Mercoledì 29 novembre tutti a Marano, in Valpolicella






FICO: Contadini, un supporto pubblicitario?

Il 15 novembre sono state aperte le porte di FICO, un parco dei divertimenti dellagro alimentare made in Italy. E un grande progetto multimilionario animato da EATALY, COOP, società di capitali, istituti finanziari (banche, assicurazioni etc.) e grandi imprese dellagro-alimentare. E  un parco di circa 10 ettari alle porte di Bologna che ospiterà oltre un centinaio di aziende, una quarantina di ristoranti, due campi coltivati, serre, capi di bestiame, laboratori di trasformazione e quantaltro necessario per dare vita ad un grande centro commerciale/parco divertimenti/itinerario didattico-divulgativo-promozionale. Lopera, costata oltre 150 mln di euro di investimenti, prende forma in unarea di proprietà pubblica del valore di 55 mln di euro concessa gratuitamente dal comune di Bologna al patron di EATALY Oscar Farinetti e alla società costituita Ad Hoc per la gestione del parco.
Le critiche mosse nei confronti di questa maxi opera in pieno stile e continuità con lappena conclusa e fallimentare esperienza di EXPO, sono numerose e provengono da diversi fronti.
Noi, contadine e contadini, dellAssociazione Rurale Italiana, oltre ad esprimere piena solidarietà e partecipazione nei confronti di chi in questi giorni ha contestato linaugurazione del mega progetto, consideriamo questo progetto inutile, dispendioso e soprattutto assolutamente incapace di dare voce e rappresentazione dellagricoltura contadina del nostro paese.
Essere contadini e produrre in modo contadino vuol dire valorizzare e promuovere la piccola produzione dei territori, fatta di tradizione e innovazione, conoscenza delle colture e risorse delle diverse aree del nostro paese, significa produrre in maniera solidale, stabilire un prezzo equo dei prodotti che sia rispettoso della dignità delle persone e del lavoro e capace di proporre prodotti di qualità anche per chi subisce più pesantemente la crisi economica. Produzione contadina significa alta intensità di lavoro e non di capitali e implica cura del territorio, delle sue risorse naturali al fine della tutela del patrimonio ecologico-ambientale e della biodiversità agricola. Solo un incompetente può dire di racchiudere tutta la meraviglia della biodiversità italiana in un unico luogo come si legge nella propaganda di FICO,  ricorda Roberto, contadino delle montagne piemontesi che recupera alla coltivazioni grani antichi.
Non esiste nessuna Fabbrica Contadina perché le nostre vite ci appartengono e non sono merce che si fabbrica.
I grandi attori nellagro alimentare italiano (EATALY, COOP, Granarolo) fanno propaganda ed i governi e le istituzioni si mobilitano: vengono messi a disposizione finanziamenti, servizi di supporto, affidamento di beni e patrimonio pubblico a titolo gratuito (come se questi colossi avessero scarsi capitali da impiegare in qualsivoglia iniziativa) e applicate leggi speciali che consentono e supportano lazione di questi operatori.  
Da anni migliaia di veri contadini di questo paese, quelli che fanno vivere oltre 700.000 aziende di piccola dimensione, attendono lapprovazione di una legge che riconosca la loro specificità, la loro funzione sociale, i loro diritti e che legittimi, riconosca e valorizzi il lavoro sia di produzione agricola che di cura del territorio, in accordo con quanto previsto dalla Costituzione Italiana.
FICO, per noi di Associazione Rurale Italiana, è solo   unaltra   trovata propagandistica di chi, governando le istituzioni, si ostina a non voler conoscere e riconoscere il ruolo di veri protagonisti ad una classe, quella contadina, che nonostante i sacrifici e le vessazioni subite non si presta alla strumentalizzazione di quanti coinvolti in queste grandi opere di menzogna.


