Negli ultimi anni sono emerse numerose ombre sulla reale indipendenza dell’operato di membri e ricercatori che operano all’interno di questa agenzia. Secondo la Ong Ceo
(Corporate Europe Observatory), circa la metà, il 46%, degli esperti arruolati all’Efsa “sono in situazione di conflitto di interessi finanziari diretti o indiretti con l’industria agroalimentare e alimentare”. Rispetto alla composizione di panel prece-denti, sostiene il Ceo, la percentuale dei soggetti in conflitto di interessi è in calo, dal 59% al 46%. Resta comunque un dato allarmante!
I casi controversi più recenti riguardano:
Le valutazioni sulla cancerogenicità e genotossicità del glifosate (noto erbicida pro-dotto da molte multinazionali dell’agrochimica, noto soprattutto con il nome di Round Up di proprietà della Monsanto) che si sono rivelate in contrasto con quelle dello IARC (l’Agenzia Internazionale per la ricerca sul Cancro); questo comportamento ha portato ad una proroga di 5 anni dell’autorizzazione alla commercializzazione dell’erbicida.
Le autorizzazioni rilasciate per la registrazione di alcune varietà di mais e soia OGM (di Bayer CropScience, DowAgroscience e Monsanto) nonostante la divergenza delle conclusioni di studi scientifici indipendenti. Un caso tra i più recenti riguarda addirittu-ra della valutazioni del rischio condotte da parte dell’EFSA su 2 varietà di sola respin-te dal Parlamento europeo perché dichiarate inaccettabili per le lacune in termini di informazioni e le incertezze riscontrate nelle valutazioni stesse;
CI CHIEDIAMO:
Le decisioni (come nel caso del glifosate) che coinvolgono ambiente e salute non do-vrebbero essere soggette al principio di precauzione dettato dall’articolo 191 del TFUE?
Come può un’autorità che dovrebbe garantire la sicurezza, avere dei membri che so-no stati coinvolti nello scandalo rivelato dai cosiddetti “Monsanto Papers” (la famosa inchiesta di Le Monde)
NON POSSIAMO PERMETTERE CHE LA NOSTRA SI-CUREZZA ALIMENTARE SIA NELLE MANI DI UN OR-GANISMO CHE ANZICHÉ TUTELARCI ASSECONDA GLI INTERESSI DELLE LOBBY DELL’AGROBUSINESS