RASSEGNA DI APERICENE E SPETTACOLI SUL TEMA DELL’ARTE E DELL’AMBIENTE ORGANIZZATA DA TERRAVIVA a Villa Betteloni






























l’ARTE  il SOGNO e la NATURA 


RASSEGNA DI APERICENE E SPETTACOLI

SUL TEMA DELL’ARTE E DELL’AMBIENTE

organizzata dall’Associazione Terra Viva Verona

Modus 


VILLA BETTELONI - via Betteloni, 7 

Corrubbio di San Pietro in Cariano

www.betteloni.it


ore 19:30 APERICENA

a cura del Ristorante La Groletta, progetto di inclusione 

lavorativa a favore di persone svantaggiate 

della Cooperativa sociale Panta Rei


ore 21:30 SPETTACOLO

a cura di Orti Erranti / Modus Produzioni


VENERDI 9 SETTEMBRE 2022

Apericena e presentazione del Progetto 

Africagoo con Luciana Riggio e a seguire

FRIDA. UNA BOMBA AVVOLTA IN NASTRI DI SETA

scritto ed interpretato da Laura Murari, musiche dal vivo di Antonio Canteri e Claudio Manzini, regia Andrea Castelletti.

Frida Kahlo raccontata attraverso la trasposizione teatrale di alcune delle sue opere più evocative delle sue emozioni, pensiero e vita.


SABATO 17 SETTEMBRE 2022

Apericena e a seguire

L’UOMO CHE PIANTAVA GLI ALBERI

di Jean Giono, con Michele Vigilante e voce poetica Patrizia Rossari, musiche e rumoristiche dal vivo di Antonio Canteri. Regia di Patrizia Rossari.

Uno sguardo che si apre sulla potenza e la bellezza della natura e sulla poesia che ne può scaturire.


VENERDI 23 SETTEMBRE 2022

Apericena e a seguire 

SOGNO DI UN UOMO RIDICOLO

di e con Andrea Castelletti, da Fedor Dostoevskji.

Una ballata per il terzo millennio, parole e musiche che si fanno riflessione appassionata e profonda.


Apericena + Spettacolo 22 Euro

più Tessera una tantum all’Associazione Terra Viva

per i suoi progetti didattici

Tessera Amico 10 euro a persona

oppure Tessera sostenitore 25 euro a persona


PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA

cliccando Prenota sulla data del 

calendario nel sito modusverona.it


INFO 340 5521643 Daniela

www.terravivaverona.org


RINGRAZIAMO:

Gianiculum

Pro Loco di San Pietro in Cariano

Valpolicella Benaco Banca

Azienda Agricola Zymè

Azienda Agricola Novaia

Azienda Agricola Terre di Gnirega

Biodistretto. Terre Biologiche Veronesi

Modus / teatro Impiria

Pantarei/la Groletta

Africa Goo

Gaspolicella

Patrocinio del comune di San Pietro in Cariano

Villa Betteloni









Erbe selvatiche estive e i semi delle piante primaverili

 





VENDEMMIA: PRESENTATI I DATI PREVISIONALI QUANTI-QUALITATIVI PER L’ITALIA, LA FRANCIA E LA SPAGNA. FOCUS SU VENETO E NORD EST

 Si è svolto questa mattina on-line lo “storico” (48^ edizione) focus di Regione e Veneto Agricoltura sulle previsioni vendemmiali in Veneto, nel Nord Est, nelle principali regioni vitivinicole italiane, in Francia e Spagna. Annata caratterizzata da alte temperature e scarse precipitazioni. Qualità delle uve buona. Quantità in calo, soprattutto nei vigneti non irrigati. Si parte ufficialmente questa settimana con la raccolta delle uve Pinot e Chardonnay per base spumante, Glera (Prosecco) il 10 settembre, Merlot il 13, Corvina il 16, Garganega il 19, solo per citare alcuni dei vitigni veneti. Disponibili on-line il Report analitico triveneto, le slide su meteo e fasi di maturazione delle uve nonché i video sulle previsioni di raccolta nelle altre regioni italiane, Francia e Spagna.

