Continuano le difficili trattative in Unione europea sull'utilizzo del glifosate. L'autorizzazione all'utilizzo della sostanza erbicida scade il prossimo 30 giugno e il suo rinnovo è stato messo in discussione da uno studio dello Iarc (l’Agenzia per la ricerca sul cancro dell’Organizzazione mondiale della sanità) che ha classificato la molecola come “probabilmente cancerogena”.
Tuttavia l’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) la pensa in modo opposto in base ad altri studi, e proprio per questo i dubbi degli Stati membri sono elevati: continuare o no a utilizzare il glifosate?
Il problema è che la Commissione europea ha scelto di non decidere. Gli Stati membri, infatti, non hanno ancora trovato un accordo nonostante i tempi siano molto stretti. E così, è molto probabile che Bruxelles decida di lasciare ai singoli Stati membri la facoltà su cosa fare nel proprio paese.
I rischi di questa direzione sono molteplici: dal 1° luglio, alcuni paesi potrebbero già vietare l'utilizzo del glifosate, scatenando notevoli disparità all'interno dell'Ue e soprattutto compromettendo l'attività lavorativa di migliaia di aziende agricole, che per il momento non hanno una sostanza alternativa al glifosate.
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