Giornata aperta agli orti ad Arcè di Pescantina. Preparazione orti nuovi per la semina di un erbario da sovescio che nutrirà e proteggerà il terreno fino a fine primavera, e anche di piselli e spinaci! Gli orti coperti da tutto l'anno sono morbidi e pieni di lombrichi, ora abbiamo aggiunto compost, tolto sassi (immancabili qui!) e seminato! Grazie a tutti i volontari e amici passati ad aiutarci o a salutarci!
Secondo Webinar riscossione diretta da Agri.Bi. 24 febbraio 2022 ore 15.00
Agri.Bi Ente Bilaterale per l'Agricoltura Veronese organizza il secondo webinar di presentazione dove saranno spiegati e descritti i nuovi metodi di riscossione dei contributi per l'anno 2022.
Durante l’incontro verranno date risposte anche ai quesiti pervenuti nel frattempo.Il webinar si terrà in modalità VIDEOCONFERENZA, siete invitati a partecipare e vi preghiamo gentilmente di compilare i campi seguenti per procedere all'iscrizione.
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Lessini Durello: il primo Consorzio vitivinicolo Biodiversity Friend®
Durante l’incontro, svolto nella piacevole cornice di Borgo Rocca Sveva, è stato presentato, ai soci presenti e a quelli collegati in streaming, il “Progetto Biodiversità – Territorio – Lessini – Durello”. Tale progetto, avviato ad inizio 2021, ha portato il Consorzio ad ottenere la Certificazione volontaria Biodiversity Friend®.
Paolo Fiorini, Presidente del Consorzio Tutela Lessini Durello, ha introdotto la serata: “L’attesa è durata un anno. È stato un percorso lungo e condiviso, perché le aziende hanno risposto molto bene e con entusiasmo a questa iniziativa”, aggiungendo “Il nostro obiettivo è quello di dimostrare che noi produciamo in un territorio che rispettiamo”.
Durante l’incontro, Gianfranco Caoduro, rappresentante di WBA, l’associazione proprietaria dello standard, ha ripercorso dal 2010 la storia del Protocollo Biodiversity Friend. “Le aziende che si certificano sono aziende che credono nella sostenibilità e che vogliono portare avanti i temi della nostra filosofia: produrre in modo sostenibile, con attenzione particolare al territorio e al futuro delle giovani generazioni” ha affermato Caoduro.
In rappresentanza di Siquria, l’ente di Certificazione a cui fanno capo i controlli di verifica, ha presenziato Nicola Bottura, il quale ha ricordato l’innovazione nel campo delle certificazioni introdotta dallo Standard Biodiversity Friend®. In particolare gli Indici di Biodiversità, strumenti efficaci per valutare gli impatti sulla qualità di aria, acqua e suolo, permettono ai viticoltori di conoscere il livello di sostenibilità delle loro pratiche agronomiche.
I tecnici incaricati dal Consorzio (Andrea Rigo e Igor Bonvento) hanno proseguito con una carrellata delle tappe che hanno visto il gruppo di aziende arrivare dopo una prima fase “preliminare” di progetto (giugno-luglio 2021) a confrontarsi con i controlli in campo in autunno. Hanno inoltre illustrato le tappe successive alla fase di certificazione, per il mantenimento del marchio di qualità ed il miglioramento delle prestazioni ambientali delle Aziende.
Il percorso iniziato per incrementare le performance ambientali, sociali ed economiche del Consorzio sarà impegnativo, ma WBA ha ribadito la propria disponibilità alla collaborazione con il Consorzio per creare una sinergia tra “agricoltori e naturalisti finalmente uniti per una viticoltura sostenibile”.
tratto da: https://biodiversityassociation.org/it/2022/01/lessini-durello-2/
webinar sul vino e bollicine
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Concimazione, la natura non butta via niente!
La concimazione … ovvero la natura sapiente non butta niente
La concimazione è una pratica utile per riequilibrare di nutrienti un terreno che deve accogliere le piante dell’orto. È un’attività facile da fare, ma che deve avvenire con alcune attenzioni. Vi proponiamo alcune regole generali da attuare e vi rimandiamo ai nostri splendidi orto vivaisti per le specifiche.
