CONSIDERAZIONI SUL CORSO

CONSIDERAZIONI SUL CORSO
NUOVI STILI DIVITA 2: LA SFIDA DEL BIOLOGICO

Non si capiva bene cosa volesse dire un titolo del genere, all’inizio. Nessuno si sente facilmente disposto a guardare con occhio critico il proprio stile di vita, anzi, normalmente ognuno di noi pensa di aver un più che normale stile di vita, che non può essere modificato, una cosa troppo ben sedimentata e sicura, inaccessibile a cambiamenti, impossibile da mettere in discussione.
Invece abbiamo capito che esso è il frutto di continue scelte che giorno per giorno, minuto per minuto, ognuno compie, rendendosene conto o no, prestando attenzione o no a quello che sceglie e quello che fa, determinando così la propria vita di tutti i giorni e di riflesso la vita di altri milioni di esseri umani e non umani, determinando così la politica globale. Sembra impossibile ma anche questa è stata una cosa imparata in questo corso.

Abbiamo visto che ci sono modi alternativi e meno dispendiosi in termini di impatto ambientale per affrontare quasi qualsiasi momento della vita quotidiana: dal modo di mangiare e dove fare la spesa (forse la parte fondamentale) al modo di coltivare i campi, dal modo di curarsi al modo di respirare, dal come impiegare i propri soldi al come costruire le proprie case, dal come progettare un paesaggio a come reagire a scelte politiche e ambientali chiaramente sbagliate. E sicuramente tanti altri temi sono rimasti per ora ai margini, anche se abbiamo capito il principio generale: di ogni piccola o grande scelta bisogna chiedersi il perché, chi favorisce, cosa succederebbe se fosse generalizzata, se va verso uno spreco o un risparmio di energia, se sarebbe valida in ogni contesto, fra dieci o venti anni e cose di questo genere.

Ma un'altra cosa abbiamo anche capito: che il mondo dei mass media, il mondo che crea le informazioni e la cultura ed il nostro sapere in realtà tende a dare a dare così tante informazioni secondarie e superficiali da creare confusione e mancanza di idee chiare, tende a creare nozioni e non cultura, tende a creare consumatori e non persone che sappiano fare delle scelte libere. Per ognuno dei settori toccati dalle conferenze esiste un sapere dominante diverso da quello che è stato spiegato, che purtroppo funzionale allo stile di vita del consumatore medio, della persona ideale per una società senza pensieri critici. Invece abbiamo visto per ogni conferenza che c’è un altro modo per affrontare le scelte e che per conoscerlo bisogna andarselo a cercare, bisogna parlare ed ascoltare direttamente le persone, bisogna uscire di casa e mettersi a confronto con gli altri, con le esperienze delle altre persone, possibilmente senza intermediazioni. Fare cultura, farsi artefici della propria ed altri cultura, nessuno la cala dall’alto, quello che vogliamo ce lo dobbiamo guadagnare anche con l’impegno.

Ringraziando tutti i partecipanti, che hanno sostenuto con la loro presenza il buon successo dell’iniziativa, cercheremo di fare ancora meglio la prossima volta