“Quello che mi hanno insegnato i filosofi, dice il genetista Rubens Onofre Nodari, è che lo scienziato non ha il diritto di disconoscere ciò che è sconosciuto. Occorre una ricerca capace di contestualizzare e che tenga conto della società, il contrario della visione riduzionista che, oggi, predomina”.
La disinvoltura dimostrata dall’ingegneria genetica in questi decenni sta inoltrandosi, sventatamente, in nuovi campi e sperimentando le varie specie viventi passando dal regno dei vegetali a quello animale grazie a politiche complici. Ne è tragico esempio il caso della Aedes Aegypti, o zanzara tigre, l’insetto vettore della Dengue e di altre malattie infettive mortali che stanno devastando le aree rurali del Brasile. Un problema talmente serio da richiedere un robusto coinvolgimento della spesa pubblica brasiliana attraverso l’intervento dell’esercito coinvolto in un programma di lotta alla Aedes. E proprio il contrasto alla malattia è sospettato di essere causa delle numerose malformazioni neonatali che affiggono le stesse aree del Brasile da alcuni anni. Ma le responsabilità non risiedono negli insetti, non solo.
Il Dr. Luke Alphey, allevato ad Oxford e fondatore di Oxitec[1], agenzia britannica specializzata in biotecnologia, è autore di un programma di lotta alle malattie infettive che già da alcuni anni stanno mietendo vittime nelle aree rurali del Brasile e di cui la Aedes è insetto vettore. L’idea consiste nell’allevare e modificare geneticamente i maschi delle zanzare in modo che, al momento dell’accoppiamento, le femmine producano uova sterili o incapaci di vivere tanto a lungo da potersi a loro volta riprodurre, causando l’estinzione della specie. Queste zanzare di nuova generazione sono state chiamate con il nome di OX513A. Il progetto prevedeva anche un sistema di controllo in modo che gli insetti, una volta terminato l’effetto ‘Dengue’, potessero tornare a riprodursi normalmente. Come? Rendendo questi insetti resistenti ad una molecola, la tetraciclina, vero e proprio antidoto. Ma uno studio[2] evidenziò già nel 2013, dunque prima che le malformazioni fossero messe in relazione con la puntura di Aedes, che la tetraciclina[3] è un antibiotico estremamente diffuso nelle aree rurali perchè utilizzato in agricoltura.
E’, per questo, certo che in alcuni luoghi, ogni ambiente, compreso il grembo materno, sia contaminato in una certa misura da questa molecola. Quindi una certa percentuale degli insetti geneticamente modificati riesce a riprodursi ed è in grado di riprodursi svariate volte nell’arco della propria vita. Numerosi studi provano, inoltre, che l’interazione delle tetracicline con il rame, altro elemento chimico utilizzato in agricoltura, generi significativi danni al DNA.
Non è chiaro ciò che la puntura dell’insetto, così modificato, possa provocare. Secondo questo studio, la Oxitec ha liberato svariate migliaia di insetti modificati geneticamente in Brasile e non esiste un monitoraggio riguardo agli effetti sulla salute. Una questione fondamentale risiede proprio nella tetraciclina, descritto come ‘interruttore’ in presenza del quale gli insetti tornano a riprodursi regolarmente.
Nel caso di ambienti contaminati da tetraciclina, come quelli rurali, le zanzare sviluppano una resistenza maggiore a quella prevista. Uno studio confidenziale di Oxitec[4], divulgato attraverso alcune ONG, rivela che le larve di insetti geneticamente modificati alimentate con escrementi di gatto contaminati da tetraciclina, sviluppano una resistenza del 15%. Queste informazioni sono state occultate da Oxytec con il pretesto che si trattava di informazioni commerciali riservate.
La resistenza di queste zanzare e la loro capacità di riprodursi, inoltre, fa si che si creino in forma naturale nuove generazioni di insetti femmina (che pungono per potersi riprodurre) geneticamente modificati. La giustificazione di Oxitec secondo cui questi esperimenti non sono dannosi per gli esseri umani in quanto gli insetti liberati sono maschi e non pungono è, dunque, estremamente lacunosa e priva di quella necessaria capacità, caratteristica della scienza, di prevedere possibili scenari e trovare un valido antidoto prima di avviare un esperimento di tali proporzioni. Secondo il già citato studio, poi, la proteina sintetica tTA si trova in ogni cellula degli insetti geneticamente modificati e può essere presente nella saliva delle femmine. La tTA serve a fare in modo che il sistema responsabile dello sviluppo cellulare dell’insetto entri in collasso impedendogli di entrare nella fase adulta. Oxitec afferma che la tTA non si trova nella saliva degli insetti che sopravvivono ma non ha pubblicato alcuna prova o dato che comprovi tale affermazione. Potrebbe essere questa la causa delle malformazioni dei feti umani? Di fatto una malformazione è generata, appunto, da un sistema che entra in collasso e non produce affatto o produce in eccesso cellule.
