Coldiretti: Troppa burocrazia per le sementi bio

Una circolare del Ministero delle Politiche agricole (n.0135555 del 23/03/2022) ha inserito in lista rossa le specie “frumento duro”, “frumento tenero”, “orzo”, “avena comune e bizantina”, “farro dicocco”e “farro monococco”, specie che si vanno ad affiancare all'”erba medica”e al “trifoglio alessandrino”, che già dallo scorso anno erano state inserite in questa lista.

L’inserimento in lista rossa non dovrebbe più consentire il rilascio di deroghe da parte del sistema della Banca Dati Sementi Biologiche, gestita dal CREA DC, per l’utilizzo di sementi convenzionali.

L’unica possibile eccezione per la concessione della deroga di queste specie è la condizione per cui, se al momento della semina non fosse reperibile sul mercato semente bio, l’agricoltore abbia inserito in banca dati un “ordine” entro un definito “tempo utile” prima della semina.

Per le semine 2023, sia di medica sia di trifoglio, come anche delle specie di nuovo inserimento (frumento, avena e farro) il “tempo utile” viene fissato alla data del 30 giugno 2022.

Tale sistema dovrebbe quindi consentire alle ditte sementiere di avere un congruo margine di tempo per poter programmare la produzione di semente certificata biologica, renderla disponibile sul mercato e quindi favorire l’utilizzo di seme bio da parte degli agricoltori.

Il sistema è abbastanza contorto e complesso da applicare anche perché si viene a chiedere ai produttori biologici nazionali di programmare le proprie semine dei cereali vernini con diciotto mesi di anticipo definendo, fin da subito, il dettaglio non solo delle specie, ma anche delle varietà da utilizzare.

Coldiretti – in una nota – sottolinea di aver sempre ribadito la necessità di una filiera biologica garantita e certificata a partire dalla produzione del seme e ha condiviso la necessità di un maggiore impegno sia delle aziende agricole biologiche che delle ditte sementiere verso la produzione di semente ottenuta con il metodo biologico, per ridurre le deroghe, come richiamato dal Regolamento europeo.

Tale obiettivo tuttavia non può essere raggiunto esclusivamente attraverso ulteriori adempimenti burocratici a carico delle imprese, in particolare in un momento di totale incertezza di mercato e con fluttuazioni dei prezzi che complicano notevolmente le scelte aziendali anche nell’immediato futuro.

Come è stato ribadito da Coldiretti Bio la crisi ucraina sta avendo, anche per l’agricoltura biologica, gravi ripercussioni nel sistema produttivo, in particolare per quel che riguarda il mercato dei cereali e la mangimistica (vedi news). Il MIPAAF, infatti, anche su richiesta delle organizzazioni di settore, sta sostenendo interventi per favorire la produzione biologica nazionale anche con norme specifiche in tema di rotazioni e di deroghe per i mangimi.

In tale scenario la circolare ministeriale non tiene però in nessun conto le condizioni emergenziali del momento.

Il Piano nazionale delle sementi biologiche, previsto all’art. 8 della legge n. 23 del 9 marzo 2022, può essere invece lo strumento utile per favorire la riduzione delle deroghe e l’utilizzo di semente biologica, individuando risorse e incentivi per favorire il ricorso alla produzione e all’uso di sementi biologiche senza aumentare la burocrazia e gli adempimenti a carico delle imprese.

La Coldiretti quindi attende che si inizi a lavorare fin da subito per la definizione di un Piano sementiero che possa realmente dare risposte alla esigenza di sviluppare nel nostro Paese una filiera bio che possa partire dalle sementi certificate.

Fonte: Coldiretti