Ecco alcune regole:
- Periodo: Per chi dovesse avere un giardino, il periodo migliore per la concimazione è in autunno quando, trovando il terreno ancora asciutto (ovviamente i cambiamenti climatici scombussolano un po’ tutto) dall’estate, è possibile vangarlo senza compattarlo a causa del nostro peso. Se non l’abbiamo fatto ad ottobre, possiamo effettuarlo nel tardo inverno avendo cura però di sfruttare le giornate di sole (che ultimamente sono davvero frequenti).
- Tipo di suolo: non tutti i concimi valgono e vanno sempre bene. È fondamentale conoscere l’impasto, il ph del terreno con cui si lavora. Se abbiamo un terreno sabbioso dovremo abbondare di concime per migliorarne decisamente l’impasto e la capacità di catturare e conservare l’acqua. Se abbiamo un terreno argilloso andrà aggiunto concime ma la lavorazione del terreno dovrà essere costante in quanto tenderà a compattarsi frequentemente. Per ph troppo acidi dovremo scegliere concimi alcalini, mentre per suoli troppo alcalini dovremo provare ad abbassare il ph con concimi acidi. E comunque la scelta delle piantine sarà decisiva per il successo dell’attività.
- Come concimare: Per apportare concime al terreno servirà scavare delle trincee di 20 cm di profondità dove andrà sistemato il concime scelto (vedi dopo) per poi essere ricoperto di terreno e così mescolato. Si lascia a riposo per alcune settimane.
- Tipi di concime: consigliamo di usufruire di concimi naturali (stallatico sempre di un anno) o al massimo pellet (stallatico disidratato). Il primo caso permette anche di ammendare il terreno ossia di apportare tantissima materia organica (ottimo per il terreno sabbioso). In entrambi i casi andiamo ad apportate i Sali minerali fondamentali per la crescita delle piante. Ovviamente in balcone se vogliamo rigenerare il terriccio potremo utilizzare il pellet (più facile gestione). Un ottimo concime è la cenere di legno non trattato (ricordiamoci però che questo è un concime alcalino da usare con piante come i pomodori o i peperoni anche contro il marciume apicale).
- I Sali minerali: i principali sono 3: azoto, fosforo e potassio. Se la pianta che dovremo piantare ha un fabbisogno di azoto maggiore rispetto al potassio (agrumi, cicorie, le graminacee) utilizzeremo concime a base di letame di coniglio. Al contrario per un fabbisogno maggiore di potassio rispetto all’azoto (tutte le solanaceae come i pomodori e patate, e cocurbitaceae come peperoni, meloni, angurie, zucchine; in più finocchi e fragole) utilizzeremo lo stallatico di ovino o la cenere. Se le quantità di azoto e potassio necessarie sono similipossiamo optare per lo stallatico di bovino/equino (carote, cavoli e broccoli, cetrioli, cipolle, leguminose, insalate) che è anche un ottimo ammendante. Per una forte crescita iniziale si può utilizzare la pollina (concime avicolo).
- Quantità: per le quantità è bene informarsi sulla specifica piantumazione. Possiamo dire che per pianta si parla genericamente di 100-300 gr. per l’intero ciclo vitale. In generale tra i 100 ed i 200 gr. per mq dovrebbe essere una quantità idonea.
- Umidità: il concime libera le sue sostanze nutritive grazie all’acqua in esso contenuta (se fresco) o attende l’innaffiatura per disciogliersi se secco. Quindi è necessario che il terreno sia sempre umido in modo che le sostanze possano essere veicolate nel migliore dei modi in tutto il terreno. L’innaffiatura dovrà essere sempre bilanciata con le esigenze del momento e le condizioni climatiche.
Dai diamanti non cresce niente dal letame nascono i fior ….
LA TUTELA DELLA BIODIVERSITÀ ENTRA A FAR PARTE DELLA COSTITUZIONE ITALIANA
Con l’ok definitivo della Camera, da l'otto febbraio 2022 “la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi” entra a far parte dei Principi fondamentali della nostra Repubblica.
Una modifica costituzionale unica nel suo genere: è la prima volta che uno degli articoli fondamentali (artt. 1 – 12) viene modificato.
La proposta di legge che prevedeva la modifica degli artt. 9 e 41 della Carta è stata definitivamente approvata dalla Camera in seconda deliberazione con consenso trasversale di 468 voti favorevoli introducendo nella Costituzione nuovi importantissimi principi.
Recitano così i rinnovati articoli 9 e 41 della nostra Costituzione:
Articolo 9: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”.
Articolo 41: L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana, alla salute, all’ambiente. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali”.