Lanciamo la sfida a i nostri governanti presenti e futuri: se volete veramente tutelare e promuovere lagricoltura contadina fatevi avanti per lapprovazione della legge sullagricoltura contadina, frutto di una partecipata campagna nazionale e che giace da diversi anni in commissione agricoltura del Parlamento e riconoscere così  i diritti di chi davvero in questo paese - e nel resto del Pianeta -   produce la quasi totalità di quello che finisce in tavola. Una sfida che non costa soldi ma richiede solo un gesto di rispetto per la dignità di donne e uomini che sono ancora il motore più efficace di una delle grandi agricolture del mondo.

Associazione Rurale Italiana
per la crescita della società civile, un'agricoltura contadina socialmente giusta ed un corretto utilizzo di tutte le risorse naturali rispettoso della biodiversità, attento ad una produzione ecologicamente durevole per la Sovranità Alimentare.
Corte Palù della Pesenata, 5 Colà di Lazise 37017 (VR)
www.assorurale.it  info@assorurale.it

Big agrofarma in cerca di un’immagine green

Tempi duri per le grandi multinazionali del settore pesticidi. I cittadini sono sempre meno fiduciosi nei confronti della chimica nei campi. E le aziende cercano di correre ai ripari, almeno dal punto di vista dell’immagine.

di Roberto Giovannini

Sono tempi difficili per le grandi multinazionali del settore semi e pesticidi. Le promesse di profitti incommensurabili non sono state mantenute. La convinzione di poter diffondere senza difficoltà tra i coltivatori del mondo ricco come dei paesi in via di sviluppo i loro prodotti – l’apparentemente imbattibile combinazione di semi geneticamente modificati, fertilizzanti e pesticidi mirati – ha dovuto fare i conti con una generalizzata resistenza da parte degli agricoltori, dei consumatori, e infine degli Stati. Di qui il delicato processo di riorganizzazione dell’industria, con megafusioni tentate o ancora in corso. Di qui, anche, il tentativo a volte molto sofisticato di reagire alla pessima immagine globale che – volente o nolente – marchi come Monsanto, Syngenta, DuPont, Bayer e compagnia portano con sé. Qualcuno potrebbe definirlo semplice e tradizionale greenwashing, ma in realtà si tratta di una serie di azioni ad ampio raggio e progettate con creatività.
La compagnia che probabilmente si è più di altre spinta su questo terreno è Syngenta, la compagnia basata in Svizzera nata dalla fusione tra Novartis e Zeneca, e che proprio nel corso di quest’anno è stata rilevata per 43 miliardi di dollari da ChemChina. Già quattro anni fa Syngenta ha lanciato l’ambizioso progetto chiamato The Good Growth Plan – Gli impegni concreti per il futuro dell’agricoltura, contenente una serie di “impegni globali” che l’azienda “intende assumere per un’agricoltura sostenibile” entro il 2020. L’obiettivo dichiarato è quello di tratta di “potenziare l’efficienza delle risorse naturali, rinvigorire gli ecosistemi e la biodiversità e rafforzare le comunità rurali”.
Il progetto – pubblicizzato attraverso il sito www.goodgrowthplan.com – parte proprio dalla constatazione che esistono “pareri contrastanti della società su agricoltura e produzione alimentare”, ovvero (scrive la ricerca “The Agricultural Disconnect”) la contrarietà di massa su agrofarmaci, fertilizzanti e OGM, la preferenza per agricoltura biologica, locale, e la necessità di alimentare una popolazione crescente. Gli obiettivi sulla carta sono quantificati in termini generici – ad esempio, si parla di aumentare la biodiversità su 5 milioni di ettari di terreni coltivati, che poi non sono certo molti, mentre gli altri obiettivi sostanzialmente riguardano l’uso più efficiente e sicuro dei semi e degli agrofarmaci Syngenta – ma è difficile capire cosa in concreto sia stato davvero fatto, a leggere i numeri.
Che si tratti di una operazione poco incisiva ed esclusivamente di immagine lo si capisce dalle iniziative condotte nel nostro paese. A parte il finanziamento di iniziative come la mostra fotografica “Scarsità e Spreco”, in collaborazione con Eataly di Farinetti, Syngenta ha lanciato la cosiddetta “Operation Pollinator”, un progetto per incrementare la biodiversità e aumentare la popolazione degli insetti impollinatori, di mammiferi e uccelli sfruttando le aree marginali delle aziende agricole come i bordi campo. In altre parole, mentre i campi coltivati sono totalmente monoessenza, oltre che abbondantemente innaffiati di pesticidi, le aree vicine vengono piantate con essenze quali erba medica, ginestrino, lupinella, sulla e trifoglio. A nostra conoscenza, l’unico caso in cui “Operation Pollinator” sia stata attuata è un terreno di
160 ettari del Centro di ricerca per la patologia vegetale a Monterotondo, in provincia di Roma, nel quadro di un progetto gestito in collaborazione con l’Università di Perugia.
tratto da: https://www.cambialaterra.it/2017/11/big-agrofarma-in-cerca-di-unimmagine-green/

