Venerdì 9 febbraio in Valpolicella





Al museo del vino ad Illasi di Verona


via Dante Broglio, 2 - 37030 Illasi - 045 765 0074 - www.villacanestrari.com

Gli alberi, impariamo a conoscerli




A partire da Venerdì 2 e sabato 3 febbraio 2018

Orticoltura Biodinamica
Orticoltura Biodinamica
Continua presso la sede Biolca il corso di Agricoltura Biodinamica con Ivo Bertaina di Agri.Bio. Italia. A partire da febbraio un ciclo di 4 incontri per dire tutto o quasi tutto sull'orticoltura biodinamica. 
«Farsi l'orto biodinamico diventa una sana, cosciente e consapevole scienza artistica che ci rilega col mondo spirituale scandito dal ritmo delle stagioni. C'è un detto che dice che "l'orto ti vuole morto" ed è realmente così, quando ad aprile, le forze eteriche si muovono verso l'alto, anche solo 100 metri di orto sembrano diventare ingestibili, perché non ce la facciamo a stare dietro ai suoi veloci cambiamenti. Ma solo se "moriamo di fatica" possiamo risorgere con nuove idee e nuovi approcci che ci vengono proprio dalla gestione dell'orto. 

Goethe diceva che la natura è un "segreto svelato" e la gestione di un orto è una porta di entrata accessibile ogni giorno verso questi segreti manifesti. In questo corso vi porterò la mia esperienza su come interagire in maniera cosciente e consapevole verso l'energia eterica o vitale che è il vero campo di azione manifesta del quale ci nutriamo con i prodotti dell'orto che costituiscono la base fondante della nostra via fisica e spirituale».

Programma:

1° incontro: venerdì 2 e sabato 3 febbraio La cura dell'orto riveste un ruolo di primaria importanza per l'organismo agricolo. Sia che si tratti di produzione destinata alla vendita, sia che si tratti di produzione destinata all'autoconsumo, l'ortaggio rappresenta una delle connessioni più dirette tra il gesto agricolo e l'atto dell'alimentarsi. Inserire l'azione umana in accordo con i ritmi e le forze naturali è la strada migliore per soddisfare il fine produttivo ed è possibile farlo percorrendo una strada di rigenerazione e non di sfruttamento.
Venerdì pomeriggio: che cosa è un orto.
Venerdì sera: le basi dell'orticoltura sana Sabato mattina: le lavorazioni, la concimazione e la rotazione.
Sabato pom.: ridare ritmo alle piante con l'uso del calendario biodinamico e della dinamizzazione
2° incontro: venerdì 16 e sabato 17 marzo
La concimazione fatta in modo morale è sicuramente la base fondante di un orto biodinamico. Oggi anche nel bio e nel biodinamico si usano prodotti per la concimazione che sono dei veri e proprio veleni, sia per la terra che per noi. In questo seminario si esamineranno i "veleni" usati spesso senza saperlo anche in bio e bd ed i corretti modi di nutrire le piante ed i ritmi con i quali queste concimazioni vanno apportate.
Venerdì pomeriggio: la concimazione e la sconcimazione.
Venerdì sera: il compost biodinamico ed altri modi per ri-portare vita nel terreno.
Sabato mattina: allestimento ed uso del 502, 503 e 504.
Sabato pomeriggio: allestimento ed uso del 505, 506 e 507
3° incontro: venerdì 20 e sabato 21 aprile
La migliore difesa delle piante è costituita da una cura ottimale per la nutrizione e l'igiene del terreno: inserire veleni o minerali morti nel suolo è un ottimo modo per "offendere" le piante ed indebolirle. Già solo la monocoltura e la mancanza di rotazioni è di per sé una "debolezza" ed una povertà sociale per le piante coltivate, come l'uso di sementi ibride iperselezionate indeboliscono ancora di più la stessa pianta che viene vista come "malata" e quindi da eliminare dalla stessa Natura. Tutti questi fattori possono provocare poi diversi tipi di "squilibri", per esempio fungini, di insetti, di erbe chiamate impropriamente "infestanti" e di animali che danneggiano il nostro orto: in questo incontro si daranno consigli ed idee su come riequilibrare gli squilibri spesso causati da noi stessi.
Venerdì pomeriggio: tecniche di difesa da funghi, insetti ed animali.
Venerdì sera: l'uso delle piante per curare le piante.
Sabato mattina: la scelta e la rigenerazione delle sementi e dei piantini.
Sabato pomeriggio: la gestione della serra
4° incontro: venerdì 25 e sabato 26 maggio
L'arte del sovescio, perché è di una arte che si tratta, è un metodo pratico e poco costoso che dà dei risultati favolosi per la concimazione del terreno ed il controllo di erbe infestanti, funghi ed insetti oltre che prevenire l'erosione del terreno. Per fare questo occorre conoscere intimamente le varie famiglie di piante e la loro azione ed interazione. Inoltre da qualche anno si stanno manifestando cambiamenti climatici che ci obbligano a studiare nuove soluzioni per gelate tardive, eccessi di calore, carenza di acqua che provoca siccità, manifestazioni atmosferiche violente: la vera biodinamica non è solo il ripetere in modo sistematico le cose che ci ha detto R. Steiner 90 anni fa, ma quello di creare e sperimentare nuovi preparati adatti alle esigenze del tempo.
Venerdì pomeriggio: il sovescio e come sceglierlo.
Venerdì sera: caratteristiche delle diverse piante da sovescio e come gestirle.
Sabato mattina: la lavorazione e la gestione ottimale del sovescio.
Sabato pomeriggio: nuove problematiche agricole e possibili soluzioni
Alla fine del corso viene rilasciato un attestato di frequenza e una buona parte delle lezioni costituiscono dei crediti formativi utilizzabili nel corso specifico per diventare Tecnico Consulente o Ispettore in Agricoltura Biodinamica.