La tutela dell’ambiente si inserisce dunque, oltre che nell’art. 9, anche nell’art. 41, al fianco degli altri paradigmi fondamentali che l’attività economica privata deve rispettare.
Le modifiche agli articoli sono entrate in vigore con l’approvazione di Camera e Senato, in entrambi i casi con doppia deliberazione, senza dunque rendere necessario il referendum popolare.
Un voto parlamentare che “segna una giornata epocale” come ha commentato il ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani.
Corso gratuito online: Cereali e altre colture estensive secondo il metodo biologico
In collaborazione con Veneto Agricoltura abbiamo organizzato un corso gratuito online sui “Cereali e altre colture estensive secondo il metodo biologico”
Il corso, della durata complessiva di 16 ore, viene erogato interamente in modalità online. Per favorire un efficace apprendimento le ore sono distribuite in quattro mezze giornate e le date delle lezioni saranno:
23 febbraio
6,4 MILIARDI DI EURO (+4,1% SUL 2020), TANTO VALE L’AGRICOLTURA VENETA NEL 2021 CHE NEPPURE IL COVID HA FERMATO
“La nostra agricoltura eroica ha sconfitto anche il Covid. Mi sembra questo il titolo migliore per commentare i dati del nostro comparto agricolo che Veneto Agricoltura ha saputo raccogliere e che oggi diffondiamo”. Così il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha commentato i primi dati sull’andamento dell’agricoltura regionale nel 2021 presentati questa mattina a Legnaro (Pd) in occasione della tradizionale conferenza stampa di Veneto Agricoltura, trasmessa anche in diretta su Rete Veneta e Facebook, presenti l’Assessore regionale all’Agricoltura, Federico Caner, il Direttore dell’Agenzia, Nicola Dell’Acqua, rappresentanti delle Organizzazioni agricole venete e di numerosi altri Enti.
“L’agricoltura veneta – ha continuato Zaia – ha raggiunto nel 2021 un valore della produzione del +4,1% rispetto all’anno precedente e si prepara a resistere alla bufera dell’aumento dei prezzi, che già da mesi mette a repentaglio la redditività di tutti i comparti. Tema che la Regione del Veneto porterà sul tavolo del Governo nazionale. Possiamo dirci soddisfatti? Penso di sì. Una delle maggiori catastrofi, la pandemia che si è abbattuta sul pianeta, poteva schiantare la nostra prima risorsa economica e culturale, la terra e chi la lavora. Invece, i nostri agricoltori ne escono con un glorioso “più” che afferma che siamo ancora e vivacemente in partita. Con la viticoltura, soprattutto, che si indirizza sempre di più alla qualità. E con i cereali, simboli veneti che raccontano la nostra intelligente fecondità”. Può bastare questo per i mesi che verranno? “Certamente no – ha sottolineato Zaia -. Abbiamo di fronte due questioni globali che globalmente vanno affrontate: il dramma dei costi di produzione e l’emergenza climatica. Per la prima, sono certo che il Governo nazionale non lascerà senza aiuti il Veneto, una delle locomotive agricole della Nazione, e la Regione farà la sua parte; la seconda questione va affrontata con intelligenza, con investimenti e con adeguate tecnologie. Mi sembra che anche da questo punto di vista l’agricoltura stia facendo la sua parte.”
Come ogni anno in questo periodo, l’appuntamento di Veneto Agricoltura rappresenta un’importante occasione per fare un primo bilancio sui risultati dell’agricoltura venetanell’anno passato, in attesa – prima dell’estate – dei dati analitici definitivi.
“Se il 2020 sarà ricordato come l’anno più difficile a causa della pandemia – ha ricordato l’assessore all’Agricoltura della Regione del Veneto, Federico Caner, intervenuto all’incontro – il 2021 è stato caratterizzato da chiari segnali di ripartenza. La pandemia ha certamente messo in difficoltà la filiera agricola, sebbene il settore sia stato forse tra i più capaci di reggere ai contraccolpi della crisi. In Veneto siamo ripartiti grazie anche alla grande capacità di resilienza degli addetti ai lavori. La Regione, dal canto suo, ha sostenuto la ripresa mettendo sul tavolo importanti risorse provenienti dal Programma di Sviluppo Rurale, che non si è mai fermato: dei 1.561 milioni di euro che costituiscono l’intera dotazione finanziaria, l’organismo pagatore regionale ne ha già erogati oltre 963”. “Ciò significa – ha continuato Caner – che il 63,77% delle risorse sono già entrate nella disponibilità dei beneficiari e quindi materialmente immesse nel sistema economico. E lo è anche per tutti quei giovani che hanno deciso di lavorare con la terra. Anche quest’anno per loro la Regione ha messo a disposizione 13 milioni di euro per favorire la costituzione e il primo insediamento di nuove aziende, 20 milioni di euro per incentivarne i relativi investimenti e un ulteriore milione e mezzo per le attività di diversificazione”.