Un ulteriore fattore di rischio e preoccupazione risiede anche nel fatto che, oltre agli esseri umani, le zanzare tigre possono colpire anche gli animali o essere consumati da altre specie come pesci e insetti acquatici, provocando un effetto domino incontrollabile rispetto al tema della mutazione genetica.
In questa vicenda sono stati violati tutti i principi espressi nel Protocollo di Cartagena sulla Biosicurezza e nella Convenzione sulla Diversità Biologica. Prima di essere avviata in Brasile, la mutazione genetica della Aedes aveva avuto una prima fase sperimentale alle Cayman che, oltre ad essere un paradiso fiscale, non prevedono alcun controllo e non hanno una legge sulla biosicurezza.
Un caso emblematico nel panorama dell’alterazione del sistema genetico delle specie viventi (animali e vegetali) che, ancora una volta, vede protagonista l’incapacità della Giurisprudenza e degli Stati di proteggere i cittadini dagli interessi privati delle corporazioni transnazionali. Esperimenti che Oxitec ha inteso reiterare anche in Spagna, nella regione della Catalogna, con la liberazione in ambiente di 5mila mosche olearie geneticamente modificate alla settimana. Una proposta, al momento, in stand-by in seguito alle proteste sollevate dalla società civile.
Questioni che assumono proporzioni sempre più preoccupanti.
In agricoltura i terreni destinati alla coltivazione Ogm si moltiplicano in maniera esponenziale cedendo il passo ad una ‘visione atomizzatrice’ della natura, della biosfera e dei sistemi agricoli[5] e delle necessarie implicazioni con la salute umana. Mentre nel campo delle specie animali geneticamente modificate, si è avviata una partita pericolosa. Un errore, secondo il genetista Rubens Onofre Nodari[6], perchè ciò che è grande e delimitato è facile da controllare ma non ciò che è piccolo e dinamico, ed esistono circa 500 tipi di insetto resistenti ai pesticidi. Le mutazioni genetiche che alcuni scienziati stanno imponendo alle specie vegetali e animali e l’utilizzo di pesticidi ha aperto la strada ad effetti a breve e lungo termine del tutto sconosciuti, anche perché i dati disponibili non sono condivisi con i ricercatori indipendenti e vengono pubblicati solo da imprese private che operano nel settore: dunque, potrebbero essere superati dalla realtà.
Ma la fame di profitto dell’industria GM non si ferma e cerca ulteriori aree di espansione.
Nel 2015 Oxitec allaccia contatti con organismi nazionali e provinciali, ottiene finanziamenti e le necessarie autorizzazioni e libera i suoi insetti geneticamente modificati anche in Argentina[7].
La tecnologia brevettata da Oxitec è conosciuta come RIDL (liberazione di insetti con sistema genetico letale). L’organismo di controllo brasiliano CTNBio, ha già approvato l’organismo transgenico e concesso l’installazione di una fabbrica di insetti geneticamente modificati a Piracicaba e ribattezzato da OX513A con ‘Friendly Aedes’, Aedes amichevole.
Secondo i calcoli, Oxitec dovrebbe liberare in Argentina tra i 100 e i 200 insetti maschi per abitante allo scopo di rimpiazzare le popolazioni selvatiche di Aedes aegypti.
Lo scorso anno, Oxitec – che modifica anche insetti con applicazioni in agricoltura – ha iniziato a frequentare i corridoi di uffici pubblici in Argentina allo scopo di offrire la propria tecnologia. Un dirigente d’azienda ha spiegato la strategia di approccio a vari livelli messo in opera da queste compagnie (grafico) dalle organizzazioni governative a quelle senza scopo di lucro per arrivare a gruppi di ricerca specializzati in epidemiologia. La strategia ha incluso la partecipazione nel Foro de Inversión y Negocios de Argentina(Forum per gli investimenti e per le imprese in Argentina), il mini_Davos che lo scorso settembre ha finanziato il settore per 30 milioni di dollari, un finanziamento che dovrebbe essere fornito dallo stesso cliente.
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Bruno Massare, “Mosquito transgénico: un parche tecnológico para el dengue”, 9 marzo 2017 in http://www.unsam.edu.ar/tss/mosquito-transgenico-un-parche-tecnologico-para-el-dengue/La comunità accademica critica l’iniziativa governativa in quanto la liberazione di insetti geneticamente modificati in ambiente non è supportata da dati epidemiologici precedenti, data la novità della tecnologia in questione, che ne comprovino l’innocuità ed efficacia.
Nel febbraio 2013, Oxitec è tornata a Salta dove si è riunita con il Ministro della Salute Roque Mascarello e con la direttrice generale di Coordinamento Epidemiologico, Georgina Rangeòn, tra gli altri funzionari attraverso la Fondazione Mundo Sano[8]. Durante questa riunione il Governo di Salta ha sollecitato una proposta tecnica ed economica per la protezione della zona settentrionale della provincia ed è stata indagata l’opportunità di realizzare analisi nel dipartimento di Anta.
