Grazie agli studi di ISPRA, oggi sappiamo anche che cosa ci costa tale consumo, in termini di perdita di servizi ecosistemici.
Si inizia appena a parlare, invece, di un altro fenomeno in rapida crescita, altrettanto inquietante: l’uso del suolo sempre più come semplice sostegno “meccanico” delle produzioni agricole (sorrette da un fiume di apporti esterni di acqua e chimica, spesso racchiuso in ambienti artificiali) anziché come ecosistema complesso, vitale, attivo, del quale la parte vegetale coltivata rappresenti una parte perfettamente integrata, secondo natura “agroecologica”
Nel primo sistema, oltre all’inevitabile
Non ci sarà futuro agricolo se LA BUONA PRATICA del ripristino della qualità dei suoli come ecosistemi complessi non diventerà obbiettivo primario di tutte le politiche di sostegno e sviluppo del settore.
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