La Valpolicella classica a un passo dal “Registro dei paesaggi rurali”

tratto da: https://www.heraldo.it/2020/10/17/la-valpolicella-classica-a-un-passo-dal-registro-dei-paesaggi-rurali/

I Comuni della Valpolicella classica puntano a iscrivere la zona al “Registro Nazionale dei Paesaggi Rurali Storici, delle Pratiche Agricole e delle Conoscenze Tradizionali”. E di iscriverla con particolare riguardo alla conservazione e alla promozione delle colline terrazzate della Valpolicella Classica. La domanda d’iscrizione è stata accolta dal ministero delle Politiche Agricole, dove ha sede l’Osservatorio nazionale del paesaggio rurale, delle pratiche agricole e conoscenze tradizionali. Adesso non resta che aspettare l’esito dell’iter per arrivare all’inserimento nel registro.

In vista della domanda di iscrizione è stato fatto uno studio propedeutico su cui la Cantina Valpolicella Negrar, il dipartimento di Economia aziendale dell’Università di Verona, i Comuni di Negrar di Valpolicella, Marano di Valpolicella, Fumane e Sant’Ambrogio di Valpolicella, hanno organizzato nei giorni scorsi un convegno dal titolo “Le colline terrazzate della Valpolicella classica”.

La Valpolicella classica, va ricordato, è la zona della provincia di Verona comprendente i comuni di Fumane, Marano di Valpolicella, Negrar, San Pietro in Cariano e Sant’Ambrogio di Valpolicella

I vini della Valpolicella prodotti in questa zona prendono la denominazione di “classico”: dal Valpolicella classico (quello base) all’Amarone della Valpolicella classico, passando per il Ripasso classico, il Ripasso classico superiore, il Valpolicella classico superiore e infine il Recioto della Valpolicella classico.

L’iniziativa è indubbiamente interessante. Tre interrogativi, però, come cittadini e come osservatori ce li possiamo porre. Il primo interrogativo: esiste un “paesaggio rurale di valore storico”, con colline terrazzate, anche fuori della Valpolicella classica? O la Valpolicella è una sorta di repubblica “classica” che si ferma ai confini dei cinque comuni della parte orientale della denominazione Doc? Hai voglia – come fa notare qualcuno – a dire che non bisogna confondere la Valpolicella con i suoi i vini, se poi il risultato è voler promuovere l’enoturismo. 

Il secondo interrogativo: c’è bisogno di essere iscritti al Registro Nazionale dei Paesaggi Rurali Storici, delle Pratiche Agricole e delle Conoscenze Tradizionali per gestire il territorio rurale rispettando storia, cultura e tradizione?

Il terzo interrogativo: le aziende vitivinicole non sanno già di suo che solo una politica aziendale all’insegna della sostenibilità può dare loro un futuro di qualità? O nella pratica quotidiana se lo sono scordato? 

Valpolicella classica: lo studio sul territorio agricolo

Tornando all’iniziativa sulla Valpolicella classica, lo studio consente di tracciare con precisione le caratteristiche del territorio agricolo attuale della Valpolicella classica. E di mettere in risalto ciò che rimane dei caratteri storici e delle pratiche agricole della tradizione. Ha inoltre l’obiettivo di sensibilizzare gli imprenditori agricoli verso il valore del paesaggio rurale storico: in questo modo, le aziende saranno stimolate a strategie di sviluppo compatibili con la conservazione del territorio.

Un vigneto nella zona della Valpolicella classica, foto Roberto Filippini

I risultati ottenuti – è emerso dal convegno organizzato la scorsa settimana online fra esperti e rappresentanti della Valpolicella classica – saranno utili anche per capire le dinamiche che hanno interessato e stanno interessando il paesaggio rurale. Potranno essere utilizzati dalle amministrazioni comunali come spunto per le future scelte di pianificazione urbanistica e di regolamentazione del territorio.

L’iniziativa è finanziata dal Programma di Sviluppo Rurale per il Veneto 2014-2020 – GAL Baldo Lessinia ed è patrocinata dalla Regione Veneto. Vi aderiscono i comuni di Sant’Ambrogio, Fumane e San Pietro in Cariano, l’Ordine degli Architetti e l’Ordine provinciale dei dottori agronomi e forestali di Verona.

Cos’è il Registro Nazionale dei Paesaggi Rurali Storici

il Registro Nazionale dei Paesaggi Rurali Storici, delle Pratiche Agricole e delle conoscenze tradizionali è istituito dal ministero delle Politiche agricole nel 2012 per fare un bilancio attuale di uno dei paesaggi agrari più diversificati ed esteticamente suggestivi d’Europa e del mondo.

Ci si è resi conto, a livello comunitario, di quanto sia opportuno connettere la conformazione del paesaggio con le attività produttive agricole. E di quanto questa connessione porti a considerare le nostre campagne come un ambito molto più complesso di funzioni e valori; e non solo come un settore produttivo.

Gli obiettivi del registro vanno oltre la semplice catalogazione. Si concentrano piuttosto sulla salvaguardia e la valorizzazione dei paesaggi rurali storici, delle pratiche agricole e delle conoscenze tradizionali. E contribuiscono al loro sviluppo attraverso attività promozionali e sistemi di certificazione. 

Inoltre associando i prodotti agricoli al paesaggio da cui provengono tramite un marchio di qualità si creano nuove sinergie per la promozione del turismo rurale oltre che delle produzioni agroalimentari tipiche di un’area.

Molteplici studi infatti dimostrano che a fronte di una buona qualità, che rimane un prerequisito irrinunciabile, il luogo di origine contribuisce fortemente a innalzare il valore del prodotto enogastronomico. E’ importante quindi capire che caratterizzare dal punto di vista paesaggistico e culturale una produzione, significa accedere alla possibilità di creare un’identità strategica dal punto di vista turistico e del marketing.

Il resto della Doc Valpolicella resta a guardare?

Da tutto questo, comprendiamo – credo sia evidente – che la Valpolicella classica si vuole promuovere da sola. E vuole conservare gelosamente la propria indubbia peculiarità. La domanda che ci si pone è questa: gli altri comuni della denominazione Valpolicella che faranno?

Sono comuni – quelli della Valpantena e della parte orientale della Doc – che fanno parte della cosiddetta “zona allargata” della Valpolicella Doc. Una zona dagli indubbi pregi paesaggistici, dai prodotti vinicoli e agricoli in genere di altissima qualità, dal paesaggio incantevole. E che non possono certo essere pensati come una sorta di “zona minore”, anche perché i turisti sanno distinguere, oltre le etichette, le zone di pregio.