Nel corso della prima lezione verranno spiegate dettagliatamente le modalità di partecipazione e le opportunità che può avere questa nuova figura professionale.

Docente: Ivo Bertaina nato a Busca (CN) nel 1961, agricoltore e musicista, vive a Cissone (CN) ed ha conosciuto l'agricoltura biodinamica a fine anni '80. Oltre ad aver ricoperto dagli anni '90 diverse cariche in ambito di associazioni di produttori bio e biodinamici oltre che nel campo della certificazione a livello nazionale, attualmente è presidente di Agri.Bio.Italia ed Agri.Bio.Piemonte oltre che coordinatore del marchio di certificazione AgriBioDinamica. Svolge l'attività di formatore e di assistenza tecnica in agricoltura biologica e biodinamica in Italia ed all'estero, allestisce tutti i preparati biodinamici ed i dissuasori biodinamici. Svolge anche attività di ricerca e sperimentazione per nuovi preparati, per attrezzature utili in biodinamica, sulla dinamizzazione, sulla rigenerazione delle sementi e l'uso della musica e delle forme e dell'€itmia in campo agricolo.
Dove e quando: presso la sede Biolca a Battaglia Terme (PD) con i seguenti orari: - Venerdi dalle 14,30 alle 19,00 e dalle 20,00 alle 22,30 (nell'intervallo dalle 19,00 alle 20,00 possibilità di cenare in sede con un menù biologico vegetariano - contributo € 10,00). - Sabato dalle 9,00 alle 13,00 e dalle 14,30 alle 18,30 (nell'intervallo dalle 13,00 alle 14,30 possibilità di pranzare in sede con un menù biologico vegetariano)

Per informazioni e iscrizioni: 049 9101155 (La Biolca) o 345 2758337 (Martina) o info@labiolca.it

Per i costi e le promozioni vedi la descrizione completa sul nostro sito web.

Il 3 febbraio a Chioggia la marcia di chi accoglie e non respinge

Il Comitato Opzione Zero aderisce alla manifestazione Side by Side indetta a Chioggia per il 3 febbraio e invita a partecipare!!



L'appello delle associazioni promotrici

 

Side By Side

 

Il 3 febbraio a Chioggia la marcia di chi accoglie e non respinge

 

"Non c'è mai stata, da quando New York è stata fondata, una classe così bassa e ignorante tra gli immigrati che si sono riversati qui come gli italiani. Rovistano tra i rifiuti nelle nostre strade, i loro bambini crescono in luridi scantinati, pieni di stracci e ossa, o in soffitte affollate, dove molte famiglie vivono insieme, e poi vengono spediti nelle strade a fare soldi nel commercio di strada".
Queste le parole usate dal New York Times il 5 marzo 1882 per descrivere gli italiani emigrati in America: un popolo di straccioni, criminali, sporchi e superstiziosi.. Fino agli anni Sessanta erano gli italiani che andavano a morire lungo le frontiere. Trentacinque milioni di nostri connazionaliemigrati tra il 1876 e il 1975, partiti da tutta l'Italia verso mezza Europa, le Americhe, l'Australia.

