LOMBRICO D’ORO NUMERO TRE! Lunga vita al lombrico!



Il 5 maggio 2018 nella accogliente Cavaion Veronese . 

La manifestazione, rivolta in primo luogo ai Sindaci e alle Pubbliche  Amministrazioni, prevede alcune relazioni sull’importanza di ridurre i pesticidi e  una mostra di macchine per il diserbo non chimico per aree pubbliche, con dimostrazioni pratiche sul campo e/o con dei filmati.

Prove in campo
ore 8-14 
(con interruzione per le ore del convegno) dimostrazione in campo delle attrezzature alternative al  diserbo chimico e/o proiezioni dei filmati a cura delle ditte Tecnovap, Mantovanelli Mario & figli Srl, Azienda di Bellani Luciano, Arcobaleno SAS di Polato Emanuele con macchinari Maito

ore 9 
presentazione slides con tutte le tecniche di diserbo alternative alla chimica a cura dell’agricoltore biologico Antonio Tesini.

Convegno
ore 9.30 
Saluti della Sindaca di Cavaion Sabrina Tramonte

ore 9.50 
illustrazione delle Linee guida regionali sul regolamento di polizia rurale a cura di Giovanni Beghini presidente di ISDE Verona, Medici per l’ambiente e di Flavio Coato presidente di  “il Carpino” 

ore 10.10 
Elogio del Lombrico e fertilità della terra A cura di Carlo Modonesi docente e studioso di Ecologia all’Università di Parma, membro del comitato scientifico di ISDE 

ore10.30  
L’esperienza del biodistretto dei Colli Euganei. A cura di Franco Zanovello presidente della “Strada del vino Colli Euganei” 

Cerimonia di premiazione
ore 11.00 -11.45
Conferimento del premio a Michela Coan, sindaca di Revine Lago (Treviso), a Maria Grazia Bonfante, sindaca di Vescovato (Cremona) e a Valentina Avantaggiato, vicesindaca di Melpignano (Lecce) che presenteranno la loro esperienza

Consegneranno i premi:
Sabrina Tramonte, sindaca di Cavaion 
Filippo Bonfante, preside dell’istituto Agrario Stefani-Bentegodi
Elia Sandrini presidente del Collegio dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati della Provincia di Verona.

Contributo musicale di Wainer Mazza


Il premio consiste in un’opera, interpretazione del Lombrico, dello scultore Gabriele Gottoli, 
Segue buffet offerto da NaturaSì e da L’Albero del Pane di Silvano Fasoli e Susanna Sona.
Il vino è offerto dalla ditta Novaia di Marano di Valpolicella



informazioni
facebook: Premio Lombrico d’oro
Coordinatrice 
Lelia Melotti - 340 5780291  

 

AL COOORDINAMENTO VERONESE STOP-GLIFOSATE aderiscono
ARI Associazione Rurale Italiana 
A.VE.pro.bi Associazione Veneta Produttori Biologici - Comitato Arsenale - Comitato Fumane Futura - Comitato spontaneo Verona Inalberata - Cospe Veneto Cooperazione Sviluppo Paese Emergenti El Morar - FAI Verona - FIAB Amici della bicicletta Verona - Il Carpino
Intergas Coordinamento Gruppi Acquisto Solidale - Isde Verona International Society of Doctors for the Environment
Legambiente Verona - MAG Società Mutua per l’Autogestione
Monastero del Bene Comune di Sezano MDF Verona - Movimento per la Decrescita Felice Movimento non Violento - PAN Italia - Slow Food SommaGAS Gruppo Acquisto Solidale Sommacampagna - Terra Viva Verona Valpolicella 2000 - Verona Polis
WBA World Biodiversity Association
WWF World Wild Foundation for Nature