VENDEMMIA: PRESENTATI I DATI PREVISIONALI QUANTI-QUALITATIVI PER L’ITALIA, LA FRANCIA E LA SPAGNA. FOCUS SU VENETO E NORD EST

Il 2022 è un’annata caratterizzata da andamenti climatici anomali e da una siccità mai vista prima, che ha messo a dura prova i viticoltori veneti, impegnati anche a contrastare insidiose fitopatie”. Così l’assessore regionale all’Agricoltura ha introdotto questa mattina il secondo focus del Trittico Vitivinicolo Veneto, “storico” evento (48^ edizione) organizzato da Regione del Veneto e Veneto Agricoltura con AVEPA, ARPAV, CREA-VE eUVIVE, dedicato alle previsioni della vendemmia in Veneto, nel restante Nord Est, nelle principali regioni vitivinicole italiane (Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana, Puglia e Sicialia), nonché in Francia e Spagna. “Si è temuto che la produzione ne risentisse fortemente – ha proseguito l’assessore – ma le piogge di agosto, un’oculata gestione dei vigneti e la preparazione dei nostri viticoltori, hanno consentito di mantenere le produzioni su discreti livelli, pur se con qualche riduzione che, secondo le ultimissime stime, potrebbe raggiungere mediamente nella nostra regione il 10% rispetto allo scorso anno, con punte superiori nei vigneti di collina non irrigati. L’andamento meteo delle prossime settimane sarà determinante per una buona riuscita della vendemmia. A confortare è la buona qualità delle uve che dovrebbe consentire al vigneto veneto di mantenere il primato che già occupa a livello nazionale e a rafforzare la considerazione che i nostri vini hanno acquisito presso i consumatori nei mercati internazionali”.

Anche nel Veneto dunque si è acceso il semaforo verde che segna il via della vendemmia. I primi grappoli a cadere nei cesti sono quelli delle varietà precoci (Pinot e Chardonnay per basi spumante) il cui inizio ufficiale è in programma tra il 26 e il 29 agosto, ma va detto che in alcune aree del vicentino e del padovano la raccolta è iniziata subito dopo Ferragosto. Seguirà la vendemmia di tutte le altre varietà: Glera (Prosecco) dal 10 settembre, Merlot dal 13, Corvina dal 16, Garganega dal 19, solo per citare alcuni tra i principali vitigni veneti.

dati previsionali quanti-qualitativi della vendemmia 2022 sono stati presentati questa mattina on-line (con anche la diretta sulla pagina Facebook di Veneto Agricoltura, dove è disponibile la registrazione dell’intero focus) agli operatori vitivinicoli che come ogni anno attendono questo momento per inquadrare l’imminente vendemmia nei tre Paesi cardine della viticoltura europea e mondiale: Italia, Francia e Spagna, con focus particolare sul Veneto.

Il denominatore comune che ha caratterizzato, praticamente ovunque, l’annata vitivinicola in corso sono state le alte temperature e la scarsità di piogge, due fattori che avranno senz’altro una certa incidenza sulla produzione vendemmiale nel Veneto, ma anche nelle altre aree vitivinicole.

Fortunatamente le precipitazioni registrate nel mese di agosto hanno raddrizzato una situazione che stava diventando allarmante, in particolare nei vigneti non serviti da irrigazione di soccorso. Anche le temperature, in particolare quelle notturne, da qualche giorno si sono notevolmente abbassate facendo ben sperare per una vendemmia molto interessante soprattutto per le varietà medio-tardive.

Vediamo, in estrema sintesi, quali sono le previsioni vendemmiali nel Triveneto, ricordando che il Report analitico è disponibile al seguente link, unitamente alle slidepresentate nel corso dell’incontro e ai video riguardanti la situazione pre-vendemmiale nelle principali regioni vitivinicole italiane, in Francia e Spagna: https://bit.ly/3PKLPMi

 Belluno

Rispetto allo scorso anno, la produzione in provincia di Belluno potrebbe risultare inferiore addirittura del 30% rispetto allo scorso anno. Stress idrico e danni dovuti ad alcune forti grandinate non hanno lasciato un buon segno.

 Padova e Rovigo

Nell’area vitivinicola patavina e rodigina, come del resto in altre zone del Veneto, la situazione nei vigneti si presenta molto variabile in funzione della disponibilità di sistemi di irrigazione di soccorso e – nel padovano – a seconda che i vigneti si trovino in zona collinare o in pianura. Anche le numerose estirpazioni di vite colpite da Flavescenza dorata contribuiscono a ridurre le quantità che saranno vendemmiate. Sui Colli Euganei, rispetto al 2021, la produzione dovrebbe risultare in calo del 20%; nelle zone di pianura, invece, dove lo scorso anno la quantità di uva raccolta aveva subito una riduzione a seguito delle gelate primaverili, si stima un incremento di produzione di circa il 10%, soprattutto nei vigneti serviti da irrigazione di soccorso. La messa a dimora di nuovi impianti non ha certo compensato le riduzioni previste, per cui dovrebbe incidere solo di qualche punto percentuale (1-5%) sulla vendemmia complessiva.

