da: L'Arena di Sabato 08 febbraio 2014 – PROVINCIA – Pagina 36
IL PROGETTO. Per fare richiesta bisogna creare una gestione unitaria del lago: ora manca solo il via libera del Trentino
Il Garda è pronto a diventare un «patrimonio dell'umanità»
Passionelli si sta dando da fare per il riconoscimento dell'Unesco «Anche la sola candidatura sarebbe un bel biglietto da visita»
Il lago di Garda, con la sua storia ambientale e culturale, ha tutte le carte in regola per diventare patrimonio dell'umanità riconosciuto dall'Unesco. Ne è convinto Giorgio Passionelli, sindaco di Torri e presidente della Comunità del Garda, che ha messo in moto l'iter per poter presentare la candidatura all'organizzazione che fa capo all'Onu.
Dal 1972 a oggi l'Unesco ha riconosciuto 981 siti (759 beni culturali, 193 naturali e 29 misti) in 160 Paesi del mondo ed è l'Italia a detenere il primato di nazione con il maggior numero di beni inclusi nella lista, ben 49. Nel 2011 sono stati riconosciuti come tali alcuni siti palafitticoli del Garda e del suo entroterra, tra cui quelli di Peschiera (in località Belvedere e nel laghetto del Frassino), ma anche gli abitati ora sommersi di San Sivino di Manerba e di Lugana Vecchia di Sirmione, che con altri presenti in Svizzera, Austria, Francia, Germania e Slovenia sono entrati nel progetto «! Siti palafitticoli preistorici delle Alpi». Il tentativo è ora più ambizioso e punta al riconoscimento di un'intera area che, sostiene Passionelli, «seppur delimitata andrebbe estesa anche alle Colline Moreniche e alla Val d'Adige». Il percorso però richiede tempo ed è tutto in salita. Non certo per la mancanza delle credenziali per ottenere il riconoscimento, quanto per la necessità di arrivare a una gestione unitaria del più grande bacino lacuale d'Italia, «tripartito» tra Veneto, Lombardia e Trentino. «La candidatura non va sostenuta solo con la raccolta documentale delle bellezze che si vogliono sottoporre a tutela», spiega Passionelli. «I siti Unesco devono prima di tutto avere una governance unitaria, ed è a questo che stiamo lavorando».
Un lavoro di mediazione che fa parte della mission della Comunità del Garda e che nei mesi scorsi ha portato sia Veneto che Lombardia ad approvare una delibera di Giunta che individua la Comunità come punto di ! riferimento politico-amministrativo per ciò che riguarda il territorio gardesano.
Tra i settori di intervento individuati ci sono la tutela del paesaggio, la qualità delle acque e la regolazione dei livelli, la mobilità, la sicurezza della navigazione e la valorizzazione del patrimonio storico archeologico artistico e culturale. Manca all'appello solo il via libera da parte della Provincia autonoma di Trento: Passionelli si dice convinto che arriverà a breve, ma precisa che anche se non dovesse avvenire l'iter per ottenere il riconoscimento andrà avanti comunque. Un segnale positivo arriva da Luca Grazioli, consigliere comunale di Fratelli d'Italia a Riva del Garda, che nei giorni scorsi ha inviato una lettera al sindaco Adalberto Mosaner per sollecitare il nuovo ingresso del paese all'interno della Comunità, dopo l'uscita decretata dalla precedente amministrazione nel 2007. La proposta del consigliere non si ferma qui, perché il suo è anche un appello contro le forme di campanilismo ancor oggi nell'aria. Viene letta in q! uesti termini l'esistenza dell'ente di promozione turistica «InGarda Trentino», tanto da chiedere al sindaco di farsi portavoce presso i suoi vertici affinché smetta di «utilizzare il termine «Garda trentino» se non come indicazione geografica, visto che il lago è uno solo». Un invito che potrebbe essere esteso anche ai consorzi di promozione turistica «Lago di Garda è» per il Veneto e «Lago di Garda Lombardia», pur dovendo ammettere che i tre enti hanno già raggiunto un accordo interregionale nel 2008, con la conseguente nascita del consorzio «Garda Unico». «Negli anni Ottanta le regioni avevano delegato alla Comunità anche le competenze in materia di promozione turistica», precisa Passionelli, «ma oggi la Comunità è molto di più: si occupa di tutto ciò che permette al turismo di vivere. Il riconoscimento di Patrimonio dell'umanità sarebbe un biglietto da visita molto importante, ma già la sola candidatura avrebbe il suo effetto».
Un lavoro di mediazione che fa parte della mission della Comunità del Garda e che nei mesi scorsi ha portato sia Veneto che Lombardia ad approvare una delibera di Giunta che individua la Comunità come punto di ! riferimento politico-amministrativo per ciò che riguarda il territorio gardesano.
Tra i settori di intervento individuati ci sono la tutela del paesaggio, la qualità delle acque e la regolazione dei livelli, la mobilità, la sicurezza della navigazione e la valorizzazione del patrimonio storico archeologico artistico e culturale. Manca all'appello solo il via libera da parte della Provincia autonoma di Trento: Passionelli si dice convinto che arriverà a breve, ma precisa che anche se non dovesse avvenire l'iter per ottenere il riconoscimento andrà avanti comunque. Un segnale positivo arriva da Luca Grazioli, consigliere comunale di Fratelli d'Italia a Riva del Garda, che nei giorni scorsi ha inviato una lettera al sindaco Adalberto Mosaner per sollecitare il nuovo ingresso del paese all'interno della Comunità, dopo l'uscita decretata dalla precedente amministrazione nel 2007. La proposta del consigliere non si ferma qui, perché il suo è anche un appello contro le forme di campanilismo ancor oggi nell'aria. Viene letta in q! uesti termini l'esistenza dell'ente di promozione turistica «InGarda Trentino», tanto da chiedere al sindaco di farsi portavoce presso i suoi vertici affinché smetta di «utilizzare il termine «Garda trentino» se non come indicazione geografica, visto che il lago è uno solo». Un invito che potrebbe essere esteso anche ai consorzi di promozione turistica «Lago di Garda è» per il Veneto e «Lago di Garda Lombardia», pur dovendo ammettere che i tre enti hanno già raggiunto un accordo interregionale nel 2008, con la conseguente nascita del consorzio «Garda Unico». «Negli anni Ottanta le regioni avevano delegato alla Comunità anche le competenze in materia di promozione turistica», precisa Passionelli, «ma oggi la Comunità è molto di più: si occupa di tutto ciò che permette al turismo di vivere. Il riconoscimento di Patrimonio dell'umanità sarebbe un biglietto da visita molto importante, ma già la sola candidatura avrebbe il suo effetto».