APPUNTAMENTO IL 3 MAGGIO A FOLLINA


IL PROGRAMMA DI SAN PIETRO IN CARIANO






SEMINIAMO FIORI PER LE API ITALIANE


BIOLOGICO, IN SVIZZERA NUMERI DA RECORD

La produzione bio in Svizzera avanza e il settore fa registrare cifre senza precedenti. Lo rivelano i dati diffusi a Basilea da Bio Suisse. La superficie agricola gestita in regime biologico ha raggiunto il 14,4%, una percentuale da primato. Nel contempo, il fatturato del bio ha superato i 2,7 miliardi di franchi, stabilendo un nuovo record. A fine 2017 le aziende che lavorano seguendo le direttive di Bio Suisse in Svizzera e nel Liechtenstein erano 6.423, 279 in più rispetto al 2016.
Un numero crescente di persone reputa importante un’alimentazione responsabile, afferma il direttore di Bio Suisse Daniel Bärtschi. Gli svizzeri hanno speso 320 franchi pro capite nel 2017 in prodotti bio, contro i 299 di dodici mesi prima. Le quote di mercato sono sensibilmente cresciute in tutti i Cantoni del Paese. In Romandia l’incremento è stato il più elevato. Nella Svizzera francese la percentuale di mercato del bio è ora pari all’8,8%, quasi al livello della Svizzera tedesca (9,1%). Anche nella Svizzera italiana (7,8%) l’evoluzione è stata positiva.
Per quel che concerne le categorie di prodotti, le uova hanno la quota di mercato più alta, quasi il 27%. Al secondo posto vi sono gli ortaggi (23%), tallonati dal pane fresco (22%). Le principali fonti di fatturato del mercato bio rimangono i latticini e il formaggio, davanti a ortaggi, insalata e patate, mentre completano il podio carne e pesce.
Bärtschi precisa che, nel quadro della strategia di Bio Suisse, entro il 2025 l’obiettivo è di raggiungere nella Confederazione una quota del 25% della superficie agricola e del 15% del mercato di generi alimentari. ‘Diventeremo più sostenibili, più rilevanti e più incisivi’, ha proseguito, ma «’a crescita non deve andare a scapito della qualità’.
(fonte: Greenplanet.net)

Biologico, Europarlamento vara il nuovo regolamento. L’Italia di traverso: ‘Occasione persa, pessimo compromesso’



Gli europarlamentari italiani bocciano il regolamento europeo sul bio che entrerà in vigore nel 2021. Il provvedimento che disciplinerà produzionecommercializzazione dei prodotti è stato approvato con 466 voti a favore (124 voti contrari e 50 astensioni) dall’Europarlamento, nonostante abbiano votato contro gli europarlamentari italiani di tutti i partiti, che chiedevano norme più restrittive, soprattutto sulla soglia di contaminazioneaccidentale da pesticidi non autorizzati e sulle deroghe concesse all’importazione di prodotti bio da paesi terzi. Un paradosso se si considera che l’Italia è prima tra i 28 Paesi dell’Ue per produzione e seconda per superficie coltivata: 1,8 milioni di ettari contro 2 milioni in Spagna. Le nuove norme sul bio, frutto di un compromesso tra le istituzioni raggiunto nell’estate del 2017, arrivano dopo quattro anni di negoziato. Il testo dovrà ora essere approvato dal Consiglio Ue prima che possa essere applicato dal 2021. Ha parlato di “un’occasione persa” Paolo De Castro, vicepresidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo, ricordando che la prossima Commissione Ue avrà ora la possibilità “di proporre standard di produzione più elevati prima dell’entrata in vigore del nuovo regolamento”. Negativo anche il giudizio del presidente di FederBio Paolo Carnemolla, nonostante si riconosca lo sforzo compiuto “per migliorare il testo iniziale della Commissione” tenendo in considerazione “alcune delle richieste dei produttori biologici”.