Treviso

Rispetto al 2021 nella Marca ci si aspetta una vendemmia in contrazione, con un range che va dal -10% al -20%, solo parzialmente compensato dall’entrata in produzione di nuovi vigneti. Le cause di questo calo sono molteplici: minore fertilità delle gemme, siccità, eventi grandini geni Flavescenza dorata che ha causato, soprattutto in alcune aree della provincia, l’estirpo/capitozzatura di numerose piante nei vigneti. Questo quadro potrebbe migliorare, soprattutto per le varietà meno precoci, qualora si verificassero delle piogge significative in tempo utile per la vendemmia, in parte sopraggiunte nei giorni scorsi.

Venezia

La siccità e soprattutto le alte temperature di questa torrida estate hanno causato nei vigneti del veneziano un blocco della maturazione del frutto, causando la formazione di acinellature e scarso ingrossamento degli acini. Di conseguenza, le rese saranno sicuramente inferiori rispetto alle annate precedenti: per le uve a bacca bianca precoci (Pinot, Chardonnay) si prevede una diminuzione del 15-20% e probabilmente difficilmente si riuscirà a soddisfare i quantitativi massimi previsti dai disciplinari DO; per le uve bianche medio tardive e le uve nere le rese saranno inferiori alla media di circa il 10%, ma molto dipenderà dall’andamento climatico delle prossime settimane. In sostanza, eventuali piogge potrebbero influire positivamente sulle rese che comunque resteranno inferiori alle medie. Va ricordato che le viti giovani risultano essere le più colpite da siccità e alte temperature, per cui sia le rese che la qualità dell’uva risulteranno quest’anno al di sotto dei minimi stagionali e purtroppo ci saranno delle ripercussioni anche nelle prossime annate.

 Vicenza

Nel vicentino si prevede un calo produttivo del 15% rispetto allo scorso anno dovuto alle grandinate primaverili, ma soprattutto alla prolungata sofferenza delle viti dovuta alla calura estiva e alla siccità dei terreni. Per la sua fertilità, la Glera avrà una produzione di circa un 10% in più rispetto allo scorso anno, anche in considerazione che quest’anno non ci sono stati danni da gelo. La produzione dei vitigni medio-tardivi sarà invece influenzata dalle eventuali precipitazioni che si registreranno fino alla raccolta. I nuovi vigneti messi a dimora incideranno sulla produzione totale di circa il 2%.

Verona

Anche nel veronese la vendemmia 2022 dovrebbe risultare leggermente inferiore rispetto allo scorso anno, in modo particolare per le produzioni a bacca rossa del comprensorio collinare che potrebbero risultare in calo anche del 10%. I motivi dell’eventuale variazione rispetto al 2021 riguardano in modo particolare la consistenza più ridotta del grappolo dovuta al prolungamento dell’insolazione e all’assenza di precipitazioni in tutti gli stadi vegetativi. Sulla resa complessiva l’entrata in produzione dei nuovi vitigni potrebbe incidere, da una analisi consorziale, tra l’1% e il 2%.

Nord Est

In provincia di Trento si prevede un’annata media, leggermente inferiore al 2020 e superiore al 2021. Il peso medio del grappolo si stima inferiore alle premesse a causa dell’estate calda e dell’assenza di precipitazioni, nonostante la disponibilità di irrigazione di soccorso. In sintesi: annata media q.li +7%; Pinot grigio: invariato; Chardonnay: -5%; Muller Turgau.: +7%; Teroldego: +10%: Merlot: +7%: Marzemino: +7%.

In provincia di Bolzano si stima un 10% di raccolta in più rispetto allo scorso anno. Il fattore principale è il ritorno alle rese massime per la DOC Alto Adige e DOC Lago di Caldaro, che erano state abbassate per decreto come misura per mitigare gli effetti negativi sul mercato e sulle cantine a causa della pandemia per Covid19. Per quanto riguarda i diversi vitigni, si può constatare che il numero di grappoli è simile alla media degli ultimi anni, tranne per Chardonnay e Pinot grigio per i quali si osserva un numero di grappoli minore rispetto all’anno scorso. Rispetto al 2021, i grappoli sono più compatti, con un numero di acini per grappolo superiore del 10%/20%; il peso degli stessi è invece inferiore con percentuali analoghe.

