Un po’ di cronaca se a qualcuno è sfuggita, ed alcune riflessioni
Nel 2004 il signor Paul Francois, aprendo il serbatoio di un nebulizzatore fu investito dai vapori di un erbicida, il “Lasso”, prodotto dalla Monsanto. Subito accusò nausea e svenimenti, ed in seguito una serie di
disturbi come balbuzie, vertigini e cefalee, che lo hanno costretto a sospendere il lavoro per quasi un anno.
Nel maggio del 2005, da alcune analisi effettuate, è risultato che Paul Francois aveva in corpo tracce di
monoclorobenzene, un solvente presente nel Lasso, mentre la sostanza principale è l’ Alachlor. Questo
erbicida prodotto dalla regina dell’agrobussiness, è stato usato per la prima volta nel 1960 per eliminare le
piante infestanti nei campi di cereali. E’ stato bandito in Canada e Regno Unito dal 1980, in Europa, grazie
ad una direttiva comunitaria compiacente, è fuori legge solo dal 2007.
Dopo questo fatto inizia una vertenza contro la multinazionale e questa è arrivata a sentenza nel febbraio
2012. La multinazionale è stata costretta a risarcire i danni all’agricoltore secondo i parametri stabiliti
dal giudice e con gli interessi. Lunedi 7 maggio 2012 il governo francese emana un decreto che
conferisce al morbo di Parkinson lo status di malattia professionale per gli agricoltori e stabilisce
esplicitamente un nesso di causalità tra questa patologia e l'uso di pesticidi. Ciò è avvenuto anche in
seguito ad una manifestazione di agricoltori al Salone dell'Agricoltura, presso lo stand dell’industria
dei fitofarmaci, che richiedeva il riconoscimento delle malattie professionali legate all'uso dei
pesticidi e il ritiro dei prodotti pericolosi. Il riconoscimento ufficiale rappresenta dunque una
vittoria per questa mobilitazione e acquisisce un carattere importante sia a livello simbolico che
concreto aprendo la possibilità a sostegni finanziari per l’incapacità di continuare a lavorare. Un
percorso fondamentale, non ancora praticato in Italia, ma che potrebbe cambiare radicalmente le
problematiche legate a produzione, uso e residui dell’agrochimica. Non solo, in Francia nel marzo
2011 è nata l’Associazione PHYTO-VICTIMES per venire in aiuto alle vittime professionali dei
“fitofarmaci” e dei loro familiari, spiegando le procedure da adottare per il riconoscimento delle
malattie, per una conoscenza più approfondita, per sostenere le alternative agronomiche
L’associazione auspica che gli agricoltori vittime dei pesticidi vogliano rompere il silenzio.
Secondo il dottor Yves Cosset, medico nazionale del lavoro, su venti casi di Parkinson dieci
sono stati riconosciuti come malattia professionale e cinque di questi sono stati addebitati all’uso
di pesticidi. Ma ricorda che anche per l’amianto furono importanti i primi riconoscimenti e non
esclude che ci siano altri riconoscimenti negli anni futuri.
Paul Francois e l’associazione delle phyto-vittime ora pongono un gravissimo problema, d’altra
parte logico: il riconoscimento come malattia professionale del cancro della vescica e della
prostata tra i vignaioli, i tumori del sangue, la leucemia e il cancro al cervello.".
Voglio ricordare che “non è la quantità che fa il veleno”, ma la persistenza dei pesticidi nell’ambiente,
il tempo di esposizione, lo stadio evolutivo e l’età del sistema immunitario di chi è esposto. Certo che la
sentenza è storica, ma ci sono voluti 8 anni, una bella forza di volontà e la possibilità di resistere a lungo. E
anche di controbattere sia alla multinazionale che alle organizzazioni degli agricoltori, che fino all’ultimo
declinano ogni responsabilità.
Alla luce dello studio ETU di Treviso, che dimostra che metà della popolazione è cronicamente esposta al
mancozeb chi sarebbe che risarcisce i danni alla salute, una volta dimostrato che ci sono ? I contadini, le
amministrazioni, le agroindustrie ? E quale organizzazione dei consumatori è necessaria per garantire un
cibo sano e indenne da pesticidi ? Le attuali sono troppo tolleranti nei confronti dei pesticidi, i valori soglia, i
LMR tollerabili, per sostanze come i pesticidi sono quelli uguali a zero.
Quella francese è sicuramente una buona notizia e una bella vittoria, e indica una delle strade da seguire
“Nelle campagne del mondo ci vogliono uomini, non multinazionali. Il cibo deve essere prodotto per
essere mangiato, e non solo per essere venduto.