Intervista con Esther Duflo (in foto), la più giovane Nobel di sempre, la seconda donna a ottenere il premio in questa disciplina.
tratto da:
https://ytali.com/2019/12/14/rendere-leconomia-una-leva-dazione-nel-mondo/?utm_source=mailpoet&utm_medium=email&utm_campaign=la-settimana-ytaliana_2
ther Duflo, premio Nobel per l’economia 2019, è la persona più giovane di sempre e solo la seconda donna a ottenere il premio in questa disciplina. Duflo, professoressa al Massachusetts Institute of Technology (Mit), ha condiviso l’onore del Nobel di quest’anno col marito Abhijit Banerjee, anche lui del Mit, e il professore di Harvard Michael Kremer “per il loro approccio sperimentale per alleviare la povertà globale”, per usare la citazione del Nobel.
L’approccio dei tre ricercatori contempla verifiche random per misurare gli effetti di vari tipi d’intervento. “I loro metodi di ricerca sperimentale ora dominano interamente il campo dell’economia dello sviluppo”, afferma il comitato Nobel, citando l’impatto di queste ricerche sull’istruzione e sull’assistenza sanitaria in paesi come l’India e il Kenya.
Originaria della Francia, Duflo ha conseguito la laurea in storia ed economia, con una tesi sull’impiego della propaganda in Unione Sovietica. Studi e tirocini l’hanno poi convinta che “l’economia potesse essere una leva di azione nel mondo”.
Dopo aver completato un master in Francia, Duflo è arrivata al Mit per il dottorato di ricerca. E, da allora, ci è rimasta. Nel 2003, lei e Banerjee hanno co-fondato, sempre al Mit, l’Abdul Latif Jameel Poverty Action Lab, un centro di ricerca per mettere in pratica le loro idee. Duflo ha ricevuto una serie di riconoscimenti e onorificenze, culminati col premio Nobel. Insieme a Banerjee, ha scritto
L’economia dei poveri. Capire la vera natura della povertà per combatterla (Feltrinelli), una spiegazione del loro lavoro, e
Good Economics for Hard Times, recentemente pubblicato, uno sguardo avvincente sui grandi temi di oggi.
Sono andato in auto da Madison, nel Wisconsin, a Milwaukee [
la più grande città dello stato del Wisconsin,
ndr] a metà novembre per incontrare Duflo alla Marquette University, dove doveva tenere un discorso sui temi del suo nuovo libro. Mi ha gentilmente concesso del tempo prima della presentazione e abbiamo chiacchierato in una sala conferenze, anche delle cose che ci accomunano, come il fatto che gran parte del suo lavoro sperimentale è stato condotto in India, anche nella città natale di mia moglie, Udaipur. Durante l’affollata conferenza, più tardi, Duflo ha riassunto con una frase il suo approccio nello studio dell’economia: “Non esistono formule magiche, ma solo una serie di misure magiche”
Che differenza farà il premio Nobel in economia per il tuo lavoro?Potrebbe essere estremamente utile perché potrebbe darci molta più visibilità e rispettabilità con i politici. Forse può anche aiutare a catalizzare la nostra energia ed evidenziare i problemi che stiamo studiando e i metodi che usiamo per studiarli.
Ho avuto il privilegio nel 2010 di intervistare Elinor Ostrom, la prima donna a vincere il premio Nobel per l’economia, e ora sto intervistando te, la seconda donna a ricevere quest’onore. Fai parte di un club molto piccolo.Ostrom però non c’è più [
è morta nel 2012, ndr], quindi al momento è un club composto da una sola persona.
Perché l’economia è dominata così tanto dagli uomini?
Penso che ci siano due ragioni. La prima è che si tratta di una cultura alquanto aggressiva. Non credo sia di per sé sessista, ma arriva all’esterno come sessista. Qualcosa al riguardo si potrebbe fare. Non è così difficile cambiare il modo in cui le persone si comportano. L’altro motivo sono gli argomenti. Non tanto gli argomenti in sé su cui si lavora, ma la percezione di ciò su cui si lavora. Sono pochissime le donne che studiano economia. E, comunque, anche la rappresentanza delle minoranze non è migliore.
Certo. Il professor Banerjee è la terza persona di colore a cui sia mai stato assegnato il premio.Però non c’è mai stato un premio Nobel africano-americano in economia.
Negli ultimi decenni si tende ad assegnare meno il premio Nobel per l’economia a coloro che sposano la prospettiva del libero mercato. L’economia è andata comunque più verso quella direzione, concentrandosi non solo sullo sviluppo, ma studiando tutti i tipi di problemi sociali negli Stati Uniti: assicurazione sanitaria, disuguaglianza, mercati del lavoro e simili. Ma non credo che si sappia. Di solito, il primo corso che le persone seguono spesso le scoraggia, perché non si arriva a parlare di queste cose. Quindi penso che dovrebbero essere cambiate le cose per far entrare più donne e minoranze.
Non mi è mai capitato di leggere un libro tempestivo com’è il tuo nuovo lavoro. Si occupa molto di ciò che sta accadendo attualmente negli Stati Uniti. Che opinione hai sui candidati presidenziali democratici, su come intendono affrontare la povertà?