Marcato contadino a Cavalo il 30 e 31 luglio

 


Emergenza siccità: i 20 consigli dell’Enea per risparmiare acqua in casa, in giardino e in bagno

 Secondo stime dell’ENEA in Italia il consumo di acqua ad uso civile (residenziale e terziario) rappresenta il 20% circa del totale e in una situazione di siccità come quella attuale è necessario ridurre la percentuale. In pratica ogni cittadino ha una dotazione idrica (al netto delle perdite) di circa 200 litri al giorno. “Una delle maggiori criticità del nostro Paese – spiega Luigi Petta, del laboratorio tecnologie per l’uso e gestione efficiente di acqua e reflui ENEA – riguarda la carenza di infrastrutture e la scarsa efficienza della rete idrica”. Nonostante l’elevata abbondanza di acqua (garantita da 7.594 corsi d’acqua, 324 laghi, oltre 1.000 falde sotterranee e 526 dighe che raccolgono circa l’11% delle piogge) – la rete perde mediamente il 41,2% dell’acqua immessa[1], con punte del 48%. Anche nelle aree più virtuose, questa percentuale non scende mai al di sotto del 20%, a fronte di valori molto inferiori in ambito europeo ( 6,5% in Germania)”. Secondo stime degli esperti la sistemazione  e la digitalizzazione della rete idrica permetterebbero di risparmiare fino al 25% dell’energia.

Un problema altrettanto serio riguarda settori produttivi come l’agricoltura che assorbe il 50% circa del fabbisogno idrico totale. Per affrontare momenti di siccità  o di carenza idrica come quello attuale, le aziende agricole dovrebbero adottare sistemi innovativi  come l’irrigazione a goccia e subsuperficiale, e puntare sulla ricerca per favorire il riuso delle acque reflue trattate.  Un altro capitolo decisivo  per affrontare i momenti critici consiste nel responsabilizzare i cittadini verso comportamenti in gradi di ridurre lo spreco di acqua.

siccità
L’agricoltura assorbe il 50% circa del fabbisogno idrico totale

Al riguardo ENEA ha elaborato una guida in 20 punti con suggerimenti, buone pratiche e un elenco di errori da evitare in ambito residenziale.

  1. Mantenere efficiente l’impianto idrico e verificare la presenza di perdite occulte: si calcola che un rubinetto gocciolante sprechi fino a 5 litri al giorno.
  2. Chiudere bene il rubinetto per evitare che l’acqua scorra inutilmente. Ad esempio mentre ci stiamo lavando le mani: in un minuto evitiamo lo spreco di almeno 6 litri; se mentre ci laviamo i denti lasciamo scorrere l’acqua sprechiamo fino a 30 litri ( ne consumiamo solo 1,5 litri se non la lasciamo scorrere). Anche chiudere il rubinetto durante la rasatura consente un risparmio fino a 20 litri.
  3. Raccogliere l’acqua fredda non utilizzata quando si attende di ricevere quella calda; effettuare prima le operazioni che richiedono acqua fredda (ad esempio per lavarsi i denti) e poi quelle che richiedono acqua calda (ad esempio farsi la barba).
    siccità
    Utilizzare lavastoviglie e lavatrici sempre a pieno carico
  4. In cucina, per le operazioni di preparazione degli alimenti o il lavaggio della verdura usare  bacinelle anziché l’acqua corrente. Si calcola che per bere e cucinare vengano consumati circa 6 litri di acqua al giorno pro capite e per lavare i piatti a mano almeno 40 litri. Tuttavia lo spreco può arrivare anche a 12 litri al minuto se non si chiude il rubinetto.
  5. Riutilizzare l’acqua di cottura della pasta o del lavaggio delle verdure per sciacquare i piatti prima di metterli in lavastoviglie o per annaffiare (quando non è salata).
  6. Utilizzare lavastoviglie e lavatrici sempre a pieno carico. Si calcola che per un carico di lavastoviglie (classe A) senza prelavaggio vengano utilizzati fino a 15 litri (7 litri in classe A+++), mentre per un carico di lavatrice (classe A) si impiegano 45 litri. Preferire inoltre programmi di lavaggio a temperature non elevate (40-60° C). Inoltre, con l’installazione di pannelli solari si eviterebbero i consumi elettrici per scaldare l’acqua necessaria agli elettrodomestici.
  7. Preferire, quando possibile, rubinetti dotati di sensori o di rompigetto aerato che riducono il flusso e hanno maggiore efficacia di lavaggio, avendo cura di mantenerli in efficienza togliendo il calcare.
  8. In bagno installare uno scarico del water a doppio tasto per risparmiare anche 100 litri al giorno.
  9. Scegliere di fare la doccia invece del bagno permette di risparmiare fino a 1.200 litri all’anno. Per fare il bagno in vasca servono da 100 a 160 litri di acqua, mentre per fare una doccia di 5 minuti ne servono al massimo 40, ancora meno se si chiude il rubinetto per insaponarsi.
  10. Chiudere la centralina dell’acqua in caso di periodi prolungati di mancato utilizzo (ad esempio, quando si parte per le vacanze).
    acqua
    Utilizzare per l’irrigazione sistemi temporizzati, a goccia o in subirrigazione
  11. Installare sistemi di raccolta per l’acqua piovana per usi non potabili (lavaggio toilette, lavaggio auto) e per innaffiare (l’acqua piovana è meno dura e più gradita alle piante). Evitare di bagnai il giardino nelle ore calde per ridurre l’evaporazione. In Italia cadono mediamente 800 mm di pioggia l’anno. Questo significa che su una superficie di circa 80 m2 si può raccogliere l’acqua necessaria per una persona per un anno.
  12. Utilizzare per l’irrigazione sistemi temporizzati, a goccia o in subirrigazione.
  13. Evitare di lavare l’auto usando acqua potabile, in questo modo potremmo risparmiare 400-500 litri.
  14. Coprire la superficie delle piscine con teli per evitare l’evaporazione.
  15. Recuperare l’acqua di condensa dei condizionatori o dell’asciugatrice, per usi domestici, come ad esempio per il ferro da stiro.
  16. Diversificare l’uso dell’acqua a seconda della sua qualità (potabile, piovana, grigia, nera).
  17. Utilizzare, ove possibile, tecnologie per il riutilizzo delle acque grigie generate dalle operazioni di igiene personale. Un impianto dedicato al riciclo delle acque da docce, lavabi e vasche garantisce il trattamento per  usi “secondari” come lo scarico del water, l’irrigazione delle aree verdi.
  18. In giardino, attorno alle piante, effettuare un’adeguata pacciamatura[2] in modo da mantenere il più possibile l’acqua nel terreno; preferire piante che necessitano di meno acqua e non irrigare zone impermeabili.
  19. Installare coperture vegetali sui tetti e giardini pensili. Si tratta di soluzioni che permettono di assorbire fino al 50% di acqua piovana e di rallentare il deflusso della pioggia nel sistema idrico della città, riducendo la possibilità di allagamenti in caso di forti precipitazioni. I tetti verdi favoriscono inoltre l’isolamento termico del tetto, riducono le polveri sottili e favoriscono un microclima più gradevole.
  20. Nelle superfici esterne agli edifici, utilizzare pavimentazioni drenanti al fine di conservare la permeabilità del sito, favorire la ricarica delle falde e mitigare l’effetto noto come isola di calore.                                                                      
     Figura 1: i costi energetici dell’acqua

