Giovedì 16 Febbraio 2012
Aiab: “Oltre che dagli OGM, i percoli per l'agricoltura e per gli agricoltori arrivano dagli additivi chimici di sintesi. Per la tutela dell'ambiente e dei lavoratori meglio il bio”
“Apprendiamo con soddisfazione la notizia, arrivata ieri, circa la condanna della Monsanto per l'intossicazione di un agricoltore francese provocata dall'inalazione dei vapori dell'erbicida Lasso.
Una sentenza importante, che in Francia è una prima assoluta, e che apre la strada alla richiesta di danni. Vicende giudiziarie a parte, il caso è l'ennesima tragica dimostrazione di come il modello agroindustriale e agrochimico sia fallimentare. Perché propone un modello di sviluppo che non rispetta né l'ambiente, né il benessere degli animali, né tanto meno quello dei lavoratori. Oltre che dagli OGM, che minacciano la biodiversità delle colture, infatti, i pericoli per la nostra terra e per gli agricoltori stessi arrivano dagli additivi chimici, come diserbanti e insetticidi, prodotti da giganti dell'agrochimica e delle biotecnologie vegetali quali Monsanto.”
Così Alessandro Triantafyllidis , presidente nazionale di AIAB, commenta la notizia che la Monsanto, lo scorso lunedì, sia stata riconosciuta responsabile per l'intossicazione da erbicida di un agricoltore francese dal Tribunal de grande instance di Lyon.
“Per tutelare l'ambiente e la salute degli agricoltori – conclude Triantafyllidis – bisogna investire nei modelli di agricoltura agro-ecologica sostenibili, biologico in primis. Solamente il bio, infatti, ha nel suo DNA il bando delle dannose e pericolose sostanze chimiche di sintesi”.
Il caso Paul Francis
Il gigante americano dell'agrochimica è stato giudicato responsabile per l'intossicazione di Paul Francis, cerealicoltore 47enne di Bernac (Charentes), che ha inalato l'erbicida Lasso nel 2004. Il tribunale di Lione ha inoltre condannato Monsanto a risarcire interamente Paul Francis per i danni subiti. Il 27 aprile 2004, aprendo il serbatoio di un nebulizzatore, Paul Francis, è stato travolto dai vapori di Lasso e ha immediatamente accusato nausea e svenimenti, più una serie di disturbi di salute - balbuzie, vertigini, cefalea, disturbi muscolari - che lo hanno costretto a sospendere il lavoro per quasi un anno.
Nel maggio del 2005, un anno dopo aver inalato i vapori, da alcune analisi effettuate risultò che Paul Francis aveva in corpo tracce di monoclorobenzene, un solvente presente in quantità nel Lasso. Tre anni dopo, Paul Franci, che divenne il portavoce delle vittime dei pesticidi, si è visto riconoscere i suoi problemi di salute come malattia professionale da parte dell'Agenzia delle assicurazioni sociali per l'agricoltura e ha, quindi, avviato un procedimento per risarcimento danni nei confronti Monsanto.
Durante l'udienza del 12 dicembre 2011, dinanzi al Tribunale Distrettuale della Quarta Divisione Civile di
Lione, il suo avvocato, Francesco Lafforgue, ha accusato Monsanto di fare di tutto pur di lasciare il Lasso sul mercato. E di non informare neanche in etichetta circa l'esatta composizione del Lasso e circa il rischio di inalazione, che dovrebbe prevedere l'obbligo di indossare una maschera protettiva. Un'accusa più che fondata: la pericolosità di questo erbicida è stata riconosciuta dal 1980 in Canada, anno dal quale la commercializzazione di questo erbicida è vietata in Canada, Inghilterra e Belgio. Mentre si è dovuto attendere fino al 2007 perché venisse rimosso dal mercato francese.