Il futuro è nei cereali antichi

Michele Monetta, apicoltore e produttore biologico di olio e cereali in Basilicata, protagonista della quarta intervista di Restiamo in campo


Dopo Toscana, Veneto e Lombardia la rubrica “Restiamo in campo”, promossa dalla campagna “Cambia la terra”per dare voce agli agricoltori biologici in questo periodo di emergenza sanitaria e crisi economica, “vola” virtualmente al Sud, in Basilicata. Oggi, venerdì 10 aprile, la giornalista ambientale Simonetta Lombardo ha intervistato Michele Monetta, produttore biologico di cereali e di olio, ad Acerenza, in provincia di Potenza.
“Il futuro è nei cereali antichi: noi recuperiamo le conoscenze dei nostri avi, che facevano i contadini e che in anni di esperienza ci hanno trasmesso le migliori semenze”, ha spiegato Monetta, che produce cereali, olio ed è anche apicoltore. Le api, in questi giorni, si trovano al mare. Il coltivatore infatti fa parte di quegli apicoltori “nomadi” che hanno la possibilità, in quanto svolgono attività  essenziali, di continuare i loro spostamenti. “Siamo fortunati, rispetto alle regioni del Nord come il Veneto e la Lombardia, perché il Covid19 si è manifestato molto meno nella nostra zona, dunque non abbiamo ripercussioni particolarmente gravi, nemmeno nella ricerca della manodopera che è per lo più locale”, dichiara il produttore. Che lancia comunque un invito ad allargare l’esperienza dei wwoofer (willingworkers on organic farms), studenti e giovani lavoratori che contribuiscono, come volontari, alla raccolta della frutta.
Nel frattempo, il consorzio lucano del quale fa parte continua a produrre cereali, in particolare, con alcune difficoltà legate alla pandemia. “La nostra specificità è il farro e al momento la lavorazione non è possibile. Ma siamo abituati ad aguzzare l’ingegno, considerata la rarità degli strumenti che usiamo. Anche le semenze, lo sono. Per questo ci rifacciamo ai nostri nonni, che ci hanno lasciato in eredità  il migliore materiale genetico. E vorremmo che il pubblico incentivasse di più i progetti come il nostro, di valorizzazione delle tradizioni agricole, senza uso di pesticidi”.
Ed è nei campi che si sperimenta di più: “I campi sono il nuovo laboratorio per l’agricoltura. Anche per il dopo coronavirus”, ha aggiunto Monetta. “L’agricoltura biologica è una delle strade da seguire per diminuire l’inquinamento, per ridurre l’impatto delle coltivazioni e migliorare il pianeta. Il futuro è bio”.
Martedì prossimo la rubrica “Restiamo in campo” tornerà nel Nord Italia, in Lombardia, per un’intervista con un’azienda biologica in montagna, in provincia di Brescia.

tratto da: https://www.cambialaterra.it/2020/04/il-futuro-e-nei-cereali-antichi/?utm_source=Newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=NewsletterCLT