Lettere di contadini a RETECONTADINA

Cronache della crisi agricola

Il Diario di Retecontadina mette le mani "nella terra" della crisi. Riteniamo importante che i nostri produttori e contadini raccontino la situazione dell'agricoltura, delle loro aziende e testimonino il grande sacrificio che stanno affrontando in questa epoca di "crisi generale degli ecosistemi".


Le corrispondenze dalle aziende: 


Salve sono Domenico Corrado dell'azienda agricola "Glück " coltivo agrumi biologiche, soprattutto clementine. Ogni anno che passa la forbice si chiude sempre di più. I costi aumentano e i ricavi diminuiscono. Diventa sempre più difficile coltivare in modo sostenibile e salutare. Ci sto provando e insieme sono sicuro che ci riusciremo. So che spesso non dipende da noi, ma nel nostro piccolo ognuno potrà fare la sua parte. 

Grazie a presto, un saluto a tutti

Domenico Corrado


Più che raccontare difficoltà vorrei parlare di opportunità: opportunità di rivedere il modo in cui percepiamo il nostro sistema agricolo e soprattutto l'acqua. Annate come questa saranno sempre più frequenti, e spero che questo porti molti agricoltori a riprogettare il proprio ecosistema-azienda in un'ottica di permacultura. Bisogna iniziare a considerare anche quanta acqua viene infiltrata e immagazzinata nel terreno per ricaricare le falde, e non solo ad estrarla come se fosse una risorsa infinita, bisogna pensare a integrare sistemi agroforestali per ridurre l'esposizione solare del suolo e quindi le temperature e l'evaporazione. A diversificare le nostre aziende e abbandonare l'ottica del solo profitto che ci ha portati a impoverire la biodiversità del territorio preferendo la comodità delle lavorazioni e la monocoltura.

Antonio Segat, Azienda agricola Feeducia


La strana estate del 2022.

Dopo una primavera relativamente fredda, il caldo è arrivato in botto a fine maggio: subito solleone, temperature alte, le piante estive che partivano in quinta. Ma anche i primi dubbi, perchè se l'estate arrivava in anticipo, come sarebbero stati luglio e agosto? E infatti tutto è arrivato, ma anche finito prima. Le angurie pronte a metà luglio, sono finite ai primi di agosto, perchè le piante si sono sforzate tanto durante le settimane più calde per fruttificare, e hanno speso ogni goccia di linfa per portare a maturazione i primi frutti, poi si sono seccate. Niente raccolta lunga del frutto estivo per eccellenza: mangiate le prime, non ci sono state le seconde. I pomodori hanno avuto il picco di produzione i primi di luglio, anzichè i primi di agosto, creando molto scarto in un momento in cui non c'era grande consumo, per poi mancare quando alle persone viene voglia di fare la conserva. Ora, a metà agosto, con ancora due settimane di estate davanti, che se va come gli anni scorsi si prolungherà fino a fine settembre, le piante sono esaurite dallo stress del caldo eccessivo, molte si sono ammalate, e la produzione è in grosso calo. Si piantano cavoli e radicchi sperando di riuscire ad avere dei buoni raccolti autunno-invernali che compensino i mancati guadagni estivi, ma la paura è che sia sempre la solita speranza del contadino, che la prossima stagione andrà meglio, quando invece si accumulano perdite su perdite, o meglio, mancati guadagni su mancati guadagni. Però noi contadini seguiamo la terra e da essa traiamo ispirazione: si ripreparano le aiuole, e il nostro animo cerca di diventare come quella terra pulita, che viene sgombrata dai residui della vecchia stagione, per ricominciare daccapo, cercando di diventare sempre più bravi a dribblare il cambiamento climatico o sempre più furbi da avere sempre una coltivazione di riserva. Peccato che la natura e l'ecosistema terrestre, in questo, ha molta più esperienza di noi. 