(1) Dati ARERA relativi all’anno 2021.

(2) La pacciamatura è un’operazione che si effettua in agricoltura e giardinaggio ricoprendo il terreno attorno alle piante con uno strato di materiale al fine di impedire la crescita delle malerbe, mantenere l’umidità nel suolo, proteggere il terreno dall’erosione e dall’azione della pioggia battente, evitare la formazione della cosiddetta crosta superficiale, diminuire il compattamento, mantenere la struttura e mitigare la temperatura del suolo.

tratto da: https://ilfattoalimentare.it/siccita-enea-acqua-risparmio-idrico.html

DL aiuti: via libera a migranti in 9mila fattorie sociali

Via libera all’accoglienza di migranti e rifugiati nelle novemila fattorie sociali nate nelle campagne italiane per sostenere le fasce più disagiate della popolazione, dalle famiglie in difficoltà agli anziani, dai bambini ai disabili. Ad affermarlo è la Coldiretti del dare notizia dell’approvazione di un importante emendamento alla legge sull’agricoltura sociale da parte delle Commissioni alla Camera nel corso dell’iter di conversione del decreto-legge “Aiuti”. Il provvedimento, fortemente sostenuto da Coldiretti, va di fatto a ricomprendere nell’ambito dei soggetti beneficiari delle attività di inserimento socio-lavorativo e di inclusione sociali anche i migranti e i rifugiati in aggiunta alle categorie attualmente previste delle persone svantaggiate e dei lavoratori svantaggiati e con disabilità.

In questo modo si superano le difficoltà riscontrate a livello di legislazione regionale che non consentono di includere quelle categorie tra i destinatari delle pratiche di agricoltura sociale. Una scelta che riconosce l’importanza del nuovo “welfare agricolo”, una realtà che nel corso di quasi un decennio ha visto aumentare di 7 volte il numero delle fattorie impegnate nel sociale in grado di offrire oggi un valore di servizi sanitari ed educativi che ha raggiunto il miliardo di euro secondo le stime della Coldiretti.

Sempre in sede parlamentare è stato approvato anche un altro importante emendamento con l’introduzione di significative modifiche alla norma che escludeva il diritto di prelazione in favore dei coltivatori diretti affittuari e dei coltivatori diretti o Iap proprietari di terreni confinanti quando i finanziamenti bancari destinati all’acquisto degli stessi terreni fossero assistiti da garanzia dall’Ismea concessa ad un giovane per favorirne l’insediamento in agricoltura. In particolare l’emendamento approvato precisa che l’esclusione della prelazione non opera quando il terreno, che un giovane interessato all’insediamento in agricoltura voglia acquistare, sia affittato ad un coltivatore diretto. In tal modo si concilia la necessità di tutelare la prosecuzione dell’attività agricola da parte del coltivatore diretto, che già opera sul terreno oggetto di vendita, e l’esigenza di incentivare l’insediamento dei giovani in agricoltura individuando, appunto, nel solo coltivatore diretto affittuario il soggetto che deve essere preferito al giovane, assistito dalla garanzia Ismea, nell’acquisto del fondo rustico. 

Tutti i giovedì a Bosco Chiesanuova dalle 17 alle 19 - GAS Lessinia


 

Pesticidi: sviluppato un metodo per rilevarli su frutta e verdura in pochi minuti, anche in negozio

L’analisi dei residui di pesticidi su frutta e verdura, che secondo stime dell’Unione Europea si ritrovano in un campione su due, richiede indagini che non possono essere svolte nei negozi, ma solo in laboratori specializzati. In futuro, però, la situazione potrebbe cambiare, perché i ricercatori del Karlolinska Institutet di Stoccolma, grazie a un progetto finanziato dallo European Research Council, hanno messo a punto un metodo facile da utilizzare, poco costoso, rapido e soprattutto che non richiede una strumentazione sofisticata né personale con una formazione specialistica, illustrato in articolo pubblicato su Advanced Science.

I ricercatori svedesi sono partiti da una tecnica messa a punto negli anni Settanta, la spettroscopia Raman amplificata da superfici (più comunemente chiamata Sers), che permette di amplificare enormemente (fino a un milione di volte) il segnale di singole molecole depositate su una superficie. Questa tecnica è già sfruttata in campo medico per identificare i biomarcatori di alcune malattie e nella ricerca, ma finora non è stata molto usata in altri ambiti perché piuttosto costosa e poco maneggevole. Ottimizzando il procedimento, i ricercatori svedesi hanno risolto i principali limiti della tecnica e creato un sensore più che maneggevole, adatto a indagini sul campo da effettuare in pochi minuti in un negozio. In sintesi, si preleva un campione, per esempio dalla buccia di una mela, con un bastoncino cotonato. Quindi si immerge quest’ultimo in una soluzione per dissolvere i pesticidi raccolti, e poi se ne deposita qualche goccia sul sensore.