Interessante sito da consultare

https://www.cambialaterra.it/

Finché c'è prosecco c'è speranza.

Finché c'è prosecco c'è speranza è un film giallo del 2017, diretto da Antonio Padovan, con protagonista Giuseppe Battiston nei panni dell'ispettore Stucky, il personaggio creato da Fulvio Ervas. DA VEDERE

Nella prima scena di Finché prosecco c'è speranza, il personaggio di Rade Serbedzija, il burbero conte che produce vino con metodi rigorosamente naturali e che dopo pochi minuti morirà suicida, spiega col calice in mano che solo da grande ha capito il senso della frase che gli diceva sempre il nonno: "Quando un giorno questa terra sarà tua, ricordati che anche tu sarai suo".
Lo mette in chiaro da subito, Antonio Padovan, il suo esordio è prima di tutto un film sulla sua terra, sul terroir dal quale proviene, lui che poi si è trapiantato a New York, e che dall'America ha riportato con sé solo qualche suggestione estetica.
Mentre seguiamo l'ispettore Stucky nelle indagini su questo misterioso suicidio, e su alcuni assassinii che fanno seguito, e che sembrano essere tutti collegati, ci perdiamo tra le colline del prosecco, ammirandone i profili e i filari delle viti, le grandi ville del passato, i borghi che le costellano, perfino il centro di Treviso, con quella casa bellissima che lo Stucky di Battiston divide con uno zio persiano (Babak Karimi) in Vicolo Dotti.
E sì, quel territorio è bellissimo, e quel cementificio che lo minaccia una vergogna, e recuperare il rapporto con la terra rispettandola, sono il simbolo di una esigenza di sostenibilità che, però, Finché c'è prosecco c'è speranza suggerisce di applicare anche alle esistenze delle persone.
Tra le campagne e i paesini, con quelle atmosfere da placido e sottile giallo inglese a cui Padovan si è rifatto, Stucky si muove con una soave mollezza un po' goffa che non è solo figlia dell'insicurezza, di un'umanità che troppo spesso al cinema viene negata, ma anche di quella volontà di fare ma non strafare che sembra comune, in qualche modo, a tutti i personaggi del film.
Sostenibilità insomma non è solo rispetto per l'ambiente, non è solo fare il vino in un certo modo, non è solo non inquinare, ma è anche un modo di vivere la vita, di affrontare le cose e i problemi che ci si parano di fronte, o che abbiamo sulle spalle.
Sostenibiltà, allora, per citare ancora il monologo iniziale, è lasciare qualcosa di incolto, di non fatto, "per non esagerare, per chiedere alle cose un po' meno di quello che ti possono dare." Alle cose, sì, e magari anche alle persone, a noi stessi. Non per pigrizia, o negligenza, ma per non esaurirsi: per non correre quando non c'è alcun reale motivo di farlo.
Alle cose, alle persone, e forse anche al cinema, visto che Finché c'è prosecco c'è speranza (che non ha preso un soldo dai produttori di vino, e che non cede alla facile tentazione di cavalcare l'onda dell'enogastronomia imperante, tanto che Stucky è uno che di vino non capisce nulla), sembra muoversi con intelligenza all'interno di una cultura slow, qui applicata alle immagini e al racconto, che permette di assaporare al meglio i gesti, gli intrecci (anche quelli sentimentali, appena accennati, tra Battiston e Liz Solari), gli attori, e quei bellissimi paesaggi.