COSA CAMBIA – I produttori con aziende di piccole dimensioni, per esempio, potranno aggregarsi e ottenere una certificazione bio di gruppo, riducendo i costi. Il regolamento prevede controlli annuali antifrode per tutti gli operatori della filiera del bio (non solo agricoltori), con le ispezioni che diventano a cadenza biennale per chi risulta in regola per tre anni di fila. Potranno continuare a essere usate sementi convenzionali, ma sarà creato un database europeo per facilitare l’incontro tra domanda e offerta di quelli bio. Sarà ancora possibile per le aziende agricole produrre sia in convenzionale che in biologico, mentre sulle importazioni viene sancito il principio che prodotti bio provenienti da paesi terzi debbano rispettare gli standard europei e non solo, come oggi, essere ad essi equivalenti. Il punto, però, è che esistono numerose deroghe a questo principio. Tanto per fare un esempio: sono fuori dall’obbligo gli accordi commerciali bilaterali. I prodotti che accidentalmente vengono contaminati da pesticidi non autorizzati nel settore biologico potranno continuare ad avere la certificazione.

I PUNTI PIÙ CRITICATI – Insieme alle deroghe al principio di conformità dei prodotti importati c’è un altro aspetto molto criticato. I Paesi che, come l’Italia, hanno un meccanismo di decertificazione automatico dei prodotti bio contaminati da pesticidi non autorizzati nel biologico potranno mantenerlo, ma non impedire la commercializzazione nel proprio mercato di prodotti di altri paesi europei che si comportano diversamente. La Commissione europea aveva proposto di estendere il sistema già applicato in Italia a tutta l’Ue, ma non c’è stato nulla da fare. Si tratta di un punto su cui già si erano espressi negativamente gli eurodeputati della Commissione agricoltura. “Il punto cruciale negativo è poi l’aver eliminato completamente le soglie per i residui di fitofarmaci” ha dichiarato De Castro, che si domanda che differenza ci sia, a questo punto, con l’agricoltura convenzionale. Secondo il vicepresidente della ComAgri “l’accordo finale rappresenta un compromesso al ribasso”.
IL RISCHIO DI SVANTAGGIO COMPETITIVO – Le nuove regole europee sull’agricoltura biologica, secondo la Confederazione italianaagricoltori “non sono assolutamente in linea con i livelli e gli standard di qualità che sono applicati da anni in Italia”. Intanto, per la Cia, “nel momento in cui non si interviene sulle regole che riguardano la contaminazione dei prodotti” non si apporta “alcun miglioramento per i consumatori e “si penalizza il nostro Paese, ponendoci in una condizione di svantaggio competitivo in Europa”. Anche per Copagri(Confederazione produttori agricoli) il biologico che proverrà dal vecchio continente non potrà in alcun modo offrire i livelli di qualità che garantisce quello italiano. “Appare indispensabile che il Ministero emani al più presto un nuovo Marchio del Biologico Italiano che distingua i veri prodotti Bio con provenienza Made in Italy” sottolinea Copagri, secondo cui “queste regolamentazioni potranno causare concorrenze sleali o falsature di mercato se non si interverrà attraverso gli atti delegati ed esecutivi.

mercoledì 18 aprile ultima puntata in Valpolicella


Neil Young le canta e le suona a Monsanto, produttore del controverso glifosato

All'inizio dei concerti di Neil Young del 2016 accadeva spesso di assistere ad una scenetta bizzarra: due figuri vestiti con tute di protezione per fitofarmaci, salivano sul palco irrorando la scena poi si ritiravano dietro le quinte. Successivamente apparivano due ragazze vestite da contadinelle, che spargendo semi, passeggiavano felici sul palcoscenico.


Cosa stava portando in scena il cantautore canadese? Neil Young sceglie di raccontare in maniera fragorosa il ciclo produttivo delle sementi OGM, brevettate e usate nell'agricoltura convenzionale americana: l'agricoltore le semina sul suo campo, e poi il terreno e le falde acquifere si inquinano e lui stesso si ammala usando il Roundup (noto erbicida comunemente chiamato glifosato).

Cresce il seme che poi diverrà farina per pane e biscotti. Essi riempiranno gli scaffali dei supermercati, magari in belle confezioni, con l'immagine di un contadino ideale sorridente e rassicurante.