In Friuli-Venezia Giulia si stima, in via prudenziale, una riduzione del 10% con punte fino al 15/20% laddove non è stato possibile irrigare.

tratto da https://www.venetoagricoltura.org/2022/08/in-evidenza/vendemmia-presentati-i-dati-previsionali-quanti-qualitativi-per-litalia-la-francia-e-la-spagna-focus-su-veneto-e-nord-est/

BuoneVacanze da TerraViva Verona




 

dal 6 al 16 agosto a Bure, in Valpolicella


 

Germania: è arrivato il contraccolpo, il mercato del bio è in stagnazione

Mercato tedesco attendista sulle evoluzioni del mercato del biologico. La leva prezzo, in tempi di recessione che non ha risparmiato il colosso federale europeo, è uno dei principali driver di acquisto ed i player del settore, su questo presupposto, attendono anche l’evolversi delle negoziazioni della Commissione europea nei confronti dei Paesi terzi che definiranno nuovi accordi internazionali per l’import export del bio da e per l’Europa aggiornando le convenzioni vigenti sia in regime di cosiddetta equivalenza e, soprattutto, quelle in regime di conformità (compliance).

Questa situazione è stata causata dal fatto che, nel primo semestre 2022, il mercato del biologico tedesco, registra una vera e propria stagnazione. Nessuna crescita della quota di mercato, per lo meno nel primo semestre dell’anno, rispetto al 2021.

Anche la Germania è travolta dall’inflazione, dall’impennata dei costi energetici e dall’insicurezza politica causata dal conflitto russo-ucraino, che porta le famiglie ad assumere atteggiamenti cauti nei confronti del proprio budget di spesa.
Questa combo di concause potrebbe portare il principale mercato europeo del bio a rivoluzionare la sua agenda delle forniture, anche in considerazione del fatto che già prima dell’emergenza pandemica, e quindi a fine 2020, nuovi grandi operatori mondiali si sono affacciati nel mondo della produzione agroalimentare biologica.

Secondo lo studio ‘Il mondo dell’agricoltura Bio’ realizzato da FIBL, uno dei principali istituti di ricerca in agricoltura biologica al mondo, in collaborazione con IFOAM Organics International, e presentato all’ultima edizione di Biofach, sta irrompendo sul mercato l’Australia che ha raggiunto i 35,7 milioni di ettari anche se ha lo svantaggio di trovarsi, letteralmente, dall’altra parte del mondo, rispetto al mercato europeo e quindi l’obbligo di appesantire, eventualmente, le proprie forniture bio con un carico notevole di food miles in più.

Più vicini, crescono tanto anche molti altri Paesi emergenti centro e sudamericani o asiatici che producono a prezzi ultra competitivi come, ad esempio, l’Argentina con 4,5 milioni di ettari coltivati bio ed una crescita del settore ‘organic’ del 21% tra il 2019 e il 2020. Seguono l’Uruguay (2,7 milioni di ettari ed una crescita a fine 2020 del 28% sull’anno precedente) e l’India, che in post pandemia irrompe sul mercato con 1,6 milioni di nuovi produttori certificati; l’Etiopia con circa 220mila produttori e la Tanzania che è arrivata a toccare la soglia di 150mila produttori.

Sempre nel continente africano, c’è un potenziale di crescita di questo settore importante, guidato dalle coltivazioni cosiddette selvagge e da aree attualmente non dedicate all’agricoltura che, ad esempio, in Namibia dove ci sono circa 2,6 milioni di ettari e in Zambia con 2,5 milioni di ettari.

Tutto questo calderone di produttori low cost (non nascondiamoci dietro un dito) potrebbe contribuire ad incrementare l’offerta di prodotto certificato esportato verso l’Europa e quindi inasprire ulteriormente la competizione con i produttori all’interno del mercato dell’Unione. 

Soprattutto in Germania, che è il primo Paese acquirente di bio in Europa. Un Paese esigente che fino a due anni fa era considerato tra i più selettivi e remunerativi e che, oggi, si trova a dovere fare i conti con la crisi congiunturale in atto e quindi, a dovere ottimizzare la spesa nazionale in prodotti biologici che, nel 2020, è stata quantificata nello studio di FIBL, in 15 miliardi di euro.