Il Report di Veneto Agricoltura, che può essere scaricato dal link https://www.venetoagricoltura.org/2022/02/temi/prime-valutazioni-sullandamento-del-settore-agricolo-veneto-2021/ conferma infatti che dopo le difficoltà del 2020 dovute al prolungato lock down per Covid, nel 2021 l’agricoltura veneta si è rimessa in moto mostrando i segni di un ritorno alla normalità, purtroppo non ancora del tutto raggiunta visto che la pandemia ha continuato e sta continuando a mordere. Negli scorsi 12 mesi sono comunque riprese le attività economiche, seppure con difficoltà, come pure i consumi che però non hanno ancora raggiunto i livelli pre-pandemia. Questi risultati sono arrivati in un clima di fiducia degli operatori dell’industria alimentare, clima che ha contagiato anche il comparto agricolo tornato – negli ultimi tre mesi del 2021 – a mostrare un segno positivo dopo ben nove trimestri contrassegnati dal segno “meno”. Purtroppo, il 2021 è stato caratterizzato anche dal forte incremento dei prezzi dei mezzi di produzione (accelerato in queste ultime settimane) che sta mettendo a repentaglio la redditività di numerosi comparti agricoli, in primis quello degli allevamenti.
Da parte sua, il direttore di Veneto Agricoltura, Nicola Dell’Acqua, ha ribadito che “numeri, dati e tabelle sottoposti oggi all’intera comunità regionale dicono, in sostanza, una sola verità: l’agricoltura veneta c’è e nemmeno la pandemia è riuscita a soffocarne la vitalità. Credo poi sia di straordinaria importanza la responsabilità che cade sull’Agenzia regionale che, in qualche modo, deve garantirne funzionamento e prospettive innanzitutto alla Regione del Veneto, che di tale attività è il fulcro, e certo non solo in termini burocratici”. “Se Veneto Agricoltura ha senso – ha continuato Dell’Acqua – esso si sostanzia nella relazione strategica con la Regione. Ma la sfida è assai più ampia, perché la rete di cui noi siamo protagonisti si intreccia con gli stake-holders di questo settore e, soprattutto, con le associazioni di categoria che raccolgono le fatiche e le aspirazioni delle decine di migliaia di persone che vivono, quotidianamente del frutto della terra. È all’interno di questa rete di relazioni e di comunicazione di cui siamo uno degli attori, che la nostra missione diventa possibile”.
Ma veniamo ai numeri.
Il valore complessivo della produzione lorda agricola veneta nel 2021 è stimato in 6,4 miliardi di euro (+4,1% rispetto al 2020), ha ricordato Alessandra Liviero di Veneto Agricoltura. Ad incidere su questo risultato è stato il generale miglioramento dei prezzi di mercato, cresciuti anche grazie alle dinamiche del commercio mondiale. In particolare sono risultati in crescita i valori delle produzioni erbacee (+12,3%), mentre hanno registrato una flessione le coltivazioni legnose (-3,5%) a causa dell’andamento climatico. Per quanto riguarda gli allevamenti, il Report registra un leggero miglioramento sia delle quantità prodotte, che dei prezzi di mercato, con un valore della produzione che si stima in aumento del +6,1%.
Il numero delle imprese agricole attive nel Veneto, nei primi tre trimestri del 2021, risulta pari a 61.138 unità (-0,9%), in linea con l’andamento nazionale (-0,3%). Sono aumentate sia le società di capitali (circa 1.330 imprese, +7,1%) che le società di persone (circa 10.710, +2,6%); sono calate invece le ditte individuali (48.613 unità, -1,8%), che rappresentano quasi l’80% delle imprese. In calo anche le imprese alimentari, che si attestano a 3.574 unità (-0,3%).