Con questo album il cantautore denuncia il colosso agroalimentare Monsanto.


Rubens Noviello ospite del gas Stellarossa


AMBIENTE E SALUTE A VILLA CONTARINI - convegno venerdì 4 maggio





UN TUFFO NELLA PLASTICA. ne parliamo con Franco Borgogno a Bovolone


DIFENDIAMO MADRE TERRA, il 22 aprile a Trissino


DA LIPU: festa delle oasi


DA GREENPEACE: Il vero prezzo della carne

Come molte persone in Italia, anche tu avrai visto le inchieste sugli allevamenti intensivi. Quelli dove gli animali sono sottoposti a trattamenti atroci, dove si impiegano grandi quantità di antibiotici per prevenire il dilagare di infezioni; che inquinano acqua, aria e suolo; e che necessitano di così tante risorse da “divorare il Pianeta”.
vittorio, sapevi che queste “industrie della carne” sono finanziate anche con i soldi pubblici?
Gli allevamenti intensivi ricevono i sussidi dall’Unione Europea, a scapito delle piccole aziende agricole che producono cibo in modo sano ed ecologico. 
A pagarne le conseguenze è la nostra salute e quella del nostro Pianeta: deforestazione, antibiotico-resistenza e uso di pesticidi per produrre mangimi, sono solo alcuni dei gravi impatti sanitari e ambientali della produzione intensiva di carne.  

Da oggi iniziamo una Campagna per chiedere di tagliare i fondi agli allevamenti intensivi e cambiare finalmente le regole.
Chiediamo che i soldi pubblici non vengano più utilizzati per finanziare gli allevamenti intensivi. 
UNISCITI A NOI! 
 
STOP AI FONDI PUBBLICI AD ALLEVAMENTI INTENSIVI
 
SI al sostegno ad aziende che producono cibo in modo ecologico

FIRMA ORA
Nel 2021 l’Europa definirà la nuova “Politica Agricola Comune” (PAC) ovvero, l’insieme di regole per l’assegnazione di sussidi e incentivi agli agricoltori e allevatori europei.

Al momento questi fondi sono assegnati in modo iniquo, privilegiando grandi aziende di stampo intensivo e industriale, spingendo verso un continuo accorpamento e intensificazione e contribuendo così alla scomparsa delle aziende agricole di dimensioni minori e più sostenibili.

Nei prossimi tre anni, possiamo fare pressione sull’Unione europea e sul Governo italiano per non lasciare la produzione del cibo in mano agli interessi di pochi che mettono a rischio la nostra salute e quella del Pianeta.

La tua firma è davvero importante, FIRMA ORA

Contro gli imballaggi di plastica inutili al via la campagna “Svesti la Frutta” lanciata dal portale greenMe.it

Svesti la FruttaLo scandalo di gennaio, quando i sacchetti dell’ortofrutta sono diventati a pagamento (1/2 centesimi) ha orientato alcuni consumatori ad acquistare frutta e verdura confezionata in vaschette di plastica, polistirolo o cartoncino. Forse è sfuggito a molti che anche questi imballaggi sono a carico dei consumatori, nonostante il costo non sia “visibile”, ma anzi il confezionato alla fine è un po’ più caro (leggi articolo). Oltre all’aspetto economico bisogna considerare l’impatto ambientale delle vaschette e del film plastico di copertura che ha un peso notevole. Partendo dal problema della sostenibilità del packaging utilizzato per frutta e verdura, è nata la campagna social “Svesti la Frutta” (#svestilafrutta), lanciata dal portale greenMe.it. I promotori si sono chiesto quanto abbia “senso confezionare frutta e verdura che già per natura, grazie alla buccia, hanno una loro protezione?”, e invitano a lottare in maniera attiva (e social) contro l’abuso degli imballaggi in plastica. L’obbiettivo è sensibilizzare l’opinione pubblica, i produttori e le catene della grande distribuzione per favorire un’inversione di tendenza che rispetti l’ambiente e limiti gli sprechi.
Partecipare alla campagna “Svesti la Frutta” è molto semplice. Ogni qualvolta il consumatore si trovi davanti a un prodotto imballato in maniera assurda e senza senso (un mandarino, una banana, un’arancia etc..) può scattare una foto e caricala sui social Facebook, Twitter, Instagram usando l’hashtag #svestilafrutta, taggando @greenMe_it e inserendo anche il nome del supermercato o del punto vendita.
Il problema della plastica è già un’emergenza globale, come ricorda anche il Word Economic Forum, in collaborazione con la Ellen MacArthur Foundation, che in un recente studio prevede che, entro il 2050, nell’oceano nuoteranno più bottiglie che pesci.
tratto da:
http://www.ilfattoalimentare.it/svesti-la-frutta-imballaggi-plastica.html