Supermarket employee putting vegetables in shelves
Un gruppo di ricercatori ha messo a punto una tecnica per rilevare residui di pesticidi in pochi minuti, direttamente sul campo

Per confermare l’affidabilità del metodo, gli autori hanno usato un tracciante noto, e poi hanno analizzato il segnale del sensore con lo spettrometro, confermando che la reazione aveva dato il risultato atteso. Quindi hanno fatto prove con una mela cosparsa di un pesticida vietato in molti paesi, il Paration-etile: anche in questo caso ottenendo risultati corretti in pochi minuti. Inoltre, anche dopo 2 mesi e mezzo gli stessi campioni, analizzati nuovamente con la stessa serie di sensori, hanno dato lo stesso esito, suggerendo così che i kit di analisi possano essere conservati a lungo, per ripetere le prove nel tempo.

In laboratorio i test hanno avuto successo, e ora si tratta di effettuarne molti di più, in situazioni reali, ma se tutto andrà come atteso, in un futuro non troppo lontano potrebbe essere possibile scoprire la presenza di pesticidi senza ricorrere a complesse indagini di laboratorio.

tratto da: https://ilfattoalimentare.it/analisi-pesticidi-metodo-rapido.html

A Gorgusello il 7 Agosto

 


Fiera Biofach 2022 in versione estiva è una novità assoluta

Vediamoci a Norimberga per l’evento più importante al mondo per le produzioni biologiche. Biofach 2022 in versione estiva è una novità assoluta. Ma anche se il periodo è inconsueto per una fiera che si è sempre tenuta a metà febbraio, l’importante è tornare a incontrarsi in un’occasione così importante per il settore biologico da non poterne fare a meno qualunque sia il periodo dell’anno.

GreenPlanet sarà a Biofach in forze per raccontare la fiera e, in particolare, le aziende italiane che hanno una forte vocazione all’export, presenti a Norimberga con le loro novità.

Ci stiamo preparando a veicolare nei primi giorni di fiera alcuni numeri della newsletter in lingua inglese per focalizzare l’attenzione dei buyer e dei retailer presenti, verso le aziende che rappresentano al meglio il biologico italiano nel mondo. Le newsletter saranno inviate all’indirizzario estero di Greenplanet e intendono appunto valorizzare la presenza italiana alla fiera di Norimberga suscitando l’interesse del pubblico internazionale al fine di contribuire all’incremento delle visite ai loro stand. Stiamo organizzando l’invio di una prima newsletter in inglese già la mattina di lunedì 25 luglio, vigilia di fiera. La newsletter successiva conterrà interviste di prima mano ad alcune delle aziende italiane presenti.
Sul piano generale, il momento è tutt’altro che facile. Da una parte la sfida rappresentata dagli obiettivi ambiziosi posti al settore dall’Unione Europea, dall’altra la necessità di proporsi al consumatore con modalità e contenuti sempre più forti e chiari nella difficile contingenza economica che colpisce tutta Europa e in presenza di un’offerta alimentare sempre più articolata, in cui il richiamo del biologico rischia di perdere parte del suo fascino.

Ribadire l’identità del biologico, il suo valore per la salute e l’ambiente, è un compito a cui Biofach non potrà sottrarsi.

Contaminazioni, Ispra: Ecco l’iter per bonificare terreni

Il 2030 è il traguardo che la UE si è posta per aumentare la percentuale di terreni coltivati con metodo biologico: il 25% in più rispetto ad oggi. Un obiettivo ambizioso che l’Italia intenderebbe raggiungere ancora prima, nel 2027, anche sul fronte dei controlli dei terreni che vengono trasformati.

Soprattutto dopo il caso che ha coinvolto Milano Vettabia, alla periferia sud della città, dove il Comune aveva affittato ad un’azienda agricola biologica – la Cascinet – alcuni terreni. Presi da alcuni dubbi,  i proprietari della Cascinet hanno deciso di fare in autonomia analisi specifiche, da cui è stata rilevata la presenza di metalli pesanti, come ha raccontato di recente il Corriere della Sera. Dopo lo sconcerto, da quel momento è partita una lunga istruttoria da cui sarebbe emerso che la bonifica da parte del Comune non era mai stata fatta; per questo AIAB e alcuni consumatori hanno avviato una causa contro Palazzo Marino, rivendicando il diritto alla salute e all’ambiente e il risarcimento dei danni all’azienda.

Si è trattato di un caso, forse isolato, ma che spinge ad approfondire come vengono fatte le bonifiche dei terreniFabio Pascarella, responsabile dell’area siti contaminati dell’Ispra, ci spiega come si sviluppa l’iter: “La Legge prevede che, al verificarsi di un evento che abbia la potenzialità di contaminare i suoli e le acque sotterranee, si parta con la procedura di caratterizzazione. Ma, nel caso in cui non si abbia contezza del fatto che un terreno possa essere contaminato, ovviamente non può partire alcun automatismo”.

Il punto è chiaro: se un’area è “attenzionata”, come può essere la Terra dei fuochi, allora è facile che si facciano delle operazioni di prelievo di campioni di terreno e di acque sotterranee. Succede, ad esempio, che nei 42 SIN, i siti di interesse nazionale, che coincidono con le maggiori aree industriali attuali e passate, “si facciano prelievi e si veda se le concentrazioni che si rilevano sono maggiori dei limiti imposti”, ha spiegato ancora Pascarella. “Se è così, si procede con delle analisi che devono verificare se quelle contaminazioni in quella situazione particolare costituiscano un rischio o meno per la salute e per l’ambiente. Se si stabilisce che il rischio c’è, si parte con la bonifica”.

Questa operazione può impiegare tempi più o meno lunghi: “In alcuni casi si tratta di spostare della terra in discarica; ambientalmente questa è una procedura considerata fallimentare perché di fatto si sposta la contaminazione da un luogo in cui può causare problemi, ad esempio se si fosse vicino al mare, ad una discarica, ma non la elimina. Oltre tutto sappiamo che le discariche non hanno ad oggi una sufficiente possibilità di smaltimento”. In altri casi si procede con la bonifica vera e propria, ha spiegato ancora Pascarella: “Se si rileva la presenza di idrocarburi, si può intervenire con delle sostanze specifiche e delle sonde per estrarre gli idrocarburi; in questi casi – ha proseguito– dipende da quanto sono elevate le concentrazioni nel terreno”.

