Una notizia che forse è passata in sordina tra le cronache di questa calda estate. E’ stato recentemente pubblicata la notizia di un accordo tra Assosementi e l’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF).
Noi contadini, consapevoli dell’enorme ricchezza di biodiversità che ci è stata trasmessa dalle generazioni di contadini che ci hanno preceduto nei passati millenni, con sapiente opera di selezione, scelta di sementi adatte ad ogni particolare ambiente e scambio di sementi fra coltivatori, affermiamo la nostra ferma volontà di continuare con coscienza, senso di responsabilità, impegno questa opera di creazione di diversità biologica adatta ai vari ambienti e fondamentale nel mantenere in vita le nostre aziende.
COMUNICATO STAMPA 26 luglio 2016
In questo accordo si legge: “ … Sul versante delle specie agrarie, ad
esempio, la vendita o lo scambio di granella non certificata uso
seme, oltre a costituire violazione della normativa sementiera, …” e, ancora, “…Nel
settore sementiero orticolo, invece, è crescente il diffondersi di pratiche
illegali quali la riproduzione vegetativa a mezzo talea o stubs …”.
Noi contadini, consapevoli dell’enorme ricchezza di biodiversità che ci
è stata trasmessa dalle generazioni di contadini che ci hanno preceduto nei
passati millenni, con sapiente opera di selezione, scelta di sementi adatte ad
ogni particolare ambiente e scambio di sementi fra coltivatori, affermiamo la
nostra ferma volontà di continuare con coscienza, senso di responsabilità,
impegno questa opera di creazione di diversità biologica adatta ai vari
ambienti e fondamentale nel mantenere in vita le nostre aziende.
Riguardo la notizia sopra riportata, osserviamo che:
1 - ASSOSEMENTI ha proposto un accordo ad una istituzione
pubblica sulla base di un presupposto giuridicamente inesistente: nessuna legge
italiana vieta la risemina di varietà certificate, quindi non esiste il
presupposto della falsificazione per la granella scambiata tra contadini.
2 – la legislazione sementiera italiana protegge le
industrie sementiere nella commercializzazione di sementi certificate e
cartellinate con una serie di disposizioni che le industrie
sementiere debbono rispettare, molte di
queste disposizioni però per volere delle industrie stesse sono sottoposte solo
all'autocertificazione, quindi le imprese sementiere, ad esempio, guardino in casa loro chi, acquistando
sementi non imballate sul mercato mondiale, cartellina in Italia in modo
forse fraudolento e mette in commercio
sementi certificate di dubbia origine. E' un loro problema.
3. L'Italia, come la UE, ha ratificato e poi legiferato per
l'applicazione del Trattato
internazionale delle risorse genetiche per l'agricoltura e l'alimentazione
dove gli articoli 6 e 9 riconoscono il diritto degli agricoltori di scambiare e
vendere, oltre che seminare e riseminare, le proprie sementi "…e altro materiale di moltiplicazione".
In conclusione, NON siamo NOI contadini ad avere pratiche
illegali. Chiediamo che il Ministro Martina chiarisca la fonte giuridica, il
senso e la portata di tale accordo oltre ad imporre anche ad ASSOSEMENTI il
rispetto della legislazione nazionale e dei trattati internazionali che
proteggono il diritto degli agricoltori.
Ricordiamo che nessuno può entrare nei nostri campi senza un
mandato - tantomeno un'impresa sementiera - ne indagare sulla natura della
granella che vendiamo ad altri contadini.
Ci sentiamo liberi di utilizzare - e continuare ad
utilizzare - le sementi che produciamo per la semina e ri-semina nei campi che
lavoriamo e di scambiare queste sementi da noi prodotte con altri contadini.