A Barcellona si studia il vaccino anti-patogeni per le verdure

Allo studio il primo vaccino anti-patogeni per le verdure. Si sta sviluppando nel quadro di una nuova disciplina agrogenomica denominata agricoltura personalizzata che è nata a Barcellona lo scorso settembre, con l’obiettivo di prevedere quali fitopatologie potranno aggredire le piante dallo studio incrociato del DNA di singole varietà e patogeni. Capofila del progetto è il Centro di ricerca catalano in Agrigenomica che si è attivato con la promozione di B-Debate, Biocat e Obre social La Caixa e che sta concentrando i primi test di agricoltura personalizzata, su pomodori, lattughe, mais, grano e altri vegetali tipici della dieta mediterranea. “Stiamo sviluppando un sistema predittivo – ha spiegato Ignacio Rubio-Somoza, uno dei ricercatori del gruppo di studi – che vuole individuare lo sviluppo dei patogeni che influenzeranno le colture attraverso lo studio incrociato del DNA. In pratica, vogliamo duplicare con le piante quello che i vaccini antinfluenzali fanno sulla salute umana”. A tal fine, i ricercatori stanno recuperando le antiche varietà di pomodori, ad esempio, o lattuga che si sono succedute nei secoli richiedendole a collezionisti, vivai, singoli contadini o banche del seme. L’idea è quella di riscrivere la storia evolutiva dei patogeni e delle stesse piante dall’estrazione del DNA di queste colture antenate, per capire come si sono modificati negli ultimi secoli. “I patogeni – chiarisce Rubio-Somoza – potrebbero essere ciclici e potrebbero essersi ripetuti nella storia. In questa logica si potrebbero disegnare degli schemi predittivi”. In pratica se i ricercatori riusciranno a prevedere il tipo di patogeni che aggredirà una determinata coltivazione e la quantità di precipitazioni che influenzerà un dato periodo di produzione, si potrà selezionare, in anticipo, la varietà più resistente a quelle condizioni, evitando l’uso o l’abuso di pesticidi e altri trattamenti chimici che hanno ormai un costo troppo elevato per l’ambiente.