Lo scorso marzo, l’Agenzia per la Ricerca sul Cancro – IARC che affianca l’Organizzazione Mondiale della Sanità nell’ambito oncologico, ha emesso un verdetto pesantissimo su alcuni pesticidi molto usati in agricoltura. Primo tra tutti, il glifosato è stato dichiarato cancerogeno per l’uomo. Il giudizio sull’erbicida è stato espresso da 17 esperti e sintetizzato in un documento pubblicato su “The Lancet Oncology” che ha mobilitato il mondo dell’industria e della ricerca. La multinazionale Monsanto che ha posseduto fino al 2001 il brevetto per la produzione dell’erbicida “Roundup”, a base di glifosato, il più utilizzato al mondo, ha espresso la propria contrarietà su quanto affermato da IARC dato che, secondo l’azienda: “c’è un assenza di nuove evidenze scientifiche e di una classificazione che stabilisca il legame diretto tra il consumo di glifosato e l’aumento dei casi di cancro”. Finora gli studi medicoscientifici avevano confermato un aumento dei casi di leucemie infantili e malattie neurodegenerative come il Parkinson, dovuti all’esposizione ai pesticidi. Invece, dal nuovo documento emerge una forte correlazione tra l’impiego del glifosato, rilevato dal sangue e dalle urine degli agricoltori, e varie forme tumorali. Anche se nuovi studi sono necessari per fare chiarezza, ISDE – Italia si impegna ad approfondire la vicenda e nel caso ad agire concretamente per ridurre il danno ambientale e alla salute degli uomini che questo diserbante può aver causato. Agostino Di Ciaula, referente pugliese di ISDE ha deciso di richiedere nuovi provvedimenti a livello comunitario, nazionale e locale proprio perché il glifosato è il pesticida che più di ogni altro determina il superamento degli standard di qualità ambientale nelle acque superficiali.
Pubblicato su da Isde Centrale.