Nitrati, studio Ispra scagiona la zootecnia

Non è la zootecnia la principale fonte di inquinamento da nitrati. A scagionare gli allevamenti è uno studio dell’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, sulla contaminazione da nitrati delle acque del Bacino del Po, della Pianura veneta e del Friuli Venezia Giulia, presentato il 28 gennaio in un convegno organizzato nella sede Unicef di Roma.
Il lavoro, commissionato dal ministero delle Politiche agricole, ha permesso, con l’utilizzo di metodi e modelli scientifici convalidati e attraverso analisi campionarie nelle aree a maggiore criticità, di individuare l’origine del contenuto dei nitrati nelle acque sotterranee e superficiali.

I risultati dicono che il contributo zootecnico non è mai significativamente prevalente. E aggiungono che, contrariamente a precedenti affermazioni, il contributo civile-industriale richiede una debita considerazione.

Oltre agli effluenti zootecnici, sono sorgenti di nitrati i fanghi di depurazione, i fertilizzanti chimici di sintesi gli scarichi civili e industrialiil cui contributo è rimosso solo per il 70% attraverso la depurazione. Le norme Ue, con la Direttiva nitrati (direttiva 91/676/Cee), avrebbero insomma addossato in questi anni un carico eccessivo di responsabilità sull'allevamento, il cui contributo non è mai superiore a un terzo dell’inquinamento complessivo accertato nelle regioni ad alta vocazione zootecnica. Piena soddisfazione è stata espressa dal ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina
"Le analisi dell'Ispra - ha detto intervenendo al convegno di presentazione dello studio - ci aiutano a riconoscere meglio le fonti principali da cui partire per gestire la questione sui nitrati e aggiornarla. Sulla contaminazione delle acque bisogna comprendere che la zootecnia non può essere l’unico settore sul quale incide pesantemente una direttiva comunitaria risalente a vent'anni fa”.
“Ci abbiamo creduto fin dal primo minuto - ha spiegato il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti - sottolineando che “non c'è contrapposizione tra agricoltura e ambiente, anzi dobbiamo lavorare in sinergia:
un’agricoltura sana porta ad un ambiente sano e un ambiente sano permette di avere un’agricoltura di qualità”.
Il prossimo passo sarà un Tavolo nitrati, hanno annunciato i due ministri. Un appuntamento già calendarizzato: si terrà il 10 febbraio prossimo al Mipaaf con le associazioni, le Regioni e l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. Verrà fatto il punto sull'avanzamento dei lavori per decidere i prossimi step operativi in ambito Ue. L'obiettivo è proporre alla Commissione europea una revisione della Direttiva nitrati che tenga in considerazione i risultati di nuovi studi scientifici basati su modelli di analisi più attendibili rispetto alle diverse fonti di inquinamento.

La parola passa adesso al decreto effluenti. Il testo, in attesa di pubblicazione, semplifica e rende più flessibili gli adempimenti sulla Direttiva nitrati. Introduce anche un quadro normativo certo sull'utilizzazione agronomica del digestato, che oltre a contribuire al ripristino della sostanza organica dei suoli permette di ridurre l’utilizzo dei fertilizzanti chimici in agricoltura, “fornendo risposte ad alcune criticità evidenziate dallo studio Ispra”.

da: http://www.confagricolturavr.it/index.php/en/notizie-nazionali/491-nitrati-zootecnia-scagionata-da-studio-ispra