La Germania è un buyer di bio secondo solo al mercato statunitense che ha un giro di affari annuale dei prodotti certificati ‘organic’ di circa 50 miliardi di euro. Al terzo posto tra i principali compratori di bio c’è un altro Paese europeo, la Francia che nel 2020 registrava acquisti per 12,7 miliardi di euro e che, nei due anni pandemici, e poi, in questa crisi recessiva del in atto, ha visto una progressiva riduzione delle proprie superfici bio, al punto che le importazioni, preferibilmente dall’Europa, sono in aumento.

Tornando alla Germania, se da un lato aspetta di vedere come evolve il mercato per cercare di mantenere il livello di qualità della propria offerta di biologico, dall’altro cerca anche di andare incontro all’esigenza dei propri consumatori che hanno un minore potere di acquisto, e non nasconde, da quanto è emerso dai confronti tra gli operatori a Biofach, l’apertura anche a nuovi importatori da Paesi terzi. Un’apertura che va analizzata, però, alla luce del contesto globale in cui se 190 Paesi del pianeta registrano attività bio, solo 76 hanno regolamentazioni sul bio pianamente attuate.

Secondo lo studio ‘Il mercato biologico in Germania, punti salienti del 2021 e 2022’, presentato sempre a Biofach da Hans-Christopher Behr, responsabile AMI (Istituto di ricerca tedesco) per l’agricoltura biologica e lo studio sui consumatori oltre che esperto di mercato per l’ortofrutta, il canale distributivo tedesco del bio, che nel suo complesso ha registrato una crescita straordinaria nel 2020 (+15% sul 2019), nel 2021 ha iniziato a rallentare pur mantenendo il segno positivo (+5,8% di media nazionale sull’anno precedente).

In questo quadro il forte rallentamento è dato dalla perdita di terreno anche in Germania, dei negozi specializzati(-3,3%, anno su anno, con un fatturato in discesa a 3,6 miliardi di euro) che vengono surclassati dalla volata dei discount che fanno da driver principale alla crescita del settore retail in generale (supermarket + discount) che sfiora la doppia cifra (+9,1% e quasi 10 miliardi di euro di fatturato) e di punti vendita alternativi ma ultra specializzati come, ad esempio, i panifici, le macellerie, le vendite dirette dai produttori, i mercatini rionali e soprattutto le vendite online che, nel loro complesso, hanno raggiunto un giro d’affari di quasi 3 miliardi di euro.

In sostanza, in Germania, l’offerta bio si sta ultra-specializzando per lo zoccolo duro dei consumatori, mentre si sposta sul generalista (discount) per i consumatori che integrano la propria spesa con prodotti bio. Ultra-specializzazione va intesa nel senso che i consumatori fidelizzati di bio preferiscono rivolgersi ai tradizionali negozi al dettaglio come le botteghe, i fornai, che hanno ormai uno specifico assortimento (naturalmente, in questo caso, molto più approfondito) di prodotti bio piuttosto che rivolgersi alla catena specializzata in bio. Sul fronte dei negozi generalisti, infatti, stanno volando i discount proprio per il vantaggio del fattore prezzo.

Il mercato bio in Germania è cresciuto continuamente, fino al 2021 quando il relativo fatturato si è registrato un aumento del fatturato nazionale di 900 milioni rispetto al 2020, passando da 15 miliardi a 15,9 miliardi di euro con una quota sul totale del mercato food and beverage, anch’essa in crescita, del 7% contro il 6,8% del 2020 e il 5,8% del 2019.

Nel 2022, con la guerra, la recessione e le conseguenze economiche di due anni di pandemia, è arrivato il contraccolpo ed il mercato tedesco del bio registra una stagnazione – dice Behr -. Nessuna crescita nei primi sei mesi del 2022, rispetto all’anno precedente. Il fatturato bio di tutti i distributori è in calo eccettuato quello dei discount, a dimostrazione che la leva prezzo incide pesantemente nelle scelte di acquisto dei consumatori”.

Il canale retail del bio, nei primi sei mesi del 2022, perde il 5,4% del fatturato con gli specializzati in picchiata (-22,1%) e gli ipermercati al -1,5%. Solo i discount volano sulle vendite di bio con una crescita del giro d’affari relativo del +11,5%, molto al di sopra del fatturato totale di food and beverage che, sempre per i discount ha una crescita più contenuta (+3,5%).

Tra i prodotti bio che sono sempre più richiesti dai consumatori tedeschi e che crescono di più nel rapporto tra la quota di bio sul totale delle rispettive categorie merceologiche, ci sono prodotti base come uova, farina e i drinking milk.