Olio di palma: la deforestazione del Borneo continua. L’unica speranza sono i consumatori e le scelte consapevoli

Nell’ottobre 2015 Johan Reboul, un giovane liceale allora diciassettenne di Nimes, aveva lanciato sulla piattaforma Change.org una petizione per chiedere alla Lu, marchio francese di biscotti e prodotti da forno, di abbandonare l’olio di palma. A distanza di tre anni Reboul ha pubblicato un aggiornamento sulla spinosa questione. Lo youtuber Le Grand JD accompagnato dal giornalista  Bernard Genier (RTS), sono andati nel Borneo, Indonesia, e hanno testimoniato la loro esperienza in un videoprodotto dalla Radio Televisione Svizzera (RTS). Contrariamente a quanto affermano le aziende e gli enti certificatori, la distruzione delle foreste causata da olio di palma avanza con sempre più disastrose conseguenze sulla biodiversità e le tribù locali.
Il documentario evidenzia una situazione drammatica, dove solo il 5% della foresta naturale è ancora presente nell’isola. Le conferme di questi dati disarmanti arrivano anche dall’ambientalista David Gaveau, del Center for International Forestry research, che ha analizzando migliaia di immagini satellitari della zona Borneo dagli anni ’70 ad oggi.
olio di palma piantagioni borneo indonesia 2018Il video mostra che l’olio di palma, indipendentemente dalla sua cosiddetta etichetta sostenibile, è responsabile della deforestazione di massa in Indonesia e Malesia. Secondo Johan Reboul, questi ultimi luoghi incontaminati possono ancora essere salvati se i consumatori alzano la loro voce contro le multinazionali che usano l’olio di palma. La sua petizione è ancora attiva e ha ormai superato 200 mila firme. Per sottoscrivere l’appello su Change.org cliccare qui.

tratto da:
http://www.ilfattoalimentare.it/olio-di-palma-deforestazione-borneo.html

Quinto appuntamento in Valpolicella




prossimo e ultimo appuntamento:

 Mercoledi 18 Aprile 

Agricoltura Biologica Vs. Convenzionale. Vantaggi e svantaggi per l’ambiente ed effetti sulla salute. 
Dott. Tiziano Gomiero, ricercatore e consulente in analisi di sostenibilità dei sistemi agroalimentari 