REPORT insiste sul prosecco

Terraviva sostiene con convinzione questa iniziativa della cooperativa la mano2 fattoria Margherita e vi invita tutti a VOTARE

Un orto per guarire 
La Fattoria Margherita, forte di una lunga esperienza nel settore orticolo sta realizzando  un  progetto di ortoterapia  rivolto a persone afflitte da disabilità  cognitive che in tal modo possono trovare un luogo di relazione interpersonale, di apprendimento e di miglioramento della propria autostima. 
Stiamo partecipando all'aggiudicazione di un finanziamento per il quale ci serve il tuo voto !
 
Aiutarci è facile: segui queste semplici passaggi
  1.  inventa una username e una password  e prendine nota: ti verranno richieste al passo 4
  2. una volta inseriti gli altri dati, ti verrà inviata una E-Mail di conferma;  aprila e clicca sul link azzurro “verify account”  per essere subito riportato sul sito Coltiviamo Agricoltura Sociale
  3. reinserisci username e password e  clicca sulla lettera “S”  dove troverai il nostro progetto Spazio dedicato all'Ortoterapia (cooperativa la mano2)
    https://www.coltiviamoagricolturasociale.it/progetti/spazio-dedicato-allortoterapia  
  4. per votare basta cliccare sulla sulla manina  in fianco alla seconda foto
Grazie del tuo sostegno  ! 

Se avete bisogno di aiuto o informazioni, chiamateci allo  045-6984010 e vi guideremo volentieri .

CHI È FATTORIA MARGHERITA DI OPPEANO ( seguici su Facebookhttps://www.facebook.com/fattoriamargherita/?fref=ts
La fattoria Margherita è un progetto di agricoltura sociale e biologica della Cooperativa La Mano 2, prima Cooperativa sociale del veronese ad essere iscritta all’elenco regionale della fattorie sociali. Abbiamo partecipato tramite la presentazione di un progetto intitolato “Spazio dedicato all’ortoterapia”, al bando nazionale di Confagricoltura “Coltiviamo agricoltura sociale, Edizione 2017” che prevede due premi di 40.000 Euro ciascuno per due progetti innovativi di agricoltura sociale.

Per poter essere preso in considerazione da una commissione di esperti indipendenti, il progetto da noi presentato deve superare una prima selezione attraverso una votazione on line.
Verranno valutati i primi trenta progetti che avranno ottenuto il maggior numero di voti.
entro il 29 novembre !!!

Tutti a Marano, in Valpolicella, mercoledì 29 novembre




A BioLife incontri-test con il consumatore

Si è chiusa domenica 12 novembre a Bolzano la quattordicesima edizione di BioLife (9-12 novembre), la fiera dedicata al mondo del bio che ogni anno richiama in Alto Adige produttori selezionati da tutta Italia, costituendo un punto di incontro unico per coloro che desiderano conoscere, testare e acquistare prodotti sostenibili, sani e innovativi.
Soddisfazione tra gli espositori per la partecipazione ad un evento di forte attrattività non solo per gli addetti ai lavori ma anche per un vasto pubblico di consumatori curiosi e interessati.