Se questa è la nostra storia recente, rileggerla può avvicinarci al presente con uno spirito meno ostile che ci permette di comprendere meglio la migrazione odierna e, ancora di più, la lotta e la fatica per l’integrazione. Ad essere descritti da (alcuni?) media come gli italiani di allora, sono, oggi, i marocchini, i siriani, i somali, gli eritrei, i senegalesi, i maliani, i bengalesi.
Sono loro che rischiano la vita lungo le frontiere d’Europa.
In troppi fanno a gara a contare quanti ne sbarcano, pronti a gridare all'invasione, alimentando ad arte le paure che rendono molto sul piano del consenso elettorale.
Crediamo invece che sia ora di chiederci quanti sono quelli che non sono arrivati. Quanti finiscono seppelliti in fondo al Mediterraneo e ancora più a fondo nell’indifferenza delle coscienze.
Dal 1988 sono morte lungo le frontiere dell'Europa almeno 27.382 persone, di cui 4.273 soltanto nel 2015 e 3.507 nel 2014. Il dato è aggiornato al 2 febbraio 2016 e si basa sugli incidenti documentati dalla stampa internazionale negli ultimi trent'anni. Il dato reale potrebbe essere molto più grande. Nessuno sa quanti siano i naufragi di cui non abbiamo mai avuto notizia. Lo sanno soltanto le famiglie dei dispersi, che, dal Marocco allo Sri Lanka, si chiedono da anni che fine abbiano fatto i loro figli partiti per l'Europa e mai più tornati.
Ci chiediamo perché i governi non predispongano canali legali di uscita dal proprio paese e di
 ingresso in un altro.
Ci chiediamo perché i governi, a cominciare dal nostro, stringano accordi con alcuni stati africani - tra cui la Libia - per respingere i migranti costretti così a subire trattamenti (torture, violenze, stupri) disumani e degradanti di cui tutti noi siamo a conoscenza e che sollevano la
nostra indignazione.
Ci chiediamo perché l’accoglienza sia ancora legata a criteri emergenziali – non di rado di tipo speculativo – anziché articolata su prospettive e tempi di lungo respiro che permettano di guardare al futuro all’interno di una cornice di serena e seria integrazione.
Ci accorgiamo inoltre che nel nostro paese diventano sempre più restrittive le norme relative al riconoscimento della protezione internazionale e/o di altri permessi: alla già pessima legge Bossi-Fini si aggiunge il recente decreto Minniti-Orlando. Ci chiediamo se tutto ciò non allargherà a dismisura il numero dei migranti irregolari, privi di qualsiasi diritto e dunque facilmente ricattabili. Temiamo che l’esito di queste politiche vada nella direzione
sopra descritta.
Ci chiediamo perché, dopo anni di esperienza e di osservazione, non si siano ancora individuate e attivate modalità di accoglienza diffusa che avrebbero il grande vantaggio, non solo di includere gli stranieri nel tessuto sociale, ma anche quello di smorzare e superare gradualmente le paure più diffuse in alcuni strati popolari.
Eppure esperienze e modalità di accoglienza diffusa e di inclusione sociale esistono già in diverse realtà del nostro paese ed altre ancora che possono esser pensate e sperimentate.
Segno che c’è un’umanità che non si rassegna ad una narrazione fatta solo di respingimenti, esclusione ed intolleranza. Un’umanità che lo scorso marzo ha camminato insieme, fianco a fianco, per le calli di Venezia e che crediamo debba ancora una volta riprendere corpo e parola.
Per questo vorremmo proporre di ritrovarci il 3 febbraio a Chioggia, ancora una volta Side by Side per una giornata di incontro e di mobilitazione regionale per i diritti dei migranti e per esigere una buona accoglienza diffusa e per rivendicare il diritto per ogni essere umano a vivere una vita dignitosa e libera dal bisogno.

Frutteto e zeolite. Interessante convegno nel trentino.

Iniziativa lodevole di due mamme di San Pietro in Cariano

Due mamme di San Pietro in Cariano vicine di casa, Lara Fornalè e Zina Gasparini, hanno iniziato dal loro quartiere a raccogliere firme, di famiglia in famiglia, a favore della diffusione a tappeto dell’agricoltura biologica in Valpolicella da presentare agli uffici Ambiente dei Comuni della zona.
Poi hanno parlato con altri genitori davanti alla scuola dell’infanzia di Bure e altre scuole, invitandoli a firmare e lasciare un recapito per essere contattati e informati sui pericoli per la salute di adulti e bambini derivanti dall’utilizzo di pesticidi e diserbanti nei vigneti.
Hanno già raccolto 1.350 firme e molti indirizzi mail a fianco di nomi e cognomi di residenti nel comune di San Pietro come loro, di Marano, Negrar, Pescantina e altri paesi

Per loro la goccia che ha fatto traboccare il vaso è avvenuta la scorsa estate, quando con i loro familiari si sono ritrovate a fare i conti con tanti, troppi malesseri manifestatisi dopo aver respirato le sostanze chimiche con cui venivano irrorate le viti a due passi da casa loro. «Un giorno ci siamo accorte di un odore fortissimo, nell’aria, e a ruota sono arrivati mal di testa e crampi allo stomaco», spiega Gasparini. Aggiunge Fornalè: «I miei figli erano fuori a giocare, li ho richiamati immediatamente in casa ma anche le stanze si erano impregnate dell’odore». Da lì le due mamme hanno deciso: «Basta, dobbiamo fare qualcosa». E hanno dato inizio alla petizione. 