Possono, poi, essere messe in campo delle azioni tese a impedire che l’inquinamento si diffonda: “Se ci si trova in aree costiere ed è in corso una contaminazione dell’acqua sotterranea, si possono installare delle barriere idraulicheche, attraverso dei pozzi, intercettano tutta la falda che si muove dall’interno del sito contaminato per spingerla verso l’esterno, in modo che la falda contaminata non vada a interessare dei pozzi o aree in cui giocano i bambini”, ha fatto sapere il responsabile dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. La norma vale per tutti i siti, con la differenza che quelli nazionali, che richiedono procedure più complesse, vengono gestite dal Ministero, altre da Regioni e/o Comuni.

Quindi, un conto è se la bonifica viene fatta, ma non è stata collaudata o non è stata eseguita correttamente, altro conto è se si va ad analizzare delle aiuole nel centro di Roma o di Napoli: in quei casi, prelevando dei campioni, certamente si troveranno delle contaminazioni.  Vivendo in un pianeta antropizzato “è difficile trovare terreni vergini”, ma è evidente che per trasformare uno spazio naturale in agricolo biologico i controlli devono essere accurati, per ottenere le certificazioni.

Dal canto suo Ispra, proprio su richiesta dei Comuni, delle Regioni e delle Arpae regionali, oltre che dei cittadini attraverso la stampa, ha costruito un database dal quale è possibile valutare lo stato di avanzamento delle bonifichedei siti di interesse nazionale.

Oggi, quei siti, coprono lo 0,5% del territorio nazionale; quelli regionali un altro 0,5. Il restante 99% è occupato da monti, fiumi, città, industrie. Quindi resta fondamentale che non si consumi suolo. E che si tengano presenti gli obiettivi che la UE si è data, come ha ricordato Lorenzo Ciccarese, direttore di ricerca di Ispra: “La strategia sulla biodiversità e la Farm to fork indicano una direzione molto chiara; ogni Paese dovrà fare la sua parte: l’Italia incrementerà i terreni coltivati biologicamente, altri Paesi preserveranno le loro foreste”. Detto ciò, per Ciccarese, “se esistono terreni già utilizzati per fini agricoli si presuppone che non abbiano livelli di inquinamento sopra la soglia di legge e che quindi, per la certificazione biologica, si debbano seguire gli standard imposti dalla normativa”.

Per Ciccarese, insomma, ovviamente, fatti come quello segnalato nel milanese, se verificati, non dovrebbero accadere. Ma “il messaggio importante che deve passare è che tutela della biodiversità e il biologico devono essere supportati e incrementati: analisi e metanalisi dicono chiaramente che questa è la direzione”.

Fonte: https://greenplanet.net/contaminazioni-ispra-ecco-liter-per-bonificare-terreni/

Manifesto per una Valpolicella sostenibile

MOVIMENTO FEDERALISTA EUROPEO DELLA VALPOLICELLA

CONFERENZA SUL FUTURO DELL’EUROPA

MANIFESTO PER UNA VALPOLICELLA SOSTENIBILE IN EUROPA

Dalle relazioni ascoltate durante le conferenze organizzate dal MFE Valpolicella a S. Pietro in Cariano il 29/09 – 14/10 - 28/10/2021, sono emerse molte criticità, e la necessità di interventi urgenti che riguardano sia l’Europa con la sua attuale struttura e la sua capacità di proposta e rappresentatività, che le criticità legate alla crisi  climatica e alle sue gravi conseguenze.

Siamo ad un bivio della storia molto importante, ne va del nostro futuro e quello dei nostri figli e figlie.

Durante una crisi ci possono essere due atteggiamenti:

O una chiusura e un rassegnato qualunquismo che non risolve i problemi, anzi li aggrava, oppure un Si coraggioso che sappia guardare avanti, con un programma di ricostruzione e di risposta alle cause che stanno alla base della crisi.

Questo programma deve essere di rapida attuazione, convincente, credibile, e soprattutto accattivante.

Dobbiamo aiutare un’opinione pubblica, stanca e sospettosa, ad immaginare un mondo migliore.

Per ottenere tutti questi cambiamenti è necessario agire insieme, iniziando dalle nostre associazioni e dai nostri gruppi, ognuno nel proprio ambito.

Per cambiare le cose siamo tutti necessari, perché le cose sono tutte in relazione e devono evolvere insieme, lavoro, ambiente, giustizia sociale, occupazione di qualità, cura, migrazioni, razzismo, violenza, lavoro, ecc., i nostri destini sono interconnessi.

Il nostro atteggiamento di base deve essere il servizio, la nonviolenza, la responsabilità, la cura del bene comune.

Come già evidenziato serve un programma di rapida attuazione, perché i problemi sono sempre stati rimandati ed ora vengono al pettine.

Adesso serve un cambio di passo, serve un salto culturale.

Ci rivolgiamo a tutti i cittadini e cittadine, ma in particolare ai nostri/e rappresentanti nelle istituzioni, da quelle Europee al governo e alle nostre amministrazioni comunali della Valpolicella.

Una Valpolicella che deve essere considerata un “Unicum”, una comunità che valorizzi la ricchezza delle sue diversità e che vigili sulla salvaguardia e sullo sviluppo del suo patrimonio culturale.

Non è più accettabile solo l’ordinaria amministrazione, serve subito un impegno forte e convinto per il cambiamento necessario.

I principi base sono:

Per il futuro dell’Europa:

- Una Unione Europea più democratica e federale (Stati Uniti d’Europa), con un ruolo più importante del Parlamento e della Commissione, per superare i veti che ne bloccano il funzionamento.

- Una Unione Europea di popoli e cittadini/e liberi/e, che favorisca una collaborazione trasparente con i gruppi di interesse, le associazioni, i partenariati e le istituzioni, tenendo conto di tutti i livelli di governance.

- Una Unione Europea con alla base gli ideali alti del rispetto della persona, del lavoro, della valorizzazione delle comunità, dell’aiuto e cura dei più deboli, dei diritti umani, della solidarietà, dell’accoglienza e contro ogni forma di nazionalismo e fascismo.