Hernán Solari, docente del Dipartimento di Fisica della FCEyN, ricercatore CONICET e specialista in modelli matematici delle epidemie, afferma di essere stato contattato da Oxitec lo scorso anno. “Mi spiegarono che la loro strategia consisteva nello stabilire collaborazioni con gli scienziati. Inseguito ho saputo che arrivavano da Salta (località nel Nord dell’Argentina), dove avevano avuto una riunione con il Ministero della salute e avevano provato a vendere un piano. La loro proposta di solito è questa: chiedono finanziamenti”. Un piano pilota di Oxitec costa circa 500 mila dollari.
Fradique González Villalobos è Business Development Manager per il Cono Sur di Oxitec. Vanta già esperienza rispetto al su menzionato esperimento avviato in Brasile e dice: “(ndr Le Istituzioni) ormai non credono nei metodi tradizionali, troppo aggressivi per l’ecologia, mentre il nostro sistema è ecologico (…) sanno che installare una fabbrica può avere un impatto scientifico significativo e portare all’avanguardia la biotecnologia”.
Ma se fosse tutto così positivo, non si rileverebbe un paradosso: l’OMS ammette la possibilità di fare esperimenti con insetti geneticamente modificati per combattere la Dengue e altri virus. Tuttavia Oxitec non potrebbe vendere la tecnologia che propone nel continente da cui è stata originata (Europa) in quanto in Europa è vietata la liberazione di organismi geneticamente modificati in ambiente.
Nicolás Schweigmann, ricercatore del Grupo de Estudio de Mosquitos (GEM) del Instituto de Ecología, Genética y Evolución de la Facultad de Ciencias Exactas y Naturales (FCEyN) de la Universidad de Buenos Aires (UBA)[9] e del CONICET[10] afferma: ”Il principale impedimento, secondo me, è di tipo etico: si stanno liberando insetti in quantità centinaia di volte maggiori rispetto a quanto accade in natura ma sappiamo che ci sono persone allergiche agli insetti”. Punta, inoltre, l’accento sul fatto che la diffusione di insetti vettore di malattie infettive in molte aree rurali, è un fatto culturale.
Gli scienziati concordano nel dire che la tecnologia che Oxitec offre in cambio di lauti profitti, potrebbe essere risolta diversamente come, ad esempio, rendere possibile l’accesso all’acqua potabile nelle comunità rurali. In pratica destinare quel denaro pubblico a lavori di pubblica utilità piuttosto che a imprese private le quali finiscono per peggiorare condizioni sociali e sanitarie già critiche attraverso l’uso esponenziale di pesticidi considerando che, al di là delle promesse dell’industria GM, una percentuale che corrisponde a migliaia di esemplari di insetti ingegnerizzati sopravvive e si riproduce rispondendo a leggi della natura precedentemente sconosciute.
Il biologo Manuel Espinosa, coordinatore del programma di monitoraggio di Aedes Aegypti nelle località di Clorinda, Tartagal e Iguazú per la Fondazione Mondo Sano, ha partecipato alle riunioni di Oxitec con i funzionari di Salta e dice: ”Mancano studi sull’impatto ecologico riguardo la tecnologia Oxitec e ho molte riserve sugli organismi transgenici. I paesi del terzo mondo a volte sono laboratori di prova”.
Chiara Madaro
[1] Non è di secondaria importanza rammentare che per la Oxitec lavorano esperti che vantano una lunga esperienza in Syngenta e Bayer, colossi tedeschi che lavorano contemporaneamente, appunto, nel campo dei pesticidi e dell’ingegneria genetica.
[2] Helen Wallace, “Mosquitos Geneticamente Modificados: Preocupações Atuais”, TWN, Third World Network, Penang, Malásia; Heinrich Böll Stiftung, Brasil, 2013.
[3] Secondo la classificazione fornita dalla società ECHA nelle registrazioni REACH , questa sostanza è tossica per gli organismi acquatici con effetti di lunga durata, è dannosa se ingerita, è sospettata di nuocere alla fertilità o al nascituro, può causare danni ai bambini allattati al seno e causare irritazioni alla pelle; in: https://echa.europa.eu/it/information-on-chemicals/registered-substances[4]ibidem
[5] José Renato De Oliveira Barcelos, “A tutela jurídica da sementes. A proteção da diversidade e da integridade do patrimônio genético e cultural brasileiro à luz do principio da proibição de retrocesso ambiental”, Ed. Verbo Jurídico, Porto Alegre 2011.
[6] “Intervista a Rubens Onofre Nodari – il futuro è nell’agro-ecologia”, di Chiara Madaro, su http://amandaje.blogspot.it/. Il Prof. Nodari è titolare del Programma di Dottorato in Risorse Genetiche Vegetali dell’Università di Santa Catarina, UFSC, Florianopoli, Brasile.
[7] Bruno Massare, “Mosquito transgénico: un parche tecnológico para el dengue”, 9 marzo 2017 in http://www.unsam.edu.ar/tss/mosquito-transgenico-un-parche-tecnologico-para-el-dengue/[8] https://www.mundosano.org/[9] http://www.ege.fcen.uba.ar/investigacion/grupo-de-estudio-de-mosquitos-gem/[10] https://www.conicet.gov.ar/ Consiglio Nazionale delle Ricerche Scientifiche e Tecnologiche
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