Pasta e riso 100% italiani: la nuova legge sull’origine degli ingredienti superata dai fatti. L’indicazione è spesso già sull’etichetta

Tra due settimane le etichette della pasta e del riso dovranno indicare l’origine della materia prima, come prevede un decreto legge varato il 26 luglio 2017. In questo modo i consumatori potranno individuare quali sono i prodotti “made in Italy” che utilizzano grano duro e riso coltivato nel nostro paese.
La questione viene presentata da Coldiretti e dal Ministro delle politiche agricole con toni entusiastici, ma la nuova normativa è, nei fatti, superata perché chi fa la spesa al supermercato da anni compera pasta e riso 100% “made in Italy” senza sbagliare.
Tutti i prodotti esposti sugli scaffali ottenuti con materie prime nazionali, riportano sul frontespizio scritte a caratteri cubitali, spesso affiancate dalla bandiera tricolore e altre immagini del territorio che li rendono inconfondibili.
Le aziende evidenziano il più possibile il cibo Made in Italy, perché il prezzo è maggiore del 10-20% e i consumatori comprano volentieri, anche perché spesso convinti di acquistare alimenti di qualità superiore. Per rendersi conto della situazione basti dire che Il Fatto Alimentare ha pubblicato nel luglio 2016 un elenco composto dalle marche di pasta 100% italiana più diffuse.
pasta
Barilla indica da tempo che per fare la pasta usa miscele di grano italiano, francese, australiano e americano
Sulle nuove etichette viene specificato in modo generico se il prodotto contiene grano o riso proveniente da Paesi europei o extra europei grazie alla scritta: “Paese di coltivazione del grano UE”, oppure “Paese di coltivazione del grano Extra UE”. Ma in questo modo il consumatore riceve un’informazione parziale perché non può capire se la il grano è canadese o francese, o se il riso arriva dalla Cina o dal Vietnam. Ancora una volta il marketing è arrivato prima della legge e alcune aziende come Barilla da tempo hanno deciso di indicare in chiaro l’origine del grano o del riso. Basta andare sul sito dell’azienda di Parma per trovare filmati e grafici dove si dice che la pasta è fatta con grano italiano miscelato a quello importato da: Francia, Stati Uniti e Australia. Anche De Cecco ha anticipato la normativa scrivendo sulle etichette e sul sito che importa grano da vari Paesi per fare la pasta.
Le aziende indicano sempre in evidenza l’origine delle materie prime quando si tratta di ingredienti italiani
C’è un ultimo elemento da considerare, ci sono molte probabilità che le nuove indicazioni verranno proposte con caratteri tipografici minuscoli in un angolo della confezione, perché le aziende hanno poco interesse a evidenziare l’origine straniera della materia prima. Un discorso del tutto analogo riguarda il riso, visto che le aziende indicano sempre a caratteri cubitali l’origine italiana e in molti casi riportano la zona di provenienza. La nuova legge estende l’obbligo di dichiarare l’origine alla pasta e al riso dopo che analoghi provvedimenti sono stati presi per prodotti monoingrediente come pomodoro, olio, latte, miele… Ci sono altri alimenti che per motivi poco chiari rimangono fuori, come succhi di frutta, cereali, legumi in scatola o surgelati. Per fortuna anche in questo caso per comprare italiano basta leggere cosa scrivono i produttori sull’etichetta. Insomma la nuova normativa è arrivata già vecchia, e forse dovrà essere modificata tra un anno, quando entrerà in vigore una legge sulle etichette di origine di pasta e riso annunciata poche settimane fa dall’UE.
tratto da:
http://www.ilfattoalimentare.it/pasta-riso-ingredienti-italiani-legge.html