- Una Unione Europea dove l’economia è al servizio del bene comune per un sobrio benessere integrale, sia materiale che morale. Riassumibile nell’idea di una vita semplice non incatenata al consumismo, al produttivismo e al principio di prestazione.


Per uno Sviluppo Sostenibile e per il contrasto al Cambiamento climatico:

- Un cambiamento basato sulla giustizia sociale, con politiche inclusive di contrasto alle diseguaglianze sociali.

- Costruire Comunità vive, aperte, solidali e democratiche.

- Uno stile di vita più sobrio, più socializzante e che integri in modo armonico le diversità, valorizzandole.

- Tutela del Territorio che ci è stato affidato come bene comune da valorizzare e non come proprietà personale da usare a nostro piacimento.

- Presa di coscienza del limite allo sfruttamento del territorio (sostenibilità, zero consumo di territorio, tutela e valorizzazione della biodiversità).

- Rilancio dell’economia “Green” mettendo al centro degli investimenti il lavoro e l’occupazione di qualità.

- Un impegno per l’utilizzo sempre più massiccio di energie alternative per la riduzione delle emissioni di CO2. No alle energie fossili.

- Un utilizzo senza sprechi delle risorse ed un loro recupero e riutilizzo.

- una lotta all’inquinamento: traffico, aria, acqua, agricolo, industriale

- un’opera educativa a tutto campo che superi gli egoismi ed educhi alla responsabilità verso se stessi e la comunità, per un cammino personale e comunitario.

AZIONI CONCRETE IN VALPOLICELLA

Per tradurre in pratica questi principi, chiediamo alle Amministrazioni Locali di impegnarsi concretamente su questi temi:

Europa:

- Approfondimento delle problematiche e degli obiettivi della Conferenza per il futuro dell’Europa, per quanto riguarda le possibili ricadute sul territorio

- Coinvolgimento delle scuole nell’educazione a una cittadinanza europea

- promozione di momenti di confronto, ad esempio sul favorire attività economiche locali e occupazioni che presentino un’alta sostenibilità ambientale.

Inquinamento e cambiamento Climatico:

- utilizzo sempre più diffuso delle energie rinnovabili, con progetti che possano usufruire anche dei fondi del PNRR. Solo interventi sostenibili sugli edifici pubblici.

- pianificazione e attuazione di una mobilità moderna e sostenibile per collegare i territori della Valpolicella: creazione di una rete ciclopedonale; creazione di uno o più parcheggi scambiatori, con collegamento ai mezzi pubblici della città, da potenziare.

- adozione “immediata” e senza deroghe delle norme previste per il consumo zero di territorio. STOP al consumo di territorio agricolo.

- coinvolgimento degli agricoltori quali produttori del paesaggio e “custodi dell’ambiente” con linee guida, che prevedano delle premialità nel caso di adozione di scelte sostenibili. In particolare: a. sviluppo di un’agricoltura che non sia solo monocoltura, ma che punti alla tutela della biodiversità, alla qualità, al biologico, anche con il recupero di antiche pratiche e colture; b. forte limitazione nell’uso di diserbanti e fitofarmaci, con l’adozione di un regolamento unitario nei comuni della Valpolicella e verifiche periodiche

- coinvolgimento dei costruttori mediante l’introduzione di benefici volumetrici nel caso di interventi edilizi con tecniche sostenibili e di efficienza energetica

Ambiente

- salvaguardia della biodiversità in Valpolicella, valorizzando e incrementando le aree verdi

protette (vedi Val Borago) e le aree boscate esistenti, istituendo dei monitoraggi che tutelino

le aree di maggior pregio dal punto di vista naturalistico, la flora e la fauna in esse contenute

- miglioramento ulteriore della raccolta differenziata, del riciclo e smaltimento dei rifiuti, con controlli e informazioni adeguate da fornire ai cittadini sul processo. Auspicabile una gestione comune in Valpolicella.

- Promozione di corsi di apicoltura o altro, e di una cultura per la sensibilizzazione e la tutela di un insetto simbolo del benessere dell’ambiente (vedi l’iniziativa “Comuni amici delle api”).

Qualità della vita

- miglioramento della qualità urbana dei paesi della Valpolicella.

- azioni educative contro il consumismo, per uno stile di vita più sobrio, e contro lo sfruttamento del lavoro sottopagato, per un lavoro dignitoso, per il rispetto dell’ambiente e del territorio;

- creazione di spazi di socializzazione, di cultura, di responsabilizzazione

- valorizzazione dei giovani e della loro creatività, anche coinvolgendoli nella stesura di un

Piano di sensibilizzazione allo Sviluppo Sostenibile e dando continuità al Festival della Sostenibilità, tenutosi quest’anno a Villa Albertini grazie ai ragazzi del progetto Groove

- promozione di un turismo lento, sostenibile, naturalistico e green, con un’attenzione anche

all’arte e alla cultura, quindi un turismo di qualità contrapposto ad un turismo di massa tipo “Mordi e fuggi”

- sviluppo e divulgazione dei sentieri della Valpolicella,

- accoglienza e solidarietà nei confronti delle persone che fuggono da guerre, disastri climatici,

ecc.

CONCLUSIONI:

Questo manifesto vuole essere uno stimolo alle amministrazioni ed un impegno delle nostre associazioni in Valpolicella, per un deciso cambio di passo nella direzione di un’Europa più forte e più vicina alle persone, e nella direzione di un futuro ancora possibile

per noi e i nostri figli, con uno sviluppo sostenibile sia in riferimento all’ambiente che ad una vita più serena e dignitosa delle persone.

Questo resta un manifesto aperto, in divenire, in quanto sempre disponibili al contributo costruttivo da parte di tutti.

Come associazioni manterremo alta l’attenzione sulle azioni dei nostri politici e amministratori affinché siano sempre guidate dall’attenzione al bene comune e alla vivibilità del nostro territorio.

