Il decreto anti pesticidi di Daniel Cueff, sindaco di Langouët, Comune di 600 persone a una ventina di chilometri a nord di Rennes, è stato sospeso martedì dal giudice del tribunale amministrativo dell’area. Con il classico un colpo al cerchio e uno alla botte, il presidente Emmanuel Macron da un lato si è schierato con il prefetto che aveva chiesto la sospensione dell’ordinanza municipale perché “ci sono leggi, che vanno fatte rispettare”, dall’altro ha affermato che “la soluzione è mobilitarsi per cambiare la legge”. Intendendo che bisogna “andare verso una definizione delle aree di applicazione dei pesticidi” tenendo presente “le conseguenze sulla salute pubblica”.
Il sindaco “non è competente”
Il 18 maggio, il sindaco Cueff aveva emesso un decreto che vieta l’uso di prodotti fitosanitari “a una distanza inferiore a 150 metri dalle abitazioni private e dagli edifici a uso professionale”. Ma la prefettura di Ille-et-Vilaine aveva richiesto la sospensione di questo atto, in quanto un sindaco non è competente a prendere decisioni sull’uso di prodotti fitosanitari. E il giudice Pierre Vennéguès ha confermato la decisione della prefettura: il sindaco non è competente a “regolamentare l’uso di prodotti fitosanitari nel territorio del suo Comune”. Nemmeno in base al principio di precauzione, un potere riservato allo Stato.
Il sindaco, nel corso dell’udienza del 22 agosto scorso, si è chiesto se un sindaco può ignorare la protezione della salute degli abitanti del suo territorio: “Una direttiva europea dal 2009 impone alla Francia di adottare misure per proteggere le persone dall’applicazione di pesticidi, ma nulla viene fatto”. E ha annunciato che presenterà appello contro la sentenza del tribunale amministrativo.
Le vie giudiziarie degli agricoltori
Nel cuore della Bretagna, regno dell’agroindustria di una Francia che è la prima potenza agricola dell’Ue, patria di colture intensive e allevamenti su scala industriale, la decisione del sindaco non è stata ben digerita da tutti: gli agricoltori hanno intrapreso le vie giudiziarie che hanno portato alla sospensione della delibera comunale.
Il sindaco di Langouët non è però solo. Il sindaco di Parempuyre, una città della metropoli di Bordeaux, ha emesso un decreto analogo il 21 agosto: Béatrice de François ha “formalmente” vietato i prodotti fitosanitari “nel raggio di 100 metri da qualsiasi abitazione o spazio pubblico” nel suo Comune di 8.200 abitanti. Come Daniel Cueff e Béatrice de François, un’altra ventina di sindaci hanno vietato i pesticidi sul loro territorio e adesso, dopo la decisione del giudice amministrativo di Rennes, si trovano nella condizione di vedere annullate le loro delibere.
Le carenze del ministero della Transizione ecologica
Il decreto del sindaco Parempuyre menziona in particolare la “carenza” del ministero della Transizione ecologica “nell’obbligo di proteggere i residenti che vivono in zone trattate con prodotti fitofarmaceutici”. Il Comune sostiene che ci sono “molte case e spazi pubblici entro 20 metri dalle aziende agricole” che utilizzano prodotti fitosanitari.
La scorsa settimana il ministro della Transizione ecologica e della solidarietà, Elisabeth Borne, ha promesso che il governo presenterà “molto presto” proposte. “Abbiamo in corso lavori, che saranno presto oggetto di una consultazione su come proteggere meglio i residenti in merito all’applicazione di pesticidi”, ha spiegato.
Ma il sindaco Cueff ha replicato: “Secondo i membri del governo, il mio decreto ha un futuro. Peccato che questo stesso governo non mi abbia permesso di sperimentare”.
La partita è in sospeso, bisognerà attendere gli esiti legislativi per capire quale direzione prenderà la Francia.
Già oggi però si può dire che, in questo campo, Roma batte Parigi: come Cambia la Terra ha puntualmente documentato, in Italia continua a crescere il movimento dei sindaci che hanno alzato il livello di protezione sanitaria dei loro concittadini contro l’uso di pesticidi in luoghi critici.