese. 
Tutto ciò è a dir poco paradossale in quanto vengono completamente ignorati sia la normativa vigente in ambito europeo - recepita anche dal nostro Paese - che indica la scala delle priorità nella gestione dei rifiuti privilegiando riduzione e recupero di materia rispetto al recupero di energia, che lo stesso Piano Nazionale di Prevenzione dei Rifiuti, incluse le indicazioni fornite dal Comitato Tecnico Scientifico per la sua attuazione. 
Anche su questi temi il parere di noi Medici per l’Ambiente non è mancato, con il recente Position Paper sulla gestione sostenibile dei rifiuti scaricabile dal sito ISDE (http://www.isde.it/wp-content/uploads/2014/02/2015-08-12-Position-Paper-RIFIUTI-finale.pdf). 
Per tutti questi motivi intendiamo ribadire, auspicando la massima partecipazione all’iniziativa, la nostra piena condivisione a questo presidio in cui si riconoscono le tante realtà di Cittadini, Comitati, Associazioni, Società Scientifiche che da tempo la salubrità del proprio ambiente ed il futuro dei propri figli. 
Per ISDE Agostino Di Ciaula, Patrizia Gentilini, Ferdinando Laghi, Vincenzo Migaleddu 
7 Settembre 2015 

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Gios: i fitofarmaci preoccupano «L'agricoltura dovrà cambiare»

Il professore sta esaminando gli effetti del settore in Trentino

Domanda secca, diretta: l'agricoltura trentina è davvero sostenibile? Il professor Geremia Gios (nella foto), dal suo studio di direttore del Dipartimento di economia dell'Università di Trento, risponde prudente: «Osservo che la situazione non è omogenea, che c'è un'agricoltura intensiva su 30 mila ettari: mele, uva, mais, un po' di patate... E poi ci sono 100 mila ettari a prato e a pascolo. Al di fuori dei 30 mila ettari intensivi, si può dire che l'agricoltura delle aree marginali è sicuramente sostenibile...».
E quella intensiva, professore?
«Si potrebbe discuterne...».
Professor Gios, è una risposta un tantino «democristiana»...
«Sì, lo ammetto. È che sto ultimando una ricerca, in corso da tre anni, sulle esternalità positive e negative dell'agricoltura trentina, calcolando i flussi di utilità/benessere che non passano dal mercato, le esternalità su paesaggio, inquinamento, salute, depurazione, biodiversità... Aspettiamo che lo studio sia ultimato».
Intanto, cosa può dire?
«Che si può sicuramente migliorare...».
Lei, di recente, in un incontro organizzato dall'Unione diplomati di San Michele, ha usato toni severi parlando degli effetti sulla salute dell'impiego dei fitofarmaci. Conferma?
«Diciamo che ci sono seri motivi di preoccupazione, soprattutto per le malattie legate alla degenerazione del sistema nervoso. Ma, ripeto, i dati sono in corso di elaborazione».
La Giunta provinciale ha approvato il nuovo regolamento sulle fasce di rispetto nell'uso dei pesticidi. Che gliene pare?
«Una decisione in qualche misura obbligata. Accettabile che si voglia tutelare i luoghi sensibili, ma è difficilmente praticabile: come si fa a fare i trattamenti tra le 22 e le 6 del mattino? Il tutto mi pare un po' cervellotico. Ma soprattutto non viene affrontata la questione vera: la dispersione oltre una certa distanza, per cui la quantità di prodotto nell'aria resta più o meno identica. È un inizio, ma i problemi restano. E il problema di fondo è che in Trentino c'è un'agricoltura di tipo urbano, frammista alla residenzialità. Non siamo in California o nel Midwest degli Stati Uniti».

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Il biologico conquista terra

