Spesso sui social, nelle discussioni tra amici ma ovunque e dappertutto, mi arrivano via mail, via messaggio, in qualunque modo, domande angoscianti ed asfissianti sull’argomento che è immancabilmente, sempre lo stesso. Cosa dice la legge sulla riproduzione, condivisione, scambio o vendita delle sementi. Proprio di recente, mi è arrivata una mail dal Cile, mi si chiede cosa dice la legislazione europea e quella italiana, in particolare, in merito alle sementi contadine. Sono ormai oltre quindici anni che agisco, mi muovo, ascolto, leggo, scrivo, comunico in questo nostro mondo che cresce e discute, si lacera, si suddivide e litiga, ma cresce, impetuosamente e conosce momenti di ripiegamento. Ed è naturale che sia così. E’ nella natura delle cose, nella natura delle cose che sono vive: ho potuto salvare un’essenza, il miliun, la cyclanthera pedata, nel 2002 o era il 2001? In settembre, e questo è certo, perché il suo custode, aveva perso il terreno, aveva divorziato dalla moglie e quindi aveva dovuto abbandonare il suo pezzo di terra e trasferirsi a fare tutto un altro lavoro in città, niente campi, niente e neppure un orto. Mi diede questi semi, mi spiegò qualcosa, disperato e confidando in me, mi affidò questi semi. Li ho riprodotti, da allora, hanno viaggiato per l’Italia e il mondo. Ecco: a me e a molti di voi, interessa questo. Salvare i semi.
Abbiamo imparato quali sono i semi che dobbiamo salvare: quelli buoni. E sono buoni quelli che si riproducono, quelli che senza impazzire il nostro terreno accetta, il nostro clima permette, quelli che hanno memoria per noi e per i nostri avi, di qualcosa di genuino, di meraviglioso, di necessario.
Se i semi fossero delle canzoni sarebbero, i nostri semi buoni, gli evergreen,
quelle canzoni che ci sanno risollevare quando siamo giù o esaltare quando stiamo davvero bene oppure far cantare assieme agli altri in coro e felicità. Questo sono i buoni semi. E, rispetto a questo, delle leggi, di tutte le leggi, ce ne siamo sempre fregati e sempre ce ne dovremo fregare.
Il diritto naturale delle genti di coltivare quello che vogliono e dove e come esse vogliono è un diritto naturale come respirare, fare figli e mangiare. Che il legislatore la pensi diversamente, non ci interessa.
Sono stato dirigente di Civiltà Contadina, per decenni, anche presidente, una volta. Ne ho sentite di tutti i colori. Conosco la Rete Semi Rurali, ho conosciuto e conosco chi nel nostro mondo è più esperto in questioni legali e collabora con il Mipaaf, il ministero delle attività agricole e forestali, e ne è consulente in materia di sementi. Legislazione sementiera. Già il nome mi atterrisce.
E mi sovvengono tutte le strambe e bizzarre, le più incredibili leggi che vigono nel mondo. Dagli
Stati Uniti, dove in pratica ognuno può coltivare quello che vuole, dagli Ogm alle sementi native, fino all’
Iraq, dove è vietato riprodurre i propri semi, direttiva americana del governatore Paul Bremer dopo
Desert Storm, all’India dove poco alla volta le multinazionali degli OGM vengono buttate fuori, alla nostra
Italiadove un camerata di AN, Gianni Alemanno, era più contrario agli OGM dell’attuale ministro già sindacalista CGIL, Teresa Bellanova.
Grande è il disordine sotto il cielo, la situazione è dunque eccellente, scriveva Mao.
La situazione è eccellente perché personalmente, e immagino anche tuttiquanti voi,
seedsavers, salvatori di semi come me, da quando esistiamo, nei nostri campi, pur
conducendo aspre battaglie, nel Veneto ed in Friuli, soprattutto ma non solo,
contro le sperimentazioni
OGM, ad un solo ed unico principio ci siamo attenuti e sempre ci atterremo. “Mentre il medico studia, il malato muore”, dice il vecchio e sempre valido adagio e noi abbiamo sempre mantenuto in piedi la nostra ragione sociale.
Un seedsaver salva i semi: viceversa non è un
seedsaver, potrebbe anche essere un buon politico o teorico o darsi all’ippica, ma se non salva semi non è un
seedsaver, può essere una bravissima ed egregia persona ma se non semina, nei vasi, in terra, nella vasca da bagno o dove più gli aggrada, sul balcone, nell’aiuola sotto casa…se non semina buoni semi e non li porta a maturazione per il successivo raccolto, costui non è un
seedsaver.
Noi lo siamo perché, chi molti, chi pochi, ma tutti insieme siamo necessari.
Il buon seme si salva insieme. E’ diventato il motto di Civiltà Contadina, ma un altro, a corollario di quello è necessario: “L’unico modo per difendere i buoni semi è diffonderli”. Ovvero, voglio dire, che
ciascuno di noi, organizzato in associazione, collettivo, gruppo, anche da solo, se fedele al principio primo dell’essere davvero un
seedsaver, ci atteniamo alla logica conviviale, alla logica del dono,
la parola “conviviale” è la più esatta, l’ha inventata
Ivan Illich, ed un altro concetto che
Henri David Thoreau descrisse bene,
“La disobbedienza civile”, un agile volumetto che con
“La società conviviale” tutti quanti noi dovremmo leggere e meditare
.
Quando le leggi sono dettate dai lobbisti, quando le multinazionali comprano e vendono i governi, quando queste stesse multinazionali impongono cosa mangiare, causando da una parte milioni di morte per fame e dall’altra milioni di obesi, quando la terra e l’acqua, le sementi sono nel pacchetto, sono diventate l’ultima frontiera dell’arricchimento di élite finanziarie puzzolenti di guerra e di