Intervento Dott. Beghini al Corso di Viticoltura BIO

Come rappresentante di Terraviva mi inserisco nei discorsi più completi dei miei predecessori per esporre le idee, le motivazioni e le proposte che la nostra associazione indica per una vera sostenibilità dell’agricoltura in Valpolicella così come scaturiscono dagli studi, dai confronti e dalle esperienze che abbiamo praticato in questi pochi anni di vita.
E ringraziamo la Cantina Sociale di Negrar, i soci, il direttore, l’agronomo per il credito che ci hanno concesso, così come la cantina sociale di san Pietro, che già lo scorso anno si è attivata, e la Banca di Marano che ha compreso ed aiutato.

Rispetto al recente passato nell’affrontare le avversità della coltivazione è essenziale avere meno paura e più conoscenza, meno ansia e più professionalità, più assistenza tecnica adeguata ed indipendente e meno fideismo nei rivenditori, forse bisogna valorizzare di più il lavoro umano ( e perché no anche animale) e tendere meno alla meccanizzazione ed industrializzazione.
Bisogna che entri veramente in ognuno di noi la consapevolezza che il rispetto del territorio e della natura è alla fine l’investimento più redditizio che possiamo fare, dobbiamo essere profondamente ed intimamente convinti che la purezza , la salute e la vitalità del terreno è la nostra vera fonte di reddito e di salute, tanto convinti di questo da spingerci anche a fare proselitismo fra i vicini, tanto da illustrare agli altri i pericoli ed i danni degli eccessi di trattamenti ed i vantaggi del massimo rispetto della natura
Ancora una volta abbiamo visto che il metodo della confusione riscuote entusiasmo e fiducia fra i contadini e molte cantine, mentre ha trovato scarso appoggio fra le istituzioni, che parlando di sostenibilità e comportandosi in maniera opposta oscurano anche il significato di questa parola, che invece deve essere una guida.
Sentiamo di dover esprimere critiche soprattutto nei confronti di chi conosce la validità del metodo e non si affretta ad applicarlo subitolo, aspettando probabilmente che venga imposto dall’alto, aspettando che siano gli altri a fare le prime esperienze, ritardando il momento in cui finalmente tutta la Valle potrà essere libera dai famigerati esteri fosforici
Deve finire infatti il tempo in cui gli agricoltori sono stati una minaccia per la salute pubblica, loro che producono cibo e che debbono essere in realtà i veri difensori ed alleati della natura semplicemente perché dal rapporto con essa traggono il loro profitto. Deve arrivare in fretta il tempo in cui la gente li possa riconoscere veramente in questo secondo ruolo. Questo è quello che non ha capito chi non ha applicato la confusione, e si è preso la responsabilità di ritardare a tutta la valle il potersi vantare di praticare una viticoltura sostenibile. Solo allora, con le spalle coperte dalle polemiche,e con le prospettive future di un maggior rispetto sui mercati ci si potrà dedicare ancora di più alla qualità del prodotto
Ma la nostra proposta è più vasta
Sosteniamo che l’unica vera sostenibilità nell’agricoltura sia il biologico. Se vogliamo veramente che l’agricoltura diventi amica della gente deve essa stessa essere rispettosa dell’ambiente e della salute umana e del territorio. Deve produrre un vino sano, senza residui chimici dannosi alla salute e contemporaneamente migliorare ed essere guardiana della salubrità ambientale perché questi due fattori sono intimamente legati.
Quello che stiamo scoprendo da qualche anno sui danni alla salute dei pesticidi è solo la punta dell’iceberg, diciamo che i danni enormi che ora scopriamo sono quelli dovuti ai trattamenti di venti-trent anni fa, perché c’è un periodo di latenza lunghissimo, di generazioni, e dobbiamo già essere pronti ora a rispondere a quello che sarà l’immediato futuro e se siamo sulla via della trasformazione siamo già a buon punto.
