«Salvalpolicella», sos del Wwf per difendere il paesaggio


L'Arena  venerdì 16 novembre 2012 – PROVINCIA – Pagina 25
SAN PIETRO IN CARIANO. Un decalogo di iniziative per ristabilire l´equilibrio fra l´ambiente e le attività produttive
 
Il presidente onorario Amadio: «Piste ciclabili, bus a metano, frenare l´avanzata della vite a quote alte e i prodotti nocivi» Si può ancora fare qualcosa di propositivo per il paesaggio della Valpolicella. Se ne è parlato mercoledì in Sala Lonardi, in una conferenza organizzata dall´associazione Terraviva nell´ambito degli incontri «La sfida del biologico» dal titolo «Progetti per un paesaggio futuro». A parlare di Valpolicella c´erano Daniela Zumiani dell´Università di Verona e Averardo Amadio, presidente onorario del Wwf, moderati da Franco Ceradini.

Se «ogni paesaggio è lo specchio della civiltà che lo produce» come ha detto la Zumiani, il degrado e lo sfruttamento del territorio della Valpolicella la dicono lunga sulla mancanza di pianificazione dei decenni scorsi e «la perdita di spazi rassicuranti nonché del senso di appartenenza e della nostra esistenza», come diceva il compianto Eugenio Turri.
A suggerire un decalogo di iniziative per ristabilire l´equilibrio fra conservazione dell´ambiente e attivi! tà produttive, ormai presenti nella vallata, è stato Amadio, che è partito dalla richiesta di Salvalpolicella per l´istituzione di un parco regionale, appoggiato dal Wwf.
Innanzitutto si deve vedere e progettare in Valpolicella con una visione d´insieme, abbattendo i campanili dei singoli Comuni e creare attorno alle ville storiche un´ampia area di rispetto, con un territorio coltivato conservando la biodiversità e le attività ecocompatibili, che vanno rispettate anche sulle rive dei corsi d´acqua; si deve poi frenare l´avanzare della viticoltura verso quote sempre più alte, sollecitando i viticoltori a non utilizzare più prodotti chimici nocivi, ma incoraggiare l´agricoltura biologica. E´ necessario, per Amadio, formare una rete di piste ciclabili su percorsi con funzione turistica e didattica, ma anche che l´Atv istituisca un servizio di trasporto pubblico a metano, una sorta di metropolitana di superficie, dall! a città verso S. Ambrogio e verso l´ospedale di Negrar ! con biglietto unico e corse più frequenti per ridurre l´inquinamento. «Ma soprattutto», ha detto il socio fondatore del Wwf a Verona, «si devono escludere le nuove urbanizzazioni negli strumenti urbanistici dei vari Comuni, a parte modesti ampliamenti per i residenti storici. E´ d´obbligo citare la minaccia che incombe a S. Pietro in Cariano sull´ex area Lonardi con la costruzione di centinaia di nuove abitazioni. Tutta la Valpolicella si opponga a questo progetto, mobilitando enti pubblici, istituzioni al fine di destinare quell´enorme spazio ad un uso diverso più utile e accettabile. Teniamo presente che migliaia di nuovi appartamenti sono ancora vuoti nella vallata. E´ necessario dare un alt al consumo del territorio, come già stanno facendo in molte parti d´Italia e del mondo». Si può fare: occorre che i sindaci si riuniscano e si confrontino, ci vuole coraggio di agire e non restare immobili, cambiare gli stili di vita.! «Tra i bubboni da guarire c´è la cementeria di Fumane, che ha dato lavoro, pagato però con la compromissione di rari beni naturalistici e con l´inquinamento», conclude Amadio. «Si deve pretendere una data certa per la conclusione della sua attività». Dal pubblico sono arrivati segnali di allarme: «È imperativo saper dire no», ha detto Daniele Todesco, «il paesaggio ci nutre, bisogna liberarsi da economie non ecocompatibili». «Che cervelli ha avuto ed ha la Valpolicella tra gli amministratori?», si è chiesto Gabriele Fedrigo, autore di un libro sulla negrarizzazione, «succubi solo del profitto e delle speculazioni edilizie?». Il consigliere Giancarlo Paiola ha ricordato che negli ultimi 15 anni il Comune di S. Pietro in Cariano è quello che è cresciuto di meno. Da più parti si è sottolineata la necessità che si deve ormai arrivare al consumo del territorio pari a zero. «Il paesaggio è politica e quindi scelte, di qui il ripensamento ad un! a nuova democrazia e la necessità che ognuno si assuma le sue responsa! bilità», ha concluso Ceradini.
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