Sempre nei primi tre trimestri del 2021, gli occupati agricoli nel Veneto erano circa 75.650 (dati Istat), in crescita (+1,7%) ma con un tasso inferiore rispetto al livello nazionale (+4,3%); in flessione invece le assunzioni (circa 62.000 unità, -10,4%, fonte: banca dati Silv). Come conseguenza risulta che il saldo occupazionale agricolo viene stimato in forte calo (-26%). La situazione è leggermente migliore nel settore agroalimentare dove le assunzioni sono aumentate (circa 14.000 unità, +3,6%), ma il saldo occupazionale viene comunque stimato in calo di circa il -14% a causa dell’aumento delle cessazioni.
Passando alla bilancia commerciale con l’estero dei prodotti agroalimentari veneti, il saldo nei primi nove mesi del 2021 si conferma in attivo con circa 137 milioni di euro, ma risulta praticamente dimezzato rispetto allo stesso periodo del 2020. Ciò è dovuto ad una maggiore crescita delle importazioni (5,5 miliardi di euro, +10,8%), rispetto alle esportazioni (circa 5,64 miliardi di euro, +7,5%). I maggiori incrementi delle importazioni hanno riguardato i prodotti di colture agricole non permanenti (1,08 miliardi, +16,1%), la carne e prodotti a base di carne (766 milioni di euro, +16,6%), pescato, crostacei e molluschi (460 milioni di euro, +23%). Le performance migliori dell’export hanno invece interessato il comparto delle bevande (2,03 miliardi di euro, +11,4%), la carne e i prodotti a base di carne (570 milioni di euro, +16,2%). In calo invece l’export di prodotti dell’industria lattiero-casearia (382 milioni di euro, -6,3%).
Venendo alle performance delle singole colture, va subito ricordato che l’andamento climatico ha fortemente influito sull’annata agraria 2021, caratterizzata dalle gelate tardive di aprile che hanno danneggiato soprattutto le frutticole. Effetti negativi sono poi arrivati anche dalle alte temperature e i periodi siccitosi dell’estate, con conseguenze soprattutto su mais e soia, oltre che su altre colture orticole. Ma vediamo i risultati raggiunti settore per settore.
Annata molto positiva per i cereali autunno-vernini: fatta eccezione per l’orzo (17.900 ha, -6%), sono cresciuti gli investimenti a frumento tenero (95.000 ha, +12%) e duro (15.000 ha, +42%); in miglioramento anche le rese e di conseguenza la produzione. Annata sfavorevole invece per i cereali a semina primaverile: calano le superfici coltivate a mais (148.000 ettari, -4%) e soprattutto le rese (10 t/ha, -11%). L’aumento dei prezzi (+42%) ha controbilanciato la riduzione della produzione (1,5 milioni di tonnellate, -15%).
Anche per le colture industriali, il 2021 è stato caratterizzato da un incremento generalizzato dei prezzi. Per quanto riguarda la soia, aumentano le superfici coltivate (+3%), molto male invece la resa (3 t/ha, -18%) e di conseguenza la produzione (420 mila tonnellate, -15%). In calo gli investimenti a girasole (3.900 ha, -27%) mentre crescono le superfici coltivate a colza (4.400 ha, +36%). Male per la barbabietola da zucchero: in flessione le superfici (8.800 ha, -2,7%) e soprattutto le rese (-61,3% t/ha, -12%); mentre il tabacco ha registrato una crescita degli investimenti e della produzione. Annata in chiaroscuro anche per le colture orticole: in generale gli investimenti sono calati per diversi prodotti, quali la patata (3.500 ha, -7%), il radicchio (4.500 ha, -22%), la lattuga (1.100 ha, -13%) e la fragola (360 ha, -12%), ma anche per carota, cavoli e cavolfiori, fagiolini e piselli. In crescita invece le superfici coltivate ad altre orticole, in particolare aglio (11%) e cocomeri (+21%), mentre altre colture (asparago, zucchine, meloni) hanno avuto incrementi meno rilevanti.
Annata difficile anche per il comparto frutticolo veneto che ha dovuto fare i conti con i danni delle gelate di aprile e altre vicissitudini fitosanitarie (cimice asiatica su tutte). In questo contesto, tutte in discesa le rese ad ettaro, con il conseguente calo delle produzioni di melo (-38,9%), kiwi (-40,8%), ciliegio (-23,8%) e con perdite ancora maggiori per pero (-85,3%) e pesche (-77,3%).