Prodotti biologici nella GDO: +16% nel 2017

Cresce sempre più la fiducia degli italiani nei confronti dei prodotti biologici e non soltanto per quanto riguarda i negozi specializzati ma anche la grande distribuzione (supermercati e ipermercati) che dal 2011 fa registrare incrementi annuali delle vendite dal 10 al 19%.
Il 2017, fa sapere infatti con una nota AssoBio (www.assobio.it) l’associazione nazionale delle imprese di trasformazione e distribuzione dei prodotti biologici, si è chiuso più che positivamente per quanto riguarda le vendite del biologico anche nella GDO facendo registrare un + 16% rispetto al 2016, a fronte di un + 4,1% del settore alimentare in generale.

Attraverso la grande distribuzione, nel 2017 gli italiani hanno acquistato 1 miliardo e 380 milioni di prodotti biologici, 166 milioni di euro in più del 2016, con un contributo del biologico alla crescita dei consumi alimentari del 12%.
Ecco la top ten dei prodotti bio più venduti attraverso la GDO: 1) confetture spalmabili a base di frutta; 2) uova di gallina; 3) panetti croccanti; 4) sostitutivi del latte uht; 5) pasta di semola integrale/farro/kamut; 6) olio extravergine di oliva; 7) latte fresco; 8) frutta secca senza guscio; 9) biscotti; 10) yogurt intero.
Questa invece la top 5 dei prodotti bio per tasso di crescita: 1) uova di gallina; 2) olio extravergine di oliva; 3) confetture spalmabili a base di frutta; 4) verdura; 5) frutta secca senza guscio.
‘Sono oltre 20 milioni le famiglie italiane che consumano prodotti bio, un milione in più solo nell’ultimo anno - commenta il presidente di AssoBio Roberto Zanoni - sempre più consapevoli che mangiare bio vuol dire mangiare sano e sicuro: l’esclusione degli OGM e dei pesticidi dall’intero ciclo produttivo, la drastica riduzione degli additivi, la riscoperta dei sapori autentici, un sistema di controllo che certifica la conformità a norme europee sono gli elementi cardine che spingono i consumatori ad acquistare bio'.
'Ma contano anche - continua Zanoni - la qualità complessiva, indicata come motivo d’acquisto dal 34% di chi mette prodotti bio nella borsa della spesa, e il rispetto dell’ambiente, fondamentale per il 29% di chi li sceglie. Il forte aumento del consumo di prodotti biologici favorisce economie di scala: nell’ultimo anno il prezzo dei prodotti biologici è diminuito di oltre il 6%, riducendo il differenziale nei confronti dell’offerta standard, rendendo la scelta bio sempre più accessibile, in una spirale virtuosa’.
'Quel che è certo - conclude il presidente di AssoBio - è che Il treno biologico è partito (e nessuno lo ferma più) come abbiamo intitolato il convegno con cui il 17 gennaio alle 14.30 al Marca di Bologna (la Mostra Convegno Internazionale dedicata alla marca commerciale) presenteremo con Nomisma i dati definitivi per il 2017 sul mercato retail (profilo egli acquirenti, ripartizione geografica, peso delle aree merceologiche, prodotti più venduti e in più forte sviluppo, analisi degli assortimenti). Alla presenza dei più grandi marchi del food bio d’Italia analizzeremo come salire a bordo di questo treno e come coglierne tutte le opportunità’. 
Introdurrà Roberto Zanoni; a seguire interventi di Silvia Zucconi, responsabile Market Intelligence Nomisma, dal titolo ‘Il mercato italiano dei prodotti biologici’ e di Paolo Carnemolla, presidente FederBio Servizi, su 'Gli strumenti al servizio delle aziende'. Partecipazione libera, mercoledì 17 gennaio alle 14.30, sala Bolero - centro servizi Blocco B, Marca by BolognaFiere.  

tratto da:
http://www.greenplanet.net/prodotti-biologici-nella-gdo-16-nel-2017

Sacchetti ortofrutta: 20 domande e risposte per capire come funziona il sistema e come risparmiare