ALLEGATI:

1) Comunità e Territorio Negrar di Valpolicella - Proposta di modifica delle normative europee,

nazionali, regionali e dei Consorzi di tutela per una maggiore biodiversità nei vigneti:

https://futureu.europa.eu/processes/GreenDeal/f/1/proposals/134443

2) Legambiente Valpolicella - Progetto biodiversità: Riserva genetica di antiche varietà di

mele e pere della Lessinia:

https://futureu.europa.eu/processes/GreenDeal/f/1/proposals/127085

3) Associazione Provinciale Apicoltori Veronesi - Buone pratiche agricole per la tutela della

biodiversità:

https://futureu.europa.eu/processes/GreenDeal/f/1/proposals/119825

4) Carlo Battistella - Proposta di legge per combattere l'inquinamento dell'aria nella pianura

padana:

https://futureu.europa.eu/processes/GreenDeal/f/1/proposals/104314

5) Biodistretto Valpolicella - Incentivazione Produzione Biologica di Territorio

https://futureu.europa.eu/processes/GreenDeal/f/1/proposals/155761

6) Biodistretto Valpolicella - Certificazione Biologica per piccole aziende agricole

https://futureu.europa.eu/processes/GreenDeal/f/1/proposals/155696

7) APS Il Carpino - Finanziamenti pubblici per il settore agricolo

https://futureu.europa.eu/processes/GreenDeal/f/1/proposals/161965

GRUPPI E ASSOCIAZIONI ADERENTI AL MANIFESTO PER UNA VALPOLICELLA SOSTENIBILE IN EUROPA:

Patrocinio della Provincia di Verona e di Europe Direct Verona.

Scuola di Memoria storica Europea, Aps

Legambiente Valpolicella

Cisl Verona

Coop Valpolicella Servizi Sociali

WWF Verona

Terra Viva

APS Il Carpino

APAV – Associazione Provinciale Apicoltori Veronesi

UTL Negrar di Valpolicella

Comunità e Territorio Negrar di Valpolicella

Confronti, Laboratorio di Cittadinanza di Fumane

CGIL Verona

Biodistretto Valpolicella e dintorni

MAG Mutua per l’Autogestione Cooperativa Sociale

Solidarietà e Pluralismo – Lista Civica per Fumane

Ucraina, deroga al Reg.UE: gli allevatori bio potranno usare mangimi non bio

Gli allevatori di polli e suini bio potranno usare mangimi proteici non biologici. E’ la deroga approvata all’unanimità dal Comitato speciale agricoltura UE per far fronte alle conseguenze dell’invasione russa in Ucraina. La deroga dovrebbe essere limitata agli operatori interessati e per un periodo non superiore a un anno.

Gli Stati membri interessati dovrebbero informare gli altri Stati membri di aver concesso la deroga agli operatori, che manterranno la loro certificazione biologica a condizione che rispettino le condizioni della deroga. Il regolamento sarà approvato nel corso del prossimo Consiglio UE agricoltura, in programma il 18 luglio.

Fonte: Ansa

Biodiversità, l’UE verso il “Pacchetto Natura”


La Commissione europea ha fatto proprio il cosiddetto “Pacchetto Natura, ovvero la proposta di legge per il ripristino degli habitat naturali europei (Restoration Law) e il Regolamento per l’uso sostenibile dei pesticidi (che sostituisce la precedente direttiva).

Se la Legge verrà approvata da Parlamento e Consiglio europeo, per la prima volta l’Europa si doterà di uno strumento con obiettivi vincolanti per il risanamento della natura.

Un panel qualificato di 30 associazioni ambientaliste e della società civile italiane ha chiesto sostegno al commissario Paolo Gentiloni: “È come una nuova direttiva Habitat. Ora rapida approvazione di Parlamento e Consiglio e piena attuazione ovunque, Italia inclusa. Entrambi i provvedimenti, una volta approvati, diventeranno regolamenti vincolanti, a vantaggio della biodiversità, del clima e del benessere dei cittadini”.

Il “Pacchetto Natura” è il provvedimento centrale del percorso della nuova Strategia UE sulla biodiversità e in generale del Green Deal europeo.

Allo stesso modo è di grande importanza anche la proposta di nuovo regolamento sull’uso sostenibile dei pesticidi, che si inserisce nel percorso di tutela della biodiversità dell’agricoltura europea oltre che della salute dei suoi cittadini.

Fonte: Rivista Natura

ISMEA: Crescono l’offerta e il ruolo del bio, non il consumo né il mercato

 Il biologico in Italia prosegue la sua crescita in superfici investite e numero di operatori coinvolti, ma mostra i primi segnali di cedimento dei consumi, di riflesso alla perdita di potere d’acquisto delle famiglie, aggravata dalla forte spinta inflazionistica degli ultimi mesi. In uno scenario contrassegnato dagli sconvolgimenti geopolitici scatenati dall’aggressione russa in Ucraina e da nuovi timori sulla sicurezza alimentare globale, Bruxelles ha confermato il pacchetto di iniziative del “Green Deal“, che vede nello sviluppo dell’agricoltura biologica, con il target del 25% della superficie europea a bio entro il 2030, uno dei cardini della transizione green in agricoltura.

L’Italia, nel frattempo si è dotata, dopo un lungo e travagliato iter, di una legge nazionale sull’agricoltura biologica, destinando cospicue risorse al settore nella programmazione 2023-2027 della nuova PAC, ma è evidente come il mutato quadro di riferimento, in cui dapprima la pandemia, poi la guerra e ora anche le siccità insistono senza soluzione di continuità, ponga più di un interrogativo sul futuro del comparto.
Queste le premesse che hanno fatto da sfondo al convegno organizzato da ISMEA Appuntamento con il Bio: l’agricoltura biologica del futuro, che si è tenuto a Roma mercoledì 6 luglio alla presenza del Sottosegretario alle Politiche Agricole Senatore Francesco Battistoni.

I numeri del convegno: la superficie bio

La superficie biologica italiana è aumentata del 4,4%, come è emerso dai dati SINAB presentati da ISMEA in apertura del convegno, arrivando a sfiorare i 2,2 milioni di ettari a fine 2021.

Il mantenimento di questo ritmo di crescita anche nei prossimi anni permetterebbe di raggiungere i 2,7 milioni di ettari al 2027, ultimo anno della Pac 2023-2027, e toccare i 3 milioni al 2030, valore prossimo al target Farm to Fork del 25% di superficie bio, da raggiungere entro la fine del decennio.