Tutti a San Pietro in Cariano il 13 maggio 2018




Decreto ‘mangia-foteste’. Greenpeace dice no

Il decreto legislativo sulla revisione della normativa nazionale in tema di foreste e filiere forestali - in attuazione dell’articolo 5 della legge 28 luglio 2016, n. 154 - rischia di essere approvato dal Consiglio dei Ministri prima del cambio di governo. Mondo accademico e associazioni ambientaliste chiedono al governo uscente di ripensarci. ‘Il testo del decreto legge sulle foreste che si vorrebbe approvare in Consiglio dei Ministri preoccupa perché impone una visione delle foreste come mero serbatoio da cui attingere legname e disconosce il ruolo importante che esse svolgono a livello ecologico’, spiega Martina Borghi, di Greenpeace.
Greenpeace valuta positivamente alcuni aspetti del testo, come l’armonizzazione di una normativa che è materia concorrente tra Stato e Regioni e che vede nel Paese una gran quantità di definizioni discordanti di ‘bosco’. Ma non è tuttavia accettabile fare tabula rasa dei benefici naturalistici e ambientali dei boschi per trasformarli in oggetto di mero sfruttamento economico. Inoltre, preoccupa la nuova definizione del diboscamento, ora denominato ‘trasformazione’, così come preoccupa l’idea di consentire il disboscamento quando è compensato con rimboschimenti, eventualmente distanti o di diverso o discutibile valore ecologico. 'Approvare frettolosamente una legge così importante per le nostre foreste e per migliaia di specie animali e vegetali è un atto irresponsabile. Chiediamo al Governo Gentiloni di fare un passo indietro’, conclude Borghi.

tratto da:
http://www.greenplanet.net/decreto-‘mangia-foteste’-greenpeace-dice-no



 

L’agricoltura bio risparmia acqua e non la inquina

In Italia l’agricoltura pesa per il 70% dei consumi idrici. Ma non è il caso del bio, che tra gli obiettivi dichiarati nel proprio regolamento ha quello di assicurare ‘ n impiego responsabile dell’energia e delle risorse naturali come l’acqua, il suolo, la materia organica e l’aria'. I terreni bio hanno un fabbisogno inferiore di acqua, grazie a pratiche come il sovescio e alla cura della sostanza organica presente nei suoli. Per questo i suoli coltivati con i metodi biologico e biodinamico - secondo un’elaborazione dei dati dell’Istituto svizzero Fibl - sono in grado di trattenere fino al 55% in più di acqua rispetto a quelli coltivati con la chimica di sintesi e i fertilizzanti industriali, grazie alla qualità dell’humus presente.
‘Conservare la componente organica del suolo è un modo per arginare il cambiamento climatico ma anche per assorbire l’acqua disponibile, rendendo i suoli più resistenti all’erosione e al dissesto idrogeologico’, dichiara Fabio Brescacin, presidente di EcorNaturaSì, una delle maggiori aziende del biologico in Italia. ‘L’humus - aggiunge - si comporta come una vera e propria spugna naturale, capace di trattenere acqua fino a 20 volte il suo peso'.
Ma il contributo del biologico e del biodinamico alla difesa dell’acqua non si ferma qui. Oltre che nel consumo di acque, l’agricoltura chimica ha una responsabilità come fonte di inquinamento ambientale. Il dilavamento di pesticidi e fertilizzanti di sintesi così come quello delle deiezioni dei grandi allevamenti industriali costituiscono una minaccia sempre maggiore alla qualità delle acque superficiali e di falda. Secondo dati OCSE, 'in alcuni dei Paesi in oltre il 60% dei siti monitorati risulta la presenza di uno o più pesticidi nelle acque di superficie e in quelle profonde. Nei soli Stati Uniti, l’agricoltura è responsabile del 60% dell’inquinamento dei fiumi, del 30% di quello dei laghi e del 15% dell’inquinamento degli estuari e delle coste’.
‘La transizione verso un modello di agricoltura più rispettoso dell’ambiente è uno dei cardini delle politiche di difesa dell’acqua', afferma Brescacin. 'Il nostro compito, come produttori, è di creare organismi agricoli che conservino l’integrità della terra, rispettandola. L’agricoltura biologica e la scelta del biologico da parte dei consumatori sono un tassello importante per costruire la sostenibilità globale’, conclude il presidente di EcorNaturaSì
.

tratto da:
http://www.greenplanet.net/l’agricoltura-bio-risparmia-acqua-e-non-la-inquina

  

Domenica 8 aprile, festa del gas valpolicella A TUTTO GAS







PER UN AMBIENTE DI QUALITÀ - CONVEGNO A VERONA

Sabato 7 aprile - ore 15.30 - al Museo di Storia Naturale di Verona si terrà un convegno su pesticidi, salute e biodiversità.