Fortunatamente il comparto viticolo veneto continua la sua corsa inarrestabile, che nel 2021 ha visto crescere ancora la superficie vitata (94.151 ha, +1,5%), di cui quasi il 78% Doc/Docg e un altro 18% circa Igt, sinonimo di alta qualità. La vendemmia è stata di 14 milioni di quintali di uva (-0,5%), pari ad una produzione di vino di 11,7 milioni di ettolitri (stabile rispetto al 2020). In netto rialzo, invece, il prezzo delle uve (0,74 €/kg, +27,6%).
La produzione di latte nel 2021 nel Veneto è stata di circa 12 milioni di quintali, in linea con l’anno precedente. Il numero di allevamenti è invece sceso a circa 2.800 unità, proseguendo così il trend degli ultimi anni. Il prezzo medio annuo del latte è stato di 36,5 euro/100 lt (senza IVA e premi), risultando sostanzialmente invariato. Nelle province venete cresce la produzione di formaggio Grana DOP (570mila forme), in leggero calo invece la produzione degli altri formaggi DOP e duri, per la ripresa della richiesta di formaggi freschi e molli. Fatturato stabile stimato a circa 440 milioni di euro. La quotazione del latte alla stalla è stata inferiore ai costi di produzione, soprattutto in conseguenza dell’aumento dei costi alimentari ed energetici.
Per la carne bovina la produzione veneta nel 2021 è risultata stabile, con 780mila capi macellati, come pure il numero di allevamenti da carne (fonte: Anagrafe zootecnica) fermo a circa 6mila unità. Persiste la dipendenza dall’estero per ristalli e in parte per materie prime alimentari. Considerando il buon andamento dei prezzi sui mercati, il fatturato viene stimato a circa 425 milioni di euro (+6%).
La produzione di carne suina, concentrata nelle province di Verona e Treviso, vede il Veneto tra le regioni italiane della filiera di qualità IGP/DOP. Nel 2021 la produzione è stata stabile con circa 790mila macellati, di cui 700mila quelli grassi (-6%), circa 8% del totale nazionale. Il numero di allevamenti si attesta a poco meno di 1.600 unità.
La filiera avicola è il comparto zootecnico più sviluppato in Veneto: si basa su un numero di allevamenti non particolarmente numeroso, ma dalle grandi dimensioni. Nel 2021 (fonte: Anagrafe zootecnica) sono stati macellati poco meno di 200 milioni di polli e galline (35% del totale nazionale) e 26 milioni di tacchini (50%). Il numero di allevamenti è rimasto invariato: quelli di pollo da carne si attesta a circa 760 unità, mentre quelli di tacchini da carne sono poco più di 400 con una fortissima concentrazione nella provincia di Verona. Il fatturato viene stimato in circa 730 milioni di euro (+9%).
Il 2021 è stata una buona annata per il comparto della pesca, con lo sbarcato locale transitato nei sei mercati ittici del Veneto che ha segnato un +8,9% in volume, a fronte di 17.780 tonnellate vendute. Bene anche il fatturato, che viene stimato a 42,1 milioni di euro (+10,0% rispetto al 2020).
tratto da https://www.venetoagricoltura.org/2022/02/in-evidenza/64-miliardi-di-euro-41-sul-2020-tanto-vale-lagricoltura-veneta-nel-2021-che-neppure-il-covid-ha-fermato/A Molina di Fumane
A Molina di Fumane, in uno dei borghi più belli della Lessinia occidentale, si è formato un gruppo di appassionati dell'intreccio con le "strope"... e per questo proponiamo loro un simpatico ed utile cestino col manico adatto ai principianti: il "Polachino".
Piano Strategico PAC 2023-2027 in ottica sostenibile. 2,5 miliardi di euro in 5 anni per l’agricoltura biologica
ROMA – Il Piano Strategico della PAC 2023-2027 presentato alla Commissione europea dopo un lungo confronto con le parti economiche e sociali mette in campo una strategia unitaria, attraverso i pagamenti diretti, le organizzazioni comuni di mercato, lo sviluppo rurale e il PNRR.
Obiettivi del PSN – sottolinea il Mipaaf – sono il potenziamento della competitività del settore agricolo e forestale in un’ottica sostenibile, destinando complessivamente tra primo e secondo pilastro circa 10 miliardi di euro ad interventi con chiare finalità ambientali.
