Troppi pesticidi nei meleti. La soluzione è l'agricoltura bio

Rapporto di Greenpeace sulla presenza di fitofarmaci nei suoli e nelle acque dei frutteti. Il 70% delle sostanze individuate ha un'elevata tossicità per gli esseri umani o per l'ambiente. In Italia il più alto numero di pesticidi
di ANTONIO CIANCIULLO
ROMA - I pesticidi nelle mele non vanno bene, si sa. Ma nell'ambiente? In un rapporto reso noto oggi ("Il gusto amaro della produzione intensiva di mele. Un'analisi dei pesticidi nei meleti europei e di come soluzioni ecologiche possono fare la differenza") Greenpeace ha passato ai raggi X la produzione di mele in Europa e il risultato non è incoraggiante. Su un totale di 85 campioni raccolti (49 di suolo e 36 di acqua provenienti da meleti intensivi) sono stati trovati 53 pesticidi diversi: il 78% dei prelievi di suolo e il 72% dei prelievi di acqua contenevano residui di almeno un pesticida. E il 70% dei pesticidi individuati ha un'elevata tossicità per gli esseri umani o per l'ambiente.

Questa fotografia ambientale è stata scattata all'inizio del periodo di fioritura. Non si tratta dunque di stabilire quanti residui rimangono nei frutti (da anni risulta che quelli fuori norma sono dell'ordine di qualche percento) ma di misurare l'impatto sull'ambiente. "I risultati", si legge nel rapporto, "mostrano che nei meleti europei è possibile trovare una vasta gamma di pesticidi nel suolo e nelle acque, che rimangono nel terreno e continuano a inquinare l'ecosistema anche dopo l'applicazione. Nonostante non sia possibile determinare l'esatta provenienza di questi pesticidi, l'ipotesi più verosimile è l'uso diretto (recente o passato) di pesticidi nei meleti dove questi campioni sono stati raccolti, mentre alcune sostanze potrebbero essere il prodotto della parziale degradazione di altri pesticidi".

E non ci si sente meglio se guardiamo alla classifica dei paesi. Il più alto numero di pesticidi nel suolo è stato trovato in Italia (18 in totale su 3 campioni raccolti), seguono il Belgio (15 su 3 campioni) e la Francia (13 su 6 campioni). Per quanto riguarda l'acqua, invece, i valori maggiori sono stati registrati in Polonia (13 pesticidi su 3 campioni), Slovacchia (12 su 3 campioni) e Italia (10 su 2 campioni). Dei 38 pesticidi scoperti nei campioni di acqua, 8 sono altamente tossici per gli organismi acquatici. Mentre tra quelli trovati nel complesso dei prelievi, 8 risultano altamente tossici per le api. Inoltre 7 non sono attualmente approvati nell'Unione europea e possono essere utilizzati solo da eccezionali deroghe temporanee.

Un'alternativa è però possibile e il rapporto lo sottolinea evidenziando le tecniche alternative per la lotta ai parassiti e alle malattie dei meli: "Un ecosistema agricolo in equilibrio è il fattore chiave per una produzione sostenibile di mele dal momento che aumenta la resilienza a parassiti e malattie e, contemporaneamente, favorisce i nemici naturali dei parassiti, come le vespe, attraverso una maggiore disponibilità di polline e nettare".

"Chiediamo ai paesi dell'Unione europea di bandire i pesticidi chimici di sintesi dalle coltivazioni e di indirizzare i sussidi a sostegno di pratiche ecologiche, tutelando così la salute degli agricoltori, delle acque e del suolo", propone Federica Ferrario, responsabile della Campagna agricoltura sostenibile di Greenpeace

In risposta al rapporto di Greenpeace, Agrofarma, Associazione nazionale imprese agrofarmaci che fa parte di Federchimica dichiara: "Le imprese produttrici di agrofarmaci sono coinvolte, a livello sia europeo che nazionale, in importanti progetti destinati al miglioramento progressivo degli standard di sostenibilità ambientale e della qualità dei suoli, delle acque sotterranee e superficiali; l'implementazione di tali progetti è resa possibile dalla presenza di sinergie positive tra tutti gli attori della filiera agricola, in primis gli agricoltori che, perseguendo le Buone Pratiche Agricole, si adoperano per una gestione corretta degli agrofarmaci in azienda. L'Associazione comprende la diffusa preoccupazione per
la tutela delle risorse fondamentali come i suoli e le acque e per una gestione sempre più attenta degli agrofarmaci in agricoltura, sostenendo e favorendo l'adozione da parte di tutti gli operatori del settore di un comportamento consapevole e orientato alla sostenibilità".