Newsletter n. 821 – maggio 2019 Carissimi Amici, il team del Mondo Biologico Italiano ha selezionato per voi gli articoli, gli appuntamenti, culturali e non, e le aziende più interessanti nel mondo del biologico, dell'ecologico e del naturale in Italia. Prestate attenzione alle offerte riservate esclusivamente a VOI! ############ ARTICOLI IN EVIDENZA ################### Plastica: dalla produzione allo smaltimento produce grandi quantità di CO2 La plastica è uno dei principali responsabili del riscaldamento globale, anche se questa sua caratteristica non viene spesso messa in evidenza. Eppure fino dalle prime reazioni, cioè dalla lavorazione degli idrocarburi e in particolar modo delle resine necessarie a ottenerla, fino a quella dei prodotti finiti, dal trasporto allo smaltimento e perfino al riciclo emette grandi quantità di CO2, indirettamente. Ora per la prima volta uno studio condotto dai ricercatori dell’Università della California di Santa Barbara fa i conti a livello globale, e pubblica quanto osservato su Nature Climate Change. https://ilfattoalimentare.it/plastica-co2.html Integratori alimentari e trattamento dell’artrosi: la posizione di Marco Lanzetta del Centro nazionale artrosi Di recente sono state portate alla luce diverse problematiche relative all’uso indiscriminato di alcuni integratori che non hanno nessuna valenza scientifica dimostrata. Ne ha parlato anche Il Fatto Alimentare, con un articolo firmato da Agnese Codignola e intitolato “Gli integratori alimentari per le cartilagini sono pericolosi per diabetici, asmatici e allergici ai crostacei. Il parere dell’Anses”. Va sottolineato che l’allarme si riferisce a due sostanze specifiche, la glucosammina e la condroitina solfato. https://ilfattoalimentare.it/integratori-artrosi-lanzetta.html Riso e dieta: i popoli che ne mangiano di più sono quelli con i minori tassi di obesità

Il consumo regolare di una buona quantità di riso potrebbe essere associato a una diminuzione del rischio di obesità, probabilmente perché il riso, ricco di fibre e povero di grassi, induce presto il senso di sazietà e, avendo un moderato indice glicemico, tiene sotto controllo l’insulina.
Il nesso è emerso in un grande studio presentato nei giorni scorsi al meeting annuale The European Congress on Obesity svoltosi a Glasgow, in Scozia, dai ricercatori del Doshisha Women’s College of Liberal Arts di Kyoto, in Giappone. Gli studiosi hanno verificato il consumo di riso di tre tipi: bianco, integrale e in forma di farina (secondo i dati della FAO) di 136 paesi, ovvero tutti quelli con più di un milione di abitanti, e mettendolo a confronto con i tassi di obesità, dopo aver introdotto numerosi elementi correttivi quali lo stile di vita, il guadagno medio, il livello di istruzione, il fumo, il numero di ultrasessantacinquenni nella popolazione generale, il prodotto interno lordo del paese e le spese sanitarie.
È così emerso che ai valori medi di consumo più alti, cioè 150 grammi per persona per giorno, corrispondono livelli di obesità nettamente inferiori rispetto a quelli che si hanno nei paesi dove il consumo è più basso, e cioè, in media, 14 grammi per persona per giorno.
Il paese più virtuoso è il Bangladesh, con 473 grammi/die/pro capite, seguito dal Laos (443 grammi), dalla Cambogia (438), dal Vietnam (398), dall’Indonesia (361), mentre i peggiori sono la Francia, novantanovesima, con 15 g/die/pro capite, la Gran Bretagna (19 g), gli Stati Uniti (19 g), la Spagna (22 g), il Canada (24) e l’Australia (32).
Naturalmente queste osservazioni non dimostrano l’esistenza di un nesso di causa ed effetto tra il consumo di riso e l’obesità, ma l’associazione è forte, e resiste anche dopo correzioni significative.
Se fosse confermato che il riso previene l’obesità, hanno sottolineato gli autori, a piccoli aumenti (per esempio dell’ordine di 50 grami/die/pro capite) corrisponderebbe un abbassamento significativo dell’obesità, pari all’1%:  in tutto il mondo gli obesi potrebbero passare dagli attuali 650 a 643,5 milioni di persone (con più di 18 anni). Non bisogna comunque esagerare, perché quantità eccessive di riso possono aumentare il rischio di sindrome metabolica e diabete di tipo 2, a loro volta associati all’obesità.
Gli occidentali – hanno concluso i ricercatori giapponesi – dovrebbero aumentare il consumo di riso senza però perdere di vista la misura tipicamente orientale, per evitare di trasformare i benefici che esso può garantire in fattori di rischio.
tratto da: https://ilfattoalimentare.it/riso-obesita-consumo.html