Come agiscono i pesticidi sulla nostra salute, su quella degli altri esseri viventi e sulla biodiversità in generale? Le risposte di medici e scienziati.

Nell'ambito della Settimana Europea senza Pesticidi -  http://www.pesticideactionweek.org/ -
iniziativa promossa da PAN Europe e da altre associazioni impegnate nella promozione di una agricoltura sana e sostenibile, Verona ospiterà un importante convegno dedicato a tutte le persone che sono interessate alla propria salute e alla salubrità dell'ambiente in cui viviamo.

I temi della salute e della protezione dell'ambiente sono profondamente collegati fra loro: un'agricoltura sana ci protegge meglio del medico da molte gravi malattie provocate dall'uso smodato di pesticidi di sintesi.
Il conservatore di zoologia del Museo di Scienze naturali Leonardo Latella ci parlerà del monitoraggio della qualità dell'ambiente attraverso lo studio degli invertebrati terrestri..

Il prof. Gianfranco Caoduro, naturalista, parlerà dell'importanza di conservare la biodiversità nei campi coltivati.

Il dott. Roberto Magarotto illustrerà gli effetti dei pesticidi sulla nostra salute.

Lelia Melotti presenterà il premio Lombrico d'oro, un premio che ogni anno viene consegnato agli amministratori pubblici che hanno saputo promuovere comportamenti virtuosi nei loro comuni/regioni.

La partecipazione al convegno è molto importante sia per ottenere informazioni precise e giustificate scientificamente sia per testimoniare il proprio impegno personale in questa difficile battaglia a favore di una agricoltura pulita e sostenibile.

Pesticide Action Week
The goals of this event are:
  • Raising awareness on the health and environment risks of synthetic pesticides
    (Crescente consapevolezza dei rischi derivanti dall'uso dei pesticidi per la salute e per l'ambiente)
  • Highlighting and promoting alternative solutions
    (Presentazione e promozione delle soluzioni alternative).
  • Building a global grassroots movement for a pesticide-free world
    (Costruzione di una richiesta mondiale di agricoltura libera da pesticidi).



tratto da:
http://www.veramente.org/it/notizie/2018-convegno-pesticidi.html

Sacchetti della spesa biodegradabili: si possono portare da casa

Il consumatore può ‘utilizzare sacchetti in plastica autonomamente reperiti’ per comprare frutta e verdura nei supermercati, anziché acquistare quelli commercializzati nel punto vendita, purché ‘idonei a preservare l’integrità della merce e rispondenti alla caratteristiche di legge’. L’esercizio commerciale non può ‘vietare tale facoltà’. 
Lo ha stabilito il Consiglio di Stato con un parere sulla questione dei sacchetti bio nei supermercati. Come riporta l’agenzia di informazione ANSA, il parere, reso nell’adunanza del 21 marzo e pubblicato il 29 marzo, sottolinea che bisogna contemperare le esigenze del consumatore con quelle di tutela della sicurezza ed igiene degli alimenti. E alla luce di questo, ‘laddove il consumatore non intenda acquistare il sacchetto ultraleggero commercializzato dall’esercizio commerciale per l’acquisto di frutta e verdura sfusa’, è corretto che 'possa utilizzare sacchetti in plastica autonomamente reperiti solo se comunque idonei a preservare l’integrità della merce e rispondenti alla caratteristiche di legge. In tal caso, richiamando le considerazioni già svolte, non sembra possibile per l’esercizio commerciale vietare tale facoltà’.
La verifica dell’idoneità del sacchetto portato da casa spetta però all’esercente, che può eventualmente vietarne l’utilizzo se non conforme alle norme vigenti. Così spiega il Consiglio di Stato: 'In considerazione dell’imprescindibile rispetto della normativa in tema di igiene e sicurezza alimentare, ciascun esercizio commerciale sarà tenuto, secondo le modalità dallo stesso ritenute più appropriate, alla verifica dell’idoneità e della conformità a legge dei sacchetti utilizzati dal consumatore, siano essi messi a disposizione dell’esercizio commerciale stesso, siano essi introdotti nei locali autonomamente dal consumatore. In quanto soggetto che deve garantire l’integrità dei prodotti ceduti dallo stesso, può vietare l’utilizzo di contenitori autonomamente reperiti dal consumatore solo se non conformi alla normativa di volta in volta applicabile per ciascuna tipologia di merce, o comunque in concreto non idonei a venire in contatto con gli alimenti’.