Con l’entrata in vigore l’articolo 9-bis della legge di conversione 123/2017, dal primo gennaio 2018 nei supermercati e punti vendita italiani sono arrivati i sacchetti ortofrutta biodegradabili, da impiegare anche per tutti i prodotti serviti al banco, come carne, pesce e gastronomia. Non tutti i consumatori però hanno gradito la novità, in quanto la norma prevede che i sacchetti siano distribuiti a pagamento e il prezzo sia riportato sullo scontrino.
prezzi delle nuove buste si attestano per la maggior parte delle catene sui 2 centesimi di euro (Auchan, Conad, Coop Lombardia, Coop Italia, Eurospar, Gruppo Gros, Simply, Famila, Todis, Gulliver, Bennet e molti altri). Ci sono però anche molti supermercati virtuosi che hanno scelto di farli pagare solo 1 centesimo (Esselunga, Coop Toscana, Iper, Unes, Conad Tirreno, Despar, Eurospin, Il Gigante, Tigros, Pam, MD e altri ancora).
Solo un piccolo gruppo propone 3 centesimi. In questo caso la cifra può essere giustificata solo se la busta ha una resistenza e uno spessore superiore alla media, e può essere usata per l’umido domestico al pari dei sacchetti venduti appositamente per questo scopo. Nella tabella proponiamo la lista dei prezzi di vendita che abbiamo registrato anche con l’aiuto di molti lettori in più di 40 catene di supermercati. Aiutateci a completare l’elenco, mandando le vostre segnalazioni!
Per offrire un’alternativa ai nuovi sacchetti di plastica biodegradabile e compostabile, alcune catene hanno cominciato a proporre gratuitamente le buste di carta. È il caso di NaturaSì e Dpiù, mentre Mercatò e Fico Eataly World hanno scelto di distribuire solo sacchetti di carta.
(*)Nota. In qualche caso potrebbero verificarsi delle discrepanze tra i prezzi segnalati dai lettori e quelli adottati dalla catena, perché diverse insegne nei primi giorni hanno proposto prezzi più alti (3 o 4 centesimi), salvo poi abbassare i listini a 1 e 2 centesimi, allineandosi a quelli dei concorrenti. Altre catene potrebbero non adottare lo stesso prezzo in tutto il paese.

tratto da:
http://www.ilfattoalimentare.it/sacchetti-ortofrutta-domande-risposte.html

Lettera aperta: implementazione della Direttiva sull’uso sostenibile dei pesticidi e della revisione dei piani d’azione nazionali


On. Ministro Maurizio Martina
Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali
Via Venti Settembre, Roma

 Lettera aperta: implementazione della Direttiva sull’uso sostenibile dei pesticidi e della revisione dei piani d’azione nazionali

Gentile Signor Ministro Martina,

Pesticide Action Network Europe (PAN Europe) et Pesticide Action Network Italy (PAN Italy) stiamo seguendo attentamente l’implementazione della Direttiva 2009/128/EU sull’uso sostenibile dei pesticidi (SUD); siamo pertanto contenti che la DG SANTE abbia pubblicato il suo report di valutazione., ed ancora piu contenti sapere che il consiglio, Lei inclusa, abboa  Abbiamo anche avuto il piacere di rilevare la conferma del suo impegno, presso la tavola rotonda del Consiglio Agricoltura del 6 novembre 2017, nell’assicurare una futura seria implementazione di tale Direttiva.[HC1] 
Vogliamo ricordare che la scadenza del report di valutazione di cui sopra era prevista per il 26 novembre 2014 (SUD Art. 4.3) e che ora è il momento di agire seriamente per recuperare il tempo perduto nell'implementazione del SUD.
La valutazione di PAN Europe dei piani d'azione nazionali (NAPs) del 2013 mostra chiaramente che, anche se la maggior parte degli Stati Membri utilizza i NAPs per raccogliere informazioni sull'uso dei pesticidi nel proprio paese, non sono stati fatti molti progressi.
Dopo la pubblicazione della relazione di valutazione della DG SANTE abbiamo preparato il rapporto di valutazione di PAN Europe, in cui esaminiamo l'adozione delle azioni da quando i NAPs sono stati preparati nel 2011-2012. La nostra analisi mostra che sono stati compiuti progressi nel campo dei controlli sulle attrezzature di irrorazione e nello sviluppo di corsi di formazione e schemi di certificazione riguardanti il modo migliore per spruzzare i pesticidi. Invece, sono stati compiuti pochissimi progressi nel promuovere l'adozione di tecniche alternative, che sono la chiave per garantire una seria riduzione dell’uso dei pesticidi. Concludiamo pertanto che i principali risultati conseguiti dall'adozione del SUD sono le decisioni in Olanda, Francia, Lussemburgo e Belgio di interrompere l'uso di pesticidi (in Italia, limitatamente al glifosato) nelle aree pubbliche a partire dal 2017-18.

