Natura matrigna? No, predazione della Terra

Giorgio Nebbia nebbia@quipo.it 

Di fronte alle frane e alluvioni e ai cambiamenti climatici aveva ragione Leopardi a dire che la natura è matrigna? A ben guardare la natura è quella che è, né buona né cattiva, né matrigna. Noi come esseri umani partecipiamo alla grande catena di produttori-consumatori-decompositori; anche gli umani si comportano come consumatori e come predatori, con la differenza che consumiamo e prediamo non (solo) per sopravvivere, ma per aumentare il possesso di cose che con la vita non hanno niente a che fare. La predazione di cose "altrui" è nata quando, diventati coltivatori e allevatori, diecimila anni fa, gli umani hanno introdotto la proprietà privata, da cui deriva la proprietà di animali, di terra, di altri umani --- lavoratori o schiavi. 
La predazione, conquista imperialista e militare o furto, di beni "altrui" si estende facilmente a beni che non hanno direttamente un padrone, ai beni comuni. La sottrazione di acqua da un fiume che non ha padrone, l'uso della stessa acqua come ricettacolo dei rifiuti, non sono sostanzialmente diversi dalla predazione del sale dalle cave del Mar Morto, del rame dalle miniere del Cile, della gomma dagli alberi brasiliani, del petrolio dai pozzi iracheni. Il possesso, da parte di chi non le aveva, delle merci citate deriva dal principio arbitrario che Sodoma e Gomorra si consideravano "padrone" del Mar Morto, il Cile "padrone" del rame del suo sottosuolo, il Brasile "padrone" dei suoi alberi amazzonici, eccetera. 
L'appropriazione privata, gratis, diventata regola della società capitalistica, dell'acqua di un fiume, l'uso della massa di aria come ricettacolo dei gas delle attività umane, comportano modificazioni dei "corpi della natura" --- aria, acqua, suolo --- che fanno sentire i loro effetti negativi non solo su chi ha generato tali modificazioni, ma su soggetti --- non umani e umani --- che da tale appropriazione non hanno tratto alcun vantaggio, ma anche su soggetti lontani nello spazio e lontani nel tempo, nel futuro. Da qui un movimento di protesta non solo contro offese che coinvolgono alcuni soggetti, ma nel nome di valori più generali, dei diritti di generazioni future, del diritto alla vita. 
Lo stesso futuro degli esseri umani sulla Terra sarà possibile ad alcune condizioni a cominciare dal riconoscere che la prima "legge" dell'ecologia afferma che le risorse naturali sono limitate, che la "natura" ha una capacità limitata" di fornire beni fisici -- acqua, fertilità del suolo, vita vegetale e animali 
--- e una capacità limitata di accogliere e sopportare le scorie delle attività umane. Bisogna inoltre riconoscere che le attività umane, che operano al fine di aumentare la proprietà privata, per forza lasciano la natura impoverita e più contaminata e intraprendere delle azioni politiche, che possono essere prese solo a livello internazionale, che impongano comportamenti, produzioni e consumi meno incompatibili con la legge della natura prima ricordata. Per realizzare questo obiettivo occorre una riscrittura delle regole di quella che si chiama economia e un rallentamento del potere capitalistico, cioè del dominio della proprietà privata, anche sui beni collettivi. 

Può realizzare ciò un governo democratico o liberale? Non credo. Per realizzare questo obiettivo, occorre allora un potere autoritario, un "principe" planetario dell'ecologia? Abbiamo conosciuto governi autoritari fascisti che non mettevano in discussione il principio della proprietà privata e del capitale. Abbiamo conosciuto governi autoritari comunisti che mettevano in discussione la proprietà privata, anche a spese della libertà individuale, pianificando produzioni e consumi, anche se spesso operavano con violenza contro i beni collettivi --- aria, acque, foreste, miniere. La scrittura di una "nuova economia", o, meglio di una "nuova politica" è la condizione non solo per la convivenza degli umani nella natura così com'è, ma anche per la soluzione degli altri problemi umani fondamentali: occupazione, liberazione del Sud del mondo dalla miseria, sicurezza degli anziani, dignità individuale.