Via libera all’accoglienza di migranti e rifugiati nelle novemila fattorie sociali nate nelle campagne italiane per sostenere le fasce più disagiate della popolazione, dalle famiglie in difficoltà agli anziani, dai bambini ai disabili. Ad affermarlo è la Coldiretti del dare notizia dell’approvazione di un importante emendamento alla legge sull’agricoltura sociale da parte delle Commissioni alla Camera nel corso dell’iter di conversione del decreto-legge “Aiuti”. Il provvedimento, fortemente sostenuto da Coldiretti, va di fatto a ricomprendere nell’ambito dei soggetti beneficiari delle attività di inserimento socio-lavorativo e di inclusione sociali anche i migranti e i rifugiati in aggiunta alle categorie attualmente previste delle persone svantaggiate e dei lavoratori svantaggiati e con disabilità.
In questo modo si superano le difficoltà riscontrate a livello di legislazione regionale che non consentono di includere quelle categorie tra i destinatari delle pratiche di agricoltura sociale. Una scelta che riconosce l’importanza del nuovo “welfare agricolo”, una realtà che nel corso di quasi un decennio ha visto aumentare di 7 volte il numero delle fattorie impegnate nel sociale in grado di offrire oggi un valore di servizi sanitari ed educativi che ha raggiunto il miliardo di euro secondo le stime della Coldiretti.
Sempre in sede parlamentare è stato approvato anche un altro importante emendamento con l’introduzione di significative modifiche alla norma che escludeva il diritto di prelazione in favore dei coltivatori diretti affittuari e dei coltivatori diretti o Iap proprietari di terreni confinanti quando i finanziamenti bancari destinati all’acquisto degli stessi terreni fossero assistiti da garanzia dall’Ismea concessa ad un giovane per favorirne l’insediamento in agricoltura. In particolare l’emendamento approvato precisa che l’esclusione della prelazione non opera quando il terreno, che un giovane interessato all’insediamento in agricoltura voglia acquistare, sia affittato ad un coltivatore diretto. In tal modo si concilia la necessità di tutelare la prosecuzione dell’attività agricola da parte del coltivatore diretto, che già opera sul terreno oggetto di vendita, e l’esigenza di incentivare l’insediamento dei giovani in agricoltura individuando, appunto, nel solo coltivatore diretto affittuario il soggetto che deve essere preferito al giovane, assistito dalla garanzia Ismea, nell’acquisto del fondo rustico.