Resistenza naturale. Un film di Jonathan Nossiter

A dieci anni dal successo di Mondovino (2004), all’epoca selezionato nel concorso di Cannes, il regista americano Jonathan Nossiter, che fin da ragazzo ha vissuto a lungo in Italia e Francia, è tornato a occuparsi di agricoltura, di vigne e di bottiglie nel documentario Resistenza naturale, presentato all’ultimo Festival di Berlino nella sezione “Panorama” e poi in giro per la penisola in una serie di anteprime con degustazione gratuita dei vini naturali cui l’opera è dedicata. Proposto al pubblico come “il documentario che dà voce alla nuova resistenza italiana”, il film nasce dall’incontro di Nossiter con alcuni viticoltori di quattro regioni del Centro-Nord Italia, dal Piemonte alla Toscana all’Emilia alle Marche, che praticano un’agricoltura naturale, etica e sostenibile nonostante i numerosi ostacoli legislativi (e non solo) che tendono a favorire l’industrializzazione della coltivazione e l’uso di additivi nella produzione vinicola. Se un vino naturale viene creato senza l’utilizzo di sostanze chimiche nei campi e senza interventi enologici in cantina, risultando di frequente “troppo naturale” per ottenere i marchi DOC e DOCG e per imporsi nel mercato, Nossiter ha voluto far partecipare al suo film anche Gianluca Farinelli, direttore della Cineteca Nazionale di Bologna, paragonando il lavoro dei vignaioli per la salvaguardia della tradizione e della qualità delle loro pratiche agricolturali esercitate come “custodi” della terra all’operato di chi promuove il cinema d’autore e la conservazione della pellicola ormai a rischio di estinzione. Pertanto il film, che si apre con l’immagine di un quadro di Pieter Bruegel e con una poesia di W. H. Auden dedicati al mondo contadino, propone anche alcuni estratti delle inchieste realizzate in giro per l’Italia da Pier Paolo Pasolini (Comizi d’amore del 1966) e da Mario Soldati (Chi legge del 1960, ideato da Zavattini): in uno di questi ultimi lo scrittore e regista piemontese conclude la sua indagine sull’alfabetizzazione degli italiani affermando che, una volta acculturato, il contadino sarebbe potuto essere l’uomo più felice del mondo. I moderni vignaioli del film di Nossiter, intellettuali resistenti più che semplici imprenditori, sembrano indicare una direzione per questo traguardo.

Inoltre, in Resistenza naturale si alternano alle conversazioni con i protagonisti qualche inserto di animazione (come un corto di Chiara Rapaccini ferocemente sarcastico rispetto all’immaginario del “mulino bianco”) e una serie di spezzoni di film della storia del cinema che Nossiter ha definito come altrettanti esempi “di contestazione gioiosa”. Si va da La febbre dell’oro (1925) di Chaplin e Au hasard Balthasar (1946) di Bresson, a Fuoco! (1968) di Gian Vittorio Baldi, Il marchese del grillo (1981) di Magni e Max mon amour (1986) di Oshima.
Il film di Nossiter, felicemente amatoriale dal punto di vista produttivo e nel suo linguaggio, ci racconta dunque che sia il cinema sia l’agricoltura e la produzione di vino sono attività che possono essere valutate tanto dal punto di vista creativo quanto da quello della trasmissione di memorie che contribuiscono a preservare. E ci invita così a riflettere sul valore sociale di ogni gesto agricolo e culturale. Come scriveva Cesare Pavese in La Luna e i Falò: “Non c’è niente di più bello di una vigna ben zappata, ben legata, con le foglie giuste e quell’odore della terra cotta dal sole d’agosto. Una vigna ben lavorata è come un fisico sano, un corpo che vive, che ha il suo respiro e il suo sudore.”
TRAMA
Il regista Jonathan Nossiter incontra il direttore della Cineteca di Bologna e quattro viticoltori italiani che praticano un’agricoltura tanto naturale quanto radicale: nella Toscana etrusca, ci sono le vigne di Giovanna Tiezzi, figlia dello storico ambientalista Enzo Tiezzi, e di Stefano Borsa; nelle Marche, Corrado Dottori e Valeria Bochi, che hanno abbandonato la città e un lavoro in banca per tornare alla terra; in Emilia, la ex libraria Elena Pantaleoni con la sua azienda vinicola ereditata dal padre; in Piemonte Stefano Bellotti che guida un vero movimento di sostenitori dell’agricultora biodinamica e sostenibile.

da: http://www.cultframe.com/2014/06/resistenza-naturale-film-jonathan-nossiter/