Incredibile: all’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca
Ambientale), risorsa strategica per il Paese, si
apprestano a licenziare 93
ricercatori e tecnici precari, con anzianità media di un decennio. Tutti abbiamo il diritto/dovere d’impedirlo, d’intervenire
perché le loro ricerche hanno tutelato e tutelano il nostro territorio e la
nostra salute. Infatti, studiano il mare, le coste, il dissesto idrogeologico,
le frane, la qualità dell’aria, la gestione dei rifiuti. Aprendo http://www.isprambiente.gov.it/it
troviamo i temi, i servizi per l’ambiente, le banche dati, i progetti, la
cartografia, le pubblicazioni, la biblioteca, le collezioni geologiche e
storiche, i laboratori. Funzioni e concetti che rischiano di rimanere solo
sulla carta. L’allarme è stato lanciato da tempo ma, dal 22 maggio 2017, in
assenza di interventi da parte del Ministero dell’Ambiente, i lavoratori dell’ISPRA
hanno occupato la sala dei convegni dell’Istituto. Si possono
seguire gli eventi sulla pagina Facebook https://www.facebook.com/usb.pi.ispra?fref=ts.
Per quanto sopra scritto è importante che noi tutti entrassimo in azione,
poiché non è utile per il nostro benessere accettare passivamente le
soppressioni della banca dati Aria (BRACE), del gruppo di ricerca sui pesticidi
nelle acque, della sezione ecotossicologia e bioindicatori, la continua
erosione delle funzioni strategiche di un ente che, con le sue ricerche
scientifiche indipendenti, ha bloccato varie opere dannose e inutili dal punto
di vista ecologico ed economico. Nicola Lugeri, dell’USB PI ISPRA, ha dichiarato
che i soldi ci sono, e per tutti gli enti di ricerca; infatti, un “tesoretto” di
oltre 400 milioni di euro non è utilizzato da parte dell’IIT (Istituto Italiano
di Tecnologia). I lavoratori chiedono al Ministro
dell’Ambiente Gian
Luca Galletti di NON destinare soldi pubblici agli enti privati, di rilanciare
l’ISPRA attingendo dal “tesoretto” utilizzando solo 3 milioni di euro per 3
anni nonché procedendo subito alla restituzione dei 13 milioni tagliati al
momento della costituzione dell’Istituto per destinarli ad avviare un piano di
assunzioni straordinario secondo le norme contenute nel nuovo Testo Unico del
Pubblico Impiego, in via di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
Ognuno di noi ha il potere
d’intervenire, sollecitando Governo e parlamentari, per riportare l’ISPRA
all’indispensabile efficienza che la tutela della qualità della nostra vita
richiede.
A leggervi, Pier Luigi
Ciolli