'Per Bio Südtirol è molto importante partecipare a manifestazioni come questa perché dà la possibilità di presentarci direttamente ai consumatori, senza filtri, far assaggiare le nostre mele e avere un riscontro immediato da loro. Per noi il confronto è sempre molto positivo’, dichiara Michael Theiner, responsabile brand communication della cooperativa altoatesina. ‘L’abbinamento con la Fiera di Autunno, storica kermesse locale giunta quest'anno alla sua settantesima edizione, è inoltre un valore aggiunto perché ci consente di entrare in contatto anche con ‘semplici curiosi’ che altrimenti non avremmo potuto incontrare'. Compiacimento espresso anche nelle parole di Gian Luca Bettarelli, direttore generale della Gino Girolomoni Cooperativa Agricola, per il secondo anno presente al BioLife all’interno dello stand collettivo della Regione Marche, che sottolinea l’importanza della partecipazione per accrescere la notorietà del pastificio in un’area ancora poco presidiata dal brand Girolomoni come appunto quella del Sud Tirolo.
Dello stesso avviso Marinella Sebastianelli, assistente commerciale Italia de La Terra e il Cielo Soc. Agricola Cooperativa, all’esordio in fiera anch’essa all’interno dell’area espositiva marchigiana. ‘Credo che sia importante per noi partecipare ad eventi come questo proprio per la possibilità che ci viene data di stabilire un rapporto diretto con il consumatore finale'.
Regione partner dell’edizione 2017 del BioLife è stata la Campania, 'probabilmente una vera scoperta per molti dei visitatori, che sono sembrati incuriositi e attratti dai nostri prodotti per l’ottima qualità e per l’etica intrinseca. Molte delle nostre proposte, infatti, sono frutto del lavoro svolto in terre confiscate alla camorra, un valore unico che va oltre a quello dell’eco-sostenibilità’, sottolinea a GreenPlantet Nicola Lalla, funzionario e rappresentante della Regione in fiera.
Lo scenario presentato relativo alla settore del bio in Campania è di tutto rispetto: oltre 4.500 operatori nel comparto per circa 4.000 aziende agricole e 40 mila ettari certificati; Regione leader nella frutta secca bio, in forte crescita nel vitivinicolo, 70 produttori certificati per circa 100 ettari di vitigni ed un’altra trentina in conversione, e nella produzione di olio d’oliva biologico. Per quel che riguarda l’ortofrutta si parla di settore ormai consolidato: nonostante il ristretto numero di player, i quantitativi e la qualità sono notevoli con export in aumento in tutta Europa. Leggermente in deficit la zootecnica, eccezion fatta per la produzione di formaggio di bufala bio, ma in tendenziale incremento grazie ad un PSR che promuove un premium price sulle foraggere da allevamento biologico notificato.
La fiera, infine, è stata l’occasione per festeggiare i primi 25 anni di Ecolabel, l’etichetta ecologica volontaria dell’UE, e l'opportunità ideale per celebrare l'Anno Internazionale del Turismo Sostenibile per lo Sviluppo, indetto per il 2017 dalle Nazioni Unite.

Report torna a parlare dei pesticidi nella zona del Prosecco

La puntata in onda lunedì 20 novembre alle 21

FOLLINA - Venerdi 3 novembre si è svolta una serata dal tema “Pesticidi, i pericoli per la salute”, organizzata dal gruppo ambientalista “Per i Nostri Bambini” e dal gruppo Aido “Maria Rosa Biz” di Follina. Il neurologo Giovanni Beghini dell’Isde Medici per l’Ambiente di Verona si è soffermato in particolar modo sugli effetti dannosi che tali sostanze provocano nell’organismo, soprattutto nelle donne in gravidanza e nei bambini.

Beghini ha illustrando studi, anche di livello internazionale, che dimostrerebbero come i pesticidi usati in agricoltura arrivino sulle nostre tavole attraverso cibi e bevande e siano causa dell’insorgere di numerose patologie oncologiche e non più o meno gravi.

La serata è proseguita con la proiezione del film “Pestexit” di Pan Italia e il successivo energico intervento di Gianluigi Salvador, membro del direttivo di Pan Italia e cofondatore del Movimento per la Decrescita Felice, che ha ribadito l’esigenza di creare un biodistretto al 100% al fine di salvaguardare salute, ambiente e biodiversità.