Come può essere questa via ?Già sono segnate le prime tappe: estendere la confusione a tutto il territorio in pochissimi anni ancora, eliminare i diserbanti in ancora meno anni, già molti di noi lo stanno facendo, i più sensibili, i più accorti, i più lungimiranti. A questo propositi invito le amministrazioni comunali non solo a dare il buon esempio ma anche a pubblicizzarlo.
Le tappe sono la A) la eliminazione dei ditiocarbammati e di tutte le sostanze chimiche persistenti, B) la riduzione del rame fino alle dosi minime attive, C) la qualità dello zolfo, D)le importantissime misure agronomiche, come il diradamento del verde e la lotta biologica con fitoseidi e pollini, E)la salvaguardia ed il miglioramento della vitalità e della fertilità naturale del terreno, F) la gestione del clima e del microclima con una rete di centraline di rilevamento i cui dati siano facilmente accessibili ed interpretabili da tutti, cosa che permetterebbe un sicuro risparmio di trattamenti ed un più mirato trattamento.
Questo prevede una elevata professionalità degli agricoltori, che è il risultato più bello ed importante, ed abbiamo visto infatti in questo periodo quante lodevoli iniziative ci sono state in questo senso e quante realtà le hanno proposte (3 amministrazioni comunali, le due cantine sociali, il centro sperimentale ed altre imprese private), tanto da pensare addirittura alla necessità ed alla convenienza di coordinarle in futuro. Questo prevede anche una rete di assistenza tecnica capillare, di ottimo livello, con vedute di scala di dimensione territoriale e non più solo aziendale. Deve finire poi il tempo in cui chi detta legge nel campo dei trattamenti sono solo i rivenditori,che, per quanto preparati, sono in una posizione di conflitto di interessi.
A questo proposito faccio una parentesi ed una proposta pratica nell’ottica di dare continuità al corso di viticoltura bio che abbiamo appena terminato. C’è la disponibilità da parte di due ottimi agronomi professionisti, che hanno anche tenuto lezioni ai nostri corsi, di tenere tre incontri su questi temi: 1) prove tecniche di taratura delle botti ed efficienza con cartine idrosensibili, 2)lotta alla peronospora con strumenti di previsione (centraline), 3) lotta all’oidio con le stesse tecniche, più un quarto incontro con le aziende per la gestione del terreno e della fertilità. Questa proposta è tutta da studiare ma dovremmo capire oggi quante persone sono interessate.
Il sogno che vogliamo proporre è quello di iniziare il cammino nel nostro territorio per realizzare la più grande ed importante enclave viti-vinicola del mondo a conduzione biologica, iniziando da nuclei sempre più grandi, come anche in Trentino ed in Toscana hanno già iniziato a fare, e noi non possiamo restare indietro. Sarebbe veramente il più grande dono che possiamo fare ai nostri figli (o nipoti, visti i tempi necessari), per la loro salute e per il loro benessere economico, oltre che il miglior biglietto da visita per affermarsi ancor di più sui mercati di tutto il mondo.
Penso che la traccia più significativa e pregnante che la nostra generazione debba lasciare sia questa, anzi penso che tutta l’agricoltura italiana dovrebbe cominciare a muoversi nella direzione della qualità perché su questo terreno non abbiamo avversari all’altezza.
Ma è qui da noi che propongo di iniziare questo cammino. Disponiamo di un gruppo di teste pensanti di grande qualità, di laboratori e scuole di alto livello, di un’ Università ed un Istituto sperimentale , di terreni adatti e di agricoltori di buona volontà e non possiamo dire che ci manchino i mezzi economici (se non li abbiamo noi chi altro li può avere ?), perciò proponiamo a tutti i soggetti pubblici e privati di cominciare seriamente ad investire in questo, indichiamo questo il settore del biologico come prioritario. Non ci manca niente, solo la consapevolezza ed il coordinamento necessario, gli attori protagonisti ci sono tutti, bisogna solo scrivere la parte di ognuno, ed il vino non potrà essere che ancora migliore.