Rientrano in questo quadro gli eco-schemi e gli interventi agro-climatico-ambientali, nel cui contesto all’agricoltura biologica saranno destinati 2,5 miliardi di euro in cinque anni.
Il Piano prevede un sistema di aiuti più equo, attraverso la progressiva perequazione del livello del sostegno al reddito; prendendo a riferimento l’intero territorio nazionale, si determina un sensibile riequilibrio nell’allocazione delle risorse dei pagamenti diretti, a vantaggio delle aree rurali intermedie e delle aree rurali con problemi di sviluppo, nonché delle zone montane e di alcune zone collinari interne. Contestualmente, il 10% della dotazione nazionale dei pagamenti diretti viene ridistribuito focalizzando l’attenzione sulle aziende medio-piccole..... il resto dell'articolo lo leggi su: https://www.agricultura.it/2022/02/04/piano-strategico-pac-2023-2027-in-ottica-sostenibile-25-miliardi-di-euro-in-5-anni-per-lagricoltura-biologica/
COME VIETARE LA CACCIA NEL PROPRIO TERRENO
L’1 febbraio 2022 è stata pubblicata sul BUR del VENETO n.16-I la legge regionale del Veneto n.2/2022 sul Piano Faunistico Venatorio Regionale 2022-2027
Slitta a marzo la prima edizione di Sana Slow Wine Fair
La prima edizione di Sana Slow Wine Fair, la manifestazione internazionale dedicata al vino buono, pulito e giusto, si terrà in presenza a Bologna da domenica 27 a martedì 29 marzo 2022. L’evento, organizzato da BolognaFiere con la direzione artistica di Slow Food e la collaborazione di FederBio, era in programma alla fine di febbraio, ma è stato posticipato per favorire lo svolgimento in sicurezza e agevolare la partecipazione degli operatori nazionali e internazionali che stanno dimostrando grande attenzione a questo nuovo evento. A Bologna arriveranno cantine provenienti da tutta Italia e dall’estero: Albania, Argentina, Bosnia, Brasile, Bulgaria, Cile, Croazia, Francia, Germania, Macedonia, Montenegro, Perù, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna e Stati Uniti. Un giro del mondo insieme ai grandi vini che rispondono ai principi della Slow Wine Coalition e che sono ispirati dal Manifesto Slow Food per il vino buono, pulito e giusto: sostenibilità ambientale, tutela del paesaggio e del ruolo culturale e sociale delle aziende vitivinicole nei propri territori.
Il Presidente di BolognaFiere Gianpiero Calzolari dichiara “Sana Slow Wine Fair sarà una preziosa occasione di confronto per un settore in forte espansione che fonde la cultura enologica agli aspetti legati alla sostenibilità, all’etica nella produzione e alla biodiversità, temi che per produttori e consumatori sono prioritari e sui quali possiamo vantare un’esperienza trentennale con l’organizzazione di SANA, la più importante manifestazione dedicata al mondo del biologico e del naturale. Considerata l’attuale situazione dell’emergenza sanitaria, il posticipo di questa prima edizione di Sana Slow Wine Fair consentirà di favorire l’arrivo di operatori e appassionati e ci permetterà di accoglierli in sicurezza”.
“Per permettere la massima partecipazione a tutti i delegati che fanno parte della Slow Wine Coalition, i convegni sui tre temi del Manifesto Slow Food per il vino buono, pulito e giusto saranno organizzati online nella settimana antecedente alla tre giorni bolognese. I temi discussi durante i convegni verranno poi presentati durante l’assemblea plenaria che inugurerà Sana Slow Wine Fair. Le tre giornate dedicate ai professionisti del settore – domenica 27, lunedì 28 e martedì 29 marzo – saranno l’occasione ideale per ristoratori, enotecari, importatori, distributori, cuochi e sommelier per incontrare, conoscere, confrontarsi e stringere affari con alcune tra le migliori cantine italiane e di un gruppo molto selezionato di aziende internazionali. Gli appassionati potranno partecipare alla Sana Slow Wine Fair nella giornata di domenica 27 marzo, per degustare le migliaia di etichette proposte e dialogare con i produttori. A tutti i visitatori sono inoltre dedicate le nove Masterclass, che sotto la guida di produttori ed esperti, consentiranno di approfondire le filosofie di produzione che sono dietro ai grandi vini in degustazione”, conferma Giancarlo Gariglio, coordinatore Slow Wine Coalition.