Alla serata era presente anche la troupe di Report, che ha effettuato delle riprese: al termine della conferenza il giornalista Bernardo Iovene ha intervistato Beghini per la realizzazione di un nuovo servizio dedicato al tema “Prosecco”. Tutte le testimonianze e le riprese raccolte nel nostro territorio in questo periodo verranno trasmesse nella puntata che andrà in onda lunedì 20 Novembre alle ore 21.

Il ciclo di conferenze organizzato dal gruppo “Per i Nostri Bambini” e da Aido “Maria Rosa Biz” di Follina proseguirà giovedì 30 Novembre alle ore 20.30 con la serata “Viticoltura e cambiamenti d’uso del suolo in Vallata”.

TIRTHA NEWS, a Pescantina

info: T. 347 9264505

“IO SONO UN ALTRO TE STESSO”
Breve rassegna sulla consapevolezza
con le proposte di Thomas Torelli

GIOVEDI 16 NOVEMBRE 2017 ore 18.40

Un Altro Mondo
Scritto e diretto da Thomas Torelli - 2014


E' un film documentario che vuole raccontare la nostra vera forza e chi siamo realmente, sfidando la visione moderna del mondo e riscoprendo i sistemi di valori delle società antiche, come quella dei nativi americani. Si tratta di un viaggio che mette in luce come la fisica quantistica stia riscoprendo le conoscenze degli antichi popoli tribali, di come loro interpretavano la connessione tra l’uomo e l’universo. Il film dimostra anche scientificamente come siamo tutti collegati, concetto meglio espresso nel saluto Maya In Lak’ech”, che significa Io sono un altro te stesso” e dimostra anche quanto sia innaturale il senso di separazione che caratterizza gran parte del pensiero moderno.
L’uomo sempre di più sta prendendo coscienza del suo posto nell’universo e della sua capacità, sia come singolo che come collettività, di creare la propria realtà.
Siamo convinti che questa presa di coscienza raccontata nel documentario aprirà le porte a un inedito modo di interpretare la realtà e stimolerà un nuovo spirito critico sul presente, generando un migliore e più luminoso domani per le generazioni presenti e future.



GIOVEDI 23 NOVEMBRE 2017 ore 18.40

Food ReLOVution
Scritto e diretto da Thomas Torelli - 2016

Tutto ciò che mangi ha una conseguenza” è un coinvolgente e rivelatore documentario che esamina le conseguenze della cultura della carne in vista della crescente preoccupazione per gli impatti sulla salute, sulla fame nel mondo, sul benessere degli animali e sull’ambiente.
L'obiettivo è mostrare come questi problemi globali riguardino tutti e siano correlati tra loro. Oggi anche solo fare la spesa in maniera consapevole, sapere cosa si compra e cosa si mangia, è il primo importantissimo passo verso un mondo migliore.
Tutto ciò che mangiamo ha una conseguenza. Essere consapevoli di questo, ci aiuta a capire qual è, a capire l'importanza delle nostre scelte quotidiane. A spronarci a compiere azioni basate sulla coerenza, la consapevolezza e l’amore che nasce dal rispetto per la Vita. Il cambiamento che stavamo aspettando inizia con noi stessi. La scelta è la nostra arma più potente, impariamo ad usarla. Solo allora potremo dare un contributo a cambiare il mondo.
Non bisogna affidarsi solo ai dogmi alimentari imposti dalla società ma conoscere ciò che si mangia, l’unico modo per dare inizio alla rivoluzione. Fatta con amore.
<<Fa che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo>>
Ippocrate Padre della Medicina moderna (460-377 A.C.)


GIOVEDI 30 NOVEMBRE 2017 ore 18.40

Pachamama
Manifesto Per la Madre Terra
Scritto e diretto da Thomas Torelli - 2017



ENTRATA LIBERA PER I SOCI 2017-2018

Per i non soci è necessario iscriversi con la tessera annuale: 10,00 Euro