La riforma comunitaria del settore biologico, bene che vada, vedrà la luce nel 2016. E per ora senza quelle modifiche richieste dall’Italia su eventuali prodotti contaminati (da «decertificare») e controlli più rigorosi, soprattutto per quelli in arrivo da paesi terzi. Una prima intesa di massima è stata raggiunta dal Consiglio Ue a Lussemburgo nel giugno scorso. Ma il negoziato sarà ancora lungo e in salita.
Eppure gli italiani confermano di apprezzare sempre più un’agricoltura a minore impatto ambientale, o comunque praticata con metodi che fanno meno ricorso a mezzi chimici di sintesi. E ancora di più lo confermano i consumatori, visto che la domanda di prodotti alimentari biologici nei supermercati, nel primo semestre di quest’anno sono aumentati di quasi il 20%. 
Che il settore continui a tirare lo confermano innanzitutto i dati elaborati dal Sinab, il Sistema nazionale d’informazione sull’agricoltura biologica del ministero delle Politiche agricole, sulla base delle informazioni trasmesse da Organismi di controllo e Regioni relativi a tutto il 2014.
I dati definitivi saranno presentati al Sana, «Salone internazionale del biologico e del naturale» organizzato da Bologna Fiere (dal 12 al 15 settembre), ma in ogni caso saranno quasi tutti di segno «più».
Le superfici coltivate con metodo biologico l’anno scorso si sono attestate a un milione e 388mila ettari, con un aumento del 5,4% rispetto al 2013. E qui, in termini assoluti, vale sottolineare che in un anno sono stati convertiti, dall’agricoltura convenzionale a quella bio, oltre 80mila ettari.
L’incidenza di questa superficie su quella agricola totale in Italia è stata pari al 10,8%, contro il 10,1% dell’anno prima, con un incremento quindi del 6,9 per cento.
È aumentato anche il numero degli operatori (+5,8%), con 55.433 addetti certificati, di cui quasi il 77% (42.546) rappresentato da aziende agricole, poco meno del 23% (12.628) da preparatori-trasformatori e una minima parte (259, pari allo 0,5% scarso) da importatori. ..........................
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IL BIOLOGICO E NON A VERONA E DINTORNI

E' USCITA L'EDIZIONE 2015/2016


IL BIOLOGICO E NON A VERONA E DINTORNI Guida all’economia sostenibile.
La seconda edizione contiene un elenco dettagliato con l’indirizzo di tutte le realtà presenti sul territorio: 
negozi e supermercati Bio, aziende agricole Bio
mangiare e bere Bio, mercatini Bio e a km 0
gas e sistemi paralleli, orti collettivi
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Unica nel suo genere è uno strumento indispensabile per chi ha scelto di avvicinarsi al bio o per chi già lo conosce bene e vuole essere informato sulle novità, ma anche e soprattutto per le aziende del settore che vogliono farsi conoscere.

CARATTERISTICHE TECNICHE:
stampato in 10.000 copie e distribuita gratuitamente presso i  punti vendita di Verona e Provincia, mercatini ecc. 
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Chi desidera una copia (gratuita) la trova nei vari punti vendita Bio, nella Libreria Pagina12 in Corte Sgarzerie a Verona, contattare il 349 8073064 o inviare una mail a: info@pietropaolosimoncelli.it



Per un mondo migliore.. in Valpolicella


Pesticidi: se vicino agli asili solo di notte, ecco le nuove regole

Pesticidi: se vicino agli asili solo di notte, ecco le nuove regole
Pesticidi: se vicino agli asili solo di notte, ecco le nuove regole

Trenta metri di distanza da parchi e giardini pubblici, aree sportive ed aree verdi interne a plessi scolastici e asili nido, strutture sanitarie e socio assistenziali per tutti i prodotti fitosanitari qualora non siano adottate misure di contenimento della deriva; a 10 metri per i fitosanitari classificati tossici, molto tossici e/o recanti in etichetta le frasi di rischio previste dal PAN qualora, viceversa, siano adottate misure di contenimento della deriva; a 5 metri per i prodotti fitosanitari diversi da quelli precedenti se si contiene la deriva; a distanze inferiori (0-5 metri), ma solo per la distribuzione di prodotti fitosanitari non tossici, se si utilizzano sistemi di distribuzione dei fitofarmaci "a tunnel", lance azionate a mano con pressione moderata e proporzionata alle dimensioni della coltura, atomizzatori dotati di misure di contenimento della deriva.
PER LEGGERE IL TESTO DELLA DELIBERA CLICCA QUI: delibera distanze fitosanitari
Sono queste le distanze minime per i trattamenti fitosanitari, contenute nella delibera approvata oggi dalla Giunta provinciale in attuazione del Piano nazionale per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (PAN), che risale al 22 gennaio scorso. Tra le regole c'è anche quella che obbliga ad effettuare i trattamenti fitosanitari in prossimità di tali aree "sensibili", ovvero asili e scuole di ogni ordine e grado, solo nella fascia oraria che va dalle ore 22.00 alle 6.00. Secondo quanto comunica la giunta si tratterebbe di criteri più restrittivi rispetto a quelli previsti dal decreto nazionale: vista la realtà trentina, con un'alta concentrazione di frutteti in determinate zone, si è deciso di rafforzare le tutele per la salute dei cittadini. I Comuni a loro volta potranno, se lo riterranno opportuno, applicare criteri ancor più restrittivi. 


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