Sicurezza alimentare
Nella riunione del 16-17 giugno scorso a Bruxelles, in una pausa dal tormentone Glifosate, i rappresentanti dei 28 (ancora per poco) Paesi membri Ue hanno discusso di sicurezza alimentare. Vediamo gli argomenti più interessanti.
Dimetoato: allarme definitivamente rientrato, ma in Francia il divieto alle importazioni di ciliege resta
La commissione ha intimato alla Francia, che l’11 giugno scorso ha bloccato le importazioni di ciliege provenienti da Austria, Bulgaria, Croazia, Lussemburgo1, Romania, Repubblica Ceca, Canada, Stati Uniti e Turchia, dove il dimetoato è ancora autorizzato sulla coltura, di calmare i suoi bollenti spiriti e di limitarsi a fermare quelle partite con residui superiori ai limiti, in quanto non è detto che in questi Paesi i coltivatori usino necessariamente il celebre fosforganico sulle ciliege anche se è autorizzato. Nessun problema per le nostre esportazioni e quelle degli altri stati membri della Ue, oltre ad Argentina e Cile. La revisione dei limiti massimi di residuoè stata poi velocizzata, per chiarire le incertezze sui metaboliti che, come da sempre succede, sono state usate come pretesto in una guerra tutta commerciale.
Clorati negli alimenti: altro che glifosate!
Distratti dalla querelle tutta politica sul glifosate, i rappresentanti e la commissione hanno discusso su quale sia l’approccio normativo più efficace per rispondere all’emergenza dei clorati nei cibi, derivanti dall’uso del cloro per la disinfezione delle attrezzature e delle acque nell’industria alimentare.
L’Efsa nel 2015 ha stimato per i clorati una Tdi (Tolerable Daily Intake, dose giornaliera tollerabile) di 3 µg per kg di peso corporeo, livello da non superare per prevenire gli effetti della sostanza sull’uomo e soprattutto sui bambini, in quanto limita l’assorbimento dello iodio, sostanza indispensabile per la tiroide. Se lo confrontassimo con le Adi (Acceptable Daily Intake) dei principi attivi usati in fitoiatria, si collocherebbe nel 10% dei prodotti più pericolosi, per cui merita assolutamente molta più attenzione di quanto ne ha adesso. L'agenzia ha evidenziato come un limite massimo di residuo di 0,7 mg/kg, descritto come “ipotetico” ma probabilmente molto ricorrente nelle analisi provenienti dalla Germania, dove è scoppiato il caso, non garantirebbe una protezione sufficiente delle fasce più deboli di consumatori.
Limiti massimi di residui delle sostanze attive bandite
Quando una sostanza attiva viene revocata in Europa, la normativa comunitaria prevede che qualche tempo dopo la scomparsa dei formulati dal mercato, i suoi limiti massimi di residuo sulle derrate alimentari vengano abbassati al limite inferiore di determinazione analitica. Tutto ciò in teoria, in quanto accordi internazionali prevedono il mantenimento di alcuni limiti per consentire l'importazione di derrate alimentari dai Paesi extracomunitari. Le autorità comunitarie sono quindi chiamate sia a decidere se mantenere in vigore qualche limite massimo di residuo o per consentire le importazioni o di rimuoverli quando le sostanze spariscono anche fuori dall'Europa. Per questo motivo nel 2016 si parla ancora di Lindano: in particolare è stato deciso di considerare separatamente i residui dei tre isomeri di questa vetusta sostanza.
Glifosate
Non possiamo farne a meno: questa volta si è iniziato a discutere dei residui del glifosate nei mangimi e della loro conseguenze sulla salute animale. Indipendentemente da cosa succederà entro la fine di giugno, l'argomento verrà affrontato anche nelle prossime riunioni di questo gruppo di lavoro.
Regolamenti votati
Tradizionali argomenti di discussione del gruppo di lavoro residui, l'assemblea ha approvato 3 regolamenti riguardanti diverse sostanze attive, due di variazione dei limiti massimi di residuo (aclonifen, deltametrina, fluazinam, methomyl, sulcotrione, thiodicarb, cimoxanil, sali di fosfano e fosfuro, sodio 5-nitroguaiacolato, sodio o-nitrofenolato e p-nitrofenolato) e uno di esenzione dai limiti stessi (carvone, fosfato diammonico, Saccharomyces cerevisiae ceppo LAS02 e siero).
Approfondimenti per studiosi, addetti ai lavori o semplicemente curiosi
Fonte: AgronotizieNella riunione del 16-17 giugno scorso a Bruxelles, in una pausa dal tormentone Glifosate, i rappresentanti dei 28 (ancora per poco) Paesi membri Ue hanno discusso di sicurezza alimentare. Vediamo gli argomenti più interessanti.