In leggera crescita, nelle preferenze dei consumatori, anche il canale bio per frutta fresca (che nel 2021 ha raggiunto una quota di mercato del 7,8% sul totale del giro d’affari food and beverage, rispetto al 7,4% dell’anno scorso); carne (4,4% contro il 3,5%); formaggio (da 3,8% della quota a 4%); pollo (da 2,7 a 3,1%) e derivati della carne (da 2% a 2,3%).

Vini bio, a Sanatech i dati del progetto Biofosf Wine


Nel corso della rassegna internazionale della filiera produttiva del biologico e del naturale organizzata da Bologna Fiere e curata da Avenue Media, saranno presentati per la prima volta i risultati dello studio Biofosf Wine condotto dal CREA Bologna.

Entrerà in vigore dal prossimo primo gennaio 2023, il decreto ministeriale 7264/2020 che ha introdotto nuovi limiti alle contaminazioni accidentali e tecnicamente inevitabili da fosfiti in frutticoltura e viticoltura biologica.

Il Decreto prevede, tra le altre disposizioni, la realizzazione di uno spaccato della situazione attuale; un compito che ha affidato al CREA, il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi di economia agraria con il progetto Biofosf Wine.

I risultati di questo studio saranno presentati per la prima volta l’8 settembre 2022 (ore 14-15.30) presso l’Arena SanatechLab a Sanatech, rassegna organizzata da BolognaFiere e curata da Avenue Media, nel corso della Tavola Rotonda ‘LMR fosfiti in viticoltura biologica’, a cura di Elisabetta Romeo-Vareille, Policy Officer di Unione Italiana Vini (UIV). L’evento sarà moderato da Giulio Somma, Direttore del Corriere Vinicolo.

Il tema dei limiti dei fosfiti in agricoltura biologica è tanto più importante perché impatta, fra le altre cose, sull’export del vino italiano biologico verso cui sono maggiormente orientate le cantine certificate del Belpaese. Uno dei principali mercati europei di sbocco, è quello tedesco.

Mancando dei limiti europei sulla disciplina dei fosfiti, la Germania, nel 2020, ha varato delle linee guida, dettate dal Bundesverband Naturkost Naturwaren, l’associazione federale tedesca dei trasformatori, grossisti e rivenditori al dettaglio di prodotti biologici.

Il vademecum fissa dei limiti di fosfiti ammessi per il vino biologico venduto in territorio tedesco. Limiti ai quali, il Decreto Ministeriale italiano 7264/2020 si è adeguato anche per incontrare al meglio le esigenze dei consumatori tedeschi e favorire l’export verso questa importante piazza europea per il prodotto certificato.

Tra gli aspetti critici che questo tema solleva, il fatto che, per quanto riguarda le colture arboree quali sono, appunto, quelle vitivinicole, queste sostanze si possono accumulare nel tempo ed è quindi possibile rilevare residui di acido fosfonico nelle uve e, di conseguenza nei vini, anche diversi anni dopo l’interruzione del loro utilizzo, come ad esempio, in vigneti ancora in conversione biologica o appena convertiti in bio.

“Per le arboree – ha affermato Alessandra Trinchera, ricercatrice del Crea, al Corriere Vinicolo – esiste un rischio di contaminazione a lungo termine che deve essere preso in considerazione ed è necessario verificare se il tempo di conversione sia sufficiente alla decontaminazione completa dei diversi organi della pianta, dal tronco, ai rami, alle foglie, ai frutti”. Anche di questo, la normativa che sta per entrare in vigore, dovrà tenere conto per non rivelarsi un boomerang contro le nostre produzioni vinicole di eccellenza.

La conoscenza da parte delle cantine bio dei contenuti di fosfiti nei loro prodotti biologici, attraverso la tracciabilità dei mezzi tecnici e dei materiali ausiliari utilizzati nel processo di vinificazione nonché un monitoraggio analitico periodico dei residui, è pertanto uno strumento fondamentale per potere attuare scelte aziendali oculate.

Fonte: Ufficio stampa Sanatech

Ritorna B/Open, la rassegna del biologico: si svolgerà nei giorni di Vinitaly

Torna B/Open e si svolgerà in concomitanza con la 55esima edizione d Vinitaly, quindi dal 2 al 5 aprile 2023. Veronafiere ha deciso infatti di riprogrammare la terza edizione della rassegna b2b dedicata al biologico: l’obiettivo è quello di incrementare gli eventi che hanno come focus il food certificato, all’interno di un calendario in linea con le esigenze delle aziende del comparto.