Il quadro nazionale non è tuttavia omogeneo tra le diverse Regioni, con alcuni territori come, ad esempio, Campania (+55%), Toscana (+25%) e Friuli-Venezia Giulia (+23%) in cui le superfici biologiche crescono a ritmi mai visti finora e altri come la Sicilia, che pur mantenendo il suo primato, ha perso in un anno più superficie biologica di quanta ne conti l’Abruzzo. Alla base di queste dinamiche molto differenziate, le diverse scelte operate dalle Regioni relativamente agli impegni agroambientali dei PSR 2014-2020 e in particolare l’uscita di nuovi bandi della Misura 11.

Tra le diverse coltivazioni bio crescono soprattutto le colture permanenti (+3,5% nel complesso), con andamenti diversificati tra le diverse tipologie: si riducono gli agrumeti (arance -17,2% e limoni -0,8%) e rimangono sostanzialmente stabili i meleti bio (-0,4%) e gli oliveti (+0,5%) mentre aumentano i vigneti (+9,2%) e i noccioleti (+12,5%). Crescono anche le superfici investite a cereali (+2,8%) trainate soprattutto dai maggiori investimenti a grano duro e tenero, mentre risultano stabili le colture foraggere (-0,7%) e i prati e pascoli (-0,8%).

I numeri del convegno: la zootecnia bio

L’analisi della zootecnia biologica fa emergere alcune rilevanti criticità per lo sviluppo del settore, con una incidenza dei capi allevati che nel complesso rimane inferiore al 10%. Nell’ultimo triennio le consistenze dei bovini, suini, ovini e caprini mostrano livelli pressoché stabili mentre il comparto degli avicoli (con particolare riferimento ai polli da carne e alle galline ovaiole) mostra una dinamica positiva più marcata, tanto da guadagnare ogni anno circa mezzo milione di capi. A rallentare la conversione degli allevamenti sono le difficoltà tecniche che la gestione del biologico comporta: dall’impossibilità di poter far uso di antibiotici alla difficile reperibilità e alto costo dei mangimi biologici, dalla bassa richiesta del mercato agli alti oneri che comporta la riconversione delle strutture d’allevamento a un modello più estensivo.

Relativamente agli operatori certificati a bio, i dati indicano una crescita di oltre il 5% rispetto al 2020, grazie ai 4.413 nuovi ingressi nel sistema di certificazione che hanno portato a 86.144 il numero complessivo di produttori, preparatori e importatori biologici. Una conferma alla grande vitalità del comparto nonostante le molte incertezze degli anni di pandemia.

I numeri del convegno: il settore ittico bio

Tra le imprese biologiche, particolare attenzione va riservata anche al settore ittico il cui sviluppo è particolarmente sostenuto dalle politiche europee e più volte richiamato anche nel Piano d’azione europeo per l’agricoltura biologica. L’acquacoltura biologica continua la sua evoluzione anche nel 2021 nonostante i valori assoluti siano ancora modesti: sono infatti 69 le aziende certificate (+12,8% rispetto al 2020), concentrate soprattutto in Veneto ed Emilia-Romagna.

I numeri del convegno: la spesa alimentare

Sul fronte della spesa alimentare di prodotti biologici, nel 2021, si è registrata per la prima volta una riduzione degli acquisti di alimenti e bevande bio, e anche le prime indicazioni sull’anno in corso non lasciano ben sperare. Dopo l’ottima performance del 2020 (+9,5%), sostenuta da una maggiore propensione delle famiglie italiane all’acquisto di alimenti genuini e salutari e dal confinamento domiciliare indotto dal lockdown, lo scorso anno il valore della spesa si è infatti contratto del 4,6%, portandosi a 3,38 miliardi di euro, anche se è rimasta invariata l’incidenza del bio sul totale degli acquisti agroalimentari (3,9%).

Le evidenze sui primi 5 mesi del 2022, limitate ai soli acquisti presso la GDO, evidenziano un’ulteriore riduzione dell’1,9% su base annua, peraltro in un contesto di generalizzata crescita dei prezzi. A preoccupare, in questo caso, è soprattutto il confronto con l’agroalimentare convenzionale che segna nello stesso periodo un incoraggiante +1,8%. I dati presentati nell’ambito del convegno costituiscono un’anticipazione del rapporto “Bio in cifre 2022”, curato da ISMEA e Ciheam Bari.

Le dichiarazioni del sottosegretario al MIPAAF Battistoni

“L’Italia conferma e rafforza il proprio impegno sul biologico, stanziando fondi per la programmazione 2023-2027 della Nuova PAC, per oltre 2 miliardi di euro” – ha dichiarato il sottosegretario al MIPAAF, Francesco Battistoni.“Ciò, rappresenta un segno tangibile di quanto l’Italia creda nell’agricoltura biologica e di come gli interventi messi in atto, a partire dall’approvazione della legge sul biologico fino al Piano d’Azione Nazionale, rientrino in un quadro organico e complessivo finalizzati alla crescita del settore” – continua. “Da sottolineare, inoltre, che fra il 2020 e il 2021, la SAU nazionale a coltivazione biologica è aumentata di oltre il 4%, una tendenza in continua crescita che ci fa ben sperare. Se nei prossimi anni gli incrementi saranno costanti, – prosegue Battistoni – confido che nel 2025 potremmo raggiungere l’obiettivo del 20% di SAU nazionale a coltivazione biologica e arrivare alla soglia del 25% nel 2027, anticipando di 3 anni gli obiettivi contenuti nel Green Deal europeo”.

