Il biologico italiano gode di una posizione di leadership in Europa e nel mondo. L’Italia ha una percentuale di superficie agricola destinata al bio doppia rispetto alla media europea e oltre 80.000 imprese che operano esclusivamente o in parte nel comparto. Le policy europee, a cominciare dalle strategie Farm to Fork e Biodiversità, hanno fissato al 2030 un target del 25% di superficie bio, triplicando così la media europea.
Ma nei fatti le politiche attuative stentano a decollare a scala continentale e in Italia e il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), quello che diventerà lo strumento di sviluppo sostenibile più importante, registra una scarsa attenzione all’agroecologia.
Intervengono:
- Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio
- Maurizio Martina, Vicedirettore generale FAO
- Angelo Gentili, Legambiente
- Claudio Celada, Lipu
- Francesco Sottile, Slow Food
- Isabella Pratesi, WWF Italia
- Lorenzo Ciccarese, ISPRA
- Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio
- Maurizio Martina, Vicedirettore generale FAO
- Angelo Gentili, Legambiente
- Claudio Celada, Lipu
- Francesco Sottile, Slow Food
- Isabella Pratesi, WWF Italia
- Lorenzo Ciccarese, ISPRA
Modera: Antonio Cianciullo, giornalista
Cambia la terra - il progetto voluto da FederBio assieme a Legambiente, Lipu, Medici per l’Ambiente, Slow Food e WWF e sostenuto da alcune importanti aziende del bio – ha elaborato un Quaderno che si aggiunge al Rapporto Cambia la Terra 2018 e spiega quali sono le ragioni per chiedere maggiore coraggio ai decisori pubblici. Perché la transizione ecologica sia anche una Transizione Biologica.