Nella Manovra prevista l’eradicazione degli olivi secolari

 
Con un emendamento inserito nella Manovra Finanziaria si dà il via libera, senza dibattito parlamentare, ad una norma che autorizza l’eradicazione degli olivi secolari della Puglia.
L’emendamento 374-bis presentato dal Sen. Stefàno alla legge di bilancio palesa le vergognose mire speculative su una terra martoriata da decenni di distruttive politiche regionali e statali.
“374-bis. Al fine di favorire la rigenerazione dell’agricoltura dei territori colpiti dal batterio Xylella, le disposizioni di cui all’articolo 9, comma 1 e 2, del decreto del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali del 23 ottobre 2014 “Istituzione dell’elenco degli alberi monumentali d’Italia e principi e criteri direttivi per il loro censimento” non si applicano agli ulivi che insistono nelle zone di cui alla Decisione di esecuzione UE 2018/927 del 27 giugno 2018”[1].
Il senatore Dario Stefàno (PD) ha annunciato l’assorbimento nella manovra al voto dell’emendamento, a sua firma, che prevede la deroga al decreto del Mipaaf del 23 ottobre 2014 “Istituzione dell’elenco degli alberi monumentali d’Italia e principi e criteri direttivi per il loro censimento” per le aziende che ricadono nelle zone infette (di cui alla Decisione di esecuzione UE2018/927 del 27 giugno 2018): “Stop alla burocrazia che frena la tutela del territorio, ma anche agli alibi. Poniamo fine ad un paradosso, che rendeva ancora più difficoltosa una condizione già resa tragicamente complicata dall’epidemia Xylella”[2].

L’obbiettivo chiaro è stato quello di anticipare i tempi di un eventuale decreto del ministro Centinaio e eliminare, senza test di laboratorio, olivi secolari e monumentali in area non infetta.
Un decreto ad hoc, capace di bypassare le leggi vigenti sulla protezione del patrimonio olivicolo nazionale, è atteso con ansia già da mesi. Ma ad allungare i tempi degli accordi stabiliti dal Ministro a tutti i livelli istituzionali, l’istanza di una Commissione parlamentare d’inchiesta[3]depositata il 28 giugno[4] dai senatori Ciampolillo e De Bonis (M5S)[5].
Accusati dal partito di aver assunto posizioni personali che non rispecchiano la visione del Governo, i due pentastellati mirano a far chiarezza su una vicenda controversa e dai molti punti oscuri.
Si attende tra poche settimane la fine dell’indagine conoscitiva della Procura di Lecce la quale, come preannunciato dal Procuratore di Lecce Leonardo Leone de Castris in Commissione Agricoltura alla Camera dei Deputati, dovrà decidere se procedere con l’archiviazione o rinviare a giudizio gli iscritti sul registro degli indagati (ricercatori e funzionari)[6].
L’On. Stefàno affretta, dunque, i tempi e indica la strada da percorrere per il tanto atteso decreto esibendo apprensione in merito ad una, ormai, non rinviabile maggior tutela del territorio.
Per tutela del territorio in realtà si intende naturalmente la tutela di determinati interessi economici. L’operazione denota la trasversalità degli interessi politici che vanno a colpire il territorio degli olivi monumentali. L’operazione deprezza il valore della rendita fondiaria anche in questa porzione di Puglia, dopo il Salento, dove la rendita fondiaria si è più che dimezzata, dopo 5 anni di emergenza Xylella. Da gennaio 2018 ad oggi il valore dei terreni agricoli della piana e della bassa Murgia sono calati del 30%.
Al posto di un paesaggio storico è disponibile la Favolosa FS-17, cultivar brevettata dal Cnr, soggetta a licenza, resistente alla Xylella, auto-fertile, non ha bisogno di impollinatori, fruttifica in poco tempo, può essere utilizzata in impianti ad alta densità. La raccolta è semplice, meccanizzata, super produttiva.
L’esclusiva è stata ceduta a tre vivai con facoltà di moltiplicare e vendere le piante di FS-17 dando una royalty al Cnr che, in totale, “compreso l’equo premio per l’inventore”, 10% del costo delle piante commercializzate, negli ultimi mesi lievitato di quasi il 200%. Gli agricoltori pugliesi, con perdite pesantissime, accettano la “pianta salvatrice” e il rimpianto grazie al quale, però si porta a compimento la modifica della fisionomia dell’olivicoltura pugliese e di un intero sistema agro-ecologico.
Da ulivi centenari e millenari di varietà autoctone (Cellina di Nardò, Ogliarola Leccese) e coltivati con metodi tradizionali, con una buona diversità biologica, si potrà rapidamente passare a coltivazioni intensive e super intensive su larga scala e ad ambienti assolutamente antropici.
Grazie all’emendamento del senatore Dario Stefano si potrà procedere agli espianti degli olivi secolari più speditamente e senza gli intoppi burocratici della difesa dell’ambiente e degli antichi germoplasmi, in un asse che comprende anche Raffaele Fitto, Paolo De Castro, Michele Emiliano, Leonardo Di Gioia.