Il 2022 è stato sicuramente un anno difficile per l'agricoltura, anche per quella bellunese.
In un'area che solitamente è caratterizzata da frequenti precipitazioni, quest'anno è mancata l'acqua e si sono registrate temperature decisamente alte.
Noi abbiamo un vivaio per la produzione di piantine da orto e campi, alcuni coltivati a fagioli e orticole varie, altri in cui sperimentiamo varietà di pomodori, melanzane, zucchine e quest'ultimi sono dotati di impianto di irrigazione a goccia.
 L'ambito " produzione di piantine da orto" è quello che ha risentito meno delle avversità climatiche, dato che la produzione è per lo più concentrata nei mesi di aprile, maggio e giugno, mesi in cui Si, ha fatto caldo e sono mancate le precipitazioni, ma dove la situazione non era ancora tragica, avendo ampie riserve d'acqua piovana non abbiamo avuto difficoltà ad irrigare giornalmente. A risentirne di più sono quindi state le coltivazioni autunnali che hanno patito temperature torride in serra e un mercato bloccato da siccità e calore.
Per quel che riguarda i campi, hanno dato ottimi risultati le varietà precoci di fagiolo ( seminato a inizio maggio e raccolto a inizio luglio) , di pomodoro (irrigato) mentre patate, tegoline e fagioli tardivi hanno sofferto molto e speriamo nelle piogge settembrine, anche se la produzione sarà inferiore del 30% allo scorso anno.
Un'annata così difficile ci fa capire l'importanza della biodiversità, del seminate, varietà diverse e tempi diversi....qualcosa di sicuro verrà.
Siamo consapevoli che ci sono tante aziende agricole che hanno sofferto molto più di noi e ciò ci ha spinto a trovarci e a parlare delle varie difficoltà, cercando di capire insieme cosa fare...di idee ne stanno emergendo molte.
La più interessante è lo sperimentare miscugli, ad esempio mais. Abbiamo chiesto aiuto ai massimi esperti di genetica in campi, Salvatore Ceccarelli ed a uno dei migliori tecnici, Luca Conte. Entrambi ci hanno dato la loro disponibilità, ne avremo molto di lavoro da fare ma siamo consapevoli che la via migliore la possiamo tracciare noi e non certo attendendo qualcosa calato dell'alto, uscito da qualche laboratorio di qualche multinazionale. E già sappiamo che ciò ha una sigla TEA , che cela i nuovi Ogm.

Io vedo difficoltà su un duplice settore. Da un lato l'emergenza climatica e la difficoltà ad annaffiare nonostante la pacciamatura abbondante limiti la produzione in quantità e biodiversità, dall'altra il caldo fa domandare solo verdura non da cuocere, facendo saltare la programmazione fatta in inverno.

In Veneto è dura ,anche verso il confine austriaco dove abbiamo le coltivazioni,  nessuno viene ad acquistare la verdura in campo. Oltre la siccità, dobbiamo sfidare 8 ipermercati in 3 km!
Noi facciamo anche trasformati in piccole quantità con lo scopo di contrastare lo spreco ( eccedenze di prodotto in campo) , ma i costi da sostenere ormai sono irragionevoli..
 


Noi come apicoltura abbiamo avuto problemi legati al secco primaverile che ha condizionato le piante nella produzione del nettare in fioritura. Poi "le botte" di caldo estivo, insieme al secco, hanno condizionato ancora di più la raccolta dei nettari: i fiori duravano poco sulle piante e appassivano in poco tempo. Le api poi, per regolare la temperatura interna del nido erano costrette a ventilare molto di più, di conseguenza consumando più miele del raccolto.
 

Ciao a tutti, vorrei anche io dare il mio contributo alla pregevole idea di coinvolgere i consumatori nel processo di produzione agricola. In questi ultimi anni mi sto fortemente impegnando in questa direzione, quella di creare filiere partecipate e sinergiche. Credo che l'agricoltura ha in seno tutte le risorse per sviluppare un progetto agricolo che coinvolga tutte le risorse strettamente necessarie. Possiamo metterci insieme, in un unico livello, i vari portatori di interesse e creare delle filiere in cui il consumatore finale deve esserne parte attiva e costitutiva. In questo modo ridurremo se non proprio annulleremo le dipendenze esterne come le logiche di mercato. Perché i prezzi debbono essere fissati dalle logiche speculative che governano i mercati? Basta un onesto ragionamento all'interno della nostra filiera che tenga conto delle esigenze di tutti. Questo era solo un esempio ma possiamo estendere il concetto a tutte le altre "dipendenze" esterne dell'agricoltura. Retecontadina è un bel tentativo di realizzare questi obiettivi e sono felice di esserne partecipe. Mi piacerebbe continuare a parlarne magari creando un tavolo di discussione interno.