Due mamme di San Pietro in Cariano vicine di casa, Lara Fornalè e Zina Gasparini, hanno iniziato dal loro quartiere a raccogliere firme, di famiglia in famiglia, a favore della diffusione a tappeto dell’agricoltura biologica in Valpolicella da presentare agli uffici Ambiente dei Comuni della zona.
Poi hanno parlato con altri genitori davanti alla scuola dell’infanzia di Bure e altre scuole, invitandoli a firmare e lasciare un recapito per essere contattati e informati sui pericoli per la salute di adulti e bambini derivanti dall’utilizzo di pesticidi e diserbanti nei vigneti.
Hanno già raccolto 1.350 firme e molti indirizzi mail a fianco di nomi e cognomi di residenti nel comune di San Pietro come loro, di Marano, Negrar, Pescantina e altri paesi
Per loro la goccia che ha fatto traboccare il vaso è avvenuta la scorsa estate, quando con i loro familiari si sono ritrovate a fare i conti con tanti, troppi malesseri manifestatisi dopo aver respirato le sostanze chimiche con cui venivano irrorate le viti a due passi da casa loro. «Un giorno ci siamo accorte di un odore fortissimo, nell’aria, e a ruota sono arrivati mal di testa e crampi allo stomaco», spiega Gasparini. Aggiunge Fornalè: «I miei figli erano fuori a giocare, li ho richiamati immediatamente in casa ma anche le stanze si erano impregnate dell’odore». Da lì le due mamme hanno deciso: «Basta, dobbiamo fare qualcosa». E hanno dato inizio alla petizione.