Movimenti popolari


Traditi i cittadini europei

È veramente misteriosa tutta la vicenda che si dipana intorno alla decisione dell’Unione europea di autorizzare l’utilizzo del più diffuso erbicida, il glifosato. Un’affaire noire su cui occorre fare luce. L’autorizzazione per 5 anni al glifosato, votata il 27 novembre dai paesi dell’Unione in circostanze tali da inficiare forse la stessa validità della delibera, è un nuovo colpo di scena, che rischia di incrinare fortemente la credibilità delle istituzioni europee e di provocare un terremoto per la stessa governabilità del “motore” Germania.
Questo giornale aveva denunciato, tra i primi, i rapporti poco chiari di alcuni scienziati, di alcune autorevoli riviste, apparentemente indipendenti, con Monsanto, la multinazionale produttrice di Roundup, il più noto formulato a base di glifosato. Dalle indagini giornalistiche erano infatti emersi rapporti di dipendenza, contratti e accordi per generare alcune rassicuranti ricerche, in realtà occultamente ispirate dall’industria produttrice. Era anche emerso che l’Efsa, l’Autorità dell’Ue per la sicurezza alimentare, già accusata dalla ong Ceo per l’alto numero dei suoi esperti in conflitto d’interesse con le aziende i cui prodotti deve valutare, aveva stilato una relazione per il via libera al glifosato, senza condurre ricerche in proprio, ma copiandone parti rilevanti direttamente dalle carte passate dalla stessa Monsanto. Questo pronunciamento aveva legittimato la propensione della Commissione europea ad autorizzare la vendita della sostanza per altri 10 anni.
Uno scandalo scientifico e un vulnus sulla rispettabilità delle istituzioni europee, che aveva spinto il governo austriaco a chiedere alla Commissione l’apertura di un’indagine. È infatti d’importanza vitale fare luce su persone e organizzazioni, su legami, lobby e finanziamenti non palesi, che condizionano occultamente posizioni politiche, informazioni scientifiche e decisioni istituzionali intorno all’affaire glifosato.
La questione è divenuta di massima importanza da quando lo Iarc, l’istituto per la ricerca sul cancro dell’Organizzazione mondiale della sanità, ritenuto la massima autorità in campo oncologico, ha classificato la sostanza come probabile cancerogeno per l’uomo. Lo studio Iarc è stato validato dalla prestigiosa rivista «The Lancet Oncology» e sono ormai centinaia le pubblicazioni scientifiche, raccolte dalla National Library of Medicine degli Stati Uniti, che confermano la pericolosità della sostanza. In Italia, l’istituto Ramazzini compie da tempo indagini d’eccellenza sui preoccupanti effetti del glifosato a bassa e costante assunzione. Questo dovrebbe quantomeno spingere al principio di precauzione. Lo scorso ottobre, infatti, il parlamento europeo aveva deciso a larga maggioranza (355 voti favorevoli, 204 contrari, 111 astenuti) per l’uscita dal glifosato. Un voto però non vincolante per l’Ue, i cui governi nazionali, trovando tra loro una maggioranza qualificata, hanno il potere di decidere diversamente.
Con una vendita di 800.000 tonnellate, per 5,4 miliardi di dollari annui, il glifosato rappresenta un affare colossale, perché il più diffuso agente agricolo nocivo per l’ambiente porta con sé tutto il pervasivo sistema di oligopolio di mezzi tecnici e di brevetti di semi ogm, che vanno usati in combinazione, perché progettati appositamente per resistere dove il potente erbicida fa terreno bruciato. Coldiretti ha infatti opportunamente avviato una campagna per denunciare l’uso indiscriminato del glifosato e porre almeno dei limiti sia all’uso interno, sia all’importazione in Italia di alimenti contaminati. Ed è proprio questo il punto in ballo: il futuro agricolo e la visione d’Europa, giustamente avverte Carlo Petrini di Slow Food. Onesta aspirazione, su cui pesa però la recente decisione della tedesca Bayer di assorbire la statunitense Monsanto. La fusione in un unico colosso che concentra semi, veleni, mezzi e poteri, è costata già alla Bayer sessantasei miliardi di euro: l’affare però potrebbe rivelarsi molto meno produttivo in caso di ritiro del glifosato.
Decisa a far valere il bene comune sugli interessi privati, la Coalizione Stopglifosato (solo in Italia 51 organizzazioni) ha lanciato una mobilitazione di grande valore civile per l’abolizione, sostenuta da oltre un milione e trecentomila cittadini europei, che hanno sottoscritto l’appello StopGlifosathe. Il ministro italiano dell’agricoltura Maurizio Martina per primo ha fatto propria l’istanza, candidando con questo l’Italia alla leadership europea di un’agricoltura ecosostenibile e innovativa.
Si tratta anche di un’importante scelta di indirizzo strategico e politico. Non a caso il paese è già leader di biologico e biodinamico (15 per cento dei campi coltivati), una scelta premiante anche economicamente, vista la crescita costante del mercato alimentare di qualità sia in termini di prodotto interno, sia di posti di lavoro.
L’ultimo colpo di scena, lo scorso 27 novembre, è stato il voto favorevole dei paesi dell’Unione europea al glifosato, con il governo tedesco pressato dall’opinione pubblica e perciò deciso a non votare il rinnovo e il suo ministro che invece vota a favore. Il voto di uno solo, all’insaputa del suo governo e contro l’opinione pubblica, ha potuto capovolgere gli esiti della decisione. Una performance, se possibile, ancora peggiore della recente decisione di portare in Olanda l’agenzia del farmaco, tirata a sorte con la monetina. Solo le circostanze di questa vicenda dovrebbero bastare a ispirare un netto parere contrario dell’antitrust europeo, chiamato prossimamente a decidere sulla fusione Monsanto Bayer.
All’indomani di questa votazione, i giornali hanno parlato di una bomba contro Angela Merkel e la sua incerta maggioranza, lanciata dal ministro dell’agricoltura Schmidt della Csu, non a caso bavarese. Più gravemente quello che qui denunciamo è il tradimento dei cittadini, della ricerca scientifica, della speranza di tanti agricoltori di essere tutelati e di potersi affrancare dalle sostanze che per primi li danneggiano. Va denunciato un sistema produttivo che uccide, i più poveri per fame, i più ricchi per eccessi. Il cambio di passo è affidato all’affermazione del diritto umano alla conoscenza, da cui dipenderà in futuro l’indipendenza delle istituzioni democratiche e degli istituti scientifici da poteri multinazionali, che ormai superano per fatturato e influenze gli stessi stati nazionali. Dipenderà da ciò la libertà di ricerca scientifica e di informazione. La conoscenza come diritto umano deve precedere e accompagnare le azioni e le decisioni pubbliche. Dovremo conoscere le organizzazioni di influenza, la rete di relazioni attive e poco note. Dovremo sapere tutto di organizzazioni come Europa bio, che non compare mai coinvolta in questa vicenda, ma che è la più grande e influente organizzazione governata insieme alle pur concorrenti industrie biotech. Bisognerebbe conoscere perché organizzazioni politiche “per la libertà di scelta” e “per la libertà della ricerca scientifica” si schierino all’occorrenza contro gli scienziati e a difesa delle agenzie governative. Ma bisognerebbe conoscere tutto questo prima che le decisioni siano prese, per valutare col giusto peso ricerche scientifiche, campagne d’opinione, passi istituzionali e rappresentanze politiche.
Non solo è necessario un riesame della decisione sul glifosato presa il 27, come richiede la coalizione italiana Stopglifosato, ma a partire da quanto avviene intorno all’affaire glifosato, i cittadini devono ottenere un impegno delle istituzioni a far luce sul loro futuro.