“Rileviamo quattro dati importanti” – ha sottolineato Angelo Frascarelli, presidente di ISMEA. “Da una parte continuano a crescere la superficie e gli operatori bio con l’esplosione nel 2021 del settore vitivinicolo dall’altra l’incidenza sugli acquisti alimentari delle famiglie resta stabile al 3,9%. Lo sviluppo dell’agricoltura biologica è considerato tra i principali driver della transizione verde e la politica italiana ha deciso di aumentare il sostegno al bio, con un incremento di risorse di 720 milioni di euro nei prossimi 4 anni. In sintesi, cresce l’offerta e il ruolo politico-ambientale del bio, ma non cresce il consumo e il valore del mercato. Molte luci e qualche ombra: è necessaria una valutazione del ruolo del bio nella specificità italiana.”
L’intervento di Mammuccini, presidente di FerderBio

“I dati ISMEA confermano l’Italia come un Paese fortemente vocato al biologico. In questa fase di transizione agroecologica, dove il bio ha un ruolo fondamentale, è necessario compiere ulteriori passi avanti per affermare il metodo biologico come opportunità strategica per contrastare la crisi climatica e la perdita di biodiversità, oltre che per accrescere la resilienza dei sistemi produttivi rispetto alle crisi geopolitiche. Siamo in un momento decisivo. Finalmente è stata approvata la legge sul biologico, che prevede iniziative fondamentali per lo sviluppo del settore come l’istituzione dei distretti biologici, delle filiere Made in Italy bio al giusto prezzo per i cittadini e agricoltori, del marchio biologico italiano oltre a investimenti in ricerca, formazione e innovazione. Finalmente abbiamo stanziamenti importanti per sostenere il biologico, oltre 3 miliardi di euro, è fondamentale però che questi fondi vengano spesi al meglio, per favorire la transizione agroecologia e rilanciare l’intero comparto a partire dai consumi interni. Dobbiamo tenere alta l’asticella e rimboccarci le maniche per usare questa fase per far crescere tutta l’agricoltura italiana”, ha dichiarato Maria Grazia Mammuccini, presidente FederBio.

Al convegno, moderato dal conduttore radiofonico e televisivo Beppe Convertini, hanno preso parte anche Fabio Del Bravo di ISMEA, Pietro Gasparri dell’Ufficio PQAI1, MiPAAF, Alberto Mattiacci – professore della Sapienza di Roma, Maria Grazia Mammuccini – presidente Federbio,  Giuseppe Romano – presidente AIAB, Jacopo Gabriele Orlando – vicepresidente ASSOBIO,  Francesco Torriani – Coordinatore del settore biologico dell’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari Italiane, Federico Marchini – presidente Anabio-CIA ,  Giovanna Parmigiani, componente della Giunta esecutiva di Confagricoltura,  Maria Letizia Gardoni – presidente Coldiretti Marche,  Franco Verrascina – presidente Copagri. 

Scarica il REPORT ISMEA

Fonte: ISMEA

Vietato usare pesticidi nei giardini privati, parchi e alberghi: stretta sui fitosanitari in Francia

Da luglio 2022 in Francia si estende il divieto di utilizzare prodotti fitosanitari anche nei giardini domestici, cimiteri, alberghi e altri luoghi, mentre dal 2025 la messa al bando riguarderà anche i campi sportivi.

pesticidi non sono soltanto una delle più grandi minacce per la biodiversità. Sono un pericolo anche per la salute delle persone che si espongono – direttamente o indirettamente – a queste sostanze controverse. Secondo quanto riportato nell’ultimo report del WWF, lo scorso anno sono stati circa 11mila i decessi connessi all’esposizione ai fitosanitari.

Queste sostanze nocive vengono usate spesso in maniera scriteriata anche negli spazi verdi pubblici e nei parchi in cui giocano i più piccoli. Per proteggere i suoi cittadini, quindi, la Francia ha recentemente introdotto il divieto di impiegare i pesticidi in diversi luoghi, compresi quelli privati. Già dal 2017 nel Paese era stato vietato di impiegarli per la manutenzione di aree verdi, boschi e strade. Dallo scorso 1° luglio, però, con l’entrata del nuovo decreto, la messa al bando dei fitosanitari si estende anche in altri posti, ovvero:

  • case private (compresi spazi esterni)
  • alberghi, ostelli per gruppi, alloggi, campeggi e parchi di divertimento residenziali;
  • cimiteri
  • giardini domestici
  • parchi divertimento
  • aree accessibili al pubblico nelle strutture destinate ad attività commerciali
  • strade private, spazi verdi e aree di sosta nei luoghi di lavoro (se non sono necessari per motivi di sicurezza)
  • aree ad uso collettivo degli istituti di istruzione
  • strutture sanitarie, case di cura e centri sanitari (compresi spazi verdi, foreste, strade o passeggiate accessibili o aperte al pubblico)
  • istituzioni sociali e medico-sociali, ad eccezione delle strutture che erogano corsi di formazione professionale, o che forniscono un’attività di assistenza al lavoro dove si richiede l’uso di questi prodotti
  • case di accoglienza per minori, compresi i loro spazi verdi
  • aeroporti assegnati principalmente al Ministero dell’aviazione civile (ad eccezione delle aree dove il trattamento è necessario per motivi di sicurezza aeronautica o di sicurezza aeroportuale)
  • strutture sportive diverse da: campi da gioco, ippodromi e campi da tennis sull’erba (il cui accesso è regolamentato, controllato e riservato agli utenti) e campi da golf

Per quanto riguarda questi ultimi impianti sportivi, il divieto entrerà in vigore soltanto a partire dal 1° gennaio 2025. Attenzione, però, la messa al bando non riguarda anche quei prodotti classificati come a basso rischio o autorizzati nel settore dell’agricoltura biologica, che potranno continuare ad essere usati regolarmente.

La strategia messa in atto dalla Francia anticipa l’obiettivo della Commissione europea, che proprio qualche giorno fa ha annunciato di voler impedire l’uso dei fitosanitari vicino a scuole, centri sportivi e parchi giochi entro il 2030.

Fonte: www.greenme.it

Fiera agricola in Lesssinia


 

CORO BARDOS LAJOS a San Floriano

 

CORO BARDOS LAJOS - 23 Luglio 2022 

Chiostro della Pieve di San Floriano (VR)

Serata dedicata alla corale proveniente da Città di Papa (Ungheria) in visita in Valpolicella 

Musiche di: Ennio Morricone – Francis Lai – Nino Rota – Marc Shaiman

inizio della serata alle ore 20.45 - EVENTO GRATUITO!



Sostenere "a distanza" coltivatori per salvare antiche tradizioni e vecchi borghi