La zona meno a rischio è la città mentre
nelle aree di provincia si trova ogni genere di inquinante, fino al
tossico tetracloroetilene.
«Ma, per quanto riguarda i fitofarmaci, la maggior
parte delle volte la concentrazione in falda non supera i limiti
stabiliti per legge», illustra Marina Zuccaro, tecnico dell'Arpav. «Per
esempio, attraverso le analisi dei campioni raccolti, abbiamo rinvenuto
residui di atrazina, un erbicida ritirato dal commercio nei primi anni
Novanta, nei dintorni di Zevio e Castelnuovo. Purtroppo, anche se in
piccole percentuali, inquinanti di questo tipo permangono a lungo
nell'ambiente».
Mario Dal Grande, responsabile del controllo di qualità di Acque Veronesi, spiega: «Il 74 per cento dell'acqua che esce dai rubinetti domestici arriva dalle falde. Di questa, il 23 per cento deve essere purificato per garantirne la potabilità. Il processo, in molti casi, prevede un filtraggio con carboni attivi che assorbono le sostanze nocive».
«Tra le contaminazioni riscontrate negli ultimi anni», elenca Dal Grande, «ci sono quelle da erbicidi, in particolare l'atrazina, a Sommacampagna, Vigasio, Mozzecane. Sono stati poi rilevati i nitrati, composti inorganici derivanti dalle concimazioni, sia nelle zone ai piedi della Lessinia, come Nesente e Montorio, sia a Soave e Pescantina. E infine, le sostanze che derivano da sversamenti industriali accidentali o illeciti, come il tetracloroetilene, riscontrato a Negrar, Poiano, San Bonifacio, San Giovanni Lupatoto».
Massimo Valsecchi, direttore del Dipartimento di prevenzione dell'Ulss 20, commenta: «L'azienda sanitaria, insieme all'Arpav e ad Acque Veronesi, tiene monitorata costantemente l'acqua di acquedotto per individuare e riparare subito i danni causati dagli inquinanti. Tuttavia, esiste anche una parte di popolazione che si serve di pozzi privati, con un consumo a suo rischio e pericolo visto che su quelli non si fanno controlli». La nostra provincia, continua Valsecchi, «è fortemente urbanizzata, industrializzata e coltivata. Perciò l'attenzione sulla qualità dell'acqua va sempre mantenuta alta».
Eppure, due assenze sono risultate fuori luogo: quella dei rappresentanti della politica (eccetto l'eurodeputato del Pd Andrea Zanoni) e della magistratura. Come dice Valsecchi: «Rafforzare il meccanismo per il quale chi inquina paga sarebbe un buon punto di partenza per risanare il territorio».
Lorenza Costantino e FOTO MARCHIORI
Mario Dal Grande, responsabile del controllo di qualità di Acque Veronesi, spiega: «Il 74 per cento dell'acqua che esce dai rubinetti domestici arriva dalle falde. Di questa, il 23 per cento deve essere purificato per garantirne la potabilità. Il processo, in molti casi, prevede un filtraggio con carboni attivi che assorbono le sostanze nocive».
«Tra le contaminazioni riscontrate negli ultimi anni», elenca Dal Grande, «ci sono quelle da erbicidi, in particolare l'atrazina, a Sommacampagna, Vigasio, Mozzecane. Sono stati poi rilevati i nitrati, composti inorganici derivanti dalle concimazioni, sia nelle zone ai piedi della Lessinia, come Nesente e Montorio, sia a Soave e Pescantina. E infine, le sostanze che derivano da sversamenti industriali accidentali o illeciti, come il tetracloroetilene, riscontrato a Negrar, Poiano, San Bonifacio, San Giovanni Lupatoto».
Massimo Valsecchi, direttore del Dipartimento di prevenzione dell'Ulss 20, commenta: «L'azienda sanitaria, insieme all'Arpav e ad Acque Veronesi, tiene monitorata costantemente l'acqua di acquedotto per individuare e riparare subito i danni causati dagli inquinanti. Tuttavia, esiste anche una parte di popolazione che si serve di pozzi privati, con un consumo a suo rischio e pericolo visto che su quelli non si fanno controlli». La nostra provincia, continua Valsecchi, «è fortemente urbanizzata, industrializzata e coltivata. Perciò l'attenzione sulla qualità dell'acqua va sempre mantenuta alta».
Eppure, due assenze sono risultate fuori luogo: quella dei rappresentanti della politica (eccetto l'eurodeputato del Pd Andrea Zanoni) e della magistratura. Come dice Valsecchi: «Rafforzare il meccanismo per il quale chi inquina paga sarebbe un buon punto di partenza per risanare il territorio».
Lorenza Costantino e FOTO MARCHIORI
© RIPRODUZIONE RISERVATA
L'arena del 2 febbraio 2013