Dopo una prima edizione online nel 2020 a causa dell’emergenza sanitaria e una seconda in presenza nell’autunno del 2021, il terzo appuntamento di B/Open viene quindi programmato insieme a Sol&Agrifood e in concomitanza con Vinitaly. La sinergia tra manifestazioni da sempre simbolo della qualità agroalimentare permetterà la creazione di un hub che già con Sol&Agrifood comprende prodotti d’eccellenza quali olio Evo, birra artigianale (Xcellent Beers), food tipico e che, attraverso B/Open, darà l’opportunità alle aziende che vogliano presentarsi con prodotti esclusivamente biologici di avere un’area dedicata all’interno del Padiglione C, favorendo così anche l’attività degli operatori professionali.

«Con il nuovo posizionamento di B/Open, Veronafiere intende consolidare l’offerta di iniziative rivolte al biologico proponendosi a una più ampia platea di professionisti – sottolinea Maurizio Danese, amministratore delegato di Veronafiere –. B/Open e Vinitaly Bio promuovono attivamente le filiere del biologico e si configurano, dunque, come vero e proprio polo d’eccellenza del comparto wine&food sostenibile, per una clientela specializzata ed esclusivamente b2b».

Viva Agosto!


 

Tesseramento 2022 Terra Viva Verona


 

Festa a Fiamene


 

Da Legambiente Valpolicella

L’albero 🌳 è un essere vivente completo le cui diverse funzioni lo rendono fondamentale per la vita sul Pianeta. Lo sapevi❓
Le specie vegetali infatti forniscono l’ossigeno fondamentale alla nostra esistenza e ci aiutano a combattere il riscaldamento climatico assorbendo l’anidride carbonica. Hanno un ruolo importante nella riduzione dell'inquinamento atmosferico, nella prevenzione del dissesto idrogeologico, nella produzione di materiali utili alle altre specie, nel miglioramento del clima e per mantenere la biodiversità degli ecosistemi.
A partire da questa consapevolezza da maggio è iniziato un cammino finalizzato alla piantumazione di alberi in Italia. Si tratta di #MusicforThePlanet 🎵🌍, il progetto ideato da Music Innovation Hub con la piattaforma AWorld, in collaborazione con ASviS - Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile e con Unione Buddhista Italiana.
Attraverso la raccolta fondi che viaggia insieme ai concerti di Elisa si contribuirà al raggiungimento degli obiettivi del progetto europeo Life Terra, di cui Legambiente è la referente italiana, che mira a piantare entro il 2025 500 milioni di alberi in Europa (di cui 9 milioni in Italia), curandoli per i tre anni successivi.
Il futuro del pianeta lo costruiamo tutti noi, a partire da piccoli ma importanti gesti, come piantare un albero. Puoi contribuire anche tu, ora! 
Guarda qui come 👉 www.musicfortheplanet.it



Mercato della Terra a Sommacampagna (progetto slow food)

Sommacampagna, “capitale” del Mercato della Terra di Slow Food. Ogni prima domenica del mese, dalle ore 9 alle ore 13, nei giardini della Piazza della Repubblica.

Il Mercato della Terra di Slow Food a Sommacampagna è una manifestazione legata al mondo enogastronomico che coinvolge oltre 40 piccoli agricoltori, produttori e artigiani del cibo provenienti dalla provincia di Verona dalle province limitrofe, selezionati da Slow Food.

Vi si vendono frutta e verdura, farine di grani antichi, pane di lievito madre, riso, pasta, legumi, formaggi, salumi, carni, pesce, vino, biscotti, prodotti da forno, caffè, miele, confetture, mostarde e tanti altri prodotti di qualità molto particolari come tartufi, zafferano e lumache.

Chi conosce Slow Food sa che la filosofia con la quale realizza le proprie iniziative è basata su tre principi: Buono Pulito e Giusto. I prodotti in vendita sono Buoni, perché freschi e di stagione; Puliti, perché prodotti localmente e in modo sostenibile; Giusti, perché venduti a un prezzo che rappresenta una retribuzione corretta del lavoro dei produttori, e che allo stesso tempo è accessibile a tutti.

Come spiega Flavio Marchesini, convivium leader di Slow Food, "abbiamo voluto creare un luogo di scambio dove i consumatori non solo acquistano direttamente dai produttori, ma anche dove possono dialogare con chi produce il cibo che mangiamo, scoprendo come e dove lo si produce, come lo si consuma e quanto sia importante nutrirsi in maniera buona, pulita, giusta e sana“.

