Dopo i saluti di Ermanno Gobbi, Sindaco di Bonavigo e Stefano Mirandola, Presidente Coldiretti Bonavigo, sono intervenuti Daniele Salvagno, Presidente Coldiretti Veneto e Verona, Alex Vantini, Delegato Coldiretti Giovani Impresa Veneto Pierluigi Guarise, direttore Consorzio Agrario del Nordest, Gianluca Fregolent della Direzione Agroambiente, caccia e pesca della Regione Veneto e Lorenzo Bazzana, responsabile settore ortofrutticolo della Confederazione. Moderatore è stato Pietro Piccioni, direttore di Coldiretti Veneto.
“Non parliamo di calamità naturale ma di catastrofe– ha sottolineato Daniele Salvagno, – Le nostre aziende che producono mele, pere, kiwi, albicocche, pesche ma anche frutti di bosco e peperoni, sono attaccate pesantemente dalla cimice asiatica e i danni, che nel veronese ad oggi ammontano a circa 80 milioni di euro, sono destinati a crescere. La cimice che è arrivata da altri Paesi impone di trovare al più presto una contromisura per salvare le imprese del nord e per salvaguardare l’agricoltura italiana.
Gli ha fatto eco Pietro Piccioni che ha precisato: “Siamo in piena emergenza e pertanto servono misure urgenti e di impatto. A partire dalriconoscimento dello stato di calamità in tutto il Veneto, in modo che le aziende possano aver accesso immediato a sgravi fiscali e contributivi, ma anche alla sospensione dei mutui. Del resto se non c’è reddito non ci sono nemmeno le risorse per pagare i debiti, gli interessi e le tasse. Peraltro il problema è duplice: da una parte le aziende perdono reddito, e dall’altra quote di mercato”.
Sempre nel breve periodo, Coldiretti chiede che siapotenziata la misura di aiuto per l’installazione delle reti anti insettoche finora si è invece dimostrata poco efficace per le imprese. Intanto dovrà arrivare presto l’autorizzazione per la diffusione delle specie antagoniste come la vespa samurai così come previsto dal d.P.R. 5 luglio 2019 n. 102 da stamane in Gazzetta Ufficiale. Il Decreto, che ha introdotto le norme necessarie a prevedere i criteri per l’immissione sul territorio di specie e di popolazioni non autoctone, è stato fortemente sollecitato da Coldiretti ai tavoli istituzionali. Il presidente della Coldiretti Ettore Prandini ha chiesto un incontro urgente al Ministro dell’Ambiente Sergio Costa che, sentiti il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e il Ministero della salute, deve ora autorizzare l’immissione in natura su richiesta delle regioni.
Nella provincia veronese ci sono già alcune aziende pronte a mettere a disposizione i propri frutteti per la sperimentazione in campo, dopo le prove già avviate quest’anno. La lotta biologica, però, richiede anni per il raggiungimento di un equilibrio tra le popolazioni. Ne consegue che le risposte emergenziali vanno sostituite nel tempo con l’attivazione di un fondo di solidarietà nazionale per le fitopatie.
“Per mettere in atto tutto questo – ha detto Salvagno – non possiamo essere lasciati soli e lanciamo un appello ai sindaci, molti dei quali ben conoscono la portata e le conseguenze dell’invasione delle cimici. Coldiretti ha messo a punto un ordine del giorno che verrà presentato a tutti i consigli comunali veneti per essere approvato a breve. Alle istituzioni chiediamo attenzione e rapidità di risposta, ai sindaci chiediamo di essere al nostro fianco se non vogliamo assistere alla chiusura di centinaia di aziende agricole del nostro territorio”.
Gli interventi
Alex Vantini si è fatto portavoce del dramma dei giovani imprenditori, tra i quali molti frutticoltori che faticano a vedere un futuro nella propria azienda.Pierluigi Guarise ha evidenziato che le azioni finora messe in atto, come le reti antinsetto, non sono state del tutto efficaci e pertanto servono un importate supporto tecnico e una adeguata ricerca scientifica.
Gianluca Fregolentha detto che la Regione Veneto, attraverso l’assessorato all’agricoltura, ha attivato con le altre regioni del nord Italia già ad agosto un tavolo per affrontare in maniera congiunta il problema cimice.
Lorenzo Bazzana ha messo in evidenza che un parassita di questo tipo non si può eradicare ma lo si deve contenere e ha aggiunto: “Ha ancora senso avere norme di commercializzazione che impongono solo frutta perfetta? Rischieremo di avere pere perfette da fuori Ue. Una pera un po’ deforme potrebbe essere migliore della frutta perfetta che arriva da altri paesi dove viene sottoposta a numerosi trattamenti che, come sappiamo, hanno conseguenze pesanti sull’ecosistema”. “Non possiamo accettare di veder morire la nostra frutticoltura – ha precisato – sapendo che altri paesi usano principi attivi da noi proibiti. Un altro problema riguarda il nostro sistema aperto: chi vuole importare in Italia non è sottoposto a nessun protocollo sanitario laddove per l’esportazione in altri paesi come gli Stati Uniti e Cina ci sono protocolli precisi e severi. Ci serve un sistema fitosanitario nazionale e regionale forteche deve monitorare cosa entra in Italia e che deve chiudere le frontiere ai paesi che non producono prodotti sani”.
Sergio Berlatosi è presto l’impegno di farsi portavoce in Regione delle istanze degli imprenditori con lo stanziamento di risorse e ha assicurato di sottoscrivere il documento di Coldiretti.
Da parte sua, l’europarlamentarePaolo Borchiasi è preso l’impegno di attivare una procedura di stimolo al Governo italiano per l’immediata riattivazione del tavolo interministeriale per gli insetti antagonisti e di farsi portavoce in Europa della gravità della situazione arrecata dalla cimice.