tratto da:
http://www.biodinamica.org/traditi-i-cittadini-europei-di-carlo-triarico-su-losservatore-romano-il-settimanale-di-giovedi-7-dicembre-2017/

LA SVIZZERA CONTRO I PESTICIDI

In 9 mesi sono stati raccolte più di 110.000 firme convalidate per l'iniziative popolare federale «Acqua potabile pulita e cibo sano – No alle sovvenzioni per l’impiego di pesticidi e l’uso profilattico di antibiotici»

Il 18 gennaio alle ore 14.00, appuntamento sulla Piazza del Palazzo federale di Berna per depositare le firme alla Cancelleria.Democrazia diretta

In Svizzera la sicurezza alimentare entra nella Costituzione.

Lo hanno deciso i cittadini elvetici con un referendum, tenutosi il 24 settembre 2017, che, con il 78,7% di sì e una maggioranza schiacciante in tutti quattro i Cantoni, ha dato il via libera al nuovo articolo 104 della Costituzione.
La modifica costituzionale ha ricevuto un sostegno quasi unanime anche dalla politica e dalle organizzazioni economiche e professionali.

La costituzione federale svizzera prevede la possibilità di introdurre delle modifiche attraverso un referendum propositivo. Per proporre la modifica bisogna raccogliere almeno 100.000 firme autenticate.

Attualmente sul tema ambiente-salute e prevenzione primaria l'attenzione dei cittadini svizzeri è molto forte, anche perché gli svizzeri hanno capito che curare le malattie costa sempre di più, che queste malattie stanno diventando sempre più croniche e che un ambiente sano produce anche benessere psico-fisico, vale a dire gioia di vivere.

La Corte federale ha approvato poco tempo fa l'uscita dal nucleare, poi è stato vinto il referendum sulla sicurezza alimentare (in allegato). Ora è in corso la raccolta delle 100.000 firme per il referendum per vietare tutti i pesticidi di sintesi in 10 anni (http://www.future3.ch/) (Vedi allegato testo e manifesto).

Sarebbe auspicabile che anche in Italia i cittadini, le associazioni dei consumatori, le associazioni che si occupano di tutela dell'ambiente e della salute, ma anche alcune associazioni di contadini e allevatori che si sono dimostrate sensibili a questi temi, facessero fronte unico e reclamassero, insieme a Comuni e Regioni, un netto cambio di rotta rispetto al passato.

L'Italia deve puntare su una produzione agricola di qualità, decisamente orientata verso il biologico, evitando la tentazione di appiattirsi su produzioni facili, ma economicamente poco remunerative ed esposte alla disperata concorrenza dei paesi meno sviluppati.




tratto da:
http://www.veramente.org/it/notizie/2018-svizzera-pesticidi.html

Il Fatto Quotidiano 14 Gennaio: Glifosato, rivolta contro la Senatrice Cattaneo

Dati ARPAV pesticidi 2016

Siamo la regione più avvelenata di Italia, la provincia più avvelenata del Veneto, e probabilmente lo stato più avvelenato d'Europa. Spero che questi DATI REALI ci facciano finalmente comprendere che difendere questa amministrazione significa solo autorizzarli a procedere con questo disastro.