Ricordiamo che nel giugno 2018 gli On. Paolo de Castro e Raffele Fitto si sono recati a Bruxelles per un colloquio con il commissario Andriukaitis, per velocizzare le azioni indirizzate alla realizzazione di ‘un paesaggio da reinventare’ e chiedendo Fondi per lo Sviluppo Rurale[7]. Le medesime richieste sono state avanzate la settimana successiva a Strasburgo alla presenza del Commissario Hogan[8]. Con la prospettiva della scadenza del programma di Sviluppo Rurale 2014-2020.
Fitto e De castro hanno ottenuto l’approvazione del loro progetto volto a ‘ridisegnare il territorio’ sia sul piano europeo che nazionale e locale in virtù di accordi presi sia a Roma che a Bruxelles con il Ministro Centinaio e in Provincia e Regione con il Presidente Emiliano e le associazioni di categoria.
Il piano garantirebbe una compensazione economica a tutte le aziende che decidano di eradicare gli ulivi infetti, sostituendoli con varietà resistenti (così come reso possibile dalla recente abrogazione dell’art. 5 della decisione), con l’obiettivo di ridurre significativamente le fonti di inoculo e fermare la continua espansione del patogeno».
L’assessore regionale all’Agricoltura Di Gioia, in perfetto accordo con Emiliano, ha affermato che “Bisogna procedere ai tagli nella maniera più veloce possibile: il rapporto con l’Europa si misura dalla capacità che abbiamo di assolvere a questa obbligazione, dando il segnale che siamo in grado di controllare sul nostro territorio la dinamica della fitopatia”[9].
È dagli anni ’90 che si parla dello sradicamento degli ulivi autoctoni per sostituirli con intensivo e super intensivo, con cultivar che avrebbero portato l’olivicoltura a livello di piantagioni. Dopo il Leccino è il turno della Favolosa.
Nell’ottobre del 2013 si sente parla di xylella in Salento. Un gruppo di studiosi facente capo al Cnr di Bari comunica il ritrovamento di agenti patogeni associati al fenomeno di disseccamento dell’olivo tra cui (Deliberazione della Giunta Regionale del 29/10/2013) funghi e di un patogeno da quarantena, Xylella Fastidiosa, inserito nella lista A1 dell’EPPO (European and Mediterranean Plant Protection Organization).
Un mese dopo l’Italia comunica all’Unione Europea lo scoppio di un’epidemia di Xylella. Per contrastarla la Regione Puglia approva drastiche “Misure di emergenza per la prevenzione, il controllo e l’eradicazione del batterio da quarantena Xylella Fastidiosa associato al complesso del disseccamento rapido degli ulivi” in linea, dicono dalla Regione, con la Direttiva UE. Si prevedono abbattimenti delle piante infette, pesanti interventi con pesticidi per il controllo dei vettori, pulizia di canali, prati e zone naturali.
Dal 2014 il comitato tecnico-scientifico istituito dalla Regione Puglia composto da Cnr di Bari, Istituto agronomico mediterraneo di Bari, Università di Bari e Centro di Ricerca, Sperimentazione e Formazione in Agricoltura Basile Caramia di Bari monopolizzano gli aspetti connessi alla gestione dell’emergenza fitosanitaria causata dalla Xylella. Da esso giungono gli studi che a marzo 2017 hanno portato l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (Efsa) a dichiarare che sia la Xylella Fastidiosa, sub-specie Pauca del ceppo CoDiRO la causa del disseccamento rapido dell’olivo[10]. E da qui giungono le proposte di draconiane misure distruttrici di ambiente, germoplasma e biodiversità già espressi nel Piano Silletti e reiterati nel decreto Martina.
L’Unione Europea ha imposto di rimuovere non solo le piante ospiti del batterio Xylella, ma tutte quelle situate in un raggio di 100 metri attorno alle piante infettate, indipendentemente dallo stato di salute, 4 ettari per ogni pianta colpita, a prescindere dal contagio o meno.
Ma in realtà sono proprio le cattive pratiche ambientali, l’impoverimento dei terreni, una pessima gestione priva di percezioni agroecologiche le cause del disseccamento degli olivi, ancora di più della Xylella. Mentre esistono metodologie a basso impatto ambientale alternative alla distruzione del territorio e allo snaturamento delle colture tradizionali di alto valore paesistico e biologico.
Nel 2015 è cominciata la sperimentazione in tre aziende del Leccese i cui alberi erano stati infettati da Xylella. Si è cominciato con delle potature severe, ma in molti casi l’albero ha avuto notevoli danni fisiologi, tanto da causarne la morte. Si è pensato quindi di irrorare con dosi massicce gli alberi infetti con un prodotto a base di zinco, rame e acido citrico, utilizzato in agricoltura biologica.
Per capire l’effettivo funzionamento di questa “cura” non sono stati trattati tutti gli alberi, in maniera da poter dimostrare la differenza tra piante malate e piante che hanno ricevuto il composto. Dopo un paio d’anni si è cominciata a vedere la differenza. Gli alberi trattati hanno superato le gelate di gennaio 2017 e la successiva siccità estiva, mentre le piante non trattate sono morte o deperite.