Oltre un luogo di scambio diretto tra produttori e consumatori, il Mercato di Slow Food è un luogo di incontro e di svago con un’area, nei giardini della piazza, per degustare i prodotti appena acquistati.

Si svolge ogni prima domenica del mese, dalle ore 9 alle ore 13, nella bella piazza alberata del paese, in quel centro storico da cui è partito la storica e tradizionale fiera agricola che una volta animava la piazza centrale del paese e che Slow Food fa rivivere con il suo Mercato della Terra.

Ferragosto al fresco!


 

Verona in prima linea nella ricerca sulla biodiversità

 Con l’obiettivo di predisporre un servizio di monitoraggio, conservazione, ripristino e valorizzazione della biodiversità italiana, il 23 giugno scorso a Palermo, si è costituito il National biodiversity future centre, un ambizioso progetto finanziato dal Pnrr, per i primi tre anni (2023-2025), con 320 milioni di euro e che coinvolgerà i migliori centri di ricerca italiani.

La più grande iniziativa di ricerca e innovazione sulla biodiversità in Italia 

Con il coordinamento del Consiglio nazionale delle ricerche, presieduto da Maria Chiara Carrozza, verranno coinvolti oltre 1300 ricercatori, 50 enti partner per sviluppare virtuose sinergie tra università, organismi di ricerca, fondazioni e imprese scelti in base alla loro comprovata leadership scientifica e tecnologica.

Con questa iniziativa si vuole posizionare l’Italia come paese di riferimentoper lo studio e la conservazione della biodiversità, formare una nuova classe di ricercatori con competenze multidisciplinari, capaci di affrontare temi complessi e individuare soluzioni tecnologiche innovative.

Biodiversità bene comune

L’ecosistema di cui facciamo parte comprende un’estesa biodiversità, tante forme di vita diverse, interdipendenti, con le loro variazioni genetiche, legate da complesse relazioni sinergiche e delicate interazioni mutualistiche, che garantiscono alla collettività sostentamento e salute. Noi, esseri umani, siamo il risultato della relazione con la biodiversità che ci circonda.

La biodiversità è quindi un bene comune, un patrimonio prezioso e tangibile che va conosciuto e protetto. Un patrimonio che negli ultimi decenni ha conosciuto un rapido depauperamento a causa di fattori antropici e cambiamenti ambientali connessi al riscaldamento globale......

... il resto dell'articolo lo leggi su: https://www.heraldo.it/2022/07/27/verona-in-prima-linea-nella-ricerca-sulla-biodiversita/


Mammuccini rieletta presidente di FederBio

Toscana, imprenditrice agricola, dal 2015 membro dell’Ufficio di Presidenza di FederBio e presidente FederBio nell’ultimo triennio, Maria Grazia Mammuccini ha annunciato che tra le priorità del suo mandato vi sarà un forte impegno per favorire un ricambio generazionale all’interno della Federazione, valorizzando il ruolo dei giovani e rafforzando ulteriormente la presenza femminile.

 
Il nuovo direttivo
 
La presidente sarà affiancata dai vice presidenti Andrea Bertoldi, Coordinatore della Sezione soci trasformatori e distributori, e Marco Paravicini dell’azienda Cascina Orsine per la biodinamica, dai consiglieri Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Bio, Rossella Bartolozzi dell’azienda Probios, Aldo Cervi, coordinatore della Sezione soci Servizi, e Michele Monetta, coordinatore di UPBio associazione di produttori agricoli Bio.

È stato anche eletto il nuovo Consiglio Direttivo attraverso le designazioni delle assemblee di Sezione soci, con una ampia rappresentanza della base sociale e la presenza anche delle organizzazioni ANABIO CIA e ANAPROBIO COPAGRI a conferma e rafforzamento della vocazione interprofessionale e del ruolo unitario di FederBio.
 
La nuova struttura permette a FederBio di confermarsi la piattaforma più ampia di riferimento per la rappresentanza del biologico in Italia, in grado di gestire lo sviluppo delle relazioni con le Istituzioni e le organizzazioni generaliste, le campagne di promozione in Italia e all’estero, le politiche di settore per l’internazionalizzazione, le azioni di informazione rivolte ai cittadini e i programmi di formazione e innovazione.

È stato confermato nel ruolo di segretario Generale Paolo Carnemolla.