Conto alla rovescia per Biofach 2018

Conto alla rovescia per 2018, la fiera, organizzata da Nürnberg Messe, leader a livello mondiale per l’alimentazione biologica e l’incontro con l’industria biologica internazionale. A Norimberga, dal 14 al 17 febbraio prossimi, sono attesi più di 2.950 espositori e oltre 50 mila visitatori, includendo il Salone collegato sul benessere naturale, Vivaness.

Fittissima sarà ancora una volta la presenza italiana. Ci saremo anche noi di GreenPlanet e faremo una diffusione capillare della guida in lingua inglese ‘Organic Food from Italy’ promossa nel 2017 dal nostro gruppo editoriale per far conoscere maggiormente nel mondo i protagonisti dell’alimentazione biologica italiana, che offre una grande varietà di prodotti, spesso di alta qualità. Nonostante l’Italia sia, con gli Stati Uniti, il primo esportatore di alimenti bio al mondo, sono ancora tanti infatti gli spazi e i luoghi da raggiungere, la domanda di food made in Italy è forte e lontana dall’essere esaurita. Biofach sarà ancora una volta una grande opportunità per far crescere il biologico  italiano nei diversi mercati e noi di GreenPlanet, da informatori e comunicatori, faremo la nostra parte. 

FILIGRANE VENETO sabato 13 gennaio


Sabato 13 gennaio alle ore 9.00, presso il Convento Santa Maria a Isola Vicentina (VI) si terrà l'ultimo incontro del progetto GRAFIS dedicato alle Filiere per l’innovazione dell’economia contadina e delle relazioni sui territori: esperienze e progetti a confronto.


Azione collettiva per la biodiversità coltivata
FILIGRANE è un incontro dedicato alla costruzione di nuove filiere cerealicole ideato e
promosso da Rete Semi Rurali. Nel 2014 sono stati chiamati a raccolta molti dei progetti di
filiera che, a partire dalla semente, si stavano sviluppando in Italia. Da allora Filigrane è stato
riproposto come momento di incontro a livello nazionale e locale. Filigrane arriva in Veneto
nell’ambito del progetto GRAFIS che sta operando a supporto delle nuove filiere cerealicole.
GRAFIS ha organizzato nel 2017 momenti di approfondimento e scambio di esperienze
attraverso incontri sul campo e presso mulini. Con Filigrane si propone un momento di lavoro
collettivo di confronto, elaborazione e sintesi di esperienze e problematiche risolte o irrisolte
che garantisca un’ulteriore crescita di consapevolezza e competenza. Il complesso lavoro di
costruzione di nuove filiere cerealicole richiede infatti che le scelte della semente, i metodi
agronomici, di trasformazione e commercializzazione siano garanzia di qualità nutrizionale,
economica e sociale. Il progetto GRAFIS ha incontrato e coinvolto molte realtà che agiscono
in questo mondo produttivo, sperimentando varietà, miscele, miscugli di frumento, cereali
minori e mais e operando per facilitare e favorire la costruzione di filiere.
FILIGRANE sarà il momento di lavoro collettivo, per il confronto e lo scambio fra i differenti
attori di queste filiere: agricoltori, trasformatori e i cittadini che ne sostengono le attività
attraverso l'acquisto. Il lavoro di gruppo faciliterà la condivisione di problemi, soluzioni e
strategie.
L’arrivo di operatori di grosse dimensioni che tendono a cavalcare l’onda favorevole del
mercato rende urgente la riflessione sulla capacità organizzativa di realtà piccole e medie
capaci di ricercare il benessere della comunità e del territorio nel quale agiscono.
Fare rete, trovare forme associative e collaborative adeguate è uno dei principali obbiettivi
da perseguire nel corso dei gruppi di lavoro che affronteranno i seguenti temi:
· Le sementi sono il punto di partenza dei progetti di filiera. Cosa intendiamo per semi
antichi, da dove arrivano, che caratteristiche genetiche hanno, quale innovazione
favoriscono?
· Mettere in atto processi di gestione e lavorazione a partire dalle sementi che ne esaltino
le caratteristiche. Quali sono le scelte che ne garantiscono l’efficacia: filiere corte locali?
pratiche di conservazione dinamica? sicurezza fitosanitaria? metodi agronomici
rispettosi

· Ore 9.00
Arrivo e registrazione dei partecipanti
· Ore 9.30
Inizio lavori - assemblea plenaria
· Ore 10.30 – 13.00
Lavoro per gruppi
· Ore 13.00 – 14.30
Pausa pranzo
· Ore 14.30 – 17.00
Ripresa dei lavori - restituzioni dei gruppi e conclusioni
· 17.30

Termine lavori

Per informazioni
A.Ve.Pro.Bi. - Giandomenico Cortiana cell. 348 5127906