Anche Giuseppe Coppola, proprietario di un oliveto in contrada Santo Stefano, tra Alezio e Gallipoli è riuscito a curare efficacemente 450 alberi, molti dei quali secolari, che sono tornati a germogliare dopo un anno di cure tradizionali e biologiche[11].
La sperimentazione denominata Bicc, Bio contrasto al CoDiRo, diretta dal professor Giusto Giovannetti, fondatore e direttore del Centro Colture Sperimentali di Aosta prevede di inoculare nel terreno un biota microbico in grado di indurre una resistenza e di contrastare l’occupazione dell’apparato vascolare da parte del patogeno. La sperimentazione sui campi salentini inizia nel marzo 2016 con 6 aziende pari a circa 12 ettari comprensivi ma grazie ai risultati positivi, attualmente la sperimentazione copre circa 64 ettari di oliveto, coinvolgendo 41 aziende agricole distribuite su tutta la provincia di Lecce.
Le piante trattate hanno ripreso vita e mostrano capacità di rispondere al patogeno: l’ulivo ha la capacità di difendersi ma non è in grado di esprimerla, perché si trova in cattive condizioni ambientali. Ripristinando il biota si mette la pianta in grado di reagire.
La scienza ha dimostrato che l’unica cura veramente utile è la buona agricoltura, che consente agli alberi di essere resistenti al batterio. Ma le uniche cose che sembrano interessare ai potentati sono i fondi comunitari e le speculazioni economiche non la devastazione dell’ambiente e dei paesaggi storici.
Contro sradicamenti, pesticidi, brevetti, reimpianti e nuove produzioni intensive, European Consumers appoggia tutti i cittadini e le associazioni che si impegnano a salvare la fertilità dei suoli, tutelare le specie autoctone e il paesaggio, l’agricoltura sostenibile e la salute di tutti.
Segnaliamo associazioni, agricoltori, apicoltori, realtà extraregionali e migliaia di cittadini delle province di Lecce, Brindisi e Taranto che hanno firmato il documento congiunto di disobbedienza al decreto Martina e ai trattamenti fitosanitari obbligatori (https://www.salentokm0.com/it/blog/contro-lobbligo-dei-pesticidi-sara-disobbedienza).
[1] Legislatura 18ª – Aula – Resoconto stenografico della seduta n. 077 del 22/12/2018 https://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/18/Resaula/0/1093716/index.html?part=doc_dc
[2] Manovra, Stefàno (PD): Solo una buona notizia per la puglia, deroga alla legge nazionale per gli espianti anti-Xylella https://agvilvelino.it/article/2018/12/22/manovra-stefano-pd-solo-una-buona-notizia-per-la-puglia-deroga-alla-legge-nazionale-per-gli-espianti-anti-xylella/
[3] Proposta di inchiesta parlamentare comunicato alla Presidenza il 28 giugno 2018 -Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sull’emersione e gestione dell’emergenza Xylella fastidiosa nei territori della Puglia http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/1069281.pdf
[4] Documento XXII n. 6 XVIII Legislatura  Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sull’emersione e gestione dell’emergenza Xylella fastidiosa nei territori della Puglia http://www.senato.it/leg/18/BGT/Schede/docnonleg/36427.htm
[6] Xylella fastidiosa, entro due mesi la Procura deciderà se richiedere l’archiviazione http://www.lecceprima.it/politica/lecce-xylella-fastidiosa-procura-archiviare-inchiesta.html
[7] Xylella, Fitto e De Castro incontrano Andriukaitis a Bruxelles: “Ha condiviso nostre preoccupazioni”. https://www.ilpaesenuovo.it/2018/06/05/xylella-fitto-e-de-castro-incontrano-andriukaitis-a-bruxelles-ha-condiviso-nostre-preoccupazioni/
[8] Emergenza Xylella e programma nazionale di ricostruzione, Fitto e De Castro incontrano il Commissario Hogan. https://www.ilpaesenuovo.it/2018/06/12/emergenza-xylella-e-programma-nazionale-di-ricostruzione-fitto-e-de-castro-incontrano-il-commissario-hogan/
[9] Xylella, Emiliano alla Commissione: «Procedere quanto prima con i tagli»  https://www.quotidianodipuglia.it/regione/xylella_audizione_di_emiliano_procedere_con_i_tagli-4107320.html
[10] Di veleni, prima che di Xylella, morirà il Salento. http://www.beppegrillo.it/di-veleni-prima-che-di-xylella-morira-il-salento/
[11] Xylella, 450 ulivi germogliano dopo un anno di cure tradizionali e bio. Scienziati: “Interessante, ma serve cautela” https://www.ilfattoquotidiano.it/2015/10/09/xylella-450-ulivi-germogliano-dopo-un-anno-di-cure-tradizionali-e-bio-scienziati-interessante-ma-serve-cautela/2108300/