PER I POVERI IL CANCRO PER I RICCHI IL BIOLOGICO

I più poveri devono mangiare cibo con i pesticidi, perché è l'unico modo per garantire alimenti a buon mercato."
Katia Abreu, attuale ministra dell'Agricoltura del governo Dilma Rousseff
Il tema del padiglione brasiliano all'EXPO 2015 di Milano è: “Sfamare il mondo con soluzioni”
Ma quali sono le soluzioni brasiliane per sfamare il mondo (ed il Brasile stesso)?
Avvalendoci di due interessantissimi documentari (il brano che trovate qui è tratto da "Il veleno è in tavola 1" di Silvio Tendler e contiene una perla di Eduardo Galeano) e di alcuni articoli pubblicati nei giorni scorsi, proviamo a capire quali sono, intanto, alcune delle strade più significative percorse negli ultimi anni in tema di politiche alimentari ed ambientali, con particolare riferimento al tema degli agrotossici e dei transgenici.
Immaginate di bere un boccale da cinque litri di veleno all'anno. È quello che i brasiliani consumano di agrotossici ogni anno.
In Brasile, la vendita di agrotossici (pesticidi, fungicidi, diserbanti) è salita da 2 miliardi a più di 7 miliardi di dollari tra il 2001 e il 2008, raggiungendo livelli record pari a 8,5 miliardi di dollari nel 2011. Così, nel 2009, ha raggiunto l'indesiderabile posizione di maggior consumatore mondiale di agrotossici, superando il milione di tonnellate, che equivale ad un consumo medio di 5,2 kg pro capite di veleno agricolo per abitante. Mentre negli ultimi dieci anni il mercato mondiale in questo settore è cresciuto del 93%, in Brasile questa crescita è stata del 190%
Il 70% del cibo consumato in natura nel paese è contaminato dagli agrotossici. Di questi, il 28% contiene sostanze vietate.
Queste sostanze vengono vendute e utilizzate liberamente in Brasile. Il 24D, per esempio, è uno degli ingredienti del cosiddetto 'Agent Orange', che è stato utilizzato dagli Stati Uniti durante la guerra del Vietnam, e che ha lasciato postumi in una generazione di bambini che, ancora oggi, nascono deformi, senza braccia e gambe . L'suo di questa sostanza è tuttora permesso in Brasile.
Proprio la liberalizzazione dell'uso di sementi transgeniche in Brasile ha portato il paese al primo posto nella classifica del consumo di agrotossici, dal momento che la coltivazione di questi semi geneticamente modificati richiede l'utilizzo di grandi quantità di questi prodotti. Le grandi multinazionali dell'Agribusness (Monsanto in testa) obbligano gli agricoltori ad utilizzare i loro veleni.
Il Brasile è oggi il secondo più grande produttore di colture geneticamente modificate, con più di 48 milioni di ettari coltivati con semi geneticamente modificati: il 65% del cotone, il 93% dei semi di soia, l'82% del grano prodotti sono geneticamente modificati.
Recentemente in Brasile, l'Istituto Nazionale del Cancro (INCA) ha stabilito che esiste una relazione tra la malattia ed i veleni agricoli. Il governo ed il parlamento fanno orecchie da mercante ed insistono nel mantenere una politica che incoraggia, attraverso l'esenzione fiscale, l'uso massiccio di agrotossici.
La scorsa settimana la Camera dei Deputati brasiliana ha approvato in seduta plenaria il progetto di legge che prevede la non obbligatorietà dell'etichettatura dei prodotti alimentari contenenti ingredienti geneticamente modificati.
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Guarda il video "Il veleno è in tavola" (sottotitolato in italiano) in versione integrale:
https://youtu.be/BP9zvaPGJ2A