La maggior parte di noi scarta le bucce delle carote, le foglie del cavolfiore e i gambi dei broccoli. Eppure si tratta di parti commestibili, che possono essere adeguatamente valorizzate in modo semplice e gustoso, contribuendo così a combattere lo spreco alimentare e anche a risparmiare un po’. D’altronde, come spiega Altroconsumo, le parti che tradizionalmente scartiamo sono spesso più ricche di vitamine, minerali e fibra delle parti “nobili” di frutta e verdura.
Secondo le analisi dell’associazione, il gambo del broccolo è più ricco di fibra delle cimette, mentre nella buccia della carota, nel ciuffo del finocchio e nelle foglie del sedano abbondano i polifenoli. La parte verde del porro, generalmente scartata perché più dura e fibrosa, è più ricca di polifenoli e vitamina C rispetto alla parte bianca. La scorza della zucca, poi, contiene quantità vitamina C, carotenoidi e fibra in quantità superiore alla polpa. E anche nelle bucce della frutta polifenoli, flavonoidi e vitamine sono presenti in abbondanza.
C’è però un rovescio della medaglia: la buccia sarà anche ricca di sostanze dalle proprietà benefiche, ma è anche la parte di frutta e verdura dove si depositano i pesticidi. Nell’analisi di Altroconsumo i fitofarmaci sono stati rilevati sulle bucce di molti dei prodotti testati, anche in quelli biologici, anche se sempre in quantità ben al di sotto al limite stabilito dalla legge. E il lavaggio non è sempre in grado di garantire l’eliminazione totale di ogni residuo.
Che fare, quindi? Se si vogliono sfruttare tutte le parti della frutta e della verdura che acquistiamo, l’associazione consiglia di scegliere i prodotti biologici: che non sempre sono completamente privi di pesticidi, ma di solito contengono un numero minore di residui e in quantità più basse.