Ad aprile 2019 Cantina Valpolicella Negrar annunciava il potenziamento dello staff tecnico a favore dei soci viticoltori bio, al tempo una ventina di aziende per 77 ha di vigneti bio.
A circa un anno e mezzo di distanza, i viticoltori soci sono diventati 36 e gli ettari 139, tra certificati e in conversione, facendo della cantina cooperativa negrarese il più grande produttore di vini bio in Valpolicella Classica.
A determinare il quasi raddoppio degli ettari bio non è stato il guadagno superiore rispetto alla viticoltura tradizionale – fin dal 2004, anno in cui la cantina ha iniziato la gestione biologica dei vigneti, i soci certificati ricevono una premio sulla liquidazione delle uve conferite – ma il fatto di poter contare sulla presenza di tecnici di campagna che accompagnano passo passo nella coltivazione della vigna, suggerendo ogni giorno e per singolo vigneto le pratiche colturali da adottare in base agli indici climatici, aiutano ad espletare le attività burocratiche, come la compilazione del quaderno elettronico di campagna e assistono nei controlli periodici effettuati degli enti certificatori.
“Innalzare il livello di professionalità dei viticoltori per noi significa formazione continua e nuovi investimenti sulle persone, un impegno che si traduce in garanzia per il consumatore, che chiede sempre più prodotti biologici garantiti e certificati di qualità paragonabile a quelli convenzionali“, spiega Daniele Accordini, dg ed enologo della cantina.
L’ultimo nato, il Valpolicella Superiore Ripasso Doc Classico Biologico, insieme agli altri due vini bio Domìni Veneti, Amarone e Valpolicella, vengono prodotti con uve che provengono da vigneti certificati situati in alta collina, dove solitamente il clima è più asciutto e ventilato e i terreni inclinati drenano meglio la pioggia, così non vi sono ristagni nel terreno.