Frutta imperfetta: come le emozioni e le aspettative dei consumatori generano spreco alimentare

 Lo spreco di cibo riguarda in particolare frutta e verdura. Non solo perché sono tra le merci più deperibili, ma anche e soprattutto perché, ormai da anni, il mercato ha imposto modelli sempre più omogenei, perfetti, che in realtà hanno poco a che vedere con la produzione naturale. E le emozioni dei clienti, insieme alle loro aspettative, sono parte del problema, perché i consumatori si aspettano che la frutta e la verdura siano fatte in un certo modo. Se non lo sono, sono portati a scartarle automaticamente. E così i rivenditori propongono tendenzialmente  solo prodotti che rispondono a questi canoni estetici.

Per interrompere il circolo vizioso, un gruppo di ricercatori danesi e svedesi ha condotto due serie di esperimenti, dimostrando quanto è forte il radicamento di certi stereotipi. Ha chiesto a 130 persone di esprimere l’intenzione di mangiare o meno una mela, sottoponendo loro fotografie di frutti molto diversi per colore, forma o livello di perfezione esteriore. Come atteso, e come riportato su Food Quality and Preferences, la maggior parte dei partecipanti ha affermato di non sentirsi molto invogliato dai cosiddetti ugly fruits, cioè frutti imperfetti. 


Poi è stato chiesto loro di assaggiare diversi tipi di mela, e si è avuta la conferma di quanto i pregiudizi possano essere tenaci. Infatti, quando i volontari hanno assaggiato un pezzo di una mela perfetta, credendo che si trattasse di una di quelle ritratte nella serie dei frutti difformi dallo standard, l’hanno trovato comunque cattivo. 

Come cambiare la situazione? Secondo gli autori bisogna intervenire sulle opinioni dei consumatori, innanzitutto fornendo informazioni più chiare e complete. Per esempio, i rivenditori dovrebbero sottolineare che le mele (e tutta la frutta e la verdura) imperfette hanno lo stesso gusto e valore nutritivo delle altre, offrendo talvolta sfumature inattese. Oppure si può sottolineare che possono comunque essere impiegate per torte, estratti e succhi, e che costano (di solito) decisamente meno. C’è di più. Spesso i frutti imperfetti sono prodotti a distanze più vicine rispetto ai prodotti omogenei, che non di rado hanno percorso centinaia di chilometri prima di giungere nel punto vendita. Sarebbe poi utile se si mettessero in risalto i costi ambientali dello spreco, cercando così di aumentare la consapevolezza dei clienti.

Infine, probabilmente sarebbe molto efficace il ricorso ai social media per trasmettere messaggi positivi associati alla frutta e alla verdura imperfetta. Tutto questo ha però bisogno di un passo decisivo da parte dei circuiti di vendita.

tratto da: https://ilfattoalimentare.it/frutta-imperfetta-emozioni.html