Dimetoato: allarme definitivamente rientrato, ma in Francia il divieto alle importazioni di ciliege resta
La commissione ha intimato alla Francia, che l’11 giugno scorso ha bloccato le importazioni di ciliege provenienti da Austria, Bulgaria, Croazia, Lussemburgo1, Romania, Repubblica Ceca, Canada, Stati Uniti e Turchia, dove il dimetoato è ancora autorizzato sulla coltura, di calmare i suoi bollenti spiriti e di limitarsi a fermare quelle partite con residui superiori ai limiti, in quanto non è detto che in questi Paesi i coltivatori usino necessariamente il celebre fosforganico sulle ciliege anche se è autorizzato. Nessun problema per le nostre esportazioni e quelle degli altri stati membri della Ue, oltre ad Argentina e Cile. La revisione dei limiti massimi di residuoè stata poi velocizzata, per chiarire le incertezze sui metaboliti che, come da sempre succede, sono state usate come pretesto in una guerra tutta commerciale.
Clorati negli alimenti: altro che glifosate!
Distratti dalla querelle tutta politica sul glifosate, i rappresentanti e la commissione hanno discusso su quale sia l’approccio normativo più efficace per rispondere all’emergenza dei clorati nei cibi, derivanti dall’uso del cloro per la disinfezione delle attrezzature e delle acque nell’industria alimentare.
L’Efsa nel 2015 ha stimato per i clorati una Tdi (Tolerable Daily Intake, dose giornaliera tollerabile) di 3 µg per kg di peso corporeo, livello da non superare per prevenire gli effetti della sostanza sull’uomo e soprattutto sui bambini, in quanto limita l’assorbimento dello iodio, sostanza indispensabile per la tiroide. Se lo confrontassimo con le Adi (Acceptable Daily Intake) dei principi attivi usati in fitoiatria, si collocherebbe nel 10% dei prodotti più pericolosi, per cui merita assolutamente molta più attenzione di quanto ne ha adesso. L'agenzia ha evidenziato come un limite massimo di residuo di 0,7 mg/kg, descritto come “ipotetico” ma probabilmente molto ricorrente nelle analisi provenienti dalla Germania, dove è scoppiato il caso, non garantirebbe una protezione sufficiente delle fasce più deboli di consumatori.
Limiti massimi di residui delle sostanze attive bandite
Quando una sostanza attiva viene revocata in Europa, la normativa comunitaria prevede che qualche tempo dopo la scomparsa dei formulati dal mercato, i suoi limiti massimi di residuo sulle derrate alimentari vengano abbassati al limite inferiore di determinazione analitica. Tutto ciò in teoria, in quanto accordi internazionali prevedono il mantenimento di alcuni limiti per consentire l'importazione di derrate alimentari dai Paesi extracomunitari. Le autorità comunitarie sono quindi chiamate sia a decidere se mantenere in vigore qualche limite massimo di residuo o per consentire le importazioni o di rimuoverli quando le sostanze spariscono anche fuori dall'Europa. Per questo motivo nel 2016 si parla ancora di Lindano: in particolare è stato deciso di considerare separatamente i residui dei tre isomeri di questa vetusta sostanza.
Glifosate
Non possiamo farne a meno: questa volta si è iniziato a discutere dei residui del glifosate nei mangimi e della loro conseguenze sulla salute animale. Indipendentemente da cosa succederà entro la fine di giugno, l'argomento verrà affrontato anche nelle prossime riunioni di questo gruppo di lavoro.
Regolamenti votati
Tradizionali argomenti di discussione del gruppo di lavoro residui, l'assemblea ha approvato 3 regolamenti riguardanti diverse sostanze attive, due di variazione dei limiti massimi di residuo (aclonifen, deltametrina, fluazinam, methomyl, sulcotrione, thiodicarb, cimoxanil, sali di fosfano e fosfuro, sodio 5-nitroguaiacolato, sodio o-nitrofenolato e p-nitrofenolato) e uno di esenzione dai limiti stessi (carvone, fosfato diammonico, Saccharomyces cerevisiae ceppo LAS02 e siero).
Approfondimenti per studiosi, addetti ai lavori o semplicemente curiosi
- Report della riunione dello Standing Committee on Plants, Animals, Food and Feed, tenutosi a Bruxelles il 16 e 17 giugno.
- Opinione Efsa sui residui di clorati sulle derrate alimentari
1Sì: avete letto bene: Lussemburgo, che nell’ultima rilevazione Fao, risalente al 2012, poteva contare su di un’area coltivata di ben 4 ettari!
tratto da: http://agronotizie.imagelinenetwork.com/difesa-e-diserbo/2016/06/29/non-crsquoe-solo-il-glifosate-le-ultime-da-bruxelles-sugli-altri-agrofarmaci-e-non-solo/49423