Pnrr: l’agricoltura bio è il grande assente


Ne hanno parlato Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio e Carlo Triarico, presidente dell’associazione per l’agricoltura biodinamica, in un webinar della Fondazione Est Ovest

di Barbara Battaglia

“Siamo a un momento di svolta per il biologico. I cittadini scelgono sempre di più il cibo bio: c’è stata una crescita, anche esponenziale, sia a livello di mercato interno che dell’export, anche nel 2020 durante la pandemia”. Così Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio ospite di un webinar promosso dalla Fondazione Est Ovest, insieme a Carlo Trarico, presidente di AssoBiodinamica, l’associazione per l’agricoltura biodinamica.

“Il modello di produzione e consumo del cibo basato sulla corsa continua verso prezzi più bassi – hanno spiegato i promotori dell’iniziativa – scarica sulla collettività i costi dell’inquinamento, del disinquinamento e della difesa del benessere delle persone. Un sistema che non è più sostenibile. Occorre una nuova visione per il futuro dell’agricoltura e del cibo”.

Di qui il contributo delle voci del bio e del biodinamico: “le esperienze più avanzate e diffuse che possono costituire il riferimento per l’agricoltura del futuro. Perché in grado di conciliare sostenibilità economica, sociale, ambientale e un approccio efficace nel contrasto al cambiamento climatico e nella tutela della biodiversità. Oltre che una concreta opportunità per i territori rurali e per l’occupazione”.

“Siamo di fronte a una trasformazione del modo di produrre e consumare cibo, che la pandemia ha accentuato, avendo messo ancora più in evidenza la connessione tra noi e l’ambiente – ha aggiunto Mammuccini – . Le tante crisi che stiamo attraversando, sanitaria, economica, climatica, sono tutte facce della stessa medaglia, di un modello produttivo basato sullo sfruttamento della Terra e delle persone. Durante la pandemia abbiamo avuto perfino paura di non aver abbastanza cibo. Ecco perchè la sicurezza alimentare è anche avere una agricoltura sana che sia in grado di produrre nel proprio territorio cibo di qualità. Occorre dunque fare informazione su questo: scegliendo un cibo si sceglie anche un modo di fare agricoltura. ‘Mangiare è un atto agricolo’, ha scritto Wendell Berry. Scegliere un cibo bio ha un valore molteplice: la propria salute ma anche la salute del pianeta, l’armonia – e non il conflitto – con la natura”.

Inoltre i cittadini sembrano più orientati al cambiamento. “Oggi anche il Green Deal europeo conferma questo trend. Le due strategie Farm to Fork e Biodiversità – ha aggiunto la presidente FederBio – rappresentano una svolta delle politiche europee: il modello intensivo basato sulla chimica di sintesi non è più sostenibile, serve un approccio agroecologico, che è quello su cui si è fondata prima l’agricoltura biodinamica e poi quella biologica. Si propone così di ridurre della metà l’uso dei pesticidi e degli antibiotici e di triplicare le superfici coltivate a biologico. Ognuno di noi ha una responsabilità, a tutti i livelli: bisogna fare pressione”. Ad esempio, nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), il programma di investimenti che l’Italia deve presentare alla Commissione europea nell’ambito del Next Generation EU, lo strumento comunitario messo in campo per rispondere alla crisi pandemica provocata dal Covid-19. ......

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