tratto da:
https://www.blogger.com/blogger.g?blogID=7689856102971556883#editor/target=post;postID=1370777851637278702

A VinItaly buone prospettive per il vino bio

Nonostante un avvio moderato dei consumi nella grande distribuzione, il 2018 dovrebbe vedere un’ulteriore crescita delle vendite di vino, specie nei settori dei vini a denominazione d’origine, delle bollicine e dei vini tipici delle regioni. Potranno, inoltre, verificarsi rialzi dei prezzi, a causa della cattiva vendemmia nel 2017. Buone le prospettive di crescita dei vini offerti col marchio delle insegne della grande distribuzione. Dovrebbero aumentare anche le vendite di vino biologico, ancora un settore di nicchia sugli scaffali dei supermercati. Questo il sentiment diffuso tra i buyer vino della grande distribuzione che parteciperanno all’evento GDO Buyers’ Club organizzato da Veronafiere per Vinitaly 2018 (Verona, 15-18 aprile).
 

Le vendite di vino e spumante biologici nella grande distribuzione hanno superato nel 2017 i 4 milioni di litri per un valore di circa 24 milioni di euro, come testimoniato anche dal successo di un’insegna specializzata nel biologico come EcorNaturaSi: ‘Nel 2017 abbiamo registrato un incremento a volume del 9%, meglio i rossi dei bianchi, con gli spumanti oltre il 15% - spiega Michele Bonato -. Ma questo è un settore ancora giovane che crescerà in tutta la grande distribuzione’.
Il 2017 ha fatto d’altra parte registrare un boom dei vini tipici delle regioni, che dovrebbe ripetersi nel 2018. Ecco i vini preferiti nelle diverse insegne: Capetta del Piemonte, Montecchio dalla Toscana, Terre de Trinci dall’Umbria (Gruppo Pam); Vermentino dalla Sardegna, Gewurztraminer dal Trentino Alto Adige, Pignoletto da Emilia Romagna (Conad); Primitivo dalla Puglia, Pecorino e Passerina da Marche e Abruzzo e Prosecco (Italy Discount); Chianti, Vermentino e Prosecco (Coop Italia).
Di vino e grande distribuzione si parlerà a Vinitaly 2018 nei due tradizionali eventi organizzati da Veronafiere: la tavola rotonda del 16 aprile e il GDO Buyers’ Club del 16 e 17 aprile cui partecipano le seguenti catene: Coop, Conad, Gruppo Selex, Carrefour, Iper la Grande I, Gruppo Vègè, Gruppo Pam, EcorNaturaSì, Italy Discount, S&C-Consorzio Distribuzione Italia. In generale, le prospettive che si aprono per il vino bio alla prossima edizione di Vinitaly sono decisamente positive.

tratto da:
http://www.greenplanet.net/vinitaly-buone-prospettive-il-vino-bio

Quarto appuntamento al Gran Can a Pedemonte



 Mercoledì 11 Aprile Olio Biologico: si può fare ! 
Dott. Antonio Volani, A.I.P.O. (Associazione Interregionale Produttori Olivicoli) 
Dott. Gabriele Rossi 

Mercoledi 18 Aprile Agricoltura Biologica Vs. Convenzionale. Vantaggi e svantaggi per l’ambiente ed effetti sulla salute. 
Dott. Tiziano Gomiero, ricercatore e consulente in analisi di